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Autore: Lucash99    04/01/2013    0 recensioni
Il nostro mondo é inguisto, per quante persone abbandonate per strada e per tante altre cose.
C'é un uomo, che come tanti altri, vorrebbe che il nostro mondo fosse migliore, ma sà che da solo non può, rimarra per sempre solo una speranza? E' pilota di un aereo e un giorno, come per magia, mentre lo pilotava, venne sbalzato via e finì in un mondo parallelo al nostro.
Genere: Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Ahi, la testa... dove sono? E il mio aereo?»
Ancora un po' stordito si alzò da terra e si guardò attorno, poi venne soccorso da un estraneo. «Ciao, devi venire dal mondo parallelo al nostro visto che parli in questo modo, vero?». «Parallelo? Perché? In che mondo sono? Non é il solito?»
«No, tu sei stato casualmente catapultato sul nostro mondo. Siamo persone uguali a voi, nello stesso mondo ripetuto dall'altra parte. L'unica differenza é che qui si vive in pace, non esistono né ricchi, né poveri, nella nostra storia parallela alla vostra non ci sono mai state guerre. Come siete modernizzati voi lo siamo anche noi, ma qui non esiste inquinamento.». «Come vorrei che fosse così anche nel nostro...»
«Se vuoi possiamo aiutarti a cambiarlo, o per lo meno ci proveremo, ma senza guerre, non ci siamo abituati.»
«Se qui non esistono guerre e quant'altro, come mai le conosci?»
«Perché noi vi abbiamo sempre osservati e abbiamo sempre sperato di aiutarvi, ma non abbiamo mai trovato un collegamento tra i due mondi.»
«Allora io come sono arrivato qui?»
«Probabilmente hai trovato il collegamento nascosto, vogliamo tornare nel tuo mondo? Faremo tutto il possibile per aiutarti a realizzare il tuo sogno, chiamo il resto della popolazione mondiale, nel frattempo tu aspetta qui, ci metterò poco.»
Dopo circa mezz'ora arrivarono tutti, e l'uomo del nostro mondo chiese stupito:
«Come hai fatto a chiamare tutti in così poco tempo?»
«Avendo avuto una storia diversa, in quest'altro mondo, per pura casualità, la popolazione é meno numerosa. Ora andiamo!»
Passarono tutti ad uno ad uno dal varco, ma gli stupiti stavolta furono le persone del mondo parallelo, che pur avendo guardato spesso il nostro mondo, non lo avevano mai visto da vicino.
«Questa deve essere l'aria che respirate voi, vero? Coff... coff...»
«Purtroppo sì, e ci siamo abituati... purtroppo, ora andiamo a cambiare il mondo!»
I telegiornali avvisarono di questo improvviso aumento della popolazione, nessuno tranne il nostro possibile eroe conosceva l'esistenza di quest'altro mondo, ma presto tutti ne sarebbero stati a conoscenza... molto presto.

