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Autore: paoletta76    04/01/2013    6 recensioni
piccola raccolta di one-shots sulla vita quotidiana da midgardiano del principe Loki, alle prese.. col più temibile dei nemici: la curiosità di sua figlia :) (altro pazzoide esperimento/seguito di A Million Other Things)
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio
Note: Movieverse, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'A Million Other Stories'
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Lady Catherine Anne Lawson, principessa di Asgard e Jotunheim, aveva appena compiuto tre anni e nessuno le aveva ancora raccontato di regni, scettri, magia e di tutto quello che c'era oltre le stelle.
 
Per lei la realtà era quella di tutti i giorni, e la magia erano i trucchi di papà per farla divertire.
La realtà era una mamma bellissima, che progettava le case per quei signori che la venivano a trovare nell'ufficio con i vetri e le sorridevano porgendole la mano, era un curioso gruppo di zii molto super, erano un cuginetto abile e sveglio complice in giochi e scoperte, e una nonna che ogni tanto veniva a trovarla e le raccontava le fiabe.
E poi c'era papà.
 
Papà che era tutto, che era il più forte e il più bello e il più bravo di tutti, papà che cura i bambini che stanno male.
Il suo eroe.
 
Insomma, la piccola Katie cresceva, come ogni bambina newyorkese che si rispetti, ed era curiosa di scoprire ed assaggiare il mondo.
 
Aveva appena compiuto tre anni, i nonni le avevano promesso una bellissima festa. E quel pomeriggio, a Central Park, il destino le riservò la prima grande scoperta della sua vita.
 
Diventava blu.
 
Papà stava chiacchierando con il padre di Thomas, il suo compagno dell'asilo, quello simpatico ma un po' fetentotto.
Di lavoro, sicuramente; entrambi dottori, entrambi con il giorno libero e l'auricolare sempre all'orecchio per le chiamate d'urgenza. Entrambi piccoli grandi eroi, per gli occhi dei figli.
 
Papà era sulla panchina, Thomas l'aveva convinta a giocare sulla riva del laghetto.
 
All'improvviso, un grido acuto fece saltare il cuore di Loki poco sopra la sua gola.
Papààà!!
 
Scattò in piedi, lontano dalla panchina, cercandola con gli occhi. Un attimo dopo, la vide comparire in direzione del laghetto.
Il respiro sembrò cessargli. Levò la corsa, la raggiunse, e cadde in ginocchio davanti a lei.
Katie piangeva, con entrambe le mani sul viso. Non aveva nessun segno o ferita visibile, e piangeva come una fontana.
- Amore mio.. cos'è successo? Ti sei fatta male? - lui le raccolse le mani, scostandole con delicatezza dalle sue guance in fiamme. La piccola fece lentamente segno di no con la testa.
- S'è fatto male Tommy? Un altro bambino?
Ancora segno di no.
- Che cos'è successo? Cos'hai visto? - Loki piegò di più il viso, avvicinandosi fronte a fronte e cominciando a preoccuparsi sul serio.
- Sono un mostro..
 
Si scostò appena, aggrottando le sopracciglia, mentre la bimba tornava a nascondersi il viso con le mani.
- Amore mio.. no, che non sei un mostro.. chi t'ha detto queste brutte cose? - lui raccolse fra le dita un ciuffo di quei lisci capelli nerissimi, e glielo sistemò dietro l'orecchio.
- Tommy..
- Tommy è bugiardo e cattivo. Lo sa, che queste cose non si dicono, ad una signorina?
Lo mormorò leggero al suo orecchio, convinto di farla ridere. Katie tirò su col naso, sollevandogli addosso quegli occhi di smeraldo:
- Non è una bugia. Sono un mostro..
- No, amore mio.. non sei un mostro..- lui si sollevò e la raccolse fra le braccia, lasciando che gli circondasse le spalle e si appoggiasse col viso contro il suo petto - perché dici così..?
- Perché divento blu..
 
Ecco. Il sospetto che gli stringeva la gola diventava realtà e paura, nella voce filiforme della figlia.
- Ma no, che non diventi blu..
- Sì, papà.. ho messo la mano nell'acqua del laghetto.. era tutta blu..
 
Sorrise, cercando di darle una spiegazione che la tranquillizzasse.
- Ma è normale, cucciola.. quando l'acqua è tanto fredda e c'è il ghiaccio, se ci tieni un po' la mano dentro diventa blu a tutti. Solo che poi la devi togliere e la devi scaldare, se no non la muovi più. Dov'è la manina blu? Dai qua..
La bimba gli affidò una mano, e lui si affrettò a scaldarla fra le proprie dita, constatandone con sollievo il colore regolare, nonostante la temperatura leggermente sotto la media.
 
