Videogiochi > Assassin's Creed
Segui la storia  |       
Autore: madoka94    05/01/2013    4 recensioni
Ahem...buona sera a tutti! ho voluto fare un piccolo esperimento sulla mia coppia preferita yaoi/shonen-ai: altyxmalik.
é tutta una serie di piccoli racconti basati sui loro ricordi, dalla loro infanzia fino a quando sono adulti.
Non vi assicuro che sia una piccola perla, spero comunque che sia di vostro gradimento per chi è pazza come me di loro due ^^
Buona lettura!
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altaïr Ibn-La Ahad , Malik Al-Sayf
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

6° ricordo:ricordi di neve


C' era la neve, c' era tanta neve.
Un immensa coltre bianca che si estendeva su tutta quanta la montagna, ne erano ricoperti i tetti delle piccole abitazioni dei popolani di Alamut, ne era ricoperta l' immensa e, ormai, vecchia struttura del maniero di Masyaf.
All' interno di quelle mura un vecchio si ergeva in piedi, fermo come i pilastri che tenevano saldo l' Ordine degli Assassini, sempre vigile come un aquila solitaria, osservava il panorama che si estendeva sotto di esso in quel suo ampio studio e le ampie finestre che facevano entrare quel poco di luce che la stagione offriva.
Non sarebbe mancato poi tanto al momento propizio, pensava di tanto in tanto mentre dal paesaggio i suoi occhi si spostavano a una scatola che custodiva una chiave dove avrebbe racchiuso i suoi ultimi ricordi, un sacchetto in cuoio pregiato che conteneva la Mela dell' Eden e un vecchio tomo usato in passato come contenitore di memorie trascritte con l' inchiostro.
Si decise dopo un poco di spostarsi da quella posizione statuaria al tomo posando le sue dita ringrizzite, una volta forti da poter tenere ben salda una spada, accarezzando con estrema delicatezza la copertina disegnando dei piccoli cerchi immaginari.
L' aveva trovato in un cassetto di un vecchio scrittoio al Covo di Gerusalemme, immerso tra la polvere e la solitudine.
D' altronde si sentiva esattamente come quel tomo: vecchio, stanco e solo.
All' improvviso sentì dei passi svelti salire le scale e subito smise di fare quel che faceva mettendo entrambe le mani dietro alla schiena.
-Padre.-salutò suo figlio chinandosi.
-Darim.-salutò il vecchio sorridendogli leggermente.-Sei ritornato presto dal tuo viaggio a Costantinopoli.è andata tutto per il meglio?-
-Sì, i Polo sono al sicuro.-
-Hai fatto un ottimo lavoro figlio mio...-ad un tratto si sentì leggermente mancare e si lasciò cadere sulla doltrina.
Il figlio avanzò verso di lui preoccupato, non era la prima volta che suo padre avesse degli svenimenti di quel tipo o gli faceva male il petto.La cosa non gli piaceva affatto.
-Papà...-
Altair guardò il suo volto, scrutando gli occhi così simili ai suoi.Anche Darim era invecchiato velocemente, aveva su per giù sessantacinque anni.
-"Dio, quanto passa velocemente il tempo!"-
Dopo quel pensiero riprese piano il respiro e dopo un pò si calmò, poggiando la mano con l' anulare mancante sulla spalla del suo primogenito.
-Sto bene, non angosciarti.-cercò di rassicurarlo.
-Ne siete sicuro?Ultimamente non riesco a stare tranquillo da quando avete questi acciacchi.-rispose l' uomo guardandolo con le sue iridi d' oro-nero, la celata gentilezza e l' ostinatezza che aveva ereditato dalla madre Maria.
Il vecchio Mentore aveva bisogno di liberare la mente e rinfrescare i polmoni, ne aveva l' estremo bisogno.
-Fa una cortesia a questo vecchio indolenzito, potresti portarmi al campo di allenamento?-
-Con questo tempo?Vi prendereste un malore e poi altro che acciacchi!-
-Te lo ordino come Mentore.-insistette il vecchio alzando leggermente la voce e il figlio voltò gli occhi al cielo scuotendo la testa.
