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Autore: Aletheia229    03/01/2013    1 recensioni
ATTENZIONE! SPOILER DA "THE CROCODILE"
*eventi in ordine cronologico. Consiglio di leggere anche l'altra versione in quanto in questa mangano dei passaggi (i momenti del 'presente')*
Tutti sappiamo che Hook era innamorato di Milah. Ma se ci fosse stato un altro amore? Se si fosse innamorato di nuovo?
Unitevi a Wendy nel suo viaggio attraverso i più bei ricordi dei momenti passati a Neverland.
Il loro primo incontro, i primi guai, le prime confessioni, il primo bacio e l'addio.
“Wendy Darling”
“Dove sono le mie maniere. Killian Jones, ma forse tu mi conosci come Hook. E cosa ci fai a bordo della mia nave?” le chiese avvicinandosi.
“Questa è una domanda geniale. Chiedi ai tuoi uomini perché io non ne ho la più pallida idea.” Rispose avvicinandosi a sua volta.
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“Wendy, love, avrei potuto ucciderlo ma tu hai di già una cattiva opinione su di me. Non posso sopportare il pensiero di peggiorarla”
Hook/OC
OOC tanto per essere sicuri
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Killian Jones/Capitan Uncino, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
- Questa storia fa parte della serie 'The Story Of Us'
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Disclaimer: Nulla mi appartiene. Once Upon A Time appartiene a ABC mentre Peter Pan e tutto ciò che è collegato a esso appartiene a J.M.Barrie.
Il testo appartiene a Taylor Swift (canzone All Too Well dal suo album Red).
Alcuni dialoghi sono presi da film quali “Anastasia” e “The Deep Blue Sea” che appartengono ai loro rispettivi proprietari.
Ogni cosa che non riconoscete appartiene a me.
 
 

***

 
 
Wendy era trascinata ad una nave ma stava cercando di opporre resistenza nella speranza che Peter venisse a salvarla. Un pirata, stanco della sua reticenza, se la mise sulle spalle e la lasciò andare solo in prossimità della nave.
Una volta a bordo venne spinta ed, inciampando in una corda, cadde a terra.
“In piedi per il capitano” disse una voce al di sopra di lei.
Alzò lo sguardo e di fronte a lei, guardandola divertito, c’era l’uomo più bello che avesse mai visto. Me era cresciuta circondata da persone bellissime perciò, mentre si alzava, si preparò a fronteggiarlo.
“Non avrei dovuto alzarmi se i tuoi uomini non mi avessero spinto” disse audace.
I pirati incominciarono a sussurrare mentre il capitano sogghignava. Un pirata le si avvicino pronto a schiaffeggiarla
“Come osi, piccola sgualdrina insolente, parlare al tuo capitano” sputò con rabbia pronto a colpirla quando una mano gli afferrò il polso
“Non tollero violenza sulle donne a bordo della mia nave” lo avvisò minaccioso il capitano.
Poi si voltò e guardarla e in quel momento Wendy notò un uncino a posto della sua mano sinistra.
“Ora, chi sei, tesoro?”
Quando Peter le aveva posto la stessa domanda era troppo sorpresa per elaborare una risposta decente e quindi aveva detto la prima cosa che le era passata per la mente e così era conosciuta a Neverland.
“Wendy Darling”
“Dove sono le mie maniere. Killian Jones, ma forse tu mi conosci come Hook. E cosa ci fai a bordo della mia nave?” le chiese avvicinandosi.
“Questa è una domanda geniale. Chiedi ai tuoi uomini perché io non ne ho la più pallida idea.” Rispose avvicinandosi a sua volta.
“È un eccellente narratore di storie ed ha una voce stupenda. Ho pensate che vi avrebbe potuto piacere, capitano. Per intrattenervi” disse una voce alle sue spalle -Smee.
“Ma davvero? In questo caso...Benvenuta a bordo della Jolly Roger, la tua nuova casa, Wendy Darling” disse strizzandole un occhio.
 

