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Autore: LolaVerdi    06/01/2013    0 recensioni
Jessica Armstrong è una diciassettenne che vive a Sutton. La madre, dopo un periodo di frequentazione con Yaser Malik, le dice che si sposeranno e che dovranno andare a vivere a Bradford. A questa apparente normale situazione, aggiungiamoci un figlio famoso e membro di una band, sorellastre, nuovi amici e una nuova vita.
Dal prologo:
< Malik ti dice qualcosa? >
Alzai un sopracciglio e iniziai a vagare nella mia mente. Non conoscevo nessun Malik e mi chiedevo perché mi avesse posto quella domanda.
< Mmm… No, dovrebbe? >
Mia madre si alzò da tavola e iniziò a sparecchiare. Ero stranita dal suo comportamento, era come se volesse tardare a dirmi cosa stesse a significare quel cognome che a me non ricordava nessuno. La lasciai fare e la aiutai mettendo i piatti nel lavandino.
< Suo figlio, Zayn…è un cantante. >
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Prologue

 

 
 
La Gran Bretagna era famosa per il suo clima in continuo variamento, si poteva passare, con estrema facilità, da una giornata soleggiata ad una umida, fredda e piovosa. Ed io, Jessica Armstrong, adoravo questo aspetto che la caratterizzava. Dopo la scuola trascorrevo le mie giornate nei grandi parchi ad osservare e ammirare la bellezza della natura: amavo il profumo dell’erba tagliata, dei fiori e soprattutto degli alberi di pino. Fedeli compagni erano il mio libro preferito e l’ipod. Mi immergevo nel verde del parco leggendo storie fantastiche e ascoltando musica; ogni cosa attorno a me diventava parte del libro e ogni persona che passeggiava, prendeva il volto del personaggio di cui stavo leggendo. Come in ogni parco c’erano delle panchine, io però preferivo sedermi sotto ad un grosso salice piangente che mi aspettava di pomeriggio e non trovavo mai occupato, come se quel posto fosse soltanto mio. Il motivo per cui trascorrevo tutto quel tempo lì era perché mia madre era indaffarata con il lavoro e non c’era mai a casa; piuttosto che restare sola, preferivo venire al parco per schiarirmi un po’ le idee e per osservare il comportamento della gente. Si, accadevano strane cose lì.
Nel giro di un anno avevo assistito ad una decina di liti tra fidanzati, rotture definitive di amicizie, bambini che giocavano mentre padri o madri rimorchiavano, tradimenti a quantità e chi più ne ha più ne metta. Qualche volta mi appuntavo qualcosa, solo per non poter dimenticare.
In realtà, questa mia strana mania – osservare la gente e appuntare cose su un taccuino – era solo per poter colmare quel vuoto che avevo dentro da tre anni. Mi sentivo sola, terribilmente sola.
Mio padre aveva avuto un incidente e aveva lasciato me e mia madre a compatire la sua morte. Dopo il periodo buio e difficile, causato dalla sua mancanza, arrivò quello ancora più complicato. Mia madre dovette accettare lavori fuori casa per poter affrontare le spese quotidiane, con un solo stipendio era tutto più difficile.
Ecco, andare al parco mi faceva sentire più vicina a mio padre e quando il vento tirava forte e sbatteva prepotente sugli alberi, mi sembrava di poter sentire la sua voce che mi diceva di stare tranquilla, lui mi avrebbe protetta sempre e un giorno le cose sarebbero migliorate. Forse tutto ciò lo sognavo, ma a quelle parole di vento io ci credevo e non aspettavo altro che quel fatidico giorno arrivasse. 
Il sole stava tramontando e di malavoglia mi alzai e mi incamminai verso il tragitto che mi avrebbe portata dritto a casa . Mia madre sarebbe tornata da un momento all'altro e io approfittavo sempre per poterle preparare la cena e poi ricevere i suoi complimenti che mi scaldavano il cuore. Avevo diciassette anni, ero grande per lei, ma avevo ancora bisogno di tanto affetto.
Il cielo si stava pian piano oscurando e io camminavo veloce, stringendomi nel giubbino rosa. Le luci della cittadina iniziarono ad accendersi e tutto divenne un miscuglio di colori, caldi e aranciati dei lampioni e scuri e bluastri dei palazzi e delle strade in tardo pomeriggio.
Arrivai al pianerottolo del grande edificio dove abitavo e salii le scale; il mio appartamento si trovava al terzo piano. Quando aprì la porta, un’ondata di calore mi pervase. Mamma aveva lasciato il camino accesso e anche se in quel momento della legna fosse rimasta solo cenere incandescente, il piccolo salotto aveva mantenuto il calore.
Cucinai qualcosa di veloce e aspettai mia madre seduta di fronte al camino. Stava facendo più tardi, solitamente rientrava per le cinque e mezza di sera. Erano le sei e un quarto.
Mia madre era una donna semplice e dolce, non era mai stata un tipo debole ma dalla morte di mio padre era diventata ancora più forte. Lavorava come segretaria e assistente per un avvocato, un uomo che pian piano era diventato suo amico e che, per quanto ne potessi sapere, voleva da lei qualcosa di più che una semplice amicizia.
Il portone di casa si aprì e la vidi entrare, sorridente come sempre. Regalava un sorriso a tutti e soprattutto a me.
<< Ho preparato la cena. >> dissi e mi avvicinai a lei per aiutarla con le buste della spesa. Ora avevo capito perché aveva fatto tardi.
<< Grazie tesoro, sei un angelo. >> e si diresse in cucina.