La porto a casa.. ci vediamo domani in ospedale.
 
Il padre di Thomas annuì, lasciandolo scivolare via con la figlia fra le braccia, senza chiedergli spiegazioni.
Loki lo ringraziò mentalmente almeno dieci volte.
 
Depositò la bimba sul sedile del passeggero, si piegò ad assicurarle la cintura di sicurezza. Si mise alla guida e riprese la via di casa. Katie era diventata silenziosa; osservava i palazzi intorno e sembrava quasi non respirare.
 
Strano, per la sua chiacchiera d'argento.
Sorrise, leggero. Sua figlia era stata veloce nel nascere quanto pigra nel dire la prima parola, e sembrava guardare storto tutti quegli zii che si affannavano a circondarla con i loro bububu gagaga.
Ma che c'avete, da fare questi versi, idioti?  sembrava dire, con quel sopracciglio appena alzato che faceva tanto dio degli inganni. Al solo pensiero, rideva ancora.
 
Lady Catherine, degna figlia di suo padre, aveva fatto quello che voleva con i tempi che più le aggradavano, ed un giorno, totalmente inaspettata, aveva guardato sua madre e le aveva semplicemente detto Mma. Poi aveva congiunto le manine e aveva riso, come divertita per l'averli presi in giro tanto a lungo.
Da quel momento, era stato tutto in discesa. E la piccola era diventata, grazie alla sua chiacchiera sfacciata ed alla sua curiosità, la beniamina della Stark Tower e dell'asilo.
 
E poi era iniziato l'anno dei perché.
 
Loki lo sapeva, come padre e come medico, che prima o poi avrebbe dovuto affrontare l'anno dei perché. Era una cosa normale, nella prima fase di crescita di un bambino. La fase della scoperta del mondo.
Quello che i libri non riportavano era il caso specifico. Cioè che Katie era figlia sua. E, cosa un tantino più pericolosa, di Sif.
 
Ormai aveva imparato a riconoscerli, i suoi comportamenti. Lunghi silenzi, cioè attesa. Quando Katie taceva così a lungo, il significato poteva essere uno solo: elaborava. Osservava, ascoltava, e preparava il prossimo perché. Talvolta, qualcuno era imbarazzante da impedirgli di trovare risposte in tempi decenti, ed allora erano bronci lunghissimi.
 
Abbiamo trovato il metodo per mettere a tacere la lingua d'argento di Asgard!- rideva sua moglie - e senza scatenare guerre..
 
Già. Ne troviamo una come lui. Con le aggravanti di tre anni d'età e la sfacciataggine di sua madre.
 
Un sospiro, mentre la macchina si fermava allo stallo riservato al dottor Lawson.
 
- Perché divento blu, papà?
Ecco. La spiegazione non era bastata. Troppo blanda, come al solito. Se non altro, ha il tatto di non elaborare queste domande quando siamo in mezzo ai midgardiani..
Si voltò appena sul sedile, ad incrociare quello sguardo verde e motivatissimo.
Katie chiedeva. E come al solito, esigeva la verità.
- Perché sei come me, amore mio. Noi non veniamo da New York; anche se ci sei nata.. siamo stranieri. Nel nostro paese, tutti diventiamo blu, se tocchiamo qualcosa di molto freddo, tipo il ghiaccio del laghetto. E' la nostra natura, è una cosa normale.
- Come Jessie che è del colore del cioccolato?
- Come Jessie. I suoi genitori vengono da un paese in cui tutti hanno la pelle di cioccolato. O come Mai Lin, che è colore del limone. Ogni paese ha il suo colore.
- E com'è il nostro paese? Perché sei venuto qui?
 
Et voilà. Perché a catena, pensò Loki, emettendo un altro lunghissimo sospiro, e decidendosi a slacciare le cinture di sicurezza di entrambi.
- Il paese di papà era bellissimo, tutto bianco e con tanta neve. Così mi hanno raccontato, perché io non me lo ricordo. So soltanto che mi hanno portato via perché c'era la guerra.
Lo sguardo della bambina si rabbuiò, mentre il padre girava intorno all'auto e le apriva la portiera.
- Eri tanto piccolo?
Loki aggrottò le sopracciglia, lasciando che lei tendesse le mani e si facesse sollevare fra le braccia.
-..Quando sei venuto via dal tuo paese.
- Ero piccolo piccolo, sì.- lui fece scattare la serratura, e con la figlia saldamente avvinghiata al petto si avviò verso l'ascensore - più o meno come te quando sei nata.
- Quanto ero piccola, papà?
 