***

 
Hook aveva deciso da qualche tempo di salpare, di lasciarsi alle spalle Peter e i Bimbi Sperduti. Wendy si stava lentamente abituando alla vita dei pirati, a tutte le sue mansioni ma non poteva fare a meno di sentire la mancanza della sua vita a Londra o del tempo passato con Peter.
Quindi aveva preso l’abitudine di fare l’unica cosa che potesse rallegrarla: cantare.
E un giorno, mentre stava cantando la sua ninna nanna, si voltò e vide Hook canticchiare la sua melodia. Quindi incominciò a cantare un po’ più forte ed ogni pirata continuava a guardare tra i due.
 

***

 
“Okay uomini, è giunto il momento che la nostra ragazza dimostri il suo valore” Hook colpì alcuni uomini sulla spalla finché non fu di fronte a Wendy.
Lei alzò il mento e chiese: “Che cosa devo fare?”
Il capitano sogghignò “Vedi quell’uomo laggiù?” chiese ed indicò qualcosa alle sue spalle.
Lei si voltò e quasi svenne. Sapeva che Hook era un bastardo, la sua reputazione lo precedeva ma ora ne aveva la prova. Aveva scelto l’uomo più alto in tutta la strada. Assomigliava ad un armadio: alto, largo e pesante.
Annuì.
“Ha una spada. La voglio”.
Wendy non si girò ma andò direttamente dall’uomo. Sapeva che genere di uomini frequentasse il bar vicino a loro ma non avrebbe perso la sua dignità. Non avrebbe flirtato con lui. Non per un pirata.
Quando fu abbastanza vicina finse d’inciampare in qualcosa. L’uomo la prese prontamente e lei mise le mani intorno alla vita di lui. Sfilò la spada con attenzione ma velocemente e la gettò alle sue spalle. Nel frattempo sorrise e gli disse: “Grazie, signore, per la sua gentilezza”
Po lo lasciò lì, prese la spada e andò ad appoggiarsi contro il muro aspettando che Hook e la ciurma la raggiungessero.
“Sono soddisfatto” e per la prima volta lo vide sorridere. Non sogghignare ma sorridere
”Grazie” sorrise anche lei e gli passò la spada.
“Tu piccola squaldrina! La mia spada” urlò l’uomo e incominciò a dirigersi verso di loro.
“Il primo che arriva alla nave non fa le sue mansioni per una settimana” Hook sfidò i compagni. Poi prese la mano di Wendy ed incominciò a correre.
Ma lei non aveva bisogno del suo aiuto. O almeno, non lo voleva. Quindi lasciò la sua mano e corse più velocemente. Sentiva il vento tra i capelli e per la prima volta era completamente libera. Incominciò a ridere.
Quando si voltò per controllare che Hook la stesse seguendo lo trovò con lo sguardo perso nel vuoto e sul punto d’inciampare in un barile.
“HOOK!”.
Tornò alla realtà ed insieme raggiunsero la neve.
 
 
“Cosa ti è preso?” Wendy chiese senza fiato.
“Questo è per me da sapere e per te da non scoprire” le fece un occhiolino e per un attimo lei si perse nei suoi occhi.
“Okay. Perché siamo scappati?”
“Wendy, love, avrei potuto ucciderlo ma tu hai di già una cattiva opinione su di me. Non posso sopportare il pensiero di peggiorarla” e portò la sua unica mano sul suore.
Wendy rise e lo colpì per scherzo sul braccio.
Sorprendentemente il capitano non disse nulla ma andò ai suoi alloggi. Lei gli piaceva. Gli piaceva come non aveva ceduto al suo fascino, al suo aspetto e come riusciva ad opporsi a lui. Quando l’aveva vista così, ridere col vento tra i capelli, l’aveva vista davvero per la prima volta: aveva visto una bellissima giovane donna.
 

***

 
Era passata una settimana da quando Wendy aveva incominciato a sentirsi strana. Sentiva il desiderio di lasciare la Jolly Roger e non guardarsi mai indietro.
Quindi aveva deciso d’intrufolarsi nella cabina di Hook nella speranza di trovare qualcosa con cui ricattarlo e costringerlo a riportarla da Peter.
Si guardò intorno ed entrò chiudendo la porta alle sue spalle. Era una stanza larga ma semplice, con solamente una scrivania, degli armadietti, tantissime mappe e altre cose. Lui dormiva in una camera sulla destra, più piccola e confortabile.
 

