Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: Writer97    04/01/2013    1 recensioni
Krysten e Nick. Nick e Krysten. Uniti per sempre, da un destino cruento e ineluttabile. Un destino unico. ma per loro, al mondo, non c'è altro che il loro amore, fin dal primo sguardo!
Quella che vi narro, è la storia di un amore che vincerà anche gli ostacoli più grandi. Che vincerà le paure e le incertezze.
E loro, saranno insieme. Uniti per sempre.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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 Us forever

All'inizio di tutto

 Al diavolo la fretta, e quel dannatissimo orologio!!!
Potevano anche dirmelo, che si era rotto, no? Che non funzionava più, da quella mattina!!
E invece no! Loro se ne sono andati, e non mi hanno detto nulla, ed io, nella fretta di uscire, vista l'ora che faceva, non ho notato che la lancetta dei secondi era ferma... al diavolo!!! Ora mi tocca aspettare qui, da sola, per più di un'ora...
Calmati Krys, calmati e ragiona... forse mi converrebbe andare a prendere un tè caldo, nel bar qua di fronte, invece di stare qui ad imprecare mentalmente... be, forse non troppo mentalmente, visto come mi guardano i passanti... OPSSSS....
Alzo il cappuccio della felpa, tirandolo fin oltre gli occhi, a celarmi da quegli sguardi maligni.
Mi siedo ad uno dei tavolini interni della caffetteria, sfilando il cellulare dalla tasca, quello si, che faceva l'ora giusta... se mi fossi fidata un po' più del cellulare, e  meno di quel dannato orologio... e mentre sto per imprecare mentalmente, di nuovo, mi interrompo. Perchè probabilmente, se non fossi uscita così di fretta, non avrei visto LUI, quel dio greco seduto a qualche tavolo dal mio.
Lui è intento a fissare la tazza di caffè che gli hanno appena portato. Ma non lo beve, continua a fissarlo. E poi inizia a fissare me... ed io abbasso in fretta gli occhi, rossa di vergogna, e rimpiango di aver abbassato il cappuccio... ma in un bar, forse, avrei fatto la figura della scema.
“Cosa posso servirle?” interrompe i miei pensieri, un giovane e attraente cameriere. Certo, attraente, ma non all'altezza di quel ragazzo. No, dubito fortemente che si possa essere più belli di così.
“Ehm... un tè caldo, con latte a parte. Grazie...” sorrido al cameriere, che mi guarda malizioso. Per me è abbastanza normale, ricevere quel genere di sguardi, ormai mi sono abituata.
Sono sempre stata la più carina della famiglia, certo, che non nasco da una famiglia di persone brutte, anzi. Mia madre è molto bella. Alta bionda, portamento regale, e occhi immancabilmente azzurri... ha già 46 anni, ma ne dimostra non più di 35. E così mio padre. Anche lui è bello. Brizzolato alla Richard Gere, fisico ancora abbastanza scolpito, nonostante i 52 anni. Occhi castani e bocca carnosa. E naturalmente, da due genitori così belli, non possono che nascere dei figli ancor più belli: Tom, è il maggiore, ha 23 anni, altro, moro, occhi azzurri scuri, e fisico strascolpito, da anni e anni di palestra. Mia sorella Dafne, la seconda, ha appena compiuto 21 anni, bionda, magra, occhi nocciola. E poi ci sono io, Krysten Maine, eletta la più bella del liceo Empire High School a Tucson. Ed è vero, sono la più bella, e me ne vanto pure. Occhi grigi -che ancora oggi non so da chi della famiglia ho preso-, capelli castani, labbra piene e rosse, alta, magrissima, ma con tutte le curve al posto giusto. Molti dicono che sono praticamente identica a Megan Fox... e in effetti...
“Desidera altro?” dice sornione il cameriere, e non mi sfugge il doppio senso.
