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Autore: Cicciopalla    04/01/2013    4 recensioni
Un uomo dal cielo che cerca la sua scatola blu.
Due fratelli che cacciano demoni mentre cercano di scoprire una cura per l’Angelo al loro fianco.
Un dottore che risolve crimini insieme al detective più geniale, finché i crimini non si svelano più di semplici atti umani di violenza.
Tutto inizia a cambiare.
Niente è come sembra.
Moriarty è reale, e ha i suoi piani.
[SUPERWHOLOCK]
Genere: Avventura, Comico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Fandom: Supernatural, Sherlock, Doctor Who (superwholock)
Pairing: Dean Winchester/Castiel, 10th Doctor/Master (accennato), John Watson/Sherlock,  (bromance)
Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester, Castiel, 10th Doctor, 11th Doctor, Sherlock Holmes, John Watson, Jim Moriarty, Greg Lestrade, Molly Hooper, Mrs. Hudson, The Master, Meg Masters, altri personaggi.
Rating: Nc-17
Genere: Avventura, Drama, Humor, Angst.
Warning: Cross-over.
Plot: Un uomo dal cielo che cerca la sua scatola blu.
Due fratelli che cacciano demoni mentre cercano di scoprire una cura per l’Angelo al loro fianco.
Un dottore che risolve crimini insieme al detective più geniale, finché i crimini non si svelano più di semplici atti umani di violenza.
 
Tutto inizia a cambiare.
Niente è come sembra.
 
Moriarty è reale, e ha i suoi piani.
Note: Qualche giorno fa mi sono imbattuta in questa fiction e me ne sono innamorata. Mi sono decisa a tradurla perché in giro, nei siti italiani per fanfiction, di superwholock ne ho trovate poche e niente e questa è davvero ben fatta a mio parere, perciò la volevo condividere con voi :3
Consiglio, comunque, di leggerla in originale (by GeorginoschkaVincen), perché c’è sempre quel qualcosa in più che in inglese rende meglio.
Inoltre, un GRAZIE ABNORME alla beta più paziente e trollevole (?) del mondo Annamaria, senza la quale questa storia sarebbe un ammasso di verbi e parole senza senso :3
Disclaimer: La storia non è frutto della invenzione, sono solo un tramite. I personaggi non appartengono né a me né all’autrice originale sfortunatamente per loro.

Nothing Is As It Seems

Capitolo 1: Prologue.

 
« Qualcuno morirà, qualcuno sopravvivrà,
l’angelo cadrà quando il diavolo sorgerà
 
Un sacrificio sarà fatto
 
La verità sarà detta ma la bugia distruggerà la verità
Il viaggio inizierà e la caccia non finirà
 
L’amore cambierà il significato delle cose
 
L’universo sarà in pericolo quando il fuoco brucerà l’ombra
Le percussioni saranno silenti. »
 
Ma più importante:
Niente è come sembra.
 
Prologo
 
Camminò lungo il corridoio, i suoi occhi alla ricerca del latte. Latte, di nuovo.
 
A volte John si domandava dove diamine andasse a finire tutto il latte.
Non aveva mai visto Sherlock berlo, né usarlo per i suoi esperimenti, quindi forse scompariva da solo per fare un dispetto a John. Di certo non c’era possibilità che il latte scomparisse da solo, perché non poteva.
 
John sospirò, mentre passava lungo la fila di scaffali. Il supermercato era pieno di persone, come se quel momento fosse l'unico e il migliore per andare a fare shopping per qualsiasi cosa ti servisse.
 
Mamme con bambini chiassosi, uomini e donne con cestelli e carrelli pieni di alimentari. Un piccolo bambino corse di fianco a John con le piccole braccia lanciate in aria. « Cioccolata, cioccolata! »
 
Il bambino era tutto entusiasta, i piccoli occhietti scintillanti mentre girava l’angolo correndo e John pensò subito a Sherlock, che si entusiasmava per crimini e omicidi come il bambino per quella cioccolata.
 