Cercò sulla scrivania senza trovar alcun ché. Quindi incominciò ad aprire gli armadietti quando notò un baule nell’angolo più remoto della stanza.
Lo aprì e trovò il ritratto di un bambino. Appariva annoiato, quasi irritato. Il ciuffo gli cadeva davanti agli occhi e il sorriso era forzato, eppure c’era una scintilla negli occhi che lo rendeva speciale.
“Potrei farti camminare l’asse per questo, lo sai?” arrivò la sua voce dalla porta.
Wendy si voltò velocemente e senza dubbio il capitano era lì, appoggiato allo stipite della porta con le braccia incrociate.
“Cos’è?” lei chiese alzando il ritratto.
“Quello –disse indicandolo- sarei io”
“Cosa?”
“Ero un ribelle già da bambino. Quel giorno mia madre voleva farmi un ritratto ma io non ero d’accordo. Così continuavo a mettermi il ciuffo davanti agli occhi: la faceva impazzire” disse avvicinandosi a lei. “Sei fortunata ad essere a Neverland. Se tu la dovessi incontrare, ti racconterà tutto sulla mia infanzia. E non è piacevole.”
Risero insieme.
 

***

 
Ricordava fin troppo bene la prima volta che sentì che il suo posto era con lui. Era tardi e stavano tornando alla nave da una taverna.
Wendy era soddisfatta perché era riuscita a tenere per sè l’attenzione di Hook per tutta la sera.
E lui lo sapeva, sapeva che solo stando con lei per tutta la serata l’aveva sotto il suo controllo. Ma non gli importava. Per la prima volta aveva goduto della compagnia di una ragazza senza nessuno scopo finale.
Erano sul ponte ma nessuno dei due voleva andare per la propria via. Improvvisamente un vento freddo fece rabbrividire Wendy e sentì qualcuno metterle sulle spalle il suo mantello.
“La prossima volta porta il tuo. Fa freddo a quest’ora”
E poi lo sentì. Un calore sconosciuto espandersi dal suo cuore e per la prima volta da quando aveva messo piede sulla Jolly Roger si sentì a casa.
 

***

 
Era una notte di luna piena. Ogni uomo stava dormendo. Solamente Smee avrebbe dovuto essere sveglio. Invece si era addormentato sul ponte mentre qualcun altro non riusciva a riposare.
Tre anni. Wendy era a bordo della nave di Hook da tre anni. Ed erano passati tre anni da quando aveva visto per l’ultima volta suo padre.
Altri cinque minuti e sarebbe stato il suo compleanno. Sei anni e non era invecchiata di un solo giorno. Appariva ancora come la ragazza di vent’anni che era stata quando aveva messo tra i capelli il fermaglio di sua madre.
3... 2... 1...
“Buon Compleanno Kat!” bisbigliò a sè stessa
“Chi è Kat?” arrivò la sua voce dalle sue spalle.
 Si voltò e gli gettò un’occhiataccia.
“Killian Jones! Mi hai spaventata!”
“Perdonami, darling” disse avvicinandosi a lei finché non ci furono soltanto pochi centimetri a separarli. Lei inghiottì la saliva e per un attimo i suoi occhi si soffermarono sulle sue labbra prima di tornare ai suoi occhi.
“Meglio?”
Annuì soltanto.
“Quindi, risponderai alla mia domanda?” le chiese con fare cospiratorio.
“Sono io”
“Tu?” chiese alzando un sopracciglio.
Non sapeva cosa dire. Era un’abilissima bugiarda ma con lui...i suoi occhi riuscivano sempre a confonderla e a tirarle fuori la verità.
“È un soprannome. Mio padre mi diceva sempre che gli ricordavo un gatto. Dolce ma feroce.” 
“Beh, ha ragione. Quindi oggi è il tuo compleanno?”
“Sì”
Si abbassò finché non fu alla sua altezza e le bisbigliò nell’orecchio: “Potrei avere una bellissima collana che potrei darti come regalo. È nella mia cabina. O forse vuoi qualcos’altro. Forse...me”
Lei sentì brividi lungo la schiena. Scosse la testa per chiarirsi le idee e fece qualche passo indietro.
“No, grazie. Non vorrei privare qualche ragazza di questo privilegio”
Hook rise e le offrì la mano. Wendy lo guardò confusa.
“Posso avere questo ballo?”
Gli sorrise mentre la conduceva al centro della nave. Prese una mano nella sua e mise il suo uncino sulla vita di lei mentre ella appoggiava l’altra mano sulla sua spalla. Incominciò a condurla e lei fu sorpresa quando si accorse di ballare un valzer.
Era così presa nel momento da non essersi accorda di aver iniziato a canticchiare finché lui non glielo fece notare.
“Hai una voce stupenda, lo sai? Dovresti cantare di più”
“Mi stai chiedendo di cantare di più?” lei chiese per scherzo.
“Forse” disse alzando le spalle.
“Ho il vostro permesso, capitano?”
“Permesso accordato”
Continuarono a danzare persi l’uno nell’altro. Wendy stava godendo il momento, sapendo che non sarebbe durato. Un pirato non era dolce o comprensivo o nient’altro. Quel momento era speciale e ne avrebbe fatto tesoro.
Killian, al contrario, era confuso. Ogni volta che le era vicino senza fare alcun commento era confuso. Gli piaceva averla il più vicino possibile e averla tra le sue braccia era come pura magia. Era perfetto. Gli ricordava del tempo passato con Milah ma il sentimento era più forte.
Ma non poteva amare di nuovo. Non poteva dimenticare Milah e non poteva rischiare di avere il cuore spezzato di nuovo. Aveva paura di perdere Wendy. Era diventata la sua certezza, la sua ancora. Non poteva sopportare il pensiero che lo lasciasse o peggio... che morisse.
“Mi sento un po’...strana” Wendy disse
“Ti gira la testa?”
“Sì”
“Anche a me. Probabilmente è tutto questo volteggiare” Killian disse fermando il loro ballo.
“Dovremmo andare a letto” ella disse allontanandosi.
“Diversi o lo stesso?” scherzò
“Killian!” lo riprese lei
“Okay, okay. Stavo scherzando. Ma se vuoi divertirti un po’ sai dove trovarmi. ‘Notte darling”
 

