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Autore: OriharaNyah    05/01/2013    1 recensioni
Chiba, distretto Wakaba. No, purtroppo non erano le sei e mezza. La neve dominava il paesaggio, e i fiocchi candidi fluttuavano nell'aria come se non avessero progetti o preoccupazioni. Tre amici camminavano allegri per strada, ignari del fatto che la loro vita stava per cambiare radicalmente da quel giorno..
Se cercate una storia seria e sensata questo racconto non è decisamente ciò che cercate. Ma voi leggetelo ugualmente, non si sa mai.
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash, Crack Pairing
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Alone again, parallel world. 
 

Chiba, distretto Wakaba. No, purtroppo non erano le sei e mezza1
La neve dominava il paesaggio, e i fiocchi candidi fluttuavano nell'aria come se non avessero progetti o preoccupazioni. Continuavano a scendere e dolcemente si posavano sui tetti delle case. 
Tre ragazzi camminavano per strada chiacchierando, con le mani in tasca, dirigendosi verso l'acquario comunale. Erano allegri, non avrebbero mai immaginato che tra qualche secondo a quella parte, la loro vita si sarebbe totalmente rivoluzionata. 
I loro nomi erano Chiharu, Rin e Mori2. Erano ormai a pochi metri dall'ingresso dell'acquario, e in quel momento accadde l'impensabile. La struttura venne totalmente scoperchiata da delle creature che, dall'interno, sfondarono il tetto. Erano meduse3 giganti, che in pieno stile Guerra dei mondi, iniziarono a sparare laser potentissimi distruggendo tutto ciò che avevano intorno. Urla di terrore si levarono in aria e in poco tempo la città venne invasa dal terrore. 
La terra cominciò a tremare violentemente, formando degli enormi e pericolosi crateri nell'asfalto. Sembrava come se la terra si stesse spaccando in due e volesse risucchiare tutto al proprio interno. La terra franò sotto i piedi di Chiharu e cadde giù, portandosi dietro Rin e Mori che si erano aggrappati a lei con l'intento di non farla precipitare. Invano. Un varco spazio-temporale si aprì e inghiottì i tre amici in un sol boccone, facendoli atterrare in un mondo parallelo. Erano finiti nel pianeta madre del sistema solare Zero4, il pianeta lunare Gessekai5. Nevicava, proprio come nevicava a Chiba, quella Chiba che avevano lasciato qualche attimo prima. 
Cadendo batterono la testa, e di conseguenza giaccero svenuti al suolo per un po' di tempo, prima di essere svegliati da un branco di esserini parassiti6 che tentava di trascinarli nella loro tana. Si svegliarono giusto in tempo. 
"State indietro!" gli urlarono i tre amici. 
Gli esserini continuavano a muoversi freneticamente e a parlare tra di loro emettendo strani versi. Improvvisamente, il branco di divise in due e da quel mucchio avanzò quello che pareva essere il loro re. Indossava un mantello rosso e delle bende bianche apparentemente inutili. Avanzò fino a trovarsi davanti ai tre ragazzi. Mise una mano avanti e disse qualcosa in una lingua sconosciuta agli abitanti del pianeta terra. Chiharu fissò perplessa Mori che fissò perplessa Rin. 

"Che ha detto?" chiese Mori. 
"Non ne ho idea. Certo che potrbbe parlare in inglese, quello lo conoscono tutti," disse Rin. 
"Boh, magari parla esperanto.." ipotizzò Chiharu. 
Un esserino dagli spessi occhiali e dal cranio più grande del normale si avvicinò e raggiunse il mantellato. Gli sussurrò qualcosa all'orecchio e il re annuì in modo particolarmente convinto, così l'occhialuto andò via e tornò dopo qualche istante portando in mano una scatolina metallica. La poggiò per terra e afferrò un filo infilandolo nell'orecchio del re, il quale parlò nuovamente. 
"Benvenuti, stranieri. Benvenuti nella terra di Gessekai," stavolta le parole giunsero sensate alle orecchie dei ragazzi. Quella scatolina era un potente traduttore ultratecnologico in grado di tradurre qualsiasi lingua (o quasi, dai), il cosiddetto Bing. Gli abitanti di Gessekai erano un popolo molto avanzato, anche se dall'aspetto non si sarebbe mai detto. 
"Volete delle gallette?" chiese il re. 
Era il loro modo per dare ospitalità agli stranieri, offrire biscotti. 

