Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: Borntobeadreamer    03/01/2013    4 recensioni
Justin. 23 anni. La vita gli aveva regalato tante belle cose: le sue Beliebers, una fantastica carriera, il successo, i soldi. Gliene aveva tolte altrettanto:Dopo l'incidente che gli aveva portato via sua madre e i suoi due fratelli, la sua carriera era ormai finita, era rimasto solo, in una casa troppo grande per lui. L'unica cosa che lo aiutava ad andare avanti erano gli Psicofarmaci.
Quanto ancora poteva continuare così?
Fu proprio quando decise di rivolgersi ad un'altra psichiatra che la sua vita cominciò a mutare e a fargli riscoprire i bei momenti che la vita regala.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ore 19.
*Coff Coff* tossì per finta Matilde entrando in macchina di Justin..
“Quanto cazzo di profumo ti sei messo?”
“Ahahaah.. Ma tu non sei normale…  Comunque ciao eh”
“Beeeella zì’ come te butta?”
“Ti prego non esageriamo, non riuscirei mai a vederti così AAHAHAHAHHAH”

“Justin, come si vede che manca un tocco femminile in questa casa” Esclamò Matilde non appena varcarono la porta dell’enorme casa di Justin…
“Senti, invece di sbraciolarmi i maroni, guarda un po’ qua”
“Justin!” Lo chiamò Matilde in tono autoritario “Non permetterti di parlarmi in questo modo, io non sono la prima puttanella che ti stai portando a letto, esigo un certo rispetto da te. E’ chiaro?”
“Si è chiaro, ma non c’è bisogno che ti fai rodere in questo modo, stai tranquilla eh. E poi pure tu come ti permetti di parlarmi così?”
“Ma se sei tu che hai cominciato? Fino ad un mese fa eri un povero depresso che strisciava nella merda, eri nella merda col CD, adesso hai scritto 2 canzonette, io ti ho aiutato, hai ottenuto ciò che volevi no? Ti ho dato aiuto con le canzoni, ti ho aiutato psicologicamente e mi ringrazi facendoti rodere il culo per un’affermazione affettuosa che ho fatto?”
“Ok possiamo finirla qui? Volevo farti leggere questi 2 articoli…” Disse Justin accigliando le sopracciglia..
“Dai, sediamoci”
Si sederono sull’enorme e moderno divano di Justin, lui prese 2 giornali e glieli mostrò:
in uno c’erano loro 2 che erano stati paparazzati e il titolo recitava: Justin Bieber e la sua nuova fiamma, ora sembra felice…
Il secondo giornale invece parlava del fatto che Scooter avesse ascoltato delle sue nuove canzoni e gli fossero piaciute, il nuovo CD era quasi pronto e Justin Bieber stava per tornare…
“Sono contenta, Justin, davvero!” Disse Matilde guardandolo sorridendo… “Anche se prima ti avrei voluto sbattere al muro, quando mi hai risposto così”
“Scusami cara, hai ragione,  ma sono un po’ nervoso…”
“Come mai? Lo sai che con me puoi parlarne, no?” Erano seduti sul divano, attaccati, come se volessero essere una cosa sola.
“No niente, sta tranquilla, affari di lavoro”
Si guardarono intensamente negli occhi e poi si baciarono, un bacio lungo e intenso, nel cui tempo intrecciarono le dita delle mani e le gambe dell’uno nell’altro…
Dopo circa 3 minuti, il baciò finì e Justin mise la testa sulle gambe di Matilde, mentre lei gli accarezzava i capelli..
“Non ti senti un po’ come un adolescente?” Chiese Justin..
“Mmh… Sinceramente no,” Disse Matilde sorridente “Tu, invece sì?”
“Io un po’ sì, è solo è che… ho paura… ho paura.. di…”
“Paura di cosa?” Matilde intrecciò le sue dita curate e affilate in quelle grosse di Justin, mentre sorrideva…
“Ti amo Matilde…” Disse Justin mentre arrossiva… Matilde stette in silenzio per un po’, non sapeva cosa dire allora credeva che fosse meglio star zitta piuttosto che rovinare quel momento così bello e dolce con qualcosa di stupido e fuori luogo “Scusami, forse potrà sembrare troppo presto, forse non ci si può innamorare così velocemente, ma qualcosa l’ho capita, l’ho capita grazie a te, sono maturato, ora so chi sono, so cosa voglio e so anche che ho bisogno di una donna come te al mio fianco, e forse mi sono innamorato troppo presto, ma è successo…”
Matilde lo azzittì mettendogli l’indice sopra le sue soffici labbra, per poi abbassarsi e baciarle, come a volerle consumare, assaporandone ogni singolo millimetro..
“Io vado un attimo in bagno… mi aspetti qui, così dopo andiamo un po’ in studio, ti va?” Disse Justin
“Ma certo!”

Justin aveva lasciato i suoi due I-Phone sul tavolino basso che accostava il divano e proprio mentre si dirigeva in bagno, si illuminò, non era nell’indole di Matilde impicciarsi, ma la voglia era troppa, così sporse gli occhi e lo schermo diceva…
Selena:
Justin, ti prego, dobbiamo parl….

Il cuore di Matilde batteva a 3000, così sbloccò l’IPhone e lesse l’intero messaggio:
“Justin, ti prego, dobbiamo parlare, ho un ritardo di 10 giorni, ho paura, chiamami”
Le mani di Matilde tremavano, ma furono abbastanza abili da scorrere in giù per far sì che si vedessero i messaggi precenti:

“Stanotte è stato bellissimo con te”
“MI mancava fare sesso con te, piccola, sei proprio una topona :p”
“Allora è confermato per le 23, stasera? Vengo io da te?”
I messaggi erano tutti risalenti ad un mese fa, quando ancora il loro rapporto non era così speciale, ma ce n’era uno di 13 giorni fa che diceva:
“Selena, lasciami in pace ti prego, te l’ho detto ora c’è qualcun altro. Tra noi è finita. E lo sai bene. Per me quelle sere non sono significate nulla se non sesso.”
Poi c’era la risposta di lei
“Ah sì, tutto quello che abbiamo costruito in quegl’anni lo hai scordato? E poi potremmo ricominciare la nostra bellissima storia, ma invece tu stai sotto per la prima che passa.”
“Lei non è la prima che passa. Selena, fatti da parte. Era solo sesso. Basta adesso. Non ci apparteniamo più, lasciami in pace.”
Quest’ultimo sms da parte di Justin era di 6 giorni fa. Poi ora c’era il presunto ritardo di Selena.
Le mani di Matilde tremavano, dopodochè scoppiò in lacrime, si era caricata di rabbia. Si alzò dal divano e andò verso il bagno.