***

 
Wendy stava sistemando la cabina di Hook. Quell’uomo riusciva a lasciare dietro di sè più caos di un nano. Le aveva ordinato di non toccare nulla ma lei non l’aveva ascoltato. Non aveva nulla da fare e negli ultimi tempi ogni volta che si univa alla ciurma aveva un brutto presentimento.
Sentì qualcuno aprire la porta e quando nessuno parlò, pensò si trattasse di Hook pronto a farle una ramanzina.
“Guarda Hook, la tua cabina è un casino. Non riesco a capire come sei riuscito a...” si voltò e il fiato le si mozzò in gola.
Davanti alla porta stava Sebastian, l’unico membro della ciurma che non le piaceva. Sapeva che Hook non era particolarmente soddisfatto di lui quindi non riusciva a capire perché lo tenesse a bordo.
“Posso fare qualcosa per te, Sebastian?” chiese cercando di mantenere un aspetto tranquillo.
“Veramente, sì” le rispose chiudendo la porta dietro di sè.
Lasciò vagare lo sguardo per la stanza nervosamente finché non vide una spada all’interno di un degli armadietti. Si avvicinò casualmente intimando a Sebastian di continuare.
“Sai, piccola, non riesco a capire a che gioco stia giocando il capitano” le disse avvicinandosi a lei che ormai era vicina all’armadietto.
 “Così bella. Penso di aver atteso abbastanza”.
Incominciò ad avvicinarsi ma lei si voltò, aprì l’armadietto e puntò la spada alla gola di lui.
“Vuoi giocare? Giochiamo” disse ridendo.
La fece voltare, stringendo il braccio intorno alla sua gola. Wendy lasciò cadere la spada portò entrambe le mani al braccio dell’uomo cercando di liberarsi. Sebastian la lasciò andare e lei s’appoggiò al muro per riprendere fiato. Lui incominciò a sbottonarle la camicia ed lei urlò l’unico come che le occupava la mente.
“KILLIAN!”
 

