Fanfic su artisti musicali > Blink-182
Segui la storia  |       
Autore: CharlotteisnotReal__    03/01/2013    7 recensioni
Quando i ragazzi la videro, Agatha quasi non arrossì e Thomas, non accortosi della presenza della ragazza, ancora ancheggiava a spasmi, imitando un cowboy che agita il lazo. Qualcuno accennò un colpo di tosse, così Thomas dovette interrompersi e, girandosi verso i compagni, si accorse della bionda. Agatha sentì le guance andarle a fuoco, mentre Thomas, scendendo dalla panchina, le si mise di fronte, completamente nudo. «Allora vedi che se proprio una guardona?». La schernì, gonfiando il petto e sfoggiando uno dei suoi sorrisi sghembi migliore. «Non è colpa mia se ti diverti a fare il nudista!».
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Tom DeLonge
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Image and video hosting by TinyPic

Prologo

 

September, 1992.

Era una calda giornata autunnale in California e per i ragazzi della Poway High School, una città nella contea di San Diego, i corsi erano iniziati da tempo, tranne che per Thomas Matthew DeLonge il quale a scuola ci era stato sì e no una decina di volte e di lezioni, non contando le volte che veniva mandato fuori classe o in presidenza, ne aveva seguite ancor di meno.
Quel giorno il ragazzo si era svegliato stranamente presto ed in casa, al suo risveglio, non vi aveva trovato nessuno. I suoi genitori dovevano esser corsi a lavoro molto presto, la sorella, Kari, sicuramente si trovava già a scuola, mentre suo fratello Shon era da giorni che non si faceva vedere. Quella solitudine, da lui tanto beata, mise Thomas di buonumore tanto che decise di prender parte ai corsi, quel giorno.
Dopo una veloce colazione aveva preso il suo skate ed era volato a scuola, non tanto perché consapevole del ritardo, ma più per il fatto che gli piacesse andare sullo skate a tutta velocità, incurante di potersi far male con solo una brutta caduta.
Thomas non passò neanche in segreteria, a ritirare il suo permesso di entrata. Una volta entrato nell’edificio si diresse subito nell’aula di scienze, conscio che lì, seduto in ultima fila, avrebbe trovato il suo amico Mark Hoppus ad aspettarlo. Proprio come immaginava, una volta aperta la porta di quella stanza i suoi compagni lo salutarono in coro e, primo fra tutti, fu proprio il suo amico Mark, sotto l’occhio truce della signora Jenckins.
«Signor DeLonge, le sembra questo il modo di entrare in classe, mentre i suoi compagni svolgono lezione?». Sbottò con suo solito fare arrogante la docente di scienze. «Oh, le sono mancato, vedo». Sorrise sghembo lui, irritando ancor più di quanto la sua sola presenza già facesse, l’insegnante. «Si vada a sedere, DeLonge». Sospirò poi, rassegnata all’idea che il ragazzo non sarebbe mai cambiato. «So che mi ama, Jenckins». La stuzzicò ulteriormente lui. «Non mi provochi, DeLonge! Dovrebbe solo ringraziarmi per non averle fatto ripetere l’anno!». Sbottò lei, puntandogli il suo indice accusatore contro. «Anche lei non è niente male, faremmo scintille insieme!». Continuò, imperterrito, lui mimando un “argh” malizioso con tanto di morso all’aria. Dovette trattenersi dallo scoppiare a riderle in faccia, quando la docente divenne paonazza dalla rabbia e ruppe il gessetto che teneva stretto fra le mani, riducendolo in polvere. Il ragazzo, allora, si andò a sedere in fondo, accanto all’amico, trascinandosi dietro la sua tavola da skate. «Bentornato, amico!- Gli sorrise Mark, stringendogli la mano e battendogli poi un pugno- Come mai da queste parti?». Continuò, sorpreso di veder il biondo fra i banchi di scuola. «Oh, beh. Sai com’è- fece vago lui- Un re non può star troppo tempo lontano dal suo regno!». Ironizzò, pavoneggiandosi. Mark rise, alla battuta del biondo, tornando ad appuntare la lezione sul suo malconcio quaderno, non era una cima in quella materia e di certo non voleva rischiare una “F” già ad inizio anno. Thomas, per quanto poco gli interessasse il suo andamento scolastico, si stravaccò più che poté sulla scomoda sedia e, prendendo dalla tasca il suo walkman fece ripartire la sua cassetta da dove il giorno prima l’aveva interrotta, in attesa che la campanella suonasse.