“Esci, brutto pezzo di merda. ESCI” Disse, battendo forte le mani sulla porta.
“Ehi che è successo?” Chiese Justin uscendo subito dal bagno e vedendo Matilde in quello stato...
“Che succede? Succede che sei un pezzo di merda. VAFFANCULO.” Gli diede uno schiaffo in faccia e Justin ne rimase talmente stupito che rimase a toccarsi la guancia in fiamme per un minuto in silenzio. Quando realizzò che Matilde stava prendendo le sue cose e andando via ando lì per fermarla…
“Ehi. Dove VAI? DOVE CAZZO VAI?” “MI SPIEGHI CHE E’ SUCCESSO?” Urlò con più voce possibile. Le sue vene stavano per scoppiare.
“TE LA SEI SCOPATA, TE LA SEI SCOPATA FINO AD UNA SETTIMANA FA. E ORA DICE CHE HA UN RITARDO POVERINA, VAI VAI DA LEI. MA NON VENIRE MAI PIU’ DA ME. BASTARDOOOOOOOOOOOOOO” Matilde urlava talmente tanto, le sue lacrime scendevano talmente veloce e il cuore le pulsava talmente veloce che si buttò per terra.
Justin la prese di forza per un braccio e la alzò.. Ora anche lui piangeva..
“NON TE NE ANDARE. STAI QUI. POSSO SPIEGARTI TUTTO. NON E’ COME PENSI.”
“SEI SOLO UN CAZZARO, LASCIAMI CHE MI FAI MALE, LASCIAMIII” Il lasciami singhiozzato di Matilde era un po’ un controsenso. Non avrebbe mai voluto staccarsi neanche 5 minuti da Justin, ma ora non ce la faceva più. Non aveva più forza per arrabbiarsi.
Si mise sul divano e piangeva, piangeva, piangeva, come se volesse espellere via tutto il dolore che aveva dentro attraverso le lacrime.
“MATILDE TI PREGO. SCUSAMI. ASCOLTAMI. POSSO SPIEGARTI TUTTO.” Matilde era entrata quasi in trance non faceva altro che piangere, era stata un’altra ferita. Un’altra ferita troppo profonda su altre 1000 ferite non ancora cicatrizzate.
In quel momento odiava Justin, ma non aveva la forza di andarsene.
Sentiva Justin che la chiamava, ma la sua voce diventava sempre più debole alle sue orecchie.
Dopo un po’ la vista le si appannò e dopodiché ebbe il buio più totale.
“CAZZO” Urlò Justin.
Matilde era svenuta a faccia avanti, aveva sbattuto lo zigomo sullo spigolo del tavolino di fronte al divano. Nonostante la ferita non era grave, usciva velocemente del sangue, che andò a formare una pozza…
Justin stette a guardare per un po’ il corpo inerme della giovane ragazza che perdeva sangue dalle tempie, dai zigomi e dal mento… Poi cominciò a disperarsi.
Ma subito dopo gli si accese una lampadina:
“ Che cazzo hai fatto coglione? Ora fai qualcosa. Chiama un’ambulanza. Però poi penseranno che l’hai ammazzata tu. Oddio che cosa ho fatto..”
Justin era disperato. Andò per scuotere il corpo di Matilde e vide che muoveva le labbra…
Si guardò in torno e vide la cucina… Andò a prendere dell’acqua, ci mise sia del sale che dello zucchero e poi aprì la bocca di Matilde e ce la versò dentro.
Scosse più forte che poteva il corpo della giovane ragazza che continuava a perdere sangue… La sdraiò sul divano.
Matilde aprì gli occhi e mosse le labbra.. Era debole. Per fortuna era solo svenuta. Justin aveva avuto paura. Continuava a perdere sangue dal viso.
“Oddio scusami, ti prego. Chiamo subito un’ambulanza”
“No Justin. Non ce n’è bisogno, credimi, si preoccuperanno solo inutilmente gli altri”
“Non puoi stare in queste condizioni… Vado a prendere le cose per medicarti”
Dopo pochi secondi Justin tornò con le mani piene di disinfettanti, bende, cerotti, cotone ecc…
Cercò di disinfettare alla meno peggio le ferite e far fermare il sangue. Aveva perso molto sangue. Era debole.
“Justin, grazie. Ora sto meglio. Potresti riaccompagnarmi a casa?”
“No. Non puoi stare da sola in queste condizioni.”
“Voglio andare a casa mia, Justin. Ti prego.”
“Va bene andiamo, fai come vuoi”

Il tragitto in macchina durò solo qualche minuto in cui regnò il silenzio più totale…
Arrivati a casa, Justin la aiutò a stendersi sul divano, le levò le scarpe e le disse
“Ascolta hai perso molto sangue… Sicura di non voler andare all’ospedale?”
“No Justin. Fammi un favore. In bagno al piano di sopra ci sono delle fialette di ferro, portamene una con un po’ d’acqua, per favore”
“Subito”
Trenta secondi dopo lui era lì, con lo sguardo da cane bastonato e l’acqua con la fialetta di ferro sciolta dentro.
“Tieni” Gliela porse, aiutandola a stare dritta con la schiena.
“Scusami, stasera io resto qui con te, non puoi stare da sola così”
“Justin, credo di potermela cavare da sola, puoi anche andare a casa..” …. “Credo che ormai il nostro rapporto è finito. Per quanto riguarda la psicoterapia, credo che tu ormai sia guarito, non credo ne abbia più bisogno. In caso contrario, sarebbe meglio che ti rivolgessi ad un altro psicoterapeuta, e per quanto riguarda noi due…” Matilde si prese una pausa, durante la quale respirò pesantemente come se quelle parole pesassero tanto. “Credo che fra Matilde e Justin non c’è più nulla. Non credo che abbiamo qualcos’altro da dirci ancora. Ora Justin, ti prego, va a casa, lasciami sola, ho bisogno di pensare, non mi cercare più ti prego.” Matilde lo guardava mentre le lacrime scorreva veloci sul suo viso ed andavano a bagnare i cerotti che aveva..
Anche Justin piangeva, piangeva pieno di sensi di colpa.
“Ti prego Matilde. Non lasciar finire tutto così, ti prego. Ho rovinato tutto, sono stato un coglione, ti prego non posso farcela da solo. Ho bisogno di te, ti prego” Justin singhiozzava come un bambino.
“Justin va a casa che è tardi. Lasciami sola ti prego. Non chiamarmi. Ho bisogno di stare sola. Vedrai che piano piano starai meglio. Avrai altre cose belle nella vita. Ce la puoi fare, sei una persona forte, ricordi? Vai Justin… Buonanotte”
Justin si alzò, ancora singhiozzando aprì la porta di casa e prima di chiuderla, stette a fissare Matilde per qualche secondo, poi la chiuse. Chiudendo quella porta si era chiuso un capitolo della sua vita.
Ora era di nuovo solo, doveva cominciare di nuovo tutto da capo.
In casa di Matilde vigeva il silenzio più totale. Le sue orecchie fischiavano, potevano ancora sentire le urla dei minuti precedenti, si sentiva tutta stordita, le ferite le bruciavano. Ma il male fisico non lo sentiva più.
Anche questa volta era stata uccisa interiormente. Non sapeva come rialzarsi ora. Ora anche lei era completamente sola. Ma forte delle sue esperienze precedenti, sospirò, chiuse gli occhi e cercò di addormentarsi. L’indomani mattina si sarebbe svegliata, ancora tutta dolorante, ma avrebbe trovato un modo per riuscire a rialzarsi anche questa volta. Non era la prima volta che cadeva. Aveva imparato ormai a rialzarsi con le proprie gambe.  Aveva imparato. Chiuse gli occhi e si addormentò.
Domani sarà un altro giorno. Un giorno senza lui. Un altro giorno in cui dovrà lottare per sopravvivere. Un giorno in cui non vedrà la luce, nonostante fuori sia primavera. Un giorno un po’ più doloroso, ma che in fondo è servito da lezione. Chissà cosa succederà domani.
Chissà cosa sarà quel domani nella vita di Matilde.
Chissà cosa sarà quel domani nella vita di Justin.
Chissà chi colmerà i vuoti di Justin.
Chissà chi cicatrizzerà le ferite di Matilde.
D’altronde il futuro non si può mai sapere, ma come diceva un vecchio e famoso filosofo, il tempo è la cosa più saggia al mondo, solo lui ci svelerà i misteri della vita.
Chissà che ne sarà della vita di Justin e Matilde.
Chissà il tempo cosa gli riserverà, chissà se sapranno mai il significato della parola felicità, chissà… Quanti chissà?
Credo che per rispondere basti solo volare un po’ con la fantasia…


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Sto piangendo. Davvero. Sto piangendo troppo, non so il perché.
Amo questa storia, amo i personaggi, soprattutto Matilde.
Ma purtroppo non amo i lieto fine, per questo l’ho fatta finire così.
Però forse la continuerò in un modo migliore, lasciando anche questo finale.
Che ne dite? Volete avere anche l’altra versione? Fatemelo sapere nelle recensioni, per favore…
Comunque grazie a tutti, grazie davvero.
Un abbraccio
*Isa


   
 
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