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Autore: laisaxrem    06/01/2013    0 recensioni
[Magnolia]
dal testo...
"Corri. Corri di nuovo.
Questa è la tua vita. Questo continuo scappare. Scappi dai tuoi doveri, scappi da tuo padre, scappi dai tuoi compagni di scuola. Ed ora scappi anche da Lily.
Che ti è preso? Perché hai dubitato di lei? Scemo, scemo, scemo. Ti è stata vicina per anni, sopportando ogni tuo scatto, ogni tua protesta, ogni tuo colpo di testa. E tu? Tu l’hai accusata di tradirti. Scemo, scemo, scemo.
Stai ancora pensando a lei quando ti ritrovi contro qualcuno. Alzi gli occhi e ti trovi faccia a faccia con una delle guardie che tuo padre ha piazzato in ogni angolo del palazzo. Lui e la sua dannata mania della sicurezza."
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SALVATAGGIO CON BACIO


 
Corri. Corri di nuovo.
Questa è la tua vita. Questo continuo scappare. Scappi dai tuoi doveri, scappi da tuo padre, scappi dai tuoi compagni di scuola. Ed ora scappi anche da Lily.
Che ti è preso? Perché hai dubitato di lei? Scemo, scemo, scemo. Ti è stata vicina per anni, sopportando ogni tuo scatto, ogni tua protesta, ogni tuo colpo di testa. E tu? Tu l’hai accusata di tradirti. Scemo, scemo, scemo.
Stai ancora pensando a lei quando ti ritrovi contro qualcuno. Alzi gli occhi e ti trovi faccia a faccia con una delle guardie che tuo padre ha piazzato in ogni angolo del palazzo. Lui e la sua dannata mania della sicurezza.
<< Voi siete la signorina Celya Vance, non è vero? >>
Cosa? Com’è possibile? Non si sono accorti che sei... Ma certo, hai ancora addosso i vestiti di quella donna.
<< Venite con noi. Nagi Olivier vi sta cercando. Ci è stato ordinato di condurvi da lui non appena vi avessimo trovata >>.
Accidenti. Questo significa che Nagi ha già scoperto della tua fuga. Probabilmente ora starà vagando per il palazzo a cercarti. Ti immagini la sua faccia imbestialita e quasi ti scappa un sorriso. Ma poi senti la guardia stringerti il polso e ti assale l’ansia. Non vuoi che ti riportino indietro. Non vuoi esser costretto a fare il debutto. No. Devi liberarti. Devi scappare... correre... di nuovo...
<< Mi... mi hai preso per qualcun altro... >> strilli, dimenandoti per liberarti dalla presa ferrea dell’uomo. << Lasciami! >>
<< Vi prego di non opporvi >>.
<< Ti ho detto di lasciarmi! >>
Finalmente riesci ad allentare la sua mano ed a sfilare il braccio. E poi tutto accade in un secondo.
La forza che hai messo per liberarti ti fa sbilanciare indietro. Speri di fermarti ma in un lampo ti rendi conto di dove ti trovi e capisci che è troppo tardi. Vedi l’arco di pietra del balcone passarti davanti agli occhi e ti senti cadere nel vuoto. Non hai nemmeno la forza di chiudere gli occhi. Stai lì e aspetti di sentire il pavimento mentre sai che si avvicina sempre di più.
E finalmente tocchi terra e scopri che non è duro come credevi.
E hai capito anche il perché: hai davanti a te due occhi che ti guardano come se fossi un fiore prezioso da difendere. Sei caduto su qualcuno!
<< Cavoli, mi è piovuto addosso qualcosa di parecchio ingombrante... >>
Quest’uomo... è il tizio dell’altra volta, a scuola... Che diavolo ci fa qui?
<< Tu... >>
Ma non riesci a finire la domanda che lui ti tappa la bacca con una mano e poi ti stringe a sé.
In quello stesso istante una voce dietro di te urla << Sentinella! >>
Dei passi si avvicinano a voi ma tu non riesci a vedere nulla, il volto costretto contro il petto del tuo salvatore. O dell’uomo che più odi, a seconda del punto di vista.
<< Proprio adesso una donna con un vestito nero è precipitata in quel punto >> chiede una voce e tu riconosci la guardia che ti aveva preso il polso. Sei fritto. << Non l’hai vista? >>
<< Certo. È corsa via da quella parte. Sembrava parecchio di fretta >>.
Cosa? Cosa credeva di ottenere con una bugia così misera? Come se quei due non si sarebbero accorti in un nanosecondo della tua presenza. E della tua identità. Che sciocco.
E la guardia pare pensarla nel tuo stesso modo.
<< Ah sì?! E allora chi sarebbe quella che stringi tra le braccia, eh, furbastro?! >>
Ecco, appunto. Siete fregati.
Senti una delle sue braccia staccarsi dal tuo corpo e deduci che abbia afferrato qualcosa.
<< Siete sicuri >> inizia con voce bassa, suadente, << di poter usare quel tono con me? >>
Ma chi si crede di essere questo qui? Il re di Anastasia? Ora vi spareranno, ne sei sicuro. Tutto per colpa di questo arrogante.
<< Aspetta! >> esclama la seconda guardia, la voce un po’ tremante, come se si fosse reso conto solo in quell’istante di avere una pistola puntata alla tempia. << Lo stemma che ha sull’abito...! siamo tremendamente spiacenti! Voi siete il figlio del Generale Wolf, non è così?! >>
<< Vi prego di perdonarci, non vi avevamo riconosciuto signorino Hugo Wolf! >>
Cosa? Quello è... il figlio del... Generale Wolf? Quel nome ti è familiare ma non riesci a ricordare esