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Autore: SeaLight    04/01/2013    5 recensioni
Per Bulma Brief il Natale era un giorno davvero speciale, un giorno di pace e serenità, in cui ogni torto veniva perdonato. O almeno, lo era finché non entrava in scena quello scimmione dalle straordinarie capacità di urtare i suoi nervi che si era sciaguratamente ritrovata ad ospitare nella propria casa e che, ciliegina sulla torta, era il padre di suo figlio.
One-shot vagamente natalizia e vagamente Vegeta/Bulma, vincitrice del Trofeo Regina di Quadri a Natale, il Trofeo Originalità e il Trofeo Coraggio al contest "The Winner - Terzo Round - A Natale Puoi" di Nede.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Trunks, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Autore: SeaLight
Titolo: Il miglior regalo
Rating: Giallo
Oggetto: Stella di Natale {Coppia: Vegeta/Bulma (con aggiunta se si desidera, anche Trunks e Bra); Rating: Giallo; Luogo: Giardino Innevato}
Frase: Mi piace pensare che il Natale riesca a cancellare le incomprensioni, l’indifferenza, la cattiveria che purtroppo caratterizzano la vita di molti, lasciando posto ad una grande apertura di cuore.
Genere: Slice of life
Note:  Questa storia ha vinto il Trofeo Regina di Quadri a Natale, il Trofeo Originalità e il Trofeo Coraggio al contest “ The Winner - Terzo Round - A Natale Puoi” di Nede
 


 


 

Il miglior regalo 



A Bulma Brief, la geniale, intelligente, bellissima e quant’altro futura proprietaria della Capsule Corparation, piaceva pensare che il Natale e le feste in generale fossero giorni speciali, giorni da passare in famiglia o con gli amici, giorni in cui appianare le proprie divergenze, cancellare le incomprensioni, riuscire ad aprire il proprio cuore all’altro. E così era sempre stato, nel nido felice e tecnologico che era casa sua, fra regali straordinari che il suo geniale padre le portava sorridendo sotto i baffoni e banchetti senza fine preparati dalle allegre ed esperte mani della sua euforica madre; poi era arrivato il sorriso sincero e sgangherato di Yamcha - che, come al solito, era in ritardo - mentre le porgeva un regalo impacchettato alla meno peggio per farsi perdonare, e infine la gioia infantile di suo figlio Trunks, mentre liberava dalla carta luccicante i propri regali e li osservava ad occhi spalancati per lo stupore.

Sì, per Bulma il Natale era un giorno davvero speciale, un giorno di pace e serenità, in cui ogni torto veniva perdonato. O almeno, lo era finché non entrava in scena quello scimmione dalle straordinarie capacità di urtare i suoi nervi che si era sciaguratamente ritrovata ad ospitare nella propria casa e che, ciliegina sulla torta, era il padre di suo figlio.

Scimmione che, in quel preciso momento - le dieci e trenta precise della sera del venticinque dicembre - non sembrava trovare altro scopo nella vita che quello di sferrare calci, pugni e sfere di ki a qualche povero albero innocente nel giardino innevato dell’immensa casa semisferica, sciogliendo la neve attorno a sé col proprio furore. La Gravity Room era ancora una volta rotta, e lungi dallo stare in panciolle il principe dei buzzurri - così amava definirlo Bulma, dando buffetti sul nasino di suo figlio - preferiva allenarsi comunque, facendosi tranquillamente beffe della cura con cui i coniugi Brief si occupavano del proprio parco e distruggendo rami e siepi come fossero fatti di carta.

Nonché disertando volutamente la festa di Natale che Bulma stava dando in soggiorno e a cui l’aveva quasi pregato di partecipare anche solo per qualche minuto.

«Vegeta» si sentì chiamare. Vegeta ignorò deliberatamente quella voce.

«Vegeta» ripeté la donna, un filo d’impazienza nella voce. Tuttavia riuscì ad ottenere la sua attenzione solo dopo sei “Vegeta”.

«Cha diavolo vuoi, donna?» disse, senza neanche far finta che gli importasse qualcosa di quello che aveva da dirgli.

«Lo sai, Vegeta. Vieni dentro. Ne abbiamo già parlato.»

«E io ti ho già detto che non ho alcuna intenzione di sprecare delle ore di allenamento per partecipare a quella fottuta festa per gente idiota.»

Bulma sospirò a fondo, stringendosi al suo piumino blu.

«Te lo chiedo per favore, Vegeta. Fallo almeno per tuo figlio.» Trunks non le aveva detto nulla, ma il suo cuore di madre non poteva ignorare gli sguardi delusi che lanciava per la stanza coi suoi occhi azzurri, per poi tornare a sorridere non appena qualcuno gli rivolgeva la parola.

Vegeta non diede nemmeno segno di averla udita. Piegò le ginocchia e spiccò il volo verso l’alto. Tornò solo diversi minuti dopo, tergendosi il sudore e la neve dalla fronte mentre atterrava.

«Sei ancora qui?»

La scienziata arricciò le labbra e incrociò le braccia, cocciuta come una bambina.

«Non ho alcuna intenzione di andarmene finché non sarò riuscita a trascinarti dentro per almeno due minuti.»

