Storie originali > Soprannaturale
Segui la storia  |       
Autore: Nollie    04/01/2013    2 recensioni
Si è di nuovo una storia che parla di un cacciatore (Joshua) e una strega (Quinn), in cui io sta volta prendo le parti della strega. Ci sarà un capitolo per ogni incontro e poi il resto è tutto da vedere ^^ La storia la stiamo scrivendo io e una mia amica su un gdr ^^
...si avvicinò al suo orecchio e gli sussurrò: - Che ti importa Joshua, in fondo siamo entrambi umani, no? -
Genere: Fantasy, Slice of life, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
*il titolo del capitolo è una citazione di Shakespeare, tratta da Amleto.




Quinn
Quella fu una bellissima mattina. Sapete perchè? Perchè non piovve, che sia stato miracolo o no, però il sole non fu solo. Della candida neve lo accompagnò per buon parte della giornata. Ma raccontiamo passo passo: al risveglio di Quinn già i fiocchi di neve avevano fatto la loro comparsa, da qualche minuto; Vi avevo detto che ama la neve forse ancor più di se stessa? E che il primo natale della sua vita era andata in vacanza con i genitori, anche se non se lo ricorda, in una città soleggiata del sud, fuori dal regno unito, dove ha nevicato, il che è una cosa rara? Lo avrò certo dimenticato, ma ogni volta che la neve scende, le si illuminano gli occhi, diventando magica, ancor più di quanto lo è realmente. La gioia le percorse il corpo, in ogni singola cellula, per non dire atomo. Trasformò le sue frecce, quel giorno non le avrebbe portate con se, e lasciò libere le serpi, ricordando che ad un certo punto della giornata le avrebbe risistemate, in qualunque posto in realtà si trovasse, che fosse vicino o lontano. Le mutò solo perchè voleva liberarle una volta tanto e quel giorno la parola 'libertà' la urlava, se il mondo potesse mai urlare. Abbandonò, ovviamente, anche l'arco, che appese al muro, come se dovesse sfoggiarlo. Prese un cappotto, riordinò la camera in fretta e furia, per quel che poteva, così da godersi il più possibile quel giorno e infine prese la sua borsa da postino. Aprì la porta, diede un ultimo sguardo alla camera da letto, in cui vide le serpi gironzolare ovunque. - Ordù. - Disse con calma, non fu certo un rimprovero, ma una preferenza. Preferì un po' più di ordine e ciò le fu dato, si contenerono, nonostante Quinn sapesse che, chiusa la porta, avrebbero fatto molto peggio di quanto credesse. Chiuse la porta e iniziò a correre per tutta la casa e Joseph, che si era appena svegliato, aprì la porta della sua camera e la guardò confuso e sbalordito, senza accennare alcuna parola. Lei non si accorse affatto del padre, continuò a correre, scese le scale, uscì dal portone, lo chiuse e ancora correre, correre, correre. Vide di sfuggita Carnaby Street con cui era stata la sera prima con Caroline, una sconosciuta confusa tra le strade di Londra. Dopo un po' di tempo quasi si stancò, ma volle ancora correre, il che non le giovò moltissimo, perchè scivolò su del ghiaccio. Batté la testa e si sporcò tutti i capelli di neve. Si accorse di esser scivolata di fronte ad una biblioteca e pensò al libro che ultimamente voleva leggere: Amleto. Così, nemmeno spolverando l'eccessiva neve che portava addosso, aprì con tanta forza il gran portone a due ante, facendo un gran rumore e fermatasi sul tappetino, all'entrata, senza volerlo, decorò il parquet con pugnetti di neve grandi quanto una noce. Ricevette lo sguardo fulmineo di colei che era di turno quella mattina in biblioteca, la signora White, con i capelli corvini, ancor più scuri degli occhiali, grandi e rotondi, che spesso le scivolavano dal naso, dalla lente spessa, che come gli occhiali di una volta, rendeva gli occhi esageratamente grandi, come quelli di una mosca. La signora White era ossuta e tutte le venature erano visibili, si poteva pensare che fosse in punto di morte, ma in realtà godeva di una forza fuori dal comune, ma nessuno sa da dove proviene. Sta il fatto che Quinn si limitò ad un'alzata di spalle, che portò la signora White a scuotere lentamente la testa, in segno di dissenso. Si alzò dalla sua sedia, si avvicinò a Quinn, iniziò a spolverarla e disse: - Ti credevo una ragazza matura e responsabile! -
- Ma ha visto cosa c'è fuori? Non è il caso di essere maturi e responsabili! - Disse allegra, indicando la porta, con un tono che lasciò intendere che avesse dimenticato che in biblioteca si fa silenzio, nonostante avrebbe dato fastidio solo ad un ragazzo, piuttosto carino e dal viso docile, seduto con un libro in mano, circondato da nessun altra persona.
 