Quest’ultimo era sul ponte e stava parlando con Smee e Jack, il suo secondo in comando, mentre col cannocchiale cercava un qualche segno di Peter.
Quando la sentì urlare lasciò cadere l’oggetto all’istante e corse verso la sua cabina, seguito dai due e da altri membri della ciurma.
Spalancò la porta e si gettò addosso all’uomo mentre Smee aiutava Wendy ad alzarsi.
Hook prese Sebastian per la gola e lo sbatté contro il muro, premendo contro la sua gola col suo uncino.
“Noi due adesso faremo una chiacchierata” sibilò furioso. Poi si rivolse a Smee e disse: “Porta Wendy fuori di qui”.
Smee cercò di condurre la ragazza verso la porta ma lei non si mosse.
“Io mi considero un uomo d’onore quindi adesso ti dirò cosa sta per succedere. Ti farò soffrire e quando riterrò che tu abbia patito abbastanza, morirai”
“Tutto questo per quella piccola squaldrina?”
Killian gettò il braccio nel petto dell’uomo e afferrò stretto il suo cuore.
“Non mi piace quando altri toccano le mie cose. Tu sei stato così sfortunato da toccare la più preziosa di tutte” disse e con ogni parola la presa diveniva sempre più stretta.
Presto la camera fu riempita dalle grida di dolore dell’uomo finché Killian non ritirò il braccio.
“Datelo in pasto agli squali” Hook ordinò e quattro uomini portarono l’uomo fuori dalla cabina.
Killian si voltò e vide Wendy vicino al muro con una mano davanti alla bocca.
Le si avvicinò e le accarezzò una guancia.
“Non avresti dovuto vederlo” disse
“Tu...lui...tu” fu solamente in grado di dire
“Sono lieto di sapere che ero il centro della tua attenzione” scherzò sorridendole.
Lei non perse tempo e gli gettò le braccia al collo, nascondendo il volto nell’incavo della sua spalla.
Hook incominciò ad accarezzarle i capelli e a sussurrarle parole di conforto.
“Fuori! Tutti voi!” ordinò poi, guidandola verso la sua camera.
 

Dopo un po’ di tempo, dopo essersi calmata, con la testa appoggiata al suo petto e un braccio intorno alla sua vita, gli chiese: “Cosa intendevi con quella frase?”
“Quale frase?” finse di non capire.
Lei gli rifilò un’occhiataccia ed lui si mise a sedere portandola con sè.
“Tu sei mia dal momento che ho posto i miei occhi su di te” ammise incatenando gli occhi con i suoi.
Lei aprì la bocca per parlare ma lui non gliene diede la possibilità.
La baciò, all’inizio con dolcezza ma poi con sempre più passione. La teneva stretta a sè come se non fossero mai abbastanza vicini.
Wendy portò una mano tra i suoi capelli e l’altra sulla sua spalla mentre lui teneva un braccio intorno alla sua vita e la mano destra dietro la sua nuca per approfondire il bacio.
Quando si separarono per riprendere fiato le sussurrò: “Da stanotte dormi con me” e la baciò di nuovo. E ancora. E ancora.
 
 
 

Era seduta sul letto a gambe incrociate, mordendosi nervosamente il labbro. Non sarebbe successo nulla, lo sapeva, ma era la prima volta che si ritrovava in un letto con un uomo.
E Hook non era un uomo qualunque.
Lo vide entrare e chiudere la porta ma quando incominciò a spogliarsi spostò lo sguardo sulle coperte.. osò alzare la testa solo quando lo sentì di fianco a lei.
Incominciarono a parlare ed era grata per ciò. Hook era un pirata ma era anche un gentiluomo. Ogni volta che lo diceva lei alzava gli occhi al cielo ma era vero. Killian Jones era un gentiluomo.
E quella fu la notte in cui incominciò a chiamarlo Killian invece che Hook o Capitano.
 

“Chi è Milah?” lei chiese. Non lo aveva mai notato ma sul suo avambraccio destro c’era un tatuaggio: un cuore e un nome.
“hmm?”
“Il tatuaggio” disse indicandolo.
Incominciò a pensare. Avrebbe potuto mentirle o dirle la verità. Non gli piaceva parlare del suo passato e sapeva che l’avrebbe ferita ma non riusciva a costringersi a mentirle.
“L’amavo”
“Cosa è successo?”
“Se ne è andata”
Wendy non chiese nient’altro. Sapeva che era inutile. Se Killian avesse voluto parlargliene, lo avrebbe fatto. Invece prese la sua mano tra le sue ed appoggiò la testa sulla sua spalla.
“Rumpelstiltskin l’ha uccisa. Le ha strappato il cuore.”
Passarono la notte così, semplicemente parlando. Lui con la testa sul grembo di lei che gli accarezzava i capelli.
 

