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Autore: _itssviolet    05/01/2013    26 recensioni
" Solo immergendosi e affogando in quei ricordi Harry riusciva a immaginarsi Louis accanto a sè. Perchè quei ricordi erano gli stessi che lo facevano affogare e che poi lo riportavano a galla. "
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Undecided voice is numb 
Try to scream out my lungs 
It makes this harder 
And the tears stream down my face 

P.s: don't cry.
I ricordi. I ricordi sono quelli che ti fregano.

I ricordi sono quelli che ti fanno soffrire, che ti fanno disperare. Quelli che ti dilaniano il cuore e la mente. Che ti lacerano all'interno.
Ma, a volte, quando non ti è rimasto più nulla, quando non ti è rimasto altro che loro, sono anche le uniche cose a cui riesci ad aggrapparti, l'unica zattera di salvezza.

Ed Harry Styles ci si perdeva spesso, nei ricordi; lui non si lesionava tagliandosi con lamette taglienti,no: a lui bastava immergersi in quei ricordi per farsi del male, per auto lesionarsi...altro che lamette. Era più forte di lui. Quei ricordi erano l'unica cosa che viveva dentro di lui.

Quanto è sporco qua” stava pensando quel giorno, sciacquandosi le mani da un sudicio lavandino dentro i sudici bagni del backstage di X-Factor. Stava osservando disgustato i muri, incrostati di sporcizie indefinite, e il pavimento, bagnato di acqua marroncina e disseminato di carta igienica. “Andiamocene via di qua” pensò,scuotendo la testa disgustato. E così, dirigendosi verso l'uscita, camminando con la testa bassa come era solito fare,si scontrò con un ragazzo; il riccio alzò lo sguardo da terra e incontrò due occhi azzurri e profondi.
Ops” il ragazzo, un po' più alto di lui, dai capelli a caschetto,gli sorrise.
Ciao” Harry ricambiò il sorriso ed uscì dai bagni per raggiungere sua mamma, Anne, che lo aspettava con impazienza.

Non avrebbe mai potuto sapere che quel ragazzo sarebbe diventato colui che gli avrebbe sconvolto l'intera esistenza. Come avrebbe mai potuto saperlo, il sedicenne Harry Styles proveniente da un piccolo paesino nel Chesire che lavorava in una panetteria? L'ingenuo, l'allegro, il sorridente, lo spensierato Harry Styles?
In quel momento, il trentenne Harry Styles risiedente a New York che aveva lavorato come cantante, guardandosi allo specchio, si rese conto che del vecchio Harry non era rimasto nulla.
Il viso, una volta roseo e pieno di vita ora era bianco e sciupato.
Gli occhi, quei verdi occhi che irradiavano serenità erano spenti e tristi.
La riccia chioma di capelli che un tempo lo rendeva affascinante aveva lasciato posto a pochi capelli unti e maltenuti.
Il sorriso, contraddistinto da quelle irresistibili fossette di un tempo non aveva più motivo di esistere.
L'Harry Styles sedicenne non esisteva più da un pezzo, ormai.

Smettila, Louis. Sai benissimo che non so ancora cosa provo...per te. E tu mi rendi il tutto ancora più difficile comportandoti così.” era seriamente confuso e arrabbiato con il più grande, quel giorno.
La casa che condividevano con gli altri tre ragazzi della band era stranamente vuota e disordinata. Louis raggiunse Harry facendosi strada tra le mille mutande e canottiere 
cacciate a terra e, sorprendendolo da dietro, si era avvicinato all'orecchio sinistro e gli aveva sussurrato maliziosamente: “Così come?” per poi lasciargli un leggero bacio sul collo. Harry si era allontanato e aveva scosso la testa,confuso. Perse qualche minuto a pensare,con quell'espressione corrucciata che tanto amava Louis e,alla fine,esasperato,disse tutto d'un fiato: “Baciami”
Il più grande aveva strabuzzato gli occhi, sorpreso dalla improvvisa richiesta del riccio. Ma seguendo il suo cuore che batteva sempre più forte, s'avvicinò ad Harry e, con timidezza, premette le labbra su quelle calde e sorprendentemente profumate del più piccolo.

Perchè la vita deve essere così ingiusta?
Perchè ti dona tutto quello che potresti desiderare per poi togliertelo improvvisamente?
Perchè la vita era stata tanto ingiusta con Harry Styles?

Da semplice ragazzo di periferia quale era diventato il sex symbol degli One Direction, la boy band più famosa della Terra. La boy band che vendette dischi e singoli in tutto il mondo con cifre esorbitanti, che fece il tutto esaurito in migliaia di stadi e arene, che aveva milioni e milioni di fans. Harry Styles era amato da tutti, aveva soldi, belle macchine, ragazze ai suoi piedi, ville in tutto il mondo e jet privati. Anche se, in realtà, l'unica cosa che desiderava veramente era poter amare senza restrizioni Louis, l'amore della sua vita.
E invece la vita un giorno gli portò via Louis. E nel giro di poco tempo anche la fama e il successo.