Joshua
La giornata non era esattamente iniziata nel migliore dei modi. Mia mamma ha sclerato perché mio padre era in ritardo e doveva accompagnarla alle sette del mattino davanti ad un negozio dove, solo per oggi, vendevano tutti gli articoli a metà prezzo. Quando mi ha chiesto se l'accompagnavo ho rifiutato categoricamente. Purtroppo ho già vissuto la mia esperienza di donne che si sfracellano per entrare in un negozio, metterlo sotto sopra e riuscire a fare la coda anche per quattro ore. Una roba che il mio istinto maschile non puo' sopportare. Finalmente poi mio padre è riuscito a portarla in ritardo senza tante storie. Il problema è che nel nervosismo generale se l'è presa anche con me. Mi ha praticamente minacciato di studiare i punti deboli e le caratteristiche di ogni singola razza. Al mio 'perché?' ha semplicemente risposto 'E' utile. E nella vita non si sa mai.' ovvero addio Ralph Spaccatutto, andrò a guardarti un altro giorno. Non posso neanche fare finta perché mi ha promesso che mi avrebbe letteralmente interrogato sull'argomento e che se non lo saprò mi rinchiuderà nei sotterranei dell'allenamento per il resto del giorno. E' fuori di sé quando si tratta di queste cose. Alla fine dopo qualche oretta al calduccio sotto il letto decido di alzarmi. Mi metto una camicia azzurra, il maglione, jeans, scarpe da tennis, giubbotto, sciarpa ed esco. Davanti a me si spalanca un mondo fatato: la neve ha imbiancato tutto, le luci di natale sono ben visibili anche se spente e la gente è in giro con almeno 3 sacchetti per braccio a fare gli ultimissimi acquisti. E' questa la magia del Natale. Fa sembrare il mondo un posto più puro, innocente e felice. Si ritorna bambini e si spende del tempo tutti insieme, riuniti a cena a raccontarsi storie, barzellette, tutto ciò che possa ingannare il tempo fino allo scoccare della mezzanotte. E' senza alcun dubbio il mio periodo preferito. Mi metto le cuffie ed ascolto un po' di musica, cercando la via più breve per la biblioteca. Nessuno ci stava mai in quella topaia, ormai la gente preferisce prenderseli i libri e gli studenti per studiare utilizzano quella che c'è a scuola. Ecco perché è uno dei miei posti preferiti. Inoltre ha molti libri interessanti. Una volta entrato mi sono beccato un'occhiataccia dalla donna in servizio, la White. Mi pulisco le scarpe lentamente e mi avvio per gli scaffali. La trilogia di Hunger Games mi guarda implorante ma no; devo resistere. Ne passo col dito almeno 4-5 prima di trovare un buon quantitativo di libri e mi accorgo che praticamente li sto pulendo. La punta del mio indice è grigia. Molto sciattamente mi pulisco addosso trattenendo appena un'espressione di disgusto. Pensa se ero allergico alla polvere...
Mi avvicino ad uno dei due tavoli disponibili ed apro il libro sulle streghe. Loro sono nostre alleate però sono anche molto potenti e letali. Riflettendoci non è poi così sbagliato avere il timore che possano ritorcerci contro. Qui pullula di vampiracci. E' facile essere manipolati dal potere ed i vampiri per qualche strana ragione affascinano qualsiasi creatura eccetto i licantropi. E me. Improvvisamente - e rumorosamente - si apre la porta che lascia entrare una ragazza. Non distolgo lo sguardo ma sono costretto quando la signora White le s'avvicina e la rimprovera per le scarpe fradice. Ha un viso rotondo, i capelli castani e gli occhi azzurri. Pare la mia copia al femminile. No, ok, a cosa diavolo sto pensando? Involontariamente ho sentito la lamentela della signora e decido di intervenire.
- Non è poi così strano cadere sul ghiaccio. E a Natale siamo tutti più buoni! - di solito non sono così sfacciato ma quella povera ragazza non aveva fatto nulla di male. Questo posto è e rimarrà un porcile, inutile girarci attorno. Dopo aver fatto una smorfia poggio gli occhi sul libro chiedendomi cosa ci faccia una ragazza in questo posto. Tra l'altro da come l'ha riconosciuta la White dev'essere una abituale. Mi rendo conto che ho un enorme pila di libri che sembran tutto fuorché nuovi e cerco di coprirli molto goffamente. Potrebbe passare per di qui e vedere un ragazzo che legge di streghe...beh, non è esattamente roba che fa gente normale.
 