Si svegliò sentendo uno spazio freddo di fianco a lei. Aprì lentamente gli occhi e vide Killian prepararsi. Lo guardò con attenzione, assorbendo ogni dettaglio. Lo vide accarezzare il suo tatuaggio e provò dolore all’altezza del cuore
Chiuse gli occhi e finse di dormire.
Lo sentì avvicinarsi e prendere il suo uncino dal comodino.
Poi s’abbassò per baciarle la fronte.
“Tu sei il mio futuro”
 

***

 
Esclamazioni riempirono improvvisamente l’aria e risate potevano essere udite mentre la ciurma si avvicinava alla nave. Wendy era appoggiata al parapetto guardando il mare, aspettando che Killian e la ciurma tornassero.
Poi sentì le sue braccia intorno alla sua vita e una scia di baci sul collo.
“Non dovresti essere a letto, love? È piuttosto tardi” disse senza smettere di baciarla.
“Ti sei divertito?” gli chiese.
“È stato tollerabile”
“Quella biondina non è riuscita a migliore la serata?” gli chiese beffarda.
Lui si irrigidì dietro di lei e lasciò cadere le braccia lungo i fianchi.
“Non so di cosa stai parlando, love”
Si voltò per fronteggiarlo.
“Quel mal di testa mi stava uccidendo. Non riuscivo a dormire. Quindi avevo deciso di venirti a cercare, di raggiungerti. E quando sono entrata nella taverna e ho visto te e quella, quella, QUELLA COSA flirtare” lo accusò.
“Non era nulla. Mi stavo solo divertendo”
“Divertendo?”
“Guarda. Non lo toccata o baciata. Non ci ho neanche pensato. Lo sai che tu sei l’unica.”
Lei scosse la testa e guardò a terra. Lui cercò di prenderle la mano ma lei incrociò le braccia. Lui sospirò.
“Wendy, lo sai che quando amo, amo con tutto me stesso e do ogni cosa. Per me non esistono mezze misure. O tutto o niente.”
“Ma non lo hai detto” lei sussurrò senza guardarlo.
Lui mormorò un ‘cosa’ e lei alzò lo sguardo.
“Tre parole. Sette lettere. Io le ho dette, tu non mi hai risposto.”
Hook strinse la mano in un pugno e disse: “Non ti ho chiesto di dirle. Non ho mai chiesto di essere amato. Sapevi il rischio che stavi correndo”
“E L’HO CORSO! Ma questo non vuol dire che devo aver paura di te che flirti con qualche puttana ogni volta che mi giro”
“O mio Dio! Non posso essere un dannato principe azzurro tutto il tempo. Sono un pirata, dannazione!”
Sapendo come sarebbe finita lei tentò di farlo ragionare “Killian, ti prego, sei tutto ciò che mi è rimasto. Ti amo”
“Da questo momento non ti dovrai più preoccupare di me o di qualunque cosa mi riguardi. Qualunque cosa c’era tra noi è finita” disse senza alcuna emozione nella voce. Si girò ed andò verso la sua cabina.
Wendy cadde lentamente a terra e delle lacrime incominciarono a bagnarle il viso.
 
 


“Capitano?”
Killian abbassò lo sguardo. Vicino al timone si trovava Smee che lo stava guardando con paura nei suoi occhi. Guardò la ciurma e trovò la stessa paura nei loro sguardi.
“Parla!” sibilò.
Il pirata ingoiò la saliva e disse: “La ragazza. È seduta sulle scale che portano alla stiva”
“E me ne dovrebbe importare perché...” Hook domandò con tono minaccioso.
“Non sta bloccando il passaggio ma è inerme. Non è salita sul ponte per giorni. Non è normale o salutare. Forse...”
Il capitano non lo fece finire ma andò direttamente verso la stiva.
 