"Naa," disse Chiharu delusa. "Non ne avete biscotti al cioccolato?" 
"Ehi, a me il cioccolato non piace!" sottolineò Mori. Chiharu la guardò contrariata. 
"Se avete Abbracci risolviamo tutto," propose Rin. 
E fu così che la discussione si concluse con un bell'abbraccio di gruppo. Molto ospitale, ma molto poco biscotto. 
Dopo di che portarono i tre amici in una stanza con dei letti per riposare. 
"E così siamo in un mondo parallelo.." disse uno dei tre. 
"Alone again, parallel world.." 
"Chissà che giorno è in questo mondo." 
Lo sguardo dei ragazzi vagò nella stanza in cerca di un calendario, che alla fine trovarono nel soffitto. Era il cinque Marzo. Il giorno successivo era segnato di rosso, pareva essere un giorno importantissimo. 
"Chissà cosa si festeggia di bello domani!" disse con entusiasmo Chiharu. 
"Già, dovremmo chiederglielo!" rispose Rin. 
"Dall'aria che tira qui intorno parrebbe quasi essere Natale, guarda come nevica!" disse Mori indicando il paesaggio fuori dalla finestra. 
"Va be', ma non è che in ogni zona del mondo a Natale nevica. Non credo proprio che in Africa si sveglino la mattina del 25 con la neve che gli arriva alle ginocchia," repplicò Rin. 
"Certo, perché magari ti pare che siamo in Africa?" 
Alle parole di Chiharu, Rin la guardò perplesso, e lei rispose con l'espressione di una che è consapevole di aver detto una cosa molto poco fornita di senso. Poi disse: 
"Però, guardate qua, Mori potrebbe aver ragione. Quello è un albero di Natale!", puntò il dito fuori dalla finestra, indicando uno spoglio albero di plastica con degli oggetti luccicanti appesi ai rami, e inevitabilmente aggiunse: "Certo, a modo suo.."
In quel momento qualcuno fece irruzione nella stanza, era un funzionario di corte, lo si poteva notare dalle sopracciglia ben curate e dai vestiti di tessuti pregiati. Si era portato dietro il Bing, dipinto di rosso. Era per i discorsi importanti. 
"Stranieri," disse. "Unitevi a noi al festeggiamento della sacra festività del Natale.7"
"L'avevo detto, io!" esclamò Mori, con eccitazione. 
"Oggi è il giorno del sangatsu itsuka, quello che per voi umani potrebbe corrispondere dal giorno della vigilia di Natale." 
I ragazzi lo ascoltarono interessati, e la creatura continuò, raccontando la storia del loro Natale. 
"Le nostre scritture narrano di un essere superiore molto potente. Un essere androgino, con un solo occhio, in grado di fare le cose più straordinarie. Allevia l'anima con la sua voce, si fa carico di tutte le tristezze del mondo. Un essere acuto. Detective, all'occorrenza. Il suo nome è Jesutaro, figlio del dio Zikorushine8, dio dalle sembianze di gatto." 
"Micioo!" esclamarono in coro Mori e Chiharu. 
"Un gatto? Ma perché non un cane?" si lamentò Rin. 
"Fate silenzio," li anmonì il funzionario. "Ascoltate senza fiatare la sacra storia del venerabile altissimo purissimo (questa battuta non la dico, è troppo scontata) levissimo (come non detto) Jesutaro di Chibazaret. Allora, la sua storia inizia così.. 
C'era una volta, una coppia di giovani sposini, i loro nomi erano Akiseppe.."
"Ehi, si chiama come me!" lo interruppe Rin. Ma il funzionario gli getto un occhiata di puro odio e lo fece stare zitto. 