Lou, penso di amarti” gli aveva sussurrato all'orecchio una sera, mentre erano sdraiati sul divano.
Il più grande si era voltato verso di lui e,alzando un sopracciglio, aveva domandato: “Come mai tutta questa dolcezza oggi, Styles?”
E' il nostro primo appuntamento...come vera coppia,intendo” rispose,facendo spallucce e sorridendo.
Louis aveva appoggiato la testa nell'incavo del suo collo, continuando a guardare la tv: “E così il tuo piano per il nostro primo appuntamento è quello di farmi piangere mentre guardo Bambi per poi consolarmi e rubarmi qualche bacetto?”
Harry aveva cambiato la posizione delle gambe sul divano e aveva sorriso: “Mi hai scoperto” sussurrò a pochi millimetri dalle labbra del grande.
Sbagliato” soffiò Louis “Non sono un tipo dalle lacrime facili” .
Il riccio sorrise e s'avvinghiò al più grande,colto da un'improvvisa e ardente passione. Si erano poi spogliati e, per la prima volta, conobbero il profumo della pelle nuda dell'altro sfregare con la propria.
E così, nudi l'uno contro l'altro, avevano fatto l'amore. Louis, giunto al culmine del piacere, aveva emesso un gemito strozzato e aveva perso due lacrime dagli occhi.
Uhm,hai ragione...tu non sei certo il tipo dalle lacrime facili” l'aveva preso in giro Harry, per poi sdraiarsi,sfinito,al suo fianco.

Si era di nuovo lasciato andare ai ricordi e si odiava per questo.
Preso da una rabbia improvvisa tirò un pugno contro lo specchio in cui si stava specchiando, macchiandosi la mano di sangue e facendo cadere a terra mille pezzetti di vetro tagliente. Il dolore gli invase il braccio. Poi scoppiò a singhiozzare e si passò disperatamente le mani fra i pochi capelli rimasti. Non si riconosceva più..Perchè continuava a logorarsi lo stomaco con quei ricordi? La risposta era semplice, effettivamente, solo che non riusciva ad ammetterlo: quei ricordi erano l'unica ragione per cui non si fosse ancora tolto la vita...Erano gli unici appigli a cui poteva aggrapparsi. Erano l'unico mezzo per sentire Louis vicino. Perchè ormai Harry faceva fatica a ricordare quel ragazzo che aveva tanto amato...Faceva fatica a ricordare il timbro squillante della sua voce. Faceva fatica a ricordarsi di Louis: la sua immagine ogni tanto svaniva...Ogni tanto non si ricordava nemmeno il suo volto. Solo immergendosi e affogando in quei ricordi Harry riusciva a immaginarsi Louis accanto a sè. Perchè quei ricordi erano gli stessi che lo facevano affogare e che poi lo riportavano a galla.

Louis si spostava frettolosamente da una parte all'altra della camera, afferrando cose in giro per poi cacciarle nel proprio zainetto.
Dove vai?” chiese Harry, sorpreso.
Il più grande afferrò il cellulare dal comodino e lo mise in tasca: “Da Eleanor”
Ma oggi dovevamo stare insieme” protestò Harry “Oggi era la nostra serata!”
Louis sbuffò: “Sai come funziona,per favore...non mi angosciare.” era poi andato in bagno e,pettinandosi davanti allo specchio, continuò:”Scoccia a me quanto a te, ma è necessario”
Il riccio si era alzato e, infuriato, aveva raggiunto Louis: “No Lou, non lo è. Stasera dovevamo stare insieme. Era una delle poche volte che possiamo farlo, lo sai...Sai quanto ci tengo...Perciò rifiuta e dì loro che stai male o che...” il più grande continuava a specchiarsi senza dargli retta e,infuriato,Harry sbraitò: “Smettila di pavoneggiarti davanti allo specchio e guardami!”
Louis invece guardò l'orologio: “E' tardi, Eleanor mi starà aspettando. Devo andare” andò a prendere lo zaino “Ne parleremo un altro giorno” finì con tono piatto.
Harry giurò di aver sentito qualcosa spezzarsi dentro la propria gabbia toracica: “Sai, Louis? Penso proprio che tu ed Eleanor siate una bellissima coppia” disse con amarezza “Grazie per avermi rovinato la serata”
Louis aveva sospirato ed era uscito dalla camera d'albergo, chiudendo la porta alle sue spalle, senza salutare Harry.

Dolore.
Era un dolore profondo e lancinante quello che provava...eppure non aveva più intenzione di smettere di ricordare. Era come quando fumi o ti droghi: sai che quello che stai facendo è sbagliato, ti sta facendo del male...ma non riesci a smettere.
Ecco, Harry era dipendente da quei ricordi.

L'intervistatrice, con voce squillante, passò al turno delle domande sentimentali: “Allora, come procede la tua relazione,Louis?”
Harry deglutì a fatica e lanciò uno sguardo furtivo al grande, il quale cominciò a parlare con tono forzatamente allegro: “Uh, benone. Lei è veramente fantastica, sono molto fortunato ad averla trovata”
La donna sorrise radiosamente e si rivolse al riccio:“E tu, Harry?”
Louis tossì ed Harry aveva scosso la testa, nascondendo un ghigno: “Io mi concentro solo sulla musica. Sono...” esitò “...single, attualmente” e ingoiò nuovamente quel boccone amaro, per l'ennesima volta. Per una frazione di secondo i due si guardarono,con uno sguardo che parlava da solo. Poi voltarono il viso e sorrisero con quel tipico sorriso falso che ormai regnava sul loro volto da anni.