Era seduta sulle scale guardando il nulla. I passi di Hook risuonavano alti ma lei non si mosse neppure. Era immobile e avrebbe potuto sembrare una statua se non fosse stato per il movimento del suo petto.
Rimasero in silenzio per quella che sembrava un’eternità finché finalmente Killian decise di rompere il silenzio.
“Ti rendi conto che ti stai comportando come una bambina, non è vero?”
Non ottenne nessuna risposta.
“Wendy, la mia pazienza è molto corta. E nei tuoi interessi non farmi arrabbiare” parlò ancora. Ancora ella non disse nulla.
Le prese il braccio e la fece alzare, costringendola a voltarsi verso di lui.
“Io sono il capitano. Questa è la mia nave. E sulla mia nave io do gli ordini, tu li esegui”
Ancora nessuna risposta.
“Guardami negli occhi quando ti parlo!” disse prendendole il mento e costringendola ad alzare la testa.
Quel che vide lo spaventò. I suoi occhi erano vuoti. Non c’era felicità o tristezza o rabbia. Non c’era alcuna emozione.
Lui aprì la bocca per parlare ma le parole gli vennero meno.
Invece  strinse le braccia strette intorno a lei, come se non volesse lasciarla andare. Come se la sua vita dipendesse da lei.
Lentamente lei mise le sue braccia intorno alla sua vita e singhiozzi incominciarono a scuoterle il corpo mentre egli sentiva la sua camicia, che ella teneva stretta nei suoi pugni, diventare bagnata.
Le baciò la fronte poi appoggiò il mento sulla sua testa aspettando che la tensione lasciasse il suo corpo.
“Mi dispiace, Wendy. Ti giuro che andrà tutto bene. Noi staremo bene.”
 

***

 
Avevano appena raggiunto il porto quando Killian entrò nella cabina. Wendy era seduta sul letto, intenta a leggere cercando di non pensare al suo capitano che entrava in qualche taverna. Sapeva che gli importava di lei addirittura l’amava, se potesse osare dirlo, ma non poteva fare a meno d’essere gelosa.
Quindi quando le tolse il libro e si sedette di fianco lei era molto confusa.
“Che cosa ci fai qui?”
Lui incominciò a giocare con una ciocca dei suoi capelli con un sorriso sul viso.
“Dal momento che la mia ragazza è adorabilmente gelosa ho deciso di non lasciare questa nave. A meno che lei non mi voglia intorno” disse prendendole la mano e baciandole il dorso.
Wendy gli si avvicinò e Hook le catturò le labbra con le sue.
Quel bacio fu il più dolce che avevano condiviso ed lei non aveva alcun desiderio d’interromperlo. Era il bacio perfetto. Il bacio del vero amore sussurrò una vocina nella sua mente.
Quando si separarono Killian appoggiò la fronte sulla sua.
“Ti amo” Wendy disse quasi in un sussurro, maledicendosi tra sè.
Non era riuscita a resistere. Ogni volta che Hook la baciava sentiva il bisogno di dirglielo come se non fosse mai abbastanza.
Ma sapeva che non avrebbe sentito quelle tre parole. Non era pronto e lei lo capiva, eppure non poteva fare a meno si sperare di sentirglielo dire.
“Ti amo anch’io”
Pensò di aver sognato “Cosa?”
“Ho detto: ti amo anch’io” ripeté sorridendo.
Poi la baciò ancora e tra ogni bacio le sussurrava le tre parole più preziose
Ti amo
 

***

 
“è ora di andare a letto, amore mio. Sei rimasta alzata tutta la notte” Killian disse andandole incontro vicino al timone.
“Come ti senti?” gli chiese strofinandosi gli occhi
“Meglio, love. Ora, a  letto” le ordinò. Stava per protestare ma lui la zittì con un bacio “É un ordine. Ti sei presa cura di me quando ero malato. Adesso è il mio turno”
 



Wendy chiuse la porta dietro di sè, sorridendo felice. Ogni cosa era perfetta. Finalmente lei e Killian erano insieme ed erano felici.
Non era mai stata così felice. Era al settimo cielo. Tutto grazie a Killian.
Ogni volta che lo guardava il suo cuore aumentava i battiti ed ogni volta che le sorrideva minacciava di scoppiare per la felicità.
Toccò la collana che Killian le aveva regalato per il suo compleanno e il suo sorriso si ampliò. Quanto lo amava!
Finalmente decise di andare a letto e sognò il suo amato.