Un sospiro. Premette il tasto del quarantesimo piano e la ringraziò mentalmente per aver cambiato discorso.
- Eri piccola così.- fece segno a misurare una breve distanza con la mano libera - piccola e con tanti capelli neri neri.
Katie scosse leggera e un po' vanitosa la testa, inondandolo di delicati fili di seta corvina.
Loki rise, coccolandola un po' in attesa del prossimo perché.
 
- Papà..?
- Dimmi.
- Ma anche la mamma diventa blu?
 
Touché.
E adesso che le dico?
 
Katie notò esitazione nel non rispondere del padre, nel suo smozzicare eh.. e beh..
Piccolo broncio di serie nelle labbra di rosa, e non appena i suoi piedi toccarono terra partì in quarta in cerca di risposte in prima persona.
 
L'ufficio della mamma.
I signori se ne stavano andando, salutavano con il solito modo gentile anche se non erano gli stessi dell'ultima volta. Poi la mamma e la zia Pepper oltrepassavano la vetrata, chiacchieravano e sembravano felici e divertite.
 
- Ehi! Già finita, la gita al parco?
Si voltò, sorridendo ed accogliendo la corsa della figlia contro il petto.
- Oggi nuove scoperte.- lui piegò appena le labbra - Tommy l'ha convinta a giocare in riva al laghetto.
- Santo cielo, Loki! - lei sollevò la bimba fra le braccia, innervosendosi - una volta che te la lascio, una! Dimmi che non s'è fatta male!
- Non s'è fatta niente, giuro.- lui sollevò le mani, scuotendo appena la testa insieme alla figlia - ha solo.. ha solo scoperto che diventa blu.
 
Sua moglie rimase per un attimo senza parole, scostandosi ad indagare gli occhi della bambina.
- E.. come?
- Giocavano, ha toccato l'acqua del laghetto. La mano è diventata blu, quel tonto del suo amico le ha detto che è un mostro e lei s'è spaventata.
Una smorfia, uno scambio di linguacce con la bambina, e quella rise, tendendosi poi verso terra.
 
La madre la lasciò andare, e lei fu veloce, a raccoglierle le dita e tirare.
- Dai, vado su.- Sif si rivolse all'amica - andiamo a sentire com'è andata l'avventura.
Uno sguardo di rimprovero al marito, un cenno di saluto. Due minuti, ed erano nel salone.
 
Trattenendo le mani di entrambi ben salde fra le dita, Katie guidò i genitori fino al divano e li fece sedere con una piccola spinta. Poi li lasciò a guardarsi curiosi, e si diresse verso il frigo dello zio Tony, tornando indietro con la vaschetta dei ghiaccioli.
- Che cosa..? Chi ti ha insegnato questi trucchetti? - suo padre provò a ribellarsi. Troppo uguali, per non capire le intenzioni della bambina.
- Che le hai detto?
- Che.. che nel nostro paese diventiamo tutti blu, che è.. una cosa normale.
- Bravo, idiota.
- Che dovevo dirle? Sì, sei un mostriciattolo? Hai una strana malattia? Era spaventata, Sif! - protestò lui, mentre la bambina procedeva col proprio esperimento.
- Che.. oh, lasciamo perdere.- sospirò lei. Sua figlia le aveva acchiappato una mano e l'aveva stesa a palmo in su, prima di depositarvi un ghiacciolo.
 
La mamma non diventava blu. Katie la osservò per un lunghissimo istante, incuriosita, prima di ripetere la stessa operazione su Loki.
A contatto col ghiaccio, la mano di papà, e pian piano anche un po' del suo polso, diventarono di un delizioso punto di blu. Katie aggiunse un altro paio di ghiaccioli e rimase estasiata ad ammirare la magia.
- La mamma è nata al paese dei nonni, amore mio..- la donna sorrise, dopo averle visto mutare espressione e rivolgerle uno sguardo interrogativo - nel paese dei nonni nessuno diventa blu, ma se teniamo troppo le mani nel ghiaccio prendiamo il raffreddore.
 
La bimba osservò di nuovo la mano del padre, poi la vaschetta del ghiaccio e le proprie dita.
Erano dello stesso colore. Sorrise, soddisfatta.
 
Era come il suo papà.
 
- E perché i nonni non diventano blu come papà?
 