Quinn
- Non è poi così strano cadere sul ghiaccio. E a Natale siamo tutti più buoni! - Si introdusse il ragazzo, che Quinn non ebbe mai occasione di vedere in vita sua. Le scappò un risolino e la signora White si risistemò gli occhiali Adesso cosa leggo? con l'indice destro, per poi fulminare prima l'uno e poi l'altra, con lo sguardo, concludendo la sua scena con un giro di tacchi e a testa alta verso il suo piano di lavoro. Alla fine Quinn si decise ad abbandonare il tappetino e andò dritto per gli scaffali in fondo. Durante il tragitto, passò da dietro il ragazzo, non volontariamente, ma perchè non ebbe altra chance. Le stava già simpatico e le venne di sorridere, nonostante, di spalle, lui non potesse vederla. Arrivò agli scaffali ed erano piuttosto impolverati, ma c'era una linea, tra le varie copertine, pulita e Quinn sgranò gli occhi. Si girò verso il ragazzo, probabilmente la fece lui, perchè se no si sarebbe già ri-impolverata. Ritornò sui libri, ma niente Amleto. Ripassò dal ragazzo e l'osservò di sfuggita, più intenta a raggiungere la signora White. - Amleto? -
- Quanto ad Amleto e alla corte che ti fa, considerala galanteria, capriccio, una viola nella primavera della giovinezza, precoce ma non durevole, dolce ma non costante, nient'altro che un profumo e lo svago di un minuto... No, niente Amleto, cara. - Rispose con fare altezzoso la signora e Quinn restò colpita. - Ah... - Mormorò. Pensò al quanto disperata. Si diresse per l'ennesima volta dal ragazzo e notò che nascondeva dei libri, si inclinò al suo orecchio destro e disse: - Cosa nascondi di prezioso? Hai preso tu il mio Amleto? - Rise, nonostante sapesse di essere poco divertente. - Non so cosa leggere. Consigli? - Disse mentre si accomodò, senza permesso, accanto al ragazzo.
 