« Esci e vai a comprare un po’ di latte, John. » aveva detto Sherlock, steso sul divano, le mani erano premute insieme davanti al suo petto; la postura che assumeva quando pensava. « Non riesco a pensare quando sei in giro, sei troppo rumoroso, perciò se non ti dispiace - »
 
John aveva roteato gli occhi e scosso la testa; qualche volta era davvero difficile vivere nello stesso appartamento di Sherlock Holmes. La maggior parte del tempo John non faceva caso al comportamento del detective, ma alcune volte era sfiancante. Era come avere a che fare con un bambino, un bambino davvero cocciuto. Oh beh…
 
« Sei serio? Quella merda non durerà due giorni! »
 
John alzò le sopracciglia quando sentì un accento americano galleggiare tra gli scaffali del supermercato.
 
« Lo so, ma è meglio di niente. » La voce era sommessa, chiaramente cercava di attirare meno attenzione possibile. John non aveva intenzione di sentire, semplicemente accadde. « Abbiamo comunque abbastanza sale nel bagagliaio. »
 
« Sì, penso tu abbia ragione… » la voce più profonda si affievolì. « Pensi che abbiano della buona torta, qui? Morirei per un pezzo. » un sospiro si fece sentire, e John era abbastanza sicuro di poter vedere l’altra persona scuotere la testa. « Abbiamo fatto colazione due ore fa! »
 
Si sentì un ringhio, e John cautamente girò l’angolo. Non era nemmeno certo del perché fosse così teso; forse perché per tutto ciò che aveva visto e sentito mentre era insieme a Sherlock e tutti quei crimini? Se c’è qualcosa che John Watson sapeva era che non si poteva mai essere troppo cauti.
 
Due uomini si trovavano di fianco allo scaffale con del sale. Uno di loro era davvero alto, almeno una testa e mezzo più di John, se non proprio due teste, e John era certo fosse più alto persino di Sherlock, e Sherlock non era basso. L’uomo aveva lunghi capelli marroni e occhi gentili, ma qualcosa in lui sembrava oscuro. John non era certo di cosa si trattasse, ma era come se l’uomo avesse sofferto molto più di altri uomini, molto più persino di John, il medico militare.
 
A fianco a lui, c’era un uomo più basso, dai capelli corti di un colorito simile al biondo sporco. Indossava una giacca di pelle marrone scuro che sembrava molto vecchia, e i suoi occhi erano morbidi con un colore verde, o forse nocciola. John notò che era pieno di lentiggini.
 
Entrambe le loro teste si girarono verso John appena lui girò l’angolo.
 
Per parecchi secondi loro erano rimasti in piedi fermi, a guardarsi l’un l’altro, nessuno che diceva una parola. Gli occhi di John vagarono sul cestello nelle braccia dell’uomo dai capelli lunghi e notò che conteneva del sale, non solo alcuni pacchi, ma quasi l’intero scaffale.
 
« Ehi amico, cerchi qualcosa? » chiese l’uomo dagli occhi verdi, con aria circospetta. La sua voce era ruvida e amichevole, ma il suo corpo era in tensione, come se fosse pronto a saltare addosso a John - se necessario. Quello con i capelli lunghi diede al compagno una breve occhiata « Dean… » poi si voltò verso John « Scusi mio fratello. » John era sicuro che avrebbe mosso la mano se avesse potuto, ma in quel momento sembrava molto occupato a tenere il cestello con entrambe le mani.
 
« Ero solo di passaggio. » spiegò John. Non che avesse bisogno di spiegare qualcosa, ma sentiva il bisogno di dire qualcosa. « Latte. » sollevò il suo cestello per mostrare che, anche lui, stava facendo la spesa lì.
 
In qualche modo il gesto sembro calmare il ragazzo dagli occhi verdi, Dean, che addirittura sorrise a John. « Il latte è di là. » fece un cenno col capo verso sinistra.
 
John sorrise di ricambio « Penso di sapere dove trovare il latte, grazie. »
 
Quello alto sogghignò, chiaramente divertito, e Dean sembrò sorpreso per un attimo finché non realizzò che John dovesse vivere nelle vicinanze, e ciò significava che conosceva il negozio e sapeva dove trovare il latte. « Oh sì, scusa amico. » Dean diede al fratello un’occhiata furiosa, poi si girò, borbottando qualcosa fra di sé.
 
John era certo che la conversazione fosse ormai finita, ma Dean alzò la voce un’altra volta « Sai dov’è possibile trovare della buona torta? »
 
John corrugò la fronte. Beh, certamente non era quello il posto visto che era solo un supermercato. « In fondo alla strada c’è una panetteria. » li informò.
 