“No, grazie.” dico, tornando ad infilarmi anche la seconda cuffia. Ed il cameriere se ne va, evidentemente deluso. Torno ad alzare gli occhi su quel dio seduto a poca distanza da me, e lo trovo a fissarmi, dritto negli occhi. Arrossisco violentemente, ma non abbasso più lo sguardo ,sarebbe segno di debolezza, ed io non sono una debole. Lo continuo a guardare, e gli sorrido. E lui fa lo stesso. Ma continuiamo a guardarci. E so bene, che nessuno dei due è intenzionato a cedere. Sento come un'elettricità. Il suo sguardo ha catturato il mio. Anche i suoi occhi sono grigi, ed il viso è incorniciato dagli splendidi capelli biondi, in quel look finto- spettinato, che ai ragazzi piace tanto,  e che a pochi dona. Ma su di lui sembra perfetto. La nostra sfida di sguardi viene interrotta  contemporaneamente. Una cameriera si avvicina al suo tavolo, richiamando la sua attenzione, e il cameriere di prima, si avvicina al mio, portandomi il tè che avevo ordinato.
“È sicura di non volere altro?” io annuisco, ancora scossa dalla sensazione di poco fa. Ed il cameriere se ne va di nuovo. Deluso come poco prima.
Aggiungo lo zucchero e i latte al tè, e mescolo, cercando in tutti i modi di non rialzare lo sguardo, per vedere se mi sta ancora fissando... ma la tentazione è troppo forte. Alzo la testa, solo per fissare il tavolo vuoto. E quasi non riesco a trattenere il moto di delusione che provo, non vedendolo. Se n'è andato...
Torno al mio tè, fingendo che non sia successo nulla. Ma la tristezza che mi provoca quell'incontro...esco, devo andarmene da lì... pago il cameriere ed esco, quasi di corsa. Vado a sedermi sulla scalinata del retro bar. E accendo una sigaretta. All'istante mi calmo, ma mi rimane traccia di quella sensazione...
“Ciao” dice una voce alle mie spalle, e quasi non trattengo la felicità.
È lui... mi ha seguito!!!
“Ciao” mormoro, arrossendo.
“Ti stavo osservando..”
“Ho notato...” dico io sorridendo, più a me stessa che a lui.
Ma lui sorride, non è imbarazzato, è a suo agio.
“Già...meno male che ci hanno interrotti... altrimenti chissà per quanto saremmo rimasti là, a fissarci!” dice ridacchiando. Mi unisco alla sua risata.
“si... sono una che non molla facilmente!” ammetto.
“Credimi, neanche io! Probabilmente sarei rimasto a fissarti per sempre!” ridiamo assieme. Poi lui indica la sigaretta che tengo fra le dita:”Non dovresti fumare! Non ti fa affatto bene!”
“Ohhh... andiamo, nemmeno mi conosci e già vieni a farmi la predica  sul fumo? Credimi... ne ho già troppi che lo fanno!” affermo, smettendo all'istante di ridere.
“Oh, ma io lo dico perchè lo so! Ho fumato a lungo...be, in effetti molto a lungo!”
“Ma se avrai al massimo 20 anni!”
“A volte le apparenze ingannano...” dice, con fare misterioso, ma non aggiunge altro.
“E allora quanti ne hai??”
“In teoria 21... in pratica... è un po'... complicato...”
“Credo di poterci arrivare...”
“Oh, ma io sono sicuro che tu ci puoi arrivare... è proprio quello il problema.” e ancora una volta, rimane in silenzio. Do un'occhiata fugace al cellulare,  noto che sono già le tre... al diavolo!! Arriverò in ritardo!!
“Oh, cazzo!! scusami ma devo veramente scappare! Sono in ritardo per un appuntamento piuttosto importante!” dico, alzandomi frettolosamente.
“Aspetta... io vorrei rivederti...”
Ah. Colpo basso. Non me lo apettavo!
“Ehmmm.. domani, qui, alle due?” chiedo.
“Qui, sul retro del bar intendi?” annuisco.
“Ok. A domani.” ed sentite queste parole, inizio a correre.