Ormai conosceva fin troppo bene quel vecchio testone e nulla e nessuno sarebbe riuscito a fargli cambiare idea, anzi, si ricordava che solo uno ci riusciva ma in quel momento non poteva essere presente.Non più ormai.
Così lo aiutò ad alzarsi e l' altro prese il tomo stringendoselo sotto braccio, come a voler proteggere una reliquia.
Darim all' inizio non chiese niente per non infierire su cose che probabilmente riguardavano di persona il padre, poi quando giunsero nel cortiletto dove si allenavano una volta per i lanci di coltelli, frecce e corsa, fece per aprir bocca curioso.
-Dove avete ripescato quel libro?Vi apparteneva?-
A quelle parole il vecchio Ibn-La'ahad sussultò leggermente stringendo l' oggetto di più a se, in seguito un leggero sorriso pieno di malinconia si disegnò sulle sue labbra increspate.Sospirò un attimo prima di rispondere.
-Non apparteneva a me, era di Malik.-
-Sono le sue memorie, vero?-
L' anziano alzò il capo celato dal cappuccio al cielo, perso nei ricordi, quegli stessi momenti che alcune volte attanagliavano il suo spirito recandogli un grande dolore.Per l'annesima volta Darim s' era reso conto di aver toccato un tasto dolente, come in altre occasioni che si era ritrovato a fargli domande sullo zio Malik.
-Sai-cominciò a dire la vecchia aquila-è qui che io e lui ci siamo battuti per la prima volta.-
Anche sul suo viso si disegnò un sottile sorriso nostalgico.
-Ricordo che me ne avevate parlato una volta, vent' anni fa.-
-Vero.-
-Ma ricordo anche che quand' ero un ragazzo zio Malik mi raccontò di quanto foste sbruffone e impacciato.-asserì il figlio ridacchiandosela.
-Sbruffone e impacciato, eh?Guarda te quella vecchia tigre furbona cosa andava a dire ai miei figli dietro alle mie spalle!-
rise a sua volta il vecchio ironico.
-Però era molto paziente e di gran cuore.-
-Non sai quanto...-riprese ad accarezzare il dorso del volume, immaginando quasi di accarezzare lui stesso.
Darim comprese che era meglio tacere dato come era tornato a soffermarsi su quel diario.
Sapeva che Altair e Malik erano grandi amici, oltre che quest' ultimo fosse il suo braccio destro.Sapeva anche che il legame che avevano era indissolubile nonostante i caratteri differenti tra loro, erano fratelli, non di sangue ma nell' anima, in tutto e per tutto.
Ricordava ancora di quanto l' Al-Sayf gli era stato vicino, quando litigavano, quando doveva badare a lui o a Sef mentre l' altro era via in missione ed era in ansia più di quanto lo potesse essere Maria cercando di non darlo a vedere, quando in rari momenti ridevano per delle stupidaggini.
Riusciva quasi a toccare con mano quel filo che legava l' uno all' altro, quello stesso filo che era inaccessibile agli occhi degli altri componenti della famiglia.
Non comprendeva quanto profondo doveva essere quel legame nonostante fosse una delle persone a cui ha voluto bene ad entrambi e forse non l' avrebbe fatto mai.
Però gli si appensantiva il cuore a vedere il genitore così debole e triste.
E sapeva che da un momento o l' altro sarebbe toccato anche a lui ad andare tra le braccia della morte loro amica.
Al solo pensiero...non riusciva proprio ad accettarlo.
-Lasciami solo, per favore.-ordinò Altair facendo librare nell' aria una nuvoletta provocata dal suo fiato.
-Come preferite.-chinò il capo il figlio senza protestare.
Capiva che aveva bisogno di prendere una breve pausa, quindi lo salutò facendo un inchino e si dileguò tra le mura del maniero.
Quando fu lasciato nel campo, Altair si incamminò verso una panchina lì vicina, scostò la neve e si sedette su di essa con il diario sulle ginocchia.