Da quando era arrivato Thomas non aveva fatto altro che salutare amici, conoscenti e compagni di corsi che gli davano il bentornato; perfino le cheerleader erano felici di rivederlo, nonostante il ragazzo avesse provato più e più volte ad entrare nel loro spogliatoio, ma con scarsi risultati, erano lì, pronte a fargli le feste, come un cane al loro padrone. Era proprio con due cheerleader che Mark e Thomas, si stavano trattenendo in mensa, nel disperato tentativo di abbordarle. Purtroppo per loro, le due non erano minimante interessate ai modi da menefreghisti in fase di ribellione dei due ragazzi, erano più portate per lo spettegolare senza mai una sosta.
«Hai sentito? Pare che Ugly Agh sia tornata in città!». Esclamò la bionda. «La figlia del pastore? –domandò di rimando l’amica- Oddio, non ci voglio credere!». Gridò agitando le mani. «Sì, Karen ha visto il padre scaricare le sue valigie dalla macchina, questa mattina!». Tornò a dire la bionda, accavallando le gambe. «Chi è tornato?». Domandò confuso Thomas, portando un suo braccio attorno alle spalle della mora. «Ugly Agh, la figlia del pastore Edwards». Rispose, portando una mano sulla gamba del ragazzo. «Parli di Agatha, la sua ex vicina di casa?». Domandò allora Mark, facendo riferimento al fatto che Tom abitasse proprio accanto agli Edwards. «Sì, esatto. Proprio lei!- Rispose la bionda- Ci sarà da divertirsi!».
Thomas cercò di ricorda chi fosse quella ragazza di cui le due atlete stessero parlando, ma niente, di lei non ricordava nulla.
Agatha era da poco arrivata, che subito i ricordi d’infanzia l’avevano travolta: Ugly Agh, così la chiamavano. Prima di trasferirsi a Bristol, dagli zii, lì a Poway era sempre stata presa in giro, fin da quando era sol che una bimba. Rispetto alle sue coetanee, all’epoca, era più pienotta e robusta e sul suo viso i segni dell’acne erano comparsi prima del previsto, rendendola così soggetta a derisioni continue, fino ad arrivare ad esser soprannominata “Ugly Agh”.
Agatha da allora era cambiata, e si domandava se qualcuno si ricordasse di lei, o anche solo di chi fosse stata prima. La ragazza, però, non si ricordava di niente e di nessuno, se non delle prese in giro e dei pianti che aveva soffocato sul suo cuscino a causa di queste. Adesso, Agatha non era più Ugly Agh, quel ricordo se lo era lasciata alle spalle il giorni in cui era partita alla volta dell’Inghilterra e, a differenza di quando aveva solo undici anni, la sua pelle ora non era più ricoperta di acne, ma liscia e morbida, quasi quanto quella di un bambino, l’apparecchio era scomparso e i kili di troppo, con tempo li aveva persi, trovando il suo giusto peso forma.
Quella sera aveva appena finito di sistemare tutte le sue cose in camera sua ed era stanca, sia per la pesante giornata che per la tarda ora, così, si affacciò alla finestra, in cerca della pace fra le stelle. Agatha amava osservare il cielo, la faceva sognare. Purtroppo per lei, però, la finestra di camera sua dava di fronte alla casa accanto alla loro, così, al posto della lucente luna la ragazza si ritrovò di fronte due natiche bianche e sode, appartenenti al suo vicino di casa. Quasi non urlò per lo spavento e sussultò quando il ragazzo, si girò e si accorse che lei era lì ad osservarlo. Il biondo era nudo, completamente nudo ed incurante di ciò, fisso la ragazza, facendo sì che il viso le si dipingesse di rosso per l’imbarazzo, mentre sul suo un sorriso sghembo e divertito prendeva vita.
Quella ragazza ebbe una reazione così spropositata che Thomas, una volta datagli le spalle, scoppio in una fragorosa risata e, ancor più divertito, si batte una pacca sul fondoschiena sicuro che la ragazza fosse ancora lì, scioccata ad osservarlo.  




Image and video hosting by TinyPic
"Aveva preso il suo skate ed era volato a scuola"
 


  

Charlie’s:
Salve a tutti!
Forse mi conoscerete per via di alcune mie fan fiction sugli One Direcion, ma sicuramente non è così, quindi piacere, Carlotta. :)
Ad esser sincera, ora non so perché me ne salto fuori con una fan fiction sulla mia band preferita, ho sempre scritto sugli One Direction, quindi ritrovarmi con personaggi del tutto differenti come Tom e Mark mi fa uno strano effetto, ma son determinata a portare avanti questa storia! :D
Spero che l’inizio vi abbia incuriosite, infondo è soltanto il Prologo e la storia prenderà vita coi capitoli a venire. Nel frattempo vi anticipo subito che il prossimo capitolo saranno più lunghi più, in genere scrivo sempre prologhi corti, non vi preoccupate.
Fatemi sapere cosa ne pensate, ci terrei molto.
A presto, Carlotta. :) 

Crediti per il banner a: whiteoak

  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Blink-182 / Vai alla pagina dell'autore: CharlotteisnotReal__