Mangiammo in silenzio; in televisione stava andando in onda il telegiornale e parlavano di una certa band, il cui album aveva venduto milioni di copie raggiungendo i primi posti nella classifica europea. Non ero molto interessata alla notizia, quindi non diedi peso alle parole della giornalista.
<< Tesoro, devo dirti una cosa… >>
Mi destai dai miei pensieri e volsi lo sguardo verso mia madre.
<< Dimmi. >>
Sapevo che doveva parlarmi di quell’uomo, da due mesi a questa parte era diventato il fulcro delle nostre conversazioni. In realtà sapevo ben poco di lui, mi sembrava si chiamasse Yaser, era un avvocato di successo e mia madre lavorava per lui. Dal nome, però, capii che si trattasse di uno straniero e dalle chiacchiere della mamma, seppi che fosse di origini pakistane.
Bene.
Fingendo di essere interessata, mi allargai in un sorriso.
<< Beh…ho una certa età, e…tuo padre non c’è più…ed io…lo conosci Yaser, sai quanto ci vogliamo bene…>>
Non riuscivo a capire cosa mia madre volesse dirmi. Le sue, erano più che altro, frasi sconnesse che, sapevo, avevano un fine però, conoscendola, doveva farmi subire, prima, un preambolo di idiozie per giustificarsi di quello che avrebbe detto o fatto.
Alzai un sopracciglio e la incitai a continuare.
<< Vedi, io sono felice. Lo sai che io e Yaser stiamo insieme, ma questo non ci basta. >>
Rimasta basita dalle sue parole mi domandai, nuovamente, cosa volesse dirmi. Voleva un figlio da quell’uomo? Davvero non riuscivo a capire.
<< Va bene, ora te lo dico. Io e Yaser vogliamo sposarci. >>
La guardai per qualche secondo dir niente, mentre nella mia testa risuonavano ancora quelle parole. I miei occhi si ridussero in due fessure e fissavo mia madre incredula. Poi sospirai, scrollai le spalle e cercai di calmarmi. Sapevo che un giorno mia madre mi avrebbe dato questa notizia. Lei amava quell’uomo e stavano insieme da tempo ormai. Non sapevo quanto lui potesse essere simile o diverso da mio padre, ma ero ben conscia che lui la rendeva felice ed ora adirarmi e sbottare con lei era un qualcosa di cui poi me ne sarei pentita. Quindi sorrisi e l’andai ad abbracciare.
<< Sono felice. >> dissi, lo ero. Anche se, in parte, mi dispiaceva.
<< Grazie tesoro, sapevo che avresti capito. Però…>>
Ritornai al mio posto.
<< Cosa? >>
<< Andiamo per gradi… >>
Sgranai gli occhi, che altro doveva farmi sapere? Che fosse incinta, per caso? O che quest’uomo volesse farci vivere in Pakistan?
Pensai alle ipotesi più assurde.
<< Andremo a vivere a Bradford. >>
<< Cosa? >> sbottai.
<< Tesoro, è una cittadina carina. E poi starei più tempo a casa e potremo andare a fare shopping! >>
Era entusiasta, le brillavano gli occhi. Lei amava Sutton e doveva tenere davvero tanto a quell’uomo per poter cambiare città. Sutton era il luogo dove i miei genitori si erano incontrati per la prima volta. Mio padre, facendole una sorpresa, comprò un appartamento proprio qui e sulla parete, ancora bianca e pronta per essere pitturata, scrisse con un pennello: Mi vuoi sposare?
A Sutton era iniziata la loro vita e, a Sutton, ora, si era conclusa. Mia madre non lo avrebbe mai dimenticato, però per me, lasciare quella casa e il parco significava lasciare, nuovamente, mio padre.  
<< Ok. >>
<< Poi… >> iniziò mia madre. Come poteva esserci un poi dopo quello? << Beh, Yaser è divorziato e ha dei figli. Quattro per la precisione e… vivono con lui. >>
Iniziai a ridere come una cretina e mia madre mi guardava perplessa. Certo, anche io avrei avuto la sua stessa reazione se avessi potuto vedermi in quel momento. Il punto era che io stessi ridendo per non piangere e per reprimere il mio istinto di prendere il piatto e lanciarlo, con tutta la mia ira, verso il muro.
Quindi, ricapitolando, avrei cambiato città, scuola, famiglia e avrei avuto quattro nuovi fratelli. Strano e inusuale per me che, fino ad ora, ero abituata a stare da sola.
<< Yaser me ne ha parlato, sono tutti dei bravi ragazzi.>>
<< Non ne avevo dubbi. >> risposi. << Hai finito? >> chiesi, sperando vivamente che altre nuove notizie non avrebbero messo a dura prova la mia calma. Ero una persona abbastanza tranquilla e paziente, ma se il limite veniva superato più di tre volte, allora anche io mi trasformavo nella ragazzaccia che di fine e casto non aveva un bel niente.
<< Malik ti dice qualcosa? >>
Alzai un sopracciglio e iniziai a vagare nella mia mente. Non conoscevo nessun Malik e mi chiedevo perché mi avesse posto quella domanda.
<< Mmm… No, dovrebbe? >>
Mia madre si alzò da tavola e iniziò a sparecchiare. Ero stranita dal suo comportamento, era come se volesse tardare a dirmi cosa stesse a significare quel cognome che a me non ricordava nessuno. La lasciai fare e la aiutai mettendo i piatti nel lavandino.
<< Suo figlio, Zayn…è un cantante. >>
 
 

Spazio Autrice

Ciao belle,
piacere io sono Lola. Ho scritto questa fanfiction e spero vivamente che vi piaccia. La protagonista è Jessica e come avrete lette diventerà la sorellastra di Zayn. Jessica avrà le sembianze di Demi Lovato. Non so che altro dire, spero mi lasciate qualche commentino e io proseguirò la storia. Un bacio a tutti voi! Lola
  
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