Il fratello dai capelli lunghi fece un cenno col capo in segno di ringraziamento mentre Dean era occupato a fare altro. « Grazie, daremo un’occhiata. »
 
Questo era quanto. John non avrebbe mai pensato che li avrebbe rivisti di nuovo.
 
Ma accadde.
 
L’Impala spiccava, e John non aveva altra scelta che notare la macchina appena uscì dal negozio. Faceva freddo, fuori, e pioveva un po’, ma non era niente di nuovo.
 
La macchina era nera e lucente, sembrava nuova di zecca.
 
John alzò le sopracciglia quando attraversò la strada, gli occhi fissi sulla macchina. Qualcuno doveva amarla più di ogni altra cosa.
 
C’era una persona all’interno, un uomo, John lo notò appena passò di fianco alla macchina per raggiungere il marciapiede. L’uomo era pallido e aveva cerchi sotto agli occhi, i suoi capelli marroni quasi neri nella fioca luce del pomeriggio.
 
Era addormentato, o quantomeno aveva gli occhi chiusi, e una coperta beige lo copriva fino al mento. Non era una coperta, notò John, dando un’occhiata più da vicino; era un impermeabile.
 
John non voleva davvero sembrare maleducato, e certamente non aveva intenzione di fissarlo, ma l’uomo sembrò averlo notato, perché all’improvviso aprì gli occhi.
 
Erano blu, così blu che John dovette fare un passo indietro.
 
Gli occhi di Sherlock avevano avuto lo stesso effetto su di lui, quando li aveva visti per la prima volta. Persino adesso John rimaneva esterrefatto dagli occhi di Sherlock, perché non avevano mai lo stesso colore; a volte erano bluastri, altre volte grigiastri e, a volte, persino verdastri.
 
Gli occhi dell’uomo nella macchina erano diversi; sembravano risplendere di qualcosa che John non poteva descrivere, qualcosa di innaturale, qualcosa di non umano. John era sbalordito dai suoi pensieri, e l’uomo dietro il finestrino di vetro lo fissava con questi occhi blu come se sapesse qualcosa che John non sapeva.
 
John non aveva paura, no, ma sapeva che qualcosa non andava.
 
Doveva muoversi. Sherlock stava aspettando, o almeno così si disse. Sherlock era probabilmente occupato a dedurre, di certo non stava aspettando John o il latte. Probabilmente.
 
John prese un respiro profondo, voltandosi.
 
Poteva sentire gli occhi dell’uomo puntati sulla sua schiena, che lo seguirono finché non girò l’angolo della strada.
 
John non sapeva perché il suo cuore stava correndo così, ma qualcosa gli disse che c’era qualcosa di sbagliato. Sbagliato in una buona o in una cattiva maniera, non ne era certo.
 
Era perso nei suoi pensieri, e quindi non notò l’uomo che correva finché non gli piombò addosso. John inciampò, quasi perse l’equilibro, i suoi occhi sbarrati di sorpresa.
 
« Oh, mi scusi. »
 
John voltò il capo, non sapendo se doveva arrabbiarsi o meno.
 
L’uomo stava di nuovo correndo, portato dalle gambe magre lungo la strada. John non vide molto altro dell’uomo, solo una sfuggente chioma di selvaggi capelli marroni e un cappotto marrone.
 
La voce suonò strozzata dal panico, senza fiato, e John si domandò se l’uomo fosse inseguito da qualcuno, o se stesse cercando di prendere qualcuno.
 
Qualunque cosa fosse, non erano affari suoi.
 
La mia vita, John Watson si disse tra sé e sé con voce severa, è già abbastanza caotica.
 
Quindi si dimenticò degli stranieri, di tutti loro, li spinse da parte e pensò solo a Sherlock e alla loro casa.
 
Oh, ma il peggio doveva ancora arrivare…
 
Non solo per John Watson e Sherlock Holmes.
 
Non solo per Dean e Sam Winchester e Castiel.
 
Non solo per l’uomo conosciuto come il Dottore.
 
Guarda le ombra
Caccia i demoni
Prega per il perdono
Lascia andare ciò che è già stato perso.
 
   
 
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