«Non sono più tanto sicuro di poter cambiare il mio mondo...»
«Come mai?»
«Perché ci ho ragionato su, come si possono cambiare le abitudini e il pensiero del mondo intero, poi la storia é la storia e non cambierà, non sappiamo nemmeno da dove iniziare, forse è meglio lasciar perdere...»
«Ehi! Da noi non funziona così, non ti demoralizzare, inizieremo con... con... con...»
«Vedi che non lo sai nemmeno tu!?»
«Voi avete tante di quelle organizzazioni... quelle lì per aiutare le persone in difficoltà, fondiamone una!»
«E va bene, mi fido della tua idea, ma non sono convinto del tutto...»
«Vedrai ce la faremo.»
«Lo spero vivamente, ma se al posto di fondare un organizzazione... aiutassimo in prima persona?»
«Buona idea!»
Iniziarono a organizzarsi vari gruppi di persone del mondo parallelo e si incamminarono nei luoghi più poveri del nostro mondo. Noi, da vicino, seguiremo l'avventura del nostro pilota.
«Sei sicuro che con queste scorte riusciremo a sfamarli tutti?»
«Beh... non lo so, ma già sarebbe qualcosa per queste persone, giusto? Comunque... non immaginavo fosse così da vicino.»
«In che senso, non lo immaginavi?»
«Vi ho guardati in tutto questo tempo e avevo notato che c'era tanta povertà, ma da vicino é...»
«Capisco cosa intendi, ma ora andiamo a fare il nostro lavoro!»
«Sì, giusto!»
«Ehi! Ho qualcosa per voi! Sono venuto qui per aiutarvi, attendete un momento e darò qualcosa da mangiare ad ognuno di voi!»
Tutte le povere famiglie vennero servite con qualcosa di cibo dal nostro eroe pilota. «Grazie»
«Grazie»
Erano tutti grati ai nostri due eroi, non sapendo nemmeno che uno di loro due era di un altro mondo. Ma non era tutto così semplice come sembrava, perché per queste persone sarebbero nati dei problemi. La notizia dell'aumento di popolazione fece il giro del mondo velocemente, e si venne a scoprire della loro provenienza per il loro modo di fare un po' diverso dal nostro, ma non vennero compresi e quindi furono individuati come nemici, ladri, invasori e quant'altro.
«Cosa siete venuti a fare qui? A derubarci? Andate subito via!»
«No, ci ha frainteso. Siamo qui per aiutare queste povere persone.»
 «Voi siete qui per derubare questa povera gente!»
«No! Noi siamo qui per aiutarli, sono i vostri governanti che li derubano, perché loro sono ricchi e non pensano alla popolazione povera.»
«Non cadremo nel vostro tranello, tornatevene nel vostro mondo o faremo una strage!» «Non lo faremo, perché dobbiamo aiutare le povere persone e soprattutto cambiare la mentalità di questo mondo. Vogliamo aiutarvi, non attaccarvi. Nel nostro mondo non conosciamo guerre .»
«Tutte bugie, andate via!»
«Non lo faremo!»
«Allora saremo costretti ad uccidervi, siamo stati mandati qui per cacciarvi, ma visto che non lo volete fare, vi stermineremo di mano nostra!»
Un gruppo venne ucciso, ma purtroppo questa scena si stava ripetendo in molti altri luoghi, dove la popolazione del mondo parallelo diminuiva, eppure erano qui solo per aiutare... ma c'era chi non lo voleva capire.

«Sta dicendo la verità! Non vuole attaccarci, é mio amico, sono miei amici. Credeteci!». «Ti ha corrotto per dire queste bugie? Non cambieremo idea, fallo andare via.»
Ma il nostro pilota non si fece sconfiggere a parole, anzi stuzzicò gli avversari:
«Qual'é il vostro intento? Iniziare una guerra? Perché in questo mondo siamo abituati così, invece nel loro la guerra non esiste, infatti loro non combatterebbero nemmeno con voi.»
«Cosa fai, ci prendi in giro? Sono loro i primi a volere la guerra, e poi... non ci sono problemi. Hai ragione ragazzo, il nostro intento é proprio quello di iniziare una nuova guerra, che avrà come obbiettivo lo sterminio dell'intera popolazione del tuo caro mondo parallelo.» Disse con tono malvagio e provocatorio.
«Ma noi non vogliamo combattere...»
Sussurrò l'uomo “parallelo” al nostro eroe, il nostro pilota gli rispose sempre sottovoce: «Mi dispiace dirtelo, ma dovrete combattere o sarete sterminati. Così funziona qui nel nostro mondo.»
«Ma non sappiamo combattere, e poi ricordi perché siamo venuti? Per cambiare il vostro mondo in maniera positiva, non per portare una nuova guerra.»
«Preferite essere sterminati?»
«Forse sì...»
«Allora scappate, avete già fatto tanto per aiutarci. Non voglio che veniate sterminati completamente, non si può cambiare un mondo così ingiusto.»
«No, noi non ci arrenderemo e cambieremo il vostro mondo. Però non parteciperemo alla guerra, stanne certo, troveremo un'altra soluzione.»
Ma l'uomo malvagio perse la pazienza:
«E' finito il tempo per parlare, ora decidi: o lo porti via e lo rimandi da dove é venuto, oppure...»
«Ok, ce ne andiamo via, vieni.»
E se ne andarono, ma prima:
«Un attimo, ti avverto: non fare il furbo. Dovunque andrai tenteranno di uccidere quel tuo amico, quindi non scappare e riportalo nel suo mondo.»
Ma il pilota se ne andò via senza rispondere.
«Non c'é altra scelta, o entrate in guerra o andate via. Mi dispiace, ma questa é la dura realtà...»
«Allora prima cosa ti ho detto? Questo é il mio obiettivo, li farò ragionare a parole... e la guerra non ci sarà più.».
Nel frattempo i vari gruppi di persone “parallele” cercavano di fuggire, ma per la maggior parte delle volte non ci riuscivano.
«Eccone un altro!»
«Siamo qui per aiutare, cambiate la vostra mentalità che dice che noi siamo nemici, non vedete? Come possiamo essere nemici se non vi vogliamo fare niente? Vogliamo aiutarvi.» «Non ti voglio ancora uccidere, mi hai convinto... lo dirò anche a tutti gli altri, ma vi terremo d'occhio.».
«Hai visto? Ne ho convinto uno, che convincerà gli altri, questo é uno dei nostri obbiettivi.»
«Cioé?»
«Cioé cambiare quella mentalità ferma sul fatto che visto che veniamo da un altro luogo, siamo nemici, ladri e quant'altro.»
«Ma non sarà facile convincere tutti.».