Innumerevoli furono le volte in cui Harry avrebbe voluto rivelarsi. Dove avrebbe voluto gridare al mondo intero ciò che provava per quel ragazzo. Però non lo fece mai....per molteplici motivi. Uno dei quali era proprio Louis: non voleva che la gente lo venisse a sapere. Non voleva che il mondo sapesse che fossero gay. Per quanto amasse Harry preferiva passare una vita di falsità piuttosto che essere disapprovato dalla comunità.
A volte il più piccolo si era domandato se Louis l'avesse amato veramente,se non lo stesse prendendo in giro. Perchè effettivamente Harry avrebbe fatto di tutto per il suo amato, anche rivelarsi al mondo intero; mentre il suo amato preferiva vivere una vita fatta di bugie e false fidanzate piuttosto che essere sereno con lui. La risposta a questa domanda l'ebbe il giorno in cui Louis decise di togliersi la vita. Infondo anche lui si era stancato di quella vita piena di falsità e aveva trovato il modo più veloce e indolore per uscirne.
Un altro dolore lancinante colpì il petto di Harry. La testa cominciò a girargli e le gambe gli cedettero. Cadde a terra, sopra ai pezzi di vetro taglienti.

Quella sera Harry stava andando a casa di Louis. Dopo settimane di solitudine, finalmente i due avrebbero potuto passare tutta la notte insieme, isolandosi dal mondo intero, amandosi come non si amavano da tanto tempo. Harry era eccitato all'idea, le dita tintinnavano alla guida del manubrio dell'auto e uno stupido sorriso non voleva togliersi dal suo viso.
Trovatosi davanti alla porta dell'abitazione suonò il campanello. Nessuna risposta. “Starà dormendo, come al solito” pensò Harry con un ghigno. Prese le chiavi da dentro la giacca e aprì l'uscio per poi entrare in casa e trovarla vuota: Louis non era sul divano a dormire, come aveva immaginato. “Ma dove sei?” il ragazzo era divertito all'idea che il più grande stette giocando a nascondino.
Quando, però, dopo aver cercato per due piani della villa e non aver ancora scovato Louis, cominciò a preoccuparsi.
Dove diamine...” si bloccò, fissando la porta del bagno al secondo piano. L'unica stanza che non aveva ancora controllato era lì.
Aprì la porta cautamente...
Il corpo del suo compagno era abbandonato a terra,inerme.
Con il cuore che palpitava a mille e la vista annebbiata, Harry si precipitò sopra di lui e gli prese il viso fra le mani: freddo e pallido. Aveva ancora gli occhi aperti ma fissavano il vuoto con un'espressione vitrea, spenta, morta.
Louis?!” un grido strozzato gli uscì dalla gola. “Louis?!” come un pazzo Harry prese a schiaffeggiarlo e a fargli la respirazione bocca a bocca. Senza risultati.
Il cuore di Louis era fermo.
Nella mano distesa a terra stringeva ancora delle pastiglie e un fogliettino. Harry, asciugandosi le lacrime, prese in mano quel biglietto. Lo aprì:

Mi dispiace, Hazz. Sono riuscito a rovinare anche questa volta la nostra serata.

Per sempre tuo,

Lou.

p.s: non piangere. "

 

Il trentenne Harry Styles, disoccupato e povero,sdraiato sopra vetri rotti in un insulso e sporco bagno pubblico di New York, piangeva.
Piangeva perchè era affamato, solo come un cane e senza un soldo.
Piangeva perchè la sua vita, da quel fatidico giorno, andò sempre più sfasciandosi.
Piangeva perchè dopo tutti quegli anni sapeva ancora di essere innamorato di Louis.
Piangeva senza contegno, singhiozzando come un bambino.
Piangeva, ma improvvisamente smise di farlo.
“Ricordati sempre quello che ti ha detto Louis. Non piangere Harry, non farlo” pensò tra sé e sé, tirando fuori dalla giacca il bigliettino stropicciato e malconcio che gli aveva lasciato il suo amato come ultimo ricordo dieci anni prima.





Uh-uh, quante lacrime.
Vi avviso che mentre la scrivevo ero in crisi cosmica e mi disperavo anche io un po' come l'Harry che ho descritto perciò...potete insultarmi pesantemente, don't worry. Mi scuso per tutte le lacrime che vi ho fatto versare ma, davvero, non siete le uniche. 
Non so perchè l'ho scritta...Ero particolarmente triste quel giorno. E quando sono triste scrivo di situazioni ancora più tristi delle mie per alzarmi l'autostima.(?)
Okay, no, seriamente, se fa schifo ditemelo pls.
A me sinceramente non piace...Non so, avrei dovuto farla diversa però...
Vabbe, vi lascio perchè le cinquantatre pagine di storia mi stanno fissando. 
A presto guys.

   
 
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