Joshua
La ragazza reagisce ridendo e la signora, disperata o senza parole, se ne ritorna da dov'è venuta lasciando via libera alla giovane che si aggira per gli scaffali chiedendo di Amleto. Rimango un po' colpito. Di solito se c'erano ragazze che leggevano si limitavano ad Harry Potter o ai libri più famosi. Non è da tutti avventurarsi tra i libri di Shakespeare dopo che la scuola ti fa una testa tanta di quell'uomo. La risposta è negativa: non ce l'hanno. Probabilmente qualcuno l'ha preso prima di lei. Delusa mi si avvicina da dietro cominciando a parlarmi nell'orecchio facendomi sobbalzare.
- Cosa nascondi di prezioso? Hai preso tu il mio Amleto? - dice scherzando. Chiudo in un batti baleno il libro ed è una mossa poco intelligente visto che mi sono schiacciato la mano e la copertina non lo rende di certo un libro normale.
- Ehm.. - inizio senza sapere realmente cosa dire. Non mi aspettavo un approccio così diretto. Per quanto il mio cuore possa pompare sangue il mio cervello non sembra recepirlo.
- Non so cosa leggere. Consigli? - chiede sedendosi davanti. Non è interessata a quello che c'è sul tavolo e questo è un gran sollievo. Faccio un respiro profondo concentrandomi sulla risposta.
- Dipende dai generi che ti piacciono. Ti consiglierei Cercando Alaska, ho finito di leggerlo qualche giorno fa ed è davvero bello. Se vuoi rimanere su Shakespeare l'hai già letto A Midsummer Night's Dream? Oppure se vuoi un tipo da giallo potresti iniziare la saga di Pretty Little Liars.. - mi fermo. Ho parlato troppo. Almeno non sono inciampato sulle parole e non ho fatto la figura dell'idiota. Però non l'ho guardata in faccia mentre parlavo. Cazzo. Non imparerò mai. Per qualche strana ragione ho la sensazione che sia una ragazza per bene. Ma sicuramente l'ho spaventata. Forse ho parlato troppo veloce. La guardo, sorrido e dico:
- Scusa. - sussurro imbarazzato mentre tolgo la mano ancora incastrata tra le pagine del libro chiuso.
Quinn
Il ragazzo iniziò con un - Ehm... - che lasciò come significato che stesse pensando realmente a cosa rispondere. Nell'attesa Quinn appoggiò i gomiti, piegò i polsi, intreccio le mani e ci posò il mento sopra. Non riuscì ad abbandonare quel sorrisino che l'accompagnava dal momento in cui aveva visto il ragazzo per la prima volta. - Dipende dai generi che ti piacciono. Ti consiglierei Cercando Alaska, ho finito di leggerlo qualche giorno fa ed è davvero bello. Se vuoi rimanere su Shakespeare l'hai già letto A Midsummer Night's Dream? Oppure se vuoi un tipo da giallo potresti iniziare la saga di Pretty Little Liars... Scusa. - Quinn passò da un Finalmente ha fatto uscire qualcosa di bocca. ad un Ne aveva da dire! In fondo, però, fu piacevole ascoltarlo. Principalmente volle chiedergli la trama di 'Cercando Alaska', ma non lo fece, poi volle dirgli di aver già letto molte opere di Shakespeare, ma non lo fece, infine si bloccò a 'Pretty Little Liars'. Per non parlare di quando lui si scusò, mentre lei rifletteva su cosa dir prima. - Pre... - Si interruppe nonostante volesse dire che pensasse che 'Pretty Little Liars' fosse un libro piuttosto femminile, anche se non lo aveva mai letto. Si concentrò molto di pi sulle scuse del ragazzo. - Perchè ti scusi? - Infine gli chiese un po' turbata.
 
Joshua
La ragazza rimane un po' confusa dalle mie parole e questo mi mette a disagio. Wow, dieci secondi che è qui ed ho già fatto il primo figurone. Complimentoni, Joshua. Nuovo record.
- Perchè ti scusi? - domanda alla fine. Già, perché mi scuso? Vorrei saperlo pure io. Anzi no, lo so: perché sono un ritardato. Ovviamente non potevo dirglielo, avrei solamente peggiorato la mia posizione già poco brillante.
- Perché non voglio essere troppo fastidioso. - dico sfregandomi le mani. Ho ancora un po' freddo. In ogni caso è la verità. Mi preoccupo troppo di quello che pensano gli altri, è un mio difetto e non posso farci granchè. Non credo ci sia un modo per sopprimerlo o limitarlo. Sarà per colpa dei bulli a scuola. Ogni volta che apro bocca mi sembra di parlare a vanvera, di sprecare fiato. Lentamente riapro il libro e sbircio qualche parola. Poi ripongo la mia attenzione su di lei e sui suoi occhi chiari.
- Non ti convince nessuno di quelli che ho elencato? - chiedo, già pronto a spararne altri. Non sono esattamente nella modalità 'facciamo amicizia'. Ho un libro davanti di almeno 600 pagine che devo leggere in una ventina di minuti per passare agli altri e devo accumulare più informazioni possibili.
 