Si svegliò di colpo, poi chiuse gli occhi e si lasciò cadere tra i cuscini.
Riaprì gli occhi e lanciò un urlo.
Sentì dei passi affrettarsi su per le scale e all’istante un uomo si trovò di fianco a lei.
“Katherine! Sei sveglia! La mia principessina si è svegliata!” disse abbracciandola.
Lei rimase immobile cercando di capire cosa era appena successo.
L’uomo la lasciò andare e le sorrise con lacrime agli occhi.
“Papà?” chiese insicura.
“Sì, sono io. Abbiamo molto di cui parlare” disse guardandola “Ma forse è meglio se ti lascio un attimo per te stessa. Infondo hai dormito per otto anni”.
Quando lasciò la camera Katherine portò la mano al collo per toccare la sua collana ma non trovò nulla. Incominciò ad urlare e gettò a terra ogni cosa che le capitava in mano.
Quando ebbe finito le lacrime crollò nel letto con un solo nome sulle labbra
“Killian” 
 


“Smee! Vai a svegliare Wendy!”
“Aye, capitano”
Quando Hook vide Smee tornare dalla sua cabina col panico evidente sul volto una parte di lui sapeva che il sogno era finito.
“Andata! Se ne è andata, capitano”
Killian s’affrettò verso la sua cabina per trovarla vuota.
“Cercate ovunque. Voglio che ogni singolo uomo la cerchi, sono chiaro?” urlò con dolore nella voce.
 

Quando giunse la notte e ancora non c’erano notizie di Wendy Killian Jones si considerava un uomo morto.Non gli rimaneva più niente per cui vivere.
Era appoggiato alla scrivania pensando a cosa fare quando la vide: la sua sciarpa rossa. La prese e la portò al viso. Profumava ancora di lei.
E per la prima volta in anni si permise di piangere.
Pianse, urlò e gettò tutto ciò che poteva raggiungere.
L’aveva persa e sapeva di non poter far più nulla.
Non gli rimaneva più energia. Gli doleva il cuore e l’unica cosa che desiderava era stringerla un’ultima volta tra le sue braccia dimostrarle quanto l’amava.
Ma lei non c’era più.
 
***
 
“Ciao Hook” disse la sua voce
Lui alzò gli occhi al cielo e ripose il suo cannocchiale nella sacca.
“Ciao Cora”
“Hai detto di avere qualcosa d’importante da mostrami” aggiunse
Cora prese qualcosa da sotto il mantello.
“Semplicemente i resti di un armadio magico che può viaggiare attraverso i mondi” gli spiegò
“Ce ne è abbastanza per arrivare dove dobbiamo andare?” le chiese
“Non proprio. Ma è un inizio. Poi io posso trovare mia figlia e tu puoi avere la tua vendetta”
Killian annuì e prese la sacca.
“Davvero? L’hai ancora” lei esclamò allungando il braccio per prendere qualcosa dalla sacca. Quando lo ritirò nella sua mano teneva una sciarpa rossa.
“Era sua, non è vero? L’unico ricordo del tuo vero amore. Che cosa...dolce” disse guardandolo attentamente in cerca di una qualche emozione. “Dopo tutto questo tempo?”
“Sempre” disse allungando la mano per riprenderla.
Cora gliela restituì e gli espose il piano.
“Fa ogni cosa correttamente ed avremo successo. E chissà, forse ti porterò da lei” disse prima di svanire in un fumo viola.
Killian strinse la sciarpa e la portò vicino al cuore. Aveva il suo profumo, come il giorno in cui se ne era andata.
Aveva tentato di disfarsene ma non aveva potuto. Il suo cuore sanguinava ancora per la sua perdita. C’era così tanto che rimpiangeva e quella sciarpa gli ricordava dei bei tempi passati insieme e del suo obiettivo: uccidere l’Oscuro.
Poi avrebbe fatto qualsiasi cosa in suo potere per trovarla ancora.
 
   
 
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