Per il saiyan, fu come se non avesse parlato. Riprese imperterrito ad allenarsi, e il successivo monologo di Bulma - dieci minuti in cui lei non fece altro che cercare di convincerlo a farsi vedere almeno di sfuggita - gli scivolò addosso come i timidi fiocchi di neve che cautamente si posavano sul suo corpo sudato, sciogliendosi in rivoli d’acqua al contatto con la sua pelle bollente.

«Spero che tu sia consapevole che non ho ascoltato una parola di quello che hai detto finora» disse infine, interrompendola con la bocca ancora spalancata.

E quello fu davvero troppo.

«ASCOLTA UN PO’, SCIMMIONE!» sbottò lei, sbattendo sulla neve gli stivali ricoperti di pelo e piantandogli l’indice in mezzo al petto, gli occhi dilatati all’inverosimile per la furia. «SI PUÒ SAPERE CHI TI CREDI DI ESSERE, EH? COSA TI DÀ IL DIRITTO DI TRATTARMI IN QUESTO MODO?» Allargò le braccia e indicò con una mano la propria casa. «CHI TI HA DATO UNA CASA? CHI TI HA COSTRUITO QUELLA DANNATA GRAVITY ROOM? CHI...»

«Piantala di starnazzare, terrestre» la liquidò, dandole le spalle.

Bulma serrò le mani a pugno fino a far sbiancare le nocche sotto ai guanti di lana.

«Tu...»

«Continuare a dare aria alla bocca non mi convincerà a venire alla vostra riunione di imbecilli.»

«Mettiamola in un altro modo» replicò lei, incrociando le braccia, un ghigno malevolo sul viso. «Se non vieni, puoi scordarti della tua Gravity Room. Io e mio padre la lasceremo esattamente com’è.»

Vegeta sgranò impercettibilmente gli occhi.

«Non lo farete» intimò.

«E chi te lo dice? Nulla ti è dovuto, caro il mio principino.»

Il successivo movimento di lui fu così veloce che lei neanche lo percepì. Almeno finché non sentì una mano afferrarla per il collo della giacca e tirarla brutalmente verso il suo petto.

«Non lo farete» sibilò il saiyan a un soffio dalle sue labbra. Pericolosamente vicino. Poteva sentire il suo respirò bollente sulla propria pelle. Il suo odore le riempì le narici, sovrastando il profumo dolciastro che lei stessa portava. Era odore di sudore. Di fatica. Di pericolo. Spalancò le palpebre, il respiro improvvisamente affannoso.

Ma Bulma Brief non era una ragazzina. Bulma Brief teneva testa a qualunque uomo.

«Cosa ti rende così sicuro?» osò chiedere, spingendolo via da sé.

«Il fatto che potrei anche far saltare in aria questo dannato posto con un dito» rispose voltandosi, gelido come ghiaccio.

«Oh, non lo farai. Non hai un altro posto dove andare, caro

«Mi stai mettendo alla prova, terrestre

Lo sguardo che le rivolse aveva così tanto del vecchio Vegeta - il mercenario, lo sterminatore di popoli, il distruttore di pianeti - che per la prima volta lei non riuscì a reggerlo col proprio e ammutolì. Si strofinò gli avambracci con le mani, mordendosi un labbro.

Ma nell’istante in cui lui spiccò nuovamente il volo, sollevando nuvole di fiocchi candidi intorno a sé, Bulma Brief ritrovò sé stessa.

«Non finisce qui, Vegeta! Mi senti? Io non mi arrendo!»
 
 
 




Trunks addentò coi dentini bianchi una fetta di dolce più grande della sua testa e regalò agli invitati un sorriso raggiante e sporco di panna, che intenerì chiunque lo stesse guardando. Tuttavia, non appena l’attenzione degli invitati tornò a rivolgersi all’enorme albero addobbato in mezzo al salone, il piccolo lanciò un’occhiata speranzosa alla porta d’ingresso, intristendosi nel rendersi conto che nessuno ne sarebbe entrato. Il suo amichetto Goten gli sbatté maldestramente in faccia un trenino, implorandolo di giocare insieme, e lui scosse la testolina lilla quasi a scrollarsi via i suoi pensieri, concentrandosi completamente sul suo gioco.

Ma quando, offrendo la vista della tormenta di neve che imperversava all’esterno, l’imponente porta addobbata si aprì con un cigolio e nientemeno che il suo papà mosse un passo altezzoso e straripante disapprovazione all’interno, il visetto di Trunks divenne più luminoso di quanto non avesse fatto davanti a qualunque altro regalo.

















 



Ci ho provato, ma è inutile. SeaLight e Vegeta/Bulma non vanno d'accordo. E' come dire Goku e equazioni di secondo grado. Tuttavia, per questo meraviglioso contest della nostra cara NeDe, ci ho provato - consegnando a tipo tre minuti dalla fine del contest, ma dettttails. 
Insomma sì, dato che il Vegeta/Bulma non mi sta bene ma avevo avuto il rating giallo, ho cercato di "ingiallirlo" attraverso i litigi anziché i bacetti. *saltella* E ho anche aggiunto Trunks perché si sa, i bambini a Natale vanno sempre bene.
So già di aver fatto schifo, l'ho scritta in fretta e non ho riletto bene, quindi biasimatemi pure e lasciatemi tornare nel mio mare amichevole e generoso di Yamcha/Bulma. Ah, Yamcha *si tuffa fra i capelli morbidi e neri del suddetto Yamcha*
Au revoir!
SeaLight





   
 
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