Quinn
- Perché non voglio essere troppo fastidioso. - Quinn strinse gli occhi e scosse la testa lentamente. Non so che dirgli, probabilmente gli avranno detto che è fastidioso e lui adesso cerca di non esserlo con gli altri, magari non lo è affatto...
Il ragazzo abbassò il volto verso il libro e non seppe se fare la curiosona, affacciandosi al libro e vedendo cosa lo interessasse tanto da non continuare la conversazione con lei, oppure semplicemente fare la figura della 'grande pensatrice' osservando il parquet, gli scaffali impolverati e via dicendo. Stette per scegliere la prima, facendo scivolare i gomiti, appoggiando le ginocchia sulla sedia, ma si ricompose immediatamente, nascondendo il gesto fingendo di sistemarsi il cappotto e di spolverare la borsa. Scelse la seconda e restò a fissarsi le ginocchia, su cui aveva appoggiato le mani, e iniziò a stringersi le rotule, non per nervosismo, ma per poca scelta su cosa fare. - Non ti convince nessuno di quelli che ho elencato? - Il ragazzo rialzò il volto e Quinn quasi presa di sorpresa dal ritorno della voce di lui, alzò di scatto il volto, rilassò le braccia e pensò a tutta la lista di cose che voleva dirgli poco prima sui libri elencati, però fu più incuriosita da quello che stava leggendo lui sul momento. - Non so... Invece di quello che stai leggendo? Cosa mi dici? -
Chissà quale libro ci accompagna in questa conversazione, sono proprio curiosa. Potrebbe essere interessante...
 
Joshua
Colgo la ragazza mentre si guarda in giro alla ricerca di qualcosa da fare. Non era mia intenzione farla sentire fuori posto o a disagio. Forse è per questo che sembra provare un senso di sollievo alla mia domanda.
- Invece di quello che stai leggendo? Cosa mi dici? - chiede innocentemente. Siamo solo noi due, uno di fronte all'altro, in una biblioteca deserta. La signora, annoiata, fa finta di non voler ascoltare la nostra conversazione ma io sono più che sicuro che sia il suo passatempo attuale preferito. La cosa non mi fa piacere ma sono costretto a rispondere. Pronto ad essere considerato un mentecatto fra 3, 2, 1..
- Niente di speciale. Sono libri su creature sovrannaturali, tipo streghe, vampiri, fantasmi. - dico forzando un sorriso. Il termine 'sovrannaturale' non è proprio casuale. Non sono leggendarie, né tradizioniali, né inesistenti. Vivono in mezzo a noi, del resto, anche se non lo sai. Vivono in ogni parte del mondo combattendo fra di loro mettendo in pericolo la razza umana.
- Mia nonna mi raccontava molte storie riguardo a queste e voglio saperne di più. - tento di giustificarmi. Non so bene il motivo però forse così ho una chance di non essere preso per il culo o d evitare una frecciatina. Poi prendo in mano il libro sui vampiri, mostrandoglielo.
- Niente Twilight! - esclamo ridendo. Dovrebbero abolire quell'obriobrio che è servito solamente a fare interessare più gente alle creature, con luoghi comuni errati tra l'altro. Qui non esistono realmente vampiri sbrilluccicosi e vegetariani, né semi-lupi da 20 metri e mezzo che si trasformano quando vogliono. Mi accorgo di una cosa.
- Come ti chiami? - dico porgendo leggermente il viso in avanti, interessato. Vorrei sapere almeno il nome di questa ragazza tanto interessante.

Quinn
- Niente di speciale. Sono libri su creature sovrannaturali, tipo streghe, vampiri, fantasmi. - Quando il ragazzo pronunciò 'streghe' stette per esaltarsi e per alzare il collo, illuminata, poi sentito 'vampiri, fantasmi', le creature che più odiava, si riabbassò e accennò una smorfia. Lui prima di permetterle di dare un'opinione si giustificò con: - Mia nonna mi raccontava molte storie riguardo a queste e voglio saperne di più. -
Probabilmente è umano, non che io abbia qualcosa in contrario, ma... ma cosa speravo? E' uno sconosciuto!
Spolverando via quei pensieri il ragazzo mostrò la copertina del libro che riguardava vampiri. - Niente Twilight! - E risero entrambi. Le mie battute non fanno mai tanto ridere e il bello è che lui ha detto solo due parole!
Infine lui aggiunse: - Come ti chiami? - avvicinandosi e lei lo imitò, nonostante non era mai stata molto lontana da lui durante tutta la conversazione. - Quinn e ti consiglio di chiudere i libri sui vampiri e i fantasmi... Twilight conferma che non sono una razza... non so che aggettivo usare. - Si mise una mano tra i capelli. - Continua a leggere sulle streghe piuttosto, sono interessanti. -
Poco vanitosa eh?!
- Ci tengo che tu non legga certe schifezze, i fantasmi te li abolisco. - Avvicinò la mano destra, come se stesse aspettando che lui le porgesse i libri sui fantasmi, poi la ritirò correggendosi. - Non che io tenga a cosa leggono gli sconosciuti... - Arrossì - ...però meglio evitare le letture poco piacevoli... 50 sfumature di grigio! - Esclamò, alzando gli occhi al cielo. - Insomma, bisogna leggere i libri giusti. -
- Ma quindi tu sei? - Gli chiese, infine, come se già avesse dimenticato di volerlo fare.