Ecco. La domanda che più temeva. Loki spostò lo sguardo, si morse leggermente il labbro inferiore.
- Cosa ti ha raccontato? - Sif lo salvò in corner.
- Che il suo paese è fatto di neve, e che era piccolo e non se lo ricorda tanto.
- Papà era un bambino abbandonato. Il nonno lo ha adottato. E' per questo, che i nonni non diventano blu, come lo zio Donnie.
- Anch'io sono una bambina adottata?
- No. Sei la figlia della mamma e di papà.
 
Sif tese le mani, incontrando il calore di sua figlia, e l'attirò a cavalcioni sulle ginocchia, mentre quella l'abbracciava nascondendosi contro il suo seno.
- Allora sono un po' blu e un po' no..
- Esatto.
- Ma papà è bello anche quando è blu?
- Sì..- Sif rise, leggera e divertita, appoggiando la fronte contro quella della figlia - è bellissimo. E anche tu sei bellissima, quando sei blu.
 
Labbra leggermente schiuse a formare una O, espressione affascinata, i palmi aperti uno contro l'altro. Katie la guardava come tutte le volte in cui si riteneva soddisfatta di una risposta. Poi, silenzio.
Prossima domanda in arrivo..
 
- Come sono? Come sono?
- Allora..- intenerita, la mamma fece scivolare le dita fra i suoi lunghi capelli d'ebano - la tua pelle diventa del colore della notte, una notte dolce e magica.. i tuoi occhi sono due bellissimi rubini.. i tuoi capelli scuri come l'ombra e le tue labbra due piccole rose rosse. Sei bella come una principessa.
- Come la principessa della fiabe della nonna?
- Sì, cucciola mia.
- E papà.. e papà?
 
Ecco. Papà. Papite cronica, sorrise Sif. Katie era felice; non aveva scoperto una diversità alienante, in quella sua pelle blu, ma un legame ancora più forte col padre, più esclusivo. Per un istante, non seppe se provarne sollievo o un pizzico di gelosia.
- Papà è il principe più bello che io abbia mai visto. E' il principe delle fate.
 
Le labbra di Loki si stirarono in un sorriso. Il principe delle fate..
La mano di sua moglie raggiunse la sua, e lui la strinse appena. Solo quattro anni terrestri prima, neppure lui l'avrebbe detta, una cosa del genere. Ma questo sua figlia non lo doveva sapere.
 
Di nuovo quell'espressione a labbra schiuse, e stavolta Katie li sorprese entrambi, scivolando via dalle gambe della madre.
- Giochiamo a diventare blu?
 
Eh?
Di fronte allo sguardo semi disperato del marito, Sif scoppiò a ridere:
- Beh.. stai sereno.. lei l'ha presa bene, mica come te.
- Che discorsi sono..- bofonchiò lui, lasciando che la figlia lo trascinasse lontano dal divano - io l'ho saputo a ventisei anni terrestri, che diventavo blu..
 
Sif rideva ancora, divertita complice della figlia. Davanti alla vasca riempita d'acqua gelata, mentre Katie si affrettava a spogliarsi e tuffare i piedi, Loki emise un lunghissimo afflitto sospiro.
 
- E adesso, vostra altezza, affari tuoi..
- Non è che fai un tuffo al posto mio? - lui fissò perplesso la bambina, che già s'era immersa e lo schizzava.
- E' te, che vuole vedere blu.- lei sollevò le spalle - io posso solo prendere il raffreddore. Quando avete finito di giocare, ricordati di asciugarla bene.
 
Loki crollò col naso verso terra, poi si spogliò fino a rimanere in boxer e si immerse lentamente nella vasca, rassegnato ad un'altra allegra mezz'ora di perché.
 
Colmo di buoni propositi questa beneamata mazza.. era più facile conquistare Midgard..
 
Poi rise, osservando le labbra della figlia schiudersi di nuovo di fronte alla sua natura di jotun.
 
Nessun diverso, nessun cattivo. Nessun mostro sotto il letto.
Papà era come lei. Era bellissimo e blu. Lo abbracciò, felice, senza vedere quella lacrima che gli sfuggiva vigliacca rigandogli la guancia già umida.
 
Loki ringraziò suo padre e il cielo per avergliela data.
 

perdono, perdono e ancora perdono; non ho resistito! Ho trovato questa http://24.media.tumblr.com/tumblr_m1tkn1fAkv1r4ucl6o1_500.jpg immagine troooopppo dolce della mia coppia (ormai lo posso dire) preferita e oggi, presa dallo schizzo, ho buttato giù queste tre righe. Vediamo se sarò capace di andare avanti a rispondere alle domande della "terribile" mostriciattola di papà.. ;)
  
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