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Autore: RoseGONEwild    05/01/2013    3 recensioni
[Slashfic - Nikki/Tommy]
Una volta Nikki si sarebbe vendicato legandolo al letto e seviziandolo fino a fargli giurare di averne abbastanza del sesso, mentre ora stava cercando di farlo ingelosire. Cos’era cambiato?
Dr. Feelgood era.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nikki Sixx, Tommy Lee, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa sezione ha bisogno di nuove storie e di più slashfic.

- Ma che cazzo fai?! -
Tommy prese il bassista per le spalle, facendogli sbattere la testa contro la parete. Lo aveva preso alla sprovvista, cercando di baciarlo in mezzo alla hall dell’albergo, e Tommy aveva reagito nell’unico modo in cui poteva reagire, spingendolo via. Non aveva intenzione di fargli male, ma non aveva dosato la forza.
Vince e Mick li guardarono straniti, chiedendosi cosa fosse successo, ma non fiatarono. A volte immischiarsi nelle faccende dei Terror Twins era peggio di un pugno nello stomaco. Letteralmente.
Gli occhi di Nikki diventarono lucidi e il suo sguardo si posò lentamente sul pavimento, mentre portava una mano fra i propri capelli, per massaggiare la cute lì dove aveva sbattuto.
Tommy rimase in silenzio a guardarlo per qualche secondo, poi sistemò lo zaino sulle spalle e seguì il cantante e il chitarrista fuori dall’hotel, dove li aspettava la limousine che li avrebbe portati al concerto. L’ennesimo di quello straziante tour che stava portando Dr. Feelgood in giro per il mondo.
- Cosa cazzo gli hai fatto? – chiese Vince, ravviando i lunghi capelli biondi.
Tommy scosse la testa. – Gli passerà. -
Si sentiva in colpa. Lo sguardo avvilito di Nikki non se ne voleva andare dalla sua mente, ma in fin dei conti il bassista se l’era cercata. Baciarlo davanti a tutti, che cazzata. Solo perché andavano a letto insieme non significava che il mondo intero dovesse saperlo.

Nikki li raggiunse sul luogo dello show con un’altra limousine e 2 ore di ritardo. Gli altri avevano già fatto il soundcheck e qualche anima gentile aveva provato il basso al posto suo. Una scocciatura in meno.
Raggiunse il proprio camerino guardando dritto davanti a sé quando passò davanti a quello di Tommy, che lo vide con la coda dell’occhio e si ritrovò a sospirare. Nikki piombava sempre nel suo camerino prima dei concerti. Parlavano, ridevano, facevano sesso. Si davano a vicenda la carica necessaria per lasciare il pubblico sbalordito una volta saliti sul palco.
Era certo che quella sera non avrebbe rivisto Nikki se non sul palco e che sicuramente il bassista non lo avrebbe degnato di uno sguardo. Tuttavia, era ancora fermo sulle sue convinzioni: se l’era cercata.

Come previsto, Sixx non si voltò nemmeno per sbaglio in direzione della batteria. Concentrò le sue attenzioni su Vince, che contraccambiava con occhiate confuse. Nikki lo odiava, per quale motivo quella sera passava il tempo a strusciarsi contro di lui?
Tommy conosceva la risposta. Stava cercando di farlo ingelosire, perché al momento era l’unica arma a sua disposizione. Sorrise al tentativo, e lo trovò in un certo senso tenero.
Una volta Nikki si sarebbe vendicato legandolo al letto e seviziandolo fino a fargli giurare di averne abbastanza del sesso, mentre ora stava cercando di farlo ingelosire. Cos’era cambiato? 