Joshua
Rimango totalmente spiazzato dalle affermazioni di Quinn. Primo perché ha reagito come se fosse la cosa più naturale del mondo, secondo ha argomentato anche la sua opinione. Tra l'altro ha un nome bellissimo e particolare. Quando accenna delle streghe si porta una mano sui capelli come per...vantarsene? Nah, non è possibile. Scaccio via il pensiero chiudendo le palpebre due volte di seguito. Ce l'aveva coi fantasmi. A me non dispiacevano, provavo abbastanza pena per loro. Non dev'essere proprio bello rimanere rinchiusi in un posto per anni, anni, anni e anni. Ammetto che infondo sembravano fare di tutto per meritarselo. Ho avuto solo un incontro con un fantasma, per fortuna. Mi parla come se fossimo amici di vecchia data. E' una strana sensazione quella che provo nei suoi confronti, qualcosa mi dice che posso fidarmi di lei. Ma non c'è da fidarsi del mio cosiddetto buonsenso. Dopodiché l'argomento prende una piega non indifferente.
- ...però meglio evitare le letture poco piacevoli... 50 sfumature di grigio! - scoppio a ridere mettendomi una mano sulla faccia per coprire la mia espressione a dir poco orrenda. Subito dopo mi chiese il mio di nome.
- Ah, già, che sbadato! Mi chiamo Joshua. - dico insicuro se porgere la mano o meno. Alla fine non lo faccio, è un gesto troppo formale suvvia.
- Già, le streghe hanno quella cosa in più. Interessanti quanto complicate però. - aggiungo sfogliando le pagine del libro e lasciando che l'odore di vecchio m'inondasse le narici.
- Riguardo ai fantasmi, beh. Peccano di arroganza, proprio come i loro amati vampiretti. - mentre lo dico mi appoggio allo schienale della sedia accarezzandomi il mento. Mi volto verso la signora White che ci guarda come se fossimo dei pazzi, per poi voltare subito lo sguardo altrove. Mi riavvicino a Quinn, non distogliendo lo sguardo dalla vecchia, metto la mano sopra la bocca per non far capire ad esterni quello che le stavo per dire.
- Gli umani sono proprio ingenui. - è una battuta, ovviamente. Forse però mi sto spingendo un po' troppo oltre. Per non farla preoccupare mi allontano e le sorrido. Non si sa mai.

Quinn
Si mise la mano davanti alla faccia appena nominò '50 sfumature di grigio', libro dall'argomento molto più che spiacevole, o meglio, trattato in maniera spiacevole. Le venne da ridere. Che situazione! Si ricompose appena lo sentì parlare e capì solo 'Joshua', intuendo che fosse il suo nome.
- Già, le streghe hanno quella cosa in più. Interessanti quanto complicate però. - Disse sfogliando il suo libro. Sul volto di Quinn si dipinse un curioso e affascinato punto interrogativo. - Complicate? - Disse lasciandosi scappare un sorrisetto. Mentre sui fantasmi lui disse: - Riguardo ai fantasmi, beh. Peccano di arroganza, proprio come i loro amati vampiretti. - e nemmeno lasciandolo finire lei gli finì sopra con: - L'immortalità fa straparlare. - Scuotendo la testa, in basso e poi rialzandola e guardandolo negli occhi. Si appoggiò allo schienale e guardò la signora White, che stava facendo lo stesso con loro, si riavvicinò, ma continuò a fissarla. Gli darà fastidio lei o io che lo guardo fisso? Distolse lo sguardo e prese come punto fisso il libro che teneva lui. - Gli umani sono proprio ingenui. - Non potè evitare di guardarlo negli occhi, un po' sbalordita. Tranquilla, è umano!
- Non parliamo dell'essere umano, potrei fare una lunga serie di frasi di disgusto, ma non posso lamentarmi troppo. - Fece un cerchio con l'indice destro, in aria, per indicare 'tutto'. - Tutta la terra in fondo è popolata da umani! - Concluse facendo spallucce, nonostante nel profondo credeva sempre che le streghe fossero una razza destinata al potere.