Lì accanto risiedeva un piccolo altare dove ci erano posati dei fiori diventati ormai secchi.
-Ciao tigre, quanto tempo...-salutò da solo il vecchio come a parlare con un fantasma, forse era proprio quello che stava facendo-...sono stanco sai?Oramai ho ottantadue anni, Darim sessantacinque.Speravi che lasciassi tutti prima del tempo, vero?Queste sarebbero state le tue parole se fossi stato qui, ridendomi in faccia chiamandomi ancora novizio.Sono sicuro che l' avresti fatto.-rise sommessamente a immaginare che il suo vecchio compagno l' avesse deriso a crepapelle.
Prese due respiri, non aveva mai riso così tanto in tutta la sua vita...da solo.
-Mi manchi fratello, mi manchi tanto.-riprese con la malinconia ad accompagnare la sua voce.
-Delle volte penso che sarebbe stato facile per noi se non fossi stato così codardo a voler rimanere con Maria dopo ch' ebbi saputo che aspettava nostro figlio, dovevamo essere solo io e te...ma come ti avevo cercato di spiegare in passato le volevo fin troppo bene da doverla lasciare da sola con un pupo a carico.Non sarebbe stato giusto nei confronti di entrambi.Non lo era comunque per te e questo lo sapevo da tempo.-
Mentre parlava da solo, a quell' altare, ricordava di quando una volta lui e l' Al-Sayf avevano litigato di brutto per, appunto, Maria.
Altair voleva molto bene alla donna ma l' aveva espresso nel peggiore dei modi, causando un secondo dolore al rafiq e rischiando che la loro storia si sgretolasse di tutto punto.
Per non metterlo in difficoltà Malik decise di lasciarlo andare e non fare più ritorno nel suo cuore.
Ma negli anni seguenti i due uomini, nonostante si erano detti più e più volte di non arrecare altri danni di quanto se ne potevano creare, si incontravano in attimi sfuggenti di nascosto:nello studio del Gran Maestro, in biblioteca, nella stanza del rafiq, dove nessuno li vedeva.
Ma quando l' aquila commise un terzo sbaglio con l' arrivo di Sef, Malik gli diede l' ultimatum.
-"Scegli!O io o lei!"-
Era stato crudele come l' aveva detto ma i fatti erano quelli, l' Ibn-La'Ahad doveva scegliere.
E aveva scelto...la famiglia e Maria Thorpe.
Fu chiaro come il sole quando partì per una missione che comprendeva i Mongoli insieme a lei e Darim, ormai grande e già un Assassino esperto.
Passarono gli anni e seppe dell' uccisione di Sef da parte della tigre, sapeva che non era stato lui, non gli avrebbe mai causato tanto dolore a tal punto.
Era stato un altro Assassino per ordine di Abbas, quel traditore che aveva ancora la rabbia repressa nei suoi confronti diede la colpa all' amico, lo imprigionò e poi...si ricordò che nonostante il tentativo di liberarlo aveva visto la testa decapitata del rafiq.
Gli Assassini traditori gliela mostravano con la faccia a terra come a dire: "ecco il frutto dei tuoi peccati!Guardali e soffri come ha fatto questa povera anima morta a causa tua!SOLO TUA!".
Visse i suoi anni di vecchiaia con questa colpa assoldata nel cuore, nel silenzio, nella solitudine, nei suoi pensieri.
Poi però gli ritornarono alla mente quei giorni felici di quando erano giovani, quando avevano vissuto prima l' antagonismo tra i due, poi l'amicizia, infine l' amore.
Gli sembrava di vederle lì, quei bei ricordi, passargli davanti in un attimo.
Subito dopo quelle figure create dalla sua immaginazione si smaterializzarono, portate via dal gelido vento dell' inverno.
Si ricordava ancora di quanto la sua giovane mente era manipolata dagli insegnamenti di Al Mualim, freddi, meccanici, privi di tatto umano.Imparava tutto alla lettera, poichè era diventato il suo unico punto di riferimento, colui che considerava veramente un padre.
A quei tempi non capiva quanto stava perdendo la ragione quel vecchio folle e non sapeva del tradimento.
