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Autore: alisonwriter    04/01/2013    3 recensioni
"Tutto una merda..."
"Mi ritrovai a dover fare i conti con me stessa, il mio passato il mio presente e il mio futuro, non sapevo più chi ero..."
Selena una ragazza viziata viene strappata dalla sua vita perfetta e catapultata a Londra dove imparerà cosa significa vivere davvero.
Tutto cambia, le persone cambiano,la vita cambia,noi stessi cambiamo,Sel questo non l'aveva ancora capito, pensava che tutto fosse immobile e immutabile.
"in un prestigioso istituto di arte e spettacolo" coltiverà la passione che la seguirà nel suo cambiamento;il canto.
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: Bondage, Tematiche delicate, Triangolo
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Tutto una merda, non avete idea di cosa voglia dire vedersi crollare il mondo a dosso.

Era tutto perfetto e beh, ora non lo è più. Dicevano che la perfezione non esiste e blablabla ma io la avevo, io avevo trovato la perfezione. Una bella casa al centro di Parigi, dei bei vestiti, c'era sempre il sole, il mio maggior domo faceva tutto cio che volevo, a scuola ero amica di tutti, avevo un ragazzo e una migliore amica.

E ora? Nulla.

La cosa positiva?No questa volta non c'è. “Troppo viziata” dicevano, “deve imparare a vivere” mi urlò mio padre la sera prima di partire.

Io sapevo vivere, nel mio mondo, il mio piccolo e perfetto mondo a Parigi, ma no, a loro non andava bene, io dovevo “vivere” e quindi su via sul primo aereo per..Londra.

Londra, sì per carità bella città, la gente non si sa vestire ma dettagli, piove sempre ma qui, beh qui si vive no? A Londra c'è la “vita”.

“Selena vedrai che ti piacerà!” mi dissero proprio mentre imbarcavo i bagagli e salutavo Alfred il mio fedele maggiordomo, infondo mi ha cresciuta lui, è l'unica persona che mi manca davvero.

Lo ammetto, prima era tutto facile, ma mi chiedo, se ho la possibilità di avere tutto facile perchè non sfruttarla? Mi pare un tale spreco.

Viziata?No,una ragazza viziata non sarebbe mai stata spedita a vivere a Londra da sola,sottolineerei “da sola”, perchè ora sono davvero sola.

“Un incendio a casa!” e chi chiamo? Nessuno, resto qui a bruciare insieme ai miei pensieri, perchè sono sola.

E' la cosa che ho sempre temuto, posso accettare Londra, perfino la pioggia, che odio perchè mi fa arricciare le punte dei capelli, ma la solitudine no, ho paura a stare da sola, ho paura dei miei pensieri.

A Parigi non ero mai sola, c'era sempre qualcuno, che fosse Alfred che fosse quella stronza della mia migliore amica che si è scopata il mio ragazzo, o che fosse mamma, non ero mai sola.

Meglio soli che male accompagnati? No, sola no.

Ricordo Settembre, terribili quelle giornate di settembre dove tutto cio che potevo udire era la pioggia. Odiavo la pioggia,preferivo il caldo, il deserto, la siccità, il sole.

Pioggia e pensieri, un mix perfetto per una vita di merda.

Tre stanze scarse e un bagno, ah e la cucina, ecco la mia casa, bella vero? Si la sognano tutti.

In periferia poi, perchè io sono brava a prendere la metro, ovvio a Parigi non avevo mica l'autista nooo.

Seduta sul letto con il mio vestitino di seta bianco bagnato dalla pioggia e le mie scarpette di Prada comprate in saldo il mese prima,quando ancora ero felice, distrutte.

Con i capelli e il viso bagnati non si distinguevano le lacrime, ma c'erano ed erano tante, salate, grosse, scorrevano lungo il mio viso e arrivavano filo alla bocca che si stringeva in una smorfia per poi rilassarsi di nuovo.

Settembre lo passai tutto così ma poi iniziò la scuola.

“Un prestigioso istituto” mi dissero, e io ingenua credetti a loro, a tutto loro, a tutti quegli stronzi che mi promettevano che nulla mai sarebbe cambiato.Mi mancavano però quegli stronzi, mi mancava anche Josh il mio ragazzo,che poi non ho mai capito se stavamo davvero insieme, lui diceva di si,tutti dicevano di si, mamma mi diceva che io lo amavo,e forse lo amavo,ma mai un bacio in 5 mesi...

Pensavo che avrei trovato nuovi amici a scuola, a Parigi stavo simpatica a tutti, non fu così.

Ero “quella nuova”, quella “strana”, quella che veniva a scuola con i vestitini firmati e i capelli acconciati, quella che arrivava 10 minuti prima del suono della campanella in classe e che si fermava a parlare a ricreazione con i professori.

Mai sentita più sola, e ora era peggio, perchè apparentemente non lo ero.

Nessuno si accorgeva di cio che provavo, una cosa mi rincuorava, ma poco davvero poco, la musica, “istituto di arte e spettacolo” almeno su questo non mi avevano mentito quegli stronzi.

  
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