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Autore: lottieverdeen    05/01/2013    11 recensioni
La vera storia di Cato e Clove, di come si sono conosciuti, innamorati, odiati e persi. Per sempre.
DAL CAPITOLO 9
Solo mie potevano essere le sue labbra, solo mia la sua voce, solo mie le sue mani. Ma ora è troppo tardi.
Il mio cuore inizia a battere forte, cerco di trattenere le lacrime mentre la tristezza mi annebbia la vista.
Chiunque di noi due torni dall'arena, non tornerà mai del tutto intero.
Perchè dovunque io vada, una parte di me sarà sempre da lui.
Genere: Drammatico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cato, Chaff, Cinna, Claudius Templesmith, Clove
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1
 


Fin da quando sono nata mio papà ha sfogato i suoi sogni di gloria irrealizzati su di me.
A quattro anni come regalo di Natale sotto il mio albero c'era solo un solitario coltello.
A cinque anni mi ha costretta ad imparare ad usarlo. A sei anni, cioè adesso, mi sta accompagnando all'accademia.
Le porte dell'edificio sono spalancante, due pacificatori di guardia. Il vento mi scompiglia i capelli, alzo la testa per poter osservare meglio la grande caserma che chiamano Accademia.

“Non voglio andarci.” Dico secca. Mio papà si gira, leggermente perplesso. E' la prima volta che lo contraddico, che mi oppongo a lui.
Al posto di rispondere mi afferra per un braccio e mi trascina di forza verso l'edificio.
“Ci andrai e ci starai finché non tornerai vittoriosa dagli Hunger Games.”
“E se mi rifiutassi di andarci?” Con un ultimo strattone mi spinge davanti ad un pacificatore che mi guarda.
Alza una mano, come per afferrarmi. “Non provarci.” Dico tagliente e mi giro verso il portone.
Senza salutare mio padre faccio un passo, poi un altro, finché un rumore mi fa sobbalzare.
La mia vita, quella vera è finita, perchè questa che mi aspetta non è vita, ma solo una tortura a cui solo i più forti possono resistere e io lo sono.

 

Mi metto in fila con le mie coetanee che come me ambiscono alla vittoria negli Hunger Games.
Siamo una decina e tutte ci nascondiamo dietro alla nostra faccia fiera e felice, anche se dentro non lo siamo.
Dal mio canto, l'unica cosa che sento è indifferenza. La mia vita qua, sarà esattamente come a casa, un inferno.
La nostra allenatrice si presenta come Enobaria, ed ad una ad una ci chiede il nostro nome. Arrivata a me sorride beffarda.
Probabilmente per colpa della mia bassa statura. In confronto alle mie future compagne, sono davvero piccola.
“Mi chiamo Clove.” Dico guardandola negli occhi.
“Bel nome.” Ghigna.
“Anche Enobaria è bellissimo.” La mia futura allenatrice alza una mano, per tirarmi una sberla, ma con scatto fulmineo la blocco.
“Non provarci.” Ripeto. Probabilmente diventerà la mia frase preferita. Lei si libera dalla mia presa e ci fa segno di seguirci, si atteggia come se fossimo i suoi cagnolini e questo non mi piace affatto.
Di malavoglia la seguo, in una sala grandissima, con qualunque tipo di armi.

Ragazze cosa sapete fare?” Chiede. Le mie compagne mugugnano qualcosa che suona come un niente.
Quando arriva a me sorride di nuovo in quel modo che mi fa venire voglia di prendere un coltello e piantarglielo nel cuore, ora, qua e adesso.
“So lanciare coltelli.” Scoppia in una fragorosa risata imitata dalle altre ragazze.
Vorrei solo aver detto che noi umani assomigliamo alle pecore, quando la grande pecora capa fa una cosa le altre la seguono.
Enobaria mi porge un coltello che afferro. Lo impugno, come mi ha insegnato mio papà e lancio. Colpisce un manichino esattamente al centro del segno che indica il cuore e io sorrido soddisfatta.

Enobaria ci ha congedate dicendo che oggi voleva solo conoscerci.
La sacca che contiene le mie robe sulla spalla mi dirigo verso la mia camera, il numero 9, al terzo piano.
Penso a mio padre a come mi ha abbandonata davanti al portone, come un oggetto senza valore.
Mia madre non si è mai opposta a lui, ha paura, è una codarda.
Una voce mi risveglia dai miei pensieri.
"Hanno reclutato un nano all'accademia." dice un ragazzo biondo con gli occhi blu.
"Hanno reclutato un pagliaccio all'accademia" Rispondo pronta imitando la voce del biondo.
Il ragazzo mi appoggia due mani sulle spalle e con la sua forza bruta mi costringe a guardarlo.
"Stai attenta a quello che dici ragazzina."
"Stai attento a quello che fai ragazzino."
Lo guardo un'ultima volta, uno sguardo pieno di sfida e di odio, poi lui mi molla e io corro verso la mia camera.

Bene, due nemici sicuri in un giorno.
Dai, poteva andare anche peggio.



 



 


Ciao a tutti!

Innanzitutto grazie per aver letto questo primo capitolo.
Clove è appena arrivata all'accademia, e indovina indovinello chi è il ragazzo che ha conosciuto e che si è inimicata già dall'inizio?
Se vi è piaciuto, (Ma anche se secondo voi fa schifo) mi farebbe piacere se lasciaste anche un mini-commento per dirmi che ne pensate.
Spero di riuscire ad aggiornare il più preso possibile.

Bye bye popolo di efp :)
Lottieverdeen


 

  
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