Serie TV > Grey's Anatomy
Ricorda la storia  |      
Autore: Lilly_93    04/01/2013    4 recensioni
[MeredithxLexie]
Per me era solo una sconosciuta arrivata ad invadere il mondo, a prendere le mie amicizie, a rinfacciarmi il fatto che mio padre avesse scelto lei, invece che me. Per lei, invece, io ero la sorella maggiore che non aveva mai conosciuto.
Perchè la famiglia è il legame più importante che c'è, e questo Meredith lo sa bene.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lexie Grey, Meredith Grey
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nona stagione
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

-Io sono Lexie. Lexie Grey, sono tua sorella-
-Dì a Meredith che le voglio bene
e che è stata una buona sorella-
-Mia sorella è morta-


Camminavo lentamente, stringendo compulsivamente il mazzo di rose che avevo comprato dal fioraio là fuori.
L'aria era fredda e pioveva, come accade ogni giorno a Seattle. Avrei potuto aprire l'ombrello ma preferivo sentire le gocce d'acqua sul mio corpo, quasi come a voler nascondere le lacrime che, ero sicura, sarebbero arrivate di lì a poco.
Era il mio giorno libero e avevo programmato di passarlo con Zola, ma ogni mio proposito erano andato in frantumi quando per uno strano scherzo del destino avevo ritrovato in uno dei tanti scatoloni del trasloco non ancora svuotati, una lavagnetta magica, di quelle che si regalano ai bambini per imparare loro a disegnare.
L'avevo rimessa subito dentro, per evitare che tutti i ricordi legati a quell'oggetto tornassero a galla, ma non era stato possibile: questi mi erano balzati subito in mente come un fiume in piena, ed io ero troppo fragile per fermare l'ondata.
Ricordavo benissimo il momento in cui lei mi aveva detto di essere bravissima a disegnare con la lavagna magica: ancora non ci conoscevamo bene e io non la volevo lì. Per me era solo una sconosciuta arrivata ad invadere il mondo, a prendere le mie amicizie, a rinfacciarmi il fatto che mio padre avesse scelto lei, invece che me. Per lei, invece, io ero la sorella maggiore che non aveva mai conosciuto.
Avevo rifiutato ogni suo tentativo di stringere un legame con me, come se lasciarla entrare nel mio mondo significasse ammettere la sua esistenza, ammettere che mio padre non mi aveva mai voluto, ma aveva voluto lei. Ammettere che doveva esserci necessariamente qualcosa di sbagliato in me, se lui aveva rinunciato a starmi accanto.
La lavagna magica era stato un suo regalo per il primo compleanno di Zola, e da quel momento aveva passato almeno mezz'ora al giorno ad insegnarle a disegnare. Voleva che fosse brava proprio come lo era lei, voleva condividere qualcosa di speciale con sua nipote, qualcosa che lei potesse ricordare anche una volta diventata grande.
Avevo messo la lavagna nello scatolone per evitare di rivederla, così come avevo fatto con tutte le cose di mia sorella. Lontano dagli occhi, lontano dal cuore, almeno così dicono. E rivederla di nuovo, ricordare i momenti legati a quel gioco era stato troppo per me. Avevo bisogno di uscire, di respirare un pò d'aria, di andare via da quella casa improvvisamente troppo piccola e soffocante.
Avevo lasciato Zola all'asilo dell'ospedale e avevo preso la macchina, senza nemmeno decidere quale fosse la mia meta. Mentre percorrevo le strade di Seattle, però, mi ero ritrovata senza neanche accorgermene davanti all'unico posto nel quale avevo bisogno di stare in quel momento.
Percorsi il breve tragitto quasi come un'automa, passando davanti alle lapidi di sconosciuti. Vidi una signora piuttosto anziana piangere dinanzi alla tomba di un uomo che, a giudicare dalla nata di nascita e da quella di morte, era sicuramente il marito; un giovane aveva appena cambiato i fiori ad un vaso.
Finalmente arrivai a destinazione: la tomba della famiglia Grey. Posai una rosa rossa sulla lapide di Susan, sorridendo a malapena al ricordo dei suoi maldestri tentativi di fare amicizia e pensando che in fondo era solo grazie a lei se avevo recuperato almeno un pò il rapporto con mio padre.
E poi, facendo un respiro profondo, posai il resto del mazzo di fiori nel vaso posto sulla lapide di mia sorella.
Il suo nome inciso nella pietra, insieme alla sua nata di nascita e di morte, mi riportarono alla mente il giorno del suo funerale: la bara color mogano, le condoglianze dei miei amici, l'abbraccio di mio padre e la fredda stretta di mano di Molly, di quella sorella che non avevo mai conosciuto e che probabilmente non avrei conosciuto mai.
Ma quelli non erano gli unici ricordi che affollarono la mia mente: l'ultima immagine di Lexie - il suo corpo ormai privo di vita e i suoi occhi vitrei - si confondeva con tutti i momenti passati con lei, con le risate, con la rabbia, con le difficoltà affrontate insieme, con i tentativi di legarci che non sempre erano andati a buon fine.
Il pensiero del tempo che avevo sprecato odiandola per qualcosa della quale non era nemmeno responsabile, sarebbe stato già sufficiente a impedirmi di trattenere le lacrime, ma sapere che insieme a lei avevo perso tutto ciò che rimaneva della mia famiglia mi fermò il respiro: mi sedetti ormai senza forze e scoppia in un pianto disperato, il primo vero pianto dopo quello nel bosco, appena scoperto della sua morte.
La pioggia scendeva sempre più copiosa su Seattle e mi bagnava il viso, confondendosi con le lacrime che non riuscivo a frenare.
Pensai a tutte le volte che l'avevo respinta, alle cattiverie che le avevo detto e sperai che potesse perdonarmi, ovunque fosse; poi pensai ai momenti belli, a quelle volte il cui le avevo mostrato il mio affetto anche attraverso gesti impercettibili, e mi resi conto che forse non ero stata una cattiva sorella, che forse avevo fatto in tempo a dimostrarle quanto ci tenessi a lei.
Una volta che la pioggia diminuì mi asciugai gli occhi e, dopo aver sussurrato un "ti voglio bene" alla foto di Lexie, mi preparai ad andarmene, ma fu allora che vidi qualcuno avvicinarsi alla tomba.
Era una donna poco più giovane di me, che stringeva la mano ad una bambina che doveva avere più o meno quattro anni. L'avrei riconosciuta ovunque, specialmente a causa di quegli occhi straordinariamente simili a quelli di Lexie.
Si fermo a mezzo metro da me, sorridendomi imbarazzata.
-Ero venuta qui a fare un saluto a mamma e Lexie, ma se vuoi stare sola posso tornare dopo- mi disse, gesticolando con la mano libera esattamente come era solita fare Lexie.
Esattamente come ero solita fare io.
Sorrisi appena quando mi resi conto di quanto effettivamente assomigliassi alle mie sorelle. -Tranquilla, me ne stavo andando- sussurrai, mentre mia nipote mi guardava incuriosita, quasi a chiedersi chi fosse quella sconosciuta così tanto simile alla mamma.
Feci per andarmene ma, tutto ad un tratto, mi sembrò di sentire la voce di Lexie suggerirmi di non comportarmi come avevo fatto con lei, di non voltare le spalle all'unico pezzo di famiglia che mi era rimasto.
-Ti va se un giorno di questi andiamo a prendere un caffè?- esclamai all'improvviso, sorprendendomi di aver pronunciato davvero quelle parole.
Lei spalancò gli occhi, stupita, e dopo un attimo lasciò la mano di sua figlia e si getto tra le mie braccia, a colmare quel vuoto che c'era stato tra di noi per tanto tempo.
Ricambia l'abbraccio e sorrisi: sapevo che Lexie sarebbe stata fiera di me. Avevo ritrovato la mia famiglia e questa volta non avrei sprecato tempo, questa volta non me la sarei lasciata sfuggire.