"Dicevo, i loro nomi erano Akiseppe e Tadaria9. Vivevano tranquilli, Akiseppe era un orologiaio molto rinomato in città, mentre la moglie si occupava dei lavori di casa. Ma, inutile dirlo, il loro legame affettivo non era molto forte. Andavano d'accordo, ma non si amavano per niente. Così, un giorno, Tadaria lo tradì con un altro uomo. Venne tentata dal diavolo, Takashilzebù10, e insieme erano in procinto di commettere quel peccato punibile con la lapidazione, quando un angelo dalle sembianze di un pesce11 mandato da Zikorushine si impossessò del corpo di Takashilzebù. Così Tadaria tradì il marito non con il diavolo, ma con una divinità scesa dal cielo. Dal momento che a quei tempi ancora non esistevano metodi anticoncezionali, Tadaria rimase incinta e diede alla luce Jesutaro, il sacro figlio di Dio."
"Mi ricorda qualcosa.." disse Chiharu con fare pensieroso. 
"Secondo me leggi troppi libri fantasy, Chiharu," disse Rin. 
"No, no, ha ragione. Anche a me sembra di averla già sentita.." ragionò Mori. 
L'attività cerebrale dei ragazzi impegnati nello scavare nella loro memoria ottenendo scarsi risultati venne interrotta dal funzionario che con due o tre colpi di tosse cercò di attirare la loro attenzione. 
"Comunque c'è ancora una cosa che non vi ho detto," i ragazzi tesero le orecchie per ascoltare ciò che aveva da dire. "Se volete restare in questo pianeta, vi conviene convertirvi alla nostra religione. Altrimenti, morirete." 
Un lampo attraversò il cielo inspiegabilmente buio nonostante fossero le undici del mattino, un lupo lunare ululò al cielo, dei cavalli dal pelo verde impennarono, e poi tutto tornò come prima. I ragazzi si guardarono imprietriti e deglutirono rumorosamente. 
"Per cui, ora, siete pregati di recarvi al tempio per avvicinarvi al nostro Dio supremo." 
I tre amici vennero trascinati a forza fuori dalla stanza, e un mostriciattolo addetto alla guida li condusse fino alle porte del tempio. Da lì erano costretti a proseguire da soli, entrare nel luogo sacro e ricevere il sacro rito del bendaggesimo12
La prima ad entrare fu Chiharu, e non appena mise un piede aldilà delle porte le luci si accesero improvvisamente da sole. Inquietante, pensarono. Non appena furono tutti dentro si guardarono intorno e notarono proprio di fronte all'altare un essere di spalle, incappucciato. L'essere si voltò e subito si presentò. 
"Benvenuti stranieri, io sono il sacro monaco Bumetor e sarò la vostra guida spirituale." 
Si tolse il cappuccio e quando vide chiaramente i nostri tre eroi sgranò gli occhi sussultando. I ragazzi si guardarono tra di loro non capendo il motivo di tanto stupore.
"Voi.. voi siete degli esseri umani.." disse incredulo il monaco. Poi su avvicinò ai ragazzi e si avvinghiò al braccio di Mori che, infastidita, cercò di scrollarselo di dosso. Il sacerdote Bumetor cominciò a piangere di gioia, e la perplessità dei ragazzi aumentò. 
"Anche io vengo dal pianeta terra," disse il monaco tra le lacrime. "Avevo ormai perso ogni speranza di rivedere ancora qualche esemplare della mia specie, pensavo si fosse estinta. È invece siete arrivati voi.. O sacro Zikorushine, allora esisti davvero!" 
Perplessità in costante aumento. 
"Non guardatemi con quell'espressione. Vi spiegerò tutto, ora venite a casa mia, vi offrirò qualcosa di caldo."
"E il nostro bendaggesimo?" chiese Rin. 
"Non preoccupatevi, ci penserò io ad assicurare al re che la vostra iniziazione spirituale è stata portata a termine con successo, ora seguitemi." 