Se non fosse stato per Malik a insistere sui sentimenti che non devono essere repressi, con quell' innocenza che dimostrava a quei tempi e la sua forza d' animo, non sarebbe mai riuscito a uscire da quello spiraglio che l' avrebbe portato a tramutarsi in una macchina perfetta per uccidere, senza alcun rispetto per la vita altrui.
In parte era diventato così ma tramutò l' opinione che aveva sulle sue vittime, cercando di ascoltare le loro ultime parole prima di espiare l' ultimo respiro.
Tutto questo era grazie a quell' uomo e non l' avrebbe mai ringraziato abbastanza.
-Ho preso questo al tuo vecchio bureau-riprese Altair con un tenero sorriso a disegnargli le labbra-l' ho letto tutto.Lo so, non avrei dovuto farlo ma avevo sentito la necessità di leggerlo e...non me ne pento assolutamente.è stato come conoscerti di nuovo, anche da defunto riesci a mettermi in moto tante cose che fanno farfugliare questo vecchio stomaco che qualcun altro avrebbe detto che erano le farfalle che vengono quando si prova qualcosa per una persona che riteniamo speciale.Sono diventato smielato, perdonami, colpa di Darim e i suoi romanzi sull' amor cortese che mi legge ogni sera.In verità è anche colpa mia che lo incito a raccontare ad alta voce.-
Interrompendosi si alzò piano con qualche fitta alla schiena mettendosi davanti all' altare e leggere le scritte che vi erano incise.
Non era un semplice altare, era la tomba della persona che più aveva rispettato e amato.
Malik Al-Sayf, 1165 - 1227.
Posò a terra il tomo guardando quel freddo pezzo di pietra che gli stava davanti.
-Te lo restituisco...-
Voleva poter dire altro, voleva dire "ti amo" ma sapeva in cuor suo che con lui non cen' era mai stato bisogno, lo sapeva già da se anche quando avevano deciso di separarsi.
E poi dirlo non sarebbe servito a niente, perchè la tigre ora stava volando in alto, in punti in cui all' aquila erano ancora sconusciuti ma ben presto sapeva che non sarebbe stato così.
Lo sentiva dal debole battito del suo cuore.
-Padre!-lo chiamò Darim che era tornato da lui di corsa.
-Cosa succede?-
-I Mongoli...ci stanno attaccando.-
Il Gran Maestro restò muto, dopo un lungo silenzio dove osservava la lapide e riprendendo poi a guardare il figlio che aspettava un suo comando, disse:
-Ordina a tutti gli Assassini e gli abitanti di fuggire al più presto da qui.Quando sarai pronto vieni con me alla biblioteca.-
Detto ciò entrambi se ne andarono dal vecchio campo di allenamento e Altair pensava solo a una cosa: il momento era arrivato.
L' aquila avrebbe raggiunto ben presto la tigre, come promesso.



FINE
 

 

 

 

 

 

SPAZIO AUTRICE:

Ed eccoci qua, sono tornata con l' ultimo e ansioso capitolo!

Perdonatemi il ritardo ma tra scuola e altro (soprattutto la mancanza di ispirazione) non riuscivo a concludere tanto.

Ma sono comunque felice di essere arrivata fino a qui e sono anche contenta che questa prova abbia attirato tantissimi lettori che ringrazio dal più profondo del cuore nell' aver voluto seguire questa storia.Mi vengono i lacrimoni a sapere che è finita quiiii!! T^T

Ma non temete, tornerò con una nuova storia con loro due prima o poi, lo giuro!  ;-)

E adesso passiamo a grandi ringraziamenti a tutti coloro che hanno seguito, recensito e messo tra le preferite la storia:


Smell


Narjis


sasuke lastdragon


Vanny2003


Hikari B Uchiha


Altair chan


Satiel


Volpotto


GiadaJoestar


Tsuki no Sasuke


Rika86

fuxiotta95

 

Anche se in ritardo auguro a tutti voi buone feste!E grazie di tutto!!!!!!!!

Bacioni,

 

madoka94

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Assassin's Creed / Vai alla pagina dell'autore: madoka94