Tornarono all’hotel su limousine diverse, ma entrambi ad un’ora decente. Ora che erano tutti puliti, le notti di follia fino all’alba erano sempre più rare.
Quando Tommy raggiunse la loro stanza, trovò Nikki già a letto ed apparentemente addormentato.
Si spogliò, lavò via dal viso i residui del trucco e fu attratto dall’idea di andarsene semplicemente a dormire, senza risolvere la faccenda. Tuttavia, voleva troppo bene a Nikki per non fare qualcosa a riguardo. Così fece un lungo respiro ed alzò appena il lenzuolo che copriva il corpo di Nikki, infilandosi al di sotto. Lo abbracciò da dietro, stringendolo a sé. Il bassista si voltò sbadigliando. – Cosa vuoi? -
- Voglio che tu mi dica cosa cazzo sta succedendo – mormorò Tommy, facendo sfiorare le punte dei loro nasi.
- Non sono io ad avere dei problemi con te, mi sembra piuttosto che sia il contrario – rispose.
Tommy chiuse gli occhi lentamente, poi li riaprì evitando di proposito lo sguardo di Nikki. – Perché volevi baciarmi? -
Nikki sorrise nervoso, i suoi occhi brillavano grazie all’unica abat-jour accesa sul comodino accanto a loro.
- Non lo so Tommy, tu che ne dici? Forse perché mi piaci in maniera esagerata? -
Il batterista sospirò. – Nikki… anche tu… cioè, anche tu mi piaci ma… -
- Ma non abbastanza da ammetterlo? Cos’è, ti vergogni di me? Ti vergogni di andare a letto con un uomo? -
- Non… non è vergogna Nikki, è che… insomma, non è normale che… io e te, voglio dire… -
Sixx si mise improvvisamente seduto. – Non siamo mai stati normali, T-bone. Ci siamo scopati il mondo, ci siamo iniettati qualunque merda sottopelle, voglio dire… io ho avuto a che fare con il satanismo, ho visto l’inimmaginabile, sono stato dichiarato clinicamente morto! Che cazzo ci trovi di normale in tutto questo?  -
- E’ diverso… -
- Non è diverso proprio per un cazzo, invece! Abbiamo sempre fatto tutto ciò che avevamo voglia di fare, e se questo ha portato all’andare a letto insieme allora ben venga, alla gente non fregherà più di quanto gli era fregato della mia morte! -
Nikki aveva iniziato a gesticolare freneticamente e la sua voce sembrava rotta da un malessere che era incapace di esprimere a parole. Tommy prese le sue mani e le fermò, mettendosi seduto a sua volta, di fronte a lui. – Ascoltami. E’ sempre stato un segreto, il nostro segreto, che cazzo è successo? Non c’è nessun bisogno di dirlo a tutti,  è sempre stato così e così deve continuare ad essere. -
- Beh, forse io non voglio più che sia un segreto. Sono passati quattro anni, T-bone! Quattro fottutissimi anni passati a nasconderci! Andava bene quando scopavamo e basta, ma ora non è più solo questo, e lo sai anche tu, cazzo. -
Tommy rimase sbalordito dall’irruenza con cui le sue parole lo avevano colpito. Lo sai anche tu. Ecco cos’era cambiato, si stavano trasformando in una coppia. Una coppia che non aveva proprio nulla di normale. La cosa lo spaventava più di quanto avrebbe immaginato, ma stava allo stesso tempo disentendo le sue labbra in un sorriso. Nikki lo rendeva felice, ed era forse l’unica persona in grado di farlo davvero.
Anche il bassista sorrise. Prese nuovamente la parola, avvicinando il viso a quello di Tommy e guardandolo dritto negli occhi. – Tu mi ami, Tommy? -
Il batterista si passò la mano fra i capelli. – Non lo so, non ci ho mai pensato -.
In effetti, nemmeno Nikki si era mai posto il problema in precedenza. Era solo da un paio di mesi che il pensiero lo tormentava. Non potevano fare a meno l’uno dell’altro, e fra loro c’era un’innegabile attrazione che faceva sì che non ne avessero mai abbastanza. E si volevano bene, diamine. Si volevano un bene indescrivibile a parole. Era forse amore?
- Beh – rispose Nikki, - si da il caso che io ti ami. Ti amo con tutto me stesso, ti amo come non ho mai amato nessuno. Me ne sono accorto da un po’ ed ho tanta paura. Perché tu potresti non ricambiare, e in quel caso mi cadrebbe il mondo addosso. -
Tommy non sapeva cosa dire. Tutte le certezze che aveva erano state distrutte. Tacque per paura di dire la cosa sbagliata.
- Bene – disse Nikki, interpretando il suo silenzio negativamente.  – Non importa. Possiamo almeno fare sesso stanotte? -
Il batterista sorrise e si morse un labbro. – Sesso? -
- Sesso. Ne ho un estremo bisogno. -
- Sesso? – Ripetè Tommy.
Nikki aggrottò le sopracciglia. – Cosa c’è? -
- Hai davvero voglia di fare sesso? -
- Perché? Tu no? – chiese Nikki confuso.
- Non so tu, ma io non ho voglia di fare sesso. Ho voglia di fare l’amore. -
Il bassista dischiuse le labbra stupito e i suoi occhi brillarono di una luce nuova. – Amore? -
- Fare l’amore – confermò Tommy. – Per tutta la notte, con l’unica persona che amo. -

Il giorno seguente, furono gli ultimi a presentarsi nella hall per la partenza. Ci era voluta un’infinita forza di volontà per convincersi a farlo. Scesero le scale mano nella mano. Nikki era tranquillo, fermo, ma sentiva le dita di Tommy tremare fra le proprie. Lo rassicurò stringendole appena.
Camminarono fino al divano su cui Vince e Mick erano seduti in loro attesa. Quando li raggiunsero, il cantante e il chitarrista si scambiarono uno sguardo d’intesa e sorrisero.
- Era ora – li canzonò Mick.  

  
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