 

Autor's note: keikaku means plan.

Buongiorno/notte a tutti, so che se devo fare considerazioni che andrebbero lette prima di iniziare il capitolo dovrei effettivamente scriverle prima che la storia inizi, ma esteticamente mi sembra bruttino metterle sopra, e dedicargli un capitolo a sé mi sembra eccessivo, quindi le scrivo qui. 
Chu, è già da tipo un anno che ho questa storia in mente e non mi sono mai degnata di scriverla e pubblicarla, ma ora, be', eccola qui! Ovviamente non ho ancora scritto più di così, non so entro quanto tempo riuscirò ad ultimarla, comunque. E' una storia prevalentemente apparentemente priva di senso, ma in realtà è piena di riferimenti ai Plastic Tree e ad ogni qualsiasi altra cosa che mi passa per la testa, per cui sono ben consapevole che possa risultare non particolarmente divertente se non si riescono a cogliere tutti i riferimenti, per cui alla fine di ogni capitolo farò la sezione autor's note nella quale sottolineerò tutti i riferimenti. Se avete letto questo prima di iniziare il racconto, buona lettura, altrimenti grazie per aver letto, nyu~

Rifuerimyenti:
Il titolo: il titolo del racconto, 1Q99, è un riferimento sia all'ultimo libro di Haruki Murakami, 1Q84 (racconto ambientato nel 1984. Quando i protagonisti si rendono conto di trovarsi in un mondo parallelo, definiscono l'anno come 1Q84, nel quale la Q sta per "question mark") sia ad una canzone dei Plastic Tree intitolata 1999, tratta dall'album Dona Dona, pubblicato nel 2009.
Il titolo del capitolo, invece, è un riferimento alla bonus track del singolo Alone again, wonderful world dei Plastic Tree, ovvero Hajimete no XXX, nella quale i membri del gruppo si mettono a sparare boiate con la canzone Alone again, wonderlful world modificata di sottofondo. Per questo, il chitarrista la definisce Alone again, parallel world.
1: C'è una canzone dei Plastic Tree che si intitola Chiba-shi, wakaba-ku, rokuji sanjuppun, e significa "Chiba, quartiere Wakaba, 6:30". Per cui, le sei e mezza, che fossero state del mattino o del pomeriggio, non sarebbero mai andate bene. Sarebbero state o troppo presto o troppo tardi. 
2: Questa nota non è necessaria, ma la scrivo lo stesso. I personaggi principali sono ispirati a persone reali, ovvero me e altri due miei amici. Chiharu sarei io, giapponesizzando il mio nome, Chiara. Rin è un mio amico che sono solita chiamare Rino, il suo nome vero è Giuseppe. Mori è una mia amica di nome Silvia, il ragionamento è questo: Silvia > selva > foresta > foresta in giapponese > Mori. 
3: in questo racconto ci saranno tante meduse. I fan dei Plastic Tree vengono chiamati kurage, che significa "medusa", nome dettato dalla fissazione del gruppo per le meduse.
4: una canzone dei Plastic Tree si intitola Zero.
5: ugualmente il titolo di una canzone dei Plastic Tree. La parola "gessekai" è formata dal kanji di tsuki, "luna" e da quello di sekai, "mondo". 
6: lol, gli esserini parassiti simboleggiano le fangirl spagnole dei Plastic Tree, che imperterrite continuano a scrivere commenti in spagnolo ovunque, nonostante il fatto che nessuno, a parte loro, capisca ciò che stanno dicendo. E sono irritanti. Venerano i Plastic Tree, in particolare Ryutaro, come se fossero degli dei e ci sbavano dietro. Ovviamente loro sono sempre perfetti, non puoi fare loro una critica che sono sempre pronte ad assalirti e spellarti vivo a morsi. 
7: Ryutaro è nato il 6 Marzo, inoltre c'è una loro canzone che si intitola Sangatsu Itsuka, ovvero "5 Marzo".
8: anagramma di Nekozirushi, un gatto nero bendato e ricoperto di garze mascotte del gruppo.
9: Akiseppe = Akira (chitarrista dei Plastic Tree) + Giuseppe; Tadaria (leader e bassista dei Plastic Tree) = Tadashi + Maria. (sì, lo so, fanno schifo come nomi) 
10: Takashilzebù = Takashi (il primo batterista vero e proprio dei Plastic Tree) + Belzebù. Ho fatto fare a lui la parte del diavolo perché non lo sopporto, lol.
11: c'è una canzone dei Plastic Tree che si intitola Angelfish. E poi sono fissati con i pesci (?).
12: bendaggesimo perché, come abbiamo detto, il dio Zikorushine è ispirato ad un gatto ricoperto di bende, per cui i fedeli si riempiono di garze per somigliare a lui. 

   
 
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