No one can tell us what love brings
Quindi, ci sono arrivati. Una conclusione del tutto naturale, per chi ha contribuito a creare il contesto nel quale inserirla.
È su questo che Matt, Dom e Kate devono concentrarsi – e si stanno sforzando di farlo, tutti e tre.
Dom bacia bene, come ha avuto occasione di constatare Kate il giorno prima: è premuroso, mai invadente, mai esibizionista. Bacia come vive, verrebbe da dire.
In questo caso, però, forse c'è anche del nervosismo a frenarlo... Stavolta non è lui lo spettatore.
Matt è talmente agitato da non cogliere questa sfumatura. Osserva Dom baciare la sua fidanzata con quella delicatezza che gli è familiare, e non sa leggerci nient'altro dentro.
Guardarli interagire in quel modo è solo perifericamente eccitante, la sua mente sta cercando di far combaciare l'immagine che si ritrova di fronte con il repertorio di cui già dispone ed è difficile, davvero difficile.
Sono così belli, comunque. Pressoché immobili, le braccia lungo i fianchi, i loro corpi distanti e le labbra come unico punto di contatto.
Pian piano Matt registra i dettagli, li mette in ordine, li decodifica e alla fine realizza.
Anche loro non sanno cosa fare, ma lo stanno facendo. Come lui.
Kate
si stacca per prima, ha il respiro
pesante e non da dove guardare.
Lo sguardo dei due uomini nella stanza
con lei le pesa addosso anche se non può e non vuole vederlo.
Vorrebbe farla finita, subito, ed è
per questo che si sfila la t-shirt, sbottona i pantaloni e li tira
giù assieme alle mutandine.
Guarda Dom, ma lui non ricambia lo
sguardo perché la sua attenzione è rivolta tutta
verso Matt mentre
si toglie la camicia e gli skinnies in pochi gesti rapidi.
Allora la sua improvvisa spavalderia
scompare, lasciando il posto alla stessa solitudine che l'ha colta il
giorno in cui ha trovato quell'estraneo a dormire
accanto
all'uomo che ama, e si sente intrappolata nel suo stesso gioco.
Finalmente
la situazione comincia a
fare effetto anche sul suo corpo, il sangue scende dal cervello e va
a raccogliersi lì dove tutto diventa più facile.
Magari i maschi pensassero davvero con
l'uccello, si ritrova a desiderare ironicamente Matt.
Può provarci, però, a cominciare da
stasera.
- Allora, dobbiamo pregarti? - scherza
Dom.
Accanto a lui, Kate sorride lievemente.
Sono entrambi in attesa di una mossa.
E allora muoviamoci.
- Quando mai mi sono
fatto pregare per questo genere di cose...? - Matt ribatte a tono,
iniziando a spogliarsi.
Pochi istanti dopo si dirige verso il
letto, sfiorando la coperta in punta di dita mentre si avvicina al
suo lato e da lì sale sul materasso, sdraiandosi comodamente
nel
mezzo.
Non gli è sfuggito il modo in cui Kate
ha trattenuto il respiro e Dom ha stretto le gambe, come a tenere a
bada il suo pene semi-eretto che fa capolino tra le cosce.
Lo desiderano davvero, a quanto pare.
L'idea lo fa ridacchiare, mentre batte entrambe le mani sul letto in
segno di invito.
Dom e Kate si muovono quasi in
contemporanea, sistemandosi ai lati di Matt.
Quando si chinano entrambi per baciarlo sulla bocca, le loro teste si scontrano producendo un sonoro thud.
Per
un attimo, nessuno fiata.
Poi, Kate apre la bocca ed inizia a
ridere a crepapelle.
-
Non... Non posso crederci...! - articola fra una risata e l'altra,
mentre Matt sotto di lei si spancia e Dom, dopo un attimo di
titubanza, si unisce a loro.
Ride
di cuore, Kate, con tanto di lacrime ad inumidirle gli angoli degli
occhi.
Siamo
ridicoli, pensa, proprio ridicoli.
Quella
consapevolezza è così rincuorante che si
allontana da Matt di
qualche centimetro, scherzando con Dom: - Vai, caro, dai inizio alle
danze.
Lui
sorride a trentadue denti.
-
Grazie, carissima.
È giusto che sia lei a dargli il permesso, d'altronde l'idea è stata sua... Dom sa di doverle questo privilegio. A rifletterci, possiede un vantaggio talmente consistente su di lei che concederle un minimo di autorità non gli dispiace né lo preoccupa.
E poi non è una guerra.
È
solo questione di coordinazione, di esercizio.
Ci
sarà un momento in cui troveranno la posizione giusta,
quella in
grado di accontentare tutti.
Può
funzionare, anche in tre.
Fare
l'amore in tre è faticoso, ma dormire in tre può
essere addirittura
peggiore.
Ad
un'ora imprecisata ma sicuramente molto tarda della notte, Dom si
sveglia con un gomito di Matt piantato nel collo. Quando lo scaccia
in malo modo, l'imbecille si limita ad arricciare il naso e a
borbottare un “fanculo” nel sonno.
Prima
che possa girarsi dall'altra parte e riaddormentarsi, Dom sente dei
rumori.
La
porta del bagno in camera è socchiusa, e Kate non
è nel letto.
I
sensi di Dom si fanno più vigili, e riesce ad identificare i
suoni
che provengono dal bagno; preoccupato, salta fuori dalle coperte e
spalanca la porta.
Kate è
in ginocchio accanto al water, e si sta tappando la bocca con una
mano.
-
Cos'hai? - chiede Dom sommessamente.
Il
fatto che Kate taccia non gli piace affatto.
- Oi,
che diavolo hai?
A quel
punto, lei alza lo sguardo.
Gli
occhi sono ancora gonfi di lacrime per lo sforzo, la voce è
un po'
roca ma le parole sono fin troppo comprensibili.
-
Mettiamola così, Dom... Spero sia solo un virus. Un virus
che faccia
sparire il ciclo e venire le nausee.
*nell'aria risuona l'eco di una risata malvagia*
Sicché, viva i quadrilateri. :D
*sparisce soffiando baci in direzione del gentile pubblico e schivando con eleganza uova marce e scarti di verdure varie*
… no, seriamente, grazie dell'attenzione e spero che apprezziate il finale. ♥