Joshua
Beccata. Ci sono alte probabilità che non sia umana. Perché? Perché anche chi è appassionato di queste cose non starebbe così al gioco. Ma forse mi sbaglio. Disprezza l'immortalità e spinge l'argomento sulle streghe. Interessante.
- Beh, sì, loro possono avere qualsiasi tipo di potere. Potresti avercele davanti agli occhi e non te ne accorgeresti. - dico alzando le spalle per farla sembrare una frase innocente. Di innocente non aveva niente visto che sono curioso della sua reazione. Se fosse un vampiro o un fantasma non riuscirebbe ad autodisprezzarsi, è davvero difficile per loro farlo, egoisti come sono. A questo punto mi rimangono 2 razze. Escludo le sirene perché se lo fosse avrebbe già cercato di sedurmi o cose simili. Licantropo, Strega o semplice sbaglio?
- Gli uomini sono destinati ad essere a capo del mondo - rispondo senza problemi. - E' giusto così. - concludo calcando quel 'così'. Chi vuole intendere, intenda.
- Che ne pensi dei lupetti? Io non li trovo così male. - ed è la verità. Qui in giro non ce ne sono molti ma i pochi che ho incontrato che non erano fuori controllo ci hanno aiutato a dare la caccia ai vampiri. C'è qualche branco è vero, ma niente in confronto alle esorbitanti cifre dei loro nemici. Magari è una cacciatrice. Magari no. Questo dubbio mi sta assalendo. Ormai sono diventato troppo paranoico. Josh, non è che qualsiasi persona che vedi deve essere per forza diversa. Ormai è troppo tardi, il danno è fatto. Aspetto solo una sua risposta mentre tento di non far trapelare alcun sospetto.

Quinn
- Beh, sì, loro possono avere qualsiasi tipo di potere. Potresti avercele davanti agli occhi e non te ne accorgeresti. - disse alzando le spalle. - Be... dipende dai poteri, dall'uso che ne fa, ma non solo per una strega, ma per chiunque di razza non umana, credo. - Aggiunse 'credo' tanto per non sembrare troppo sicura di se sull'argomento, ma capì non era capace di fingere bene, in fondo non avrebbe mai voluto nascondere la sua razza, però non è alla portata del povero cuore umano, saperlo.
- Gli uomini sono destinati ad essere a capo del mondo. E' giusto così. - Quinn si limitò a fare una smorfia, come per dire 'non sono d'accordo, ma annuisco', 'la tua opinione non mi convince, ma l'accetto, senza approvarla'...
Si sentì come se quello strano meccanismo che prima c'era tra i due e nella loro conversazione si stesse perdendo, come se fosse una gara. Quale razza secondo te è migliore? Quale potrebbe ottenere il potere sul pianeta? Alla fine lui la riportò dentro la conversazione. - Che ne pensi dei lupetti? Io non li trovo così male. - E di scatto lei rispose: - Puzzano. - Rispose con sincerità, infatti li sopportava, ma niente pace, amore e gioia infinita. - Almeno credo... non ho un buon rapporto con gli animali. - Sapeva che non era un'opinione che molti condividevano, però se ne faceva una ragione. - Quindi facendo il piano della situazione: Le streghe sono complicate, i vampiri e i fantasmi non ti piacciono, i licantropi non li trovi male... e le sirene? - Le ritornò il sorriso e lo sguardo fisso al suo. L'argomento ricominciò a interessarle, adora le sirene, sono affascinanti, ancor più delle streghe.
Loro, sì, che sono complicate!

Joshua
Con la sua risposta mi ha quasi convinto di essermi sbagliato. Cosa poi smentita sull'immediata risposta sui licantropi. E' vero che sono lupi però diciamo che gli animali non sono proprio di queste parti, ergo, ne avrà incontrato qualcuno. Inoltre ogni uomo brama l'immortalità, non la disprezza. Sento il suo sguardo addosso, un po' pressante a dirla tutta, quando mi chiede delle sirene. Di sirene non ho avuto il piacere di vederne molte perché tendono a stare nell'anonimato. Sono bellissime, affascinanti e carismatiche ma di certo non idiote: se devono consumare il loro pasto lo fanno nell'anonimato, ben lontane da occhi indiscreti, nel fondale marino. - Uhm. - mugugno per elaborare la frase. - Non ho una vera e propria opinione su di loro. Ammetto però che sono furbe. - concludo, abbastanza soddisfatto di quello che è uscito. L'assurdità della situazione è irreale. Potrei essere di fronte ad un potenziale alleato o nemico eppure mi sento tranquillo. Molto di più di quando incontro gente sconosciuta. Riesce a trasmettermi un nonsocosa di tranquillità. Forse è il timbro della sua voce o il colore della sua pelle o i suoi occhi azzurro mare. Non mi sembra di essere lì adesso ma in un universo parallelo. Ho escluso a prescindere la possibilità che sia una cacciatrice perché non c'è nulla che me lo faccia pensare. Anzi, mi sembra una ragazza piuttosto goffa nei movimenti, cosa che un cacciatore non puo' e non dev'essere. A sto punto o è una strega o è una strega. Che faccio? Mi espongo? Cerco di farglielo capire? Non ne ho idea. - Tu per che razza tifi? - chiedo mettendomi le braccia conserte e sporgendomi in avanti, curioso. Dopo la smorfia che ha fatto alla mia affermazione sugli umani significa che, per lei, dovrebbe esserci qualcun'altro al loro posto e questa risposta potrebbe fare finalmente luce.

Quinn
- Uhm. Non ho una vera e propria opinione su di loro. Ammetto però che sono furbe. - Lì tutti i grandi discorsi di Quinn andarono in frantumi, perchè non seppe che dire.
Fossero solo furbe.
- Tu per che razza tifi? - Disse mettendosi a braccia conserte e avvicinandosi a lei. Fu per Quinn inevitabile scoppiare in una risata. - Non siamo allo stadio, non è una partita di calcio... - Quasi si dimenticò il suo nome per il troppo ridere. - Joshua. - Si alzò dalla sedia e gli si avvicinò, come all'inizio della conversazione, si avvicinò al suo orecchio e gli sussurrò: - Che ti importa Joshua, in fondo siamo entrambi umani, no? - Non seppe nemmeno lei perchè enfatizzò tanto sul suo nome, ma disse quella frase perchè capì che la stava studiando e fu difficile credere che solo umano fosse. Stette qualche secondo, con la bocca, dalle labbra carnose, vicino al suo orecchio, aspettando risposta. Non negherà, forse...

Joshua
Quinn scoppia a ridermi in faccia e come reazione sorrido. Secondo me è proprio come un qualsiasi partita di qualsiasi sport. Prima o poi arriverà il momento in cui si metteranno in campo e combatteranno per la supremazia. Vanno tutti troppo poco d'accordo per poterlo evitare. Per quanto sovrannaturali possiamo essere abbiamo sembianze umane, abbiamo i loro vizi, la loro mente, il loro corpo. Mi chiama per nome si sporge fino ad arrivare al mio orecchio. Seguo ogni singolo movimento con l'occhio deglutendo. Non sopporto quando le persone mi si avvicinano. - Che ti importa Joshua, in fondo siamo entrambi umani, no? - dice con voce bassa, soffermandosi sul mio nome, lasciando che il suo respiro trasmettesse calore. Un brivido percorre interamente la mia spina dorsale. Mi volto mordendomi la guancia, forse, senza volerlo, con uno sguardo troppo serio. Allargo un sorriso per l'ennesima volta mentre i miei occhi sono puntati su di lei, come al solito. - Certo. - rispondo sicuro alzandomi e raccogliendo i libri. - Ogni tanto lo scordo. - affermo. Le passo di fianco insicuro su come salutarla. Un bacio sulla guancia è troppo confidenziale, una pacca sulla spalla è da uomini e la stretta di mano è decisamente troppo formale. Passo dritto e arrivo dalla White. Li prendo in prestito e mia avvio verso la porta e la apro. - Quinn! - urlo per attirare la sua attenzione. Non vorrei mai che pensasse mi fossi offeso o che fossi un maleducato. Abbiam avuto una bella chiaccherata. - Ciao. - concludo accenando un timido saluto per poi immergermi di nuovo nel mondo intriso di bianco.


Io e Giada speriamo di non deludervi, per qualsiasi dubbio, recensite e vi daremo risposta ^^.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: Nollie