Il coach non sarà affatto contento del mio ritardo!
contemporaneamente. Una cameriera si avvicina al suo tavolo, richiamando la sua attenzione, e il cameriere di prima, si avvicina al mio, portandomi il tè che avevo ordinato.
“È sicura di non volere altro?” io annuisco, ancora scossa dalla sensazione di poco fa. Ed il cameriere se ne va di nuovo. Deluso come poco prima.
Aggiungo lo zucchero e i latte al tè, e mescolo, cercando in tutti i modi di non rialzare lo sguardo, per vedere se mi sta ancora fissando... ma la tentazione è troppo forte. Alzo la testa, solo per fissare il tavolo vuoto. E quasi non riesco a trattenere il moto di delusione che provo, non vedendolo. Se n'è andato...
Torno al mio tè, fingendo che non sia successo nulla. Ma la tristezza che mi provoca quell'incontro...esco, devo andarmene da lì... pago il cameriere ed esco, quasi di corsa. Vado a sedermi sulla scalinata del retro bar. E accendo una sigaretta. All'istante mi calmo, ma mi rimane traccia di quella sensazione...
“Ciao” dice una voce alle mie spalle, e quasi non trattengo la felicità.
È lui... mi ha seguito!!!
“Ciao” mormoro, arrossendo.
“Ti stavo osservando..”
“Ho notato...” dico io sorridendo, più a me stessa che a lui.
Ma lui sorride, non è imbarazzato, è a suo agio.
“Già...meno male che ci hanno interrotti... altrimenti chissà per quanto saremmo rimasti là, a fissarci!” dice ridacchiando. Mi unisco alla sua risata.
“si... sono una che non molla facilmente!” ammetto.
“Credimi, neanche io! Probabilmente sarei rimasto a fissarti per sempre!” ridiamo assieme. Poi lui indica la sigaretta che tengo fra le dita:”Non dovresti fumare! Non ti fa affatto bene!”
“Ohhh... andiamo, nemmeno mi conosci e già vieni a farmi la predica  sul fumo? Credimi... ne ho già troppi che lo fanno!” affermo, smettendo all'istante di ridere.
“Oh, ma io lo dico perchè lo so! Ho fumato a lungo...be, in effetti molto a lungo!”
“Ma se avrai al massimo 20 anni!”
“A volte le aperci arrivare...”
“Oh, ma io sono sicuro che tu ci puoi arrivare... è proprio quello il problema.” e ancora una volta, rimane in silenzio. Do un'occhiata fugace al cellulare,  noto che sono già le tre... al diavolo!! Arriverò in ritardo!!
“Oh, cazzo!! scusami ma devo veramente scappare! Sono in ritardo per un appuntamento piuttosto importante!” dico, alzandomi frettolosamente.
“Aspetta... io vorrei rivederti...”
Ah. Colpo basso. Non me lo apettavo!
“Ehmmm.. domani, qui, alle due?” chiedo.
“Qui, sul retro del bar intendi?” annuisco.
“Ok. A domani.” ed sentite queste parole, inizio a correre.
Il coach non sarà affatto contento del mio ritardo!parenze ingannano...” dice, con fare misterioso, ma non aggiunge altro.
“E allora quanti ne hai??”
“In teoria 21... in pratica... è un po'... complicato...”
“Credo di poterci arrivare...”
“Oh, ma io sono sicuro che tu ci puoi arrivare... è proprio quello il problema.” e ancora una volta, rimane in silenzio. Do un'occhiata fugace al cellulare,  noto che sono già le tre... al diavolo!! Arriverò in ritardo!!
“Oh, cazzo!! scusami ma devo veramente scappare! Sono in ritardo per un appuntamento piuttosto importante!” dico, alzandomi frettolosamente.
“Aspetta... io vorrei rivederti...”
Ah. Colpo basso. Non me lo apettavo!
“Ehmmm.. domani, qui, alle due?” chiedo.
“Qui, sul retro del bar intendi?” annuisco.
“Ok. A domani.” ed sentite queste parole, inizio a correre.
Il coach non sarà affatto contento del mio ritardo!
  
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