Together in all these memories                        Insieme a tutti questi ricordi
I see your smile                                                           vedo il tuo sorriso,
All of the memories I hold dear                                  tutti i ricordi li tengo stretti
You know I'll love you                                                 sai che ti vorrò bene
Till the end of time                                                 fino alla fine dei tempi



***Spazio autrice***
Quello che avete appena letto è il modo per dire addio ad uno dei rapporti più belli e meno esplorati di Grey's Anatomy. Ho amato il modo in cui Lexie si sia pian piano introfulata nella vita di Meredith, insegnandole cosa vuol dire avere una famiglia, lei che una famiglia non l'aveva mai avuta. Avrei voluto che fosse dedicato a queste due sorelle molto più tempo nello show, ma mi accontento dei pochi momenti che ci hanno regalato. Non ho per niente amato, invece, il modo in cui hanno mostrato il dolore di Meredith nella 9x05, che doveva essere una puntata interamente dedicata a loro due, e che invece non lo è stata per niente. Avrei preferito vedere Meredith prendere coscienza della morte della sorella e piangerla una volta per tutte, ma ahimè, così non è stato.
Il dettaglio della lavagna magica è preso dall'episodio 4x07, in cui Lexie confessa a Meredith cinque cose su di lei, mentre la strofa finale e il titolo della shot sono tratte dalla canzone "Memories" dei Within Temptation, una canzone che vi consiglio di ascoltare perchè è meravigliosa, e che mi sembrava molto adatta al tema della storia.
Per quanto riguarda la decisione di inserire Molly, mi è sembrato più che doveroso: in fondo lei è, così come Lexie, una sorella di Meredith e sarebbe bello se venisse nominata ogni tanto in Grey's Anatomy, tanto per ricordare che esiste.
Mi auguro che vi sia piaciuta =)
A presto,
Lilly_93











 

  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Grey's Anatomy / Vai alla pagina dell'autore: Lilly_93