La voce sul fatto che i “paralleli” non erano troppo pericolosi si sparse a macchia d'olio, ma fu approvata da pochi... nemmeno una ventina di persone. Infatti, il giorno dopo ne arrivò uno di quelli davvero spietati, e gridò:
«Portali via! Inizia da quello che ti é affianco!»
«No, io ho una missione e non andrò via prima di averla compiuta!»
«Sei troppo testardo per i miei gusti!»
E partì un colpo che colpì il “parallelo”.
«Lo sai? Non avrei mai immaginato di morire così... ma per piacere... non farla diventare, solo per vendicarti, una gue...»
Dopo le parole del suo amico, il nostro eroe, non sapeva se volersi davvero vendicare oppure scappare.
Ma per non farla diventare una guerra (come voleva il suo amico ormai scomparso) preferì andarsene via, per provare per lo meno a convincere gli altri ad andarsene. Mentre se ne andava disse a bassa voce, ma molto nervosamente, «É ora che li faccia tonare nel loro mondo, li devo convincere, non voglio più altri morti!»

Correva velocemente, più di quanto avesse mai fatto nella sua vita, doveva salvare il salvabile.
Partì dal luogo più vicino e gridò a tutti:
«Scappate! Dovete essere veloci! Stanno facendo una strage, tra poco arriveranno anche da voi. Velociii!»
Lì portò con se vicino al collegamento tra i due mondi. Mentre lui ne salvava poche centinaia, migliaia e migliaia morivano.
«Venite anche voi!»
Prese un gruppo più numeroso, comunque di sole 206 persone “parallele”. Fino ad ora quelli portati in salvo erano soltanto 1349, ma ce ne erano ancora altri di salvabili. Un centinaio qua e una decina là, arrivò a 3400, per come si era svolta la vicenda aveva compiuto un' impresa eroica, poteva anche non rimanerne nessuno.
Lui si mostrò dispiaciuto:
«Ragazzi, ho fatto il possibile, ma non vi avrei mai dovuto portare in questo mondo... si sapeva già che sarebbe finita così.»
«Ti dobbiamo ringraziare, ci hai salvati.»
«Ma 3400 non é niente in confronto ai 300.000 circa che eravate prima.»
Poi, da lontano arrivo una voce a lui molto familiare:«Ci sono anch'io, quindi siamo 3401.» Era il “parallelo” che aveva vissuto l'avventura assieme a lui.
«Come hai fatto a salvarti?»
«Ho fatto finta di essere morto. Poi dopo sono fuggito confondendomi tra gli altri. Tu vorresti venire con noi?»
«Mi dispiace, ma non posso.»
«Allora ho deciso!»
«Cosa?»
«Rimarrò io qui, e ovviamente gli altri torneranno nel mondo parallelo.».









IN MEMORIA DEI “PARALLELI” MORTI SUL NOSTRO MONDO NEL TENTATIVO
DI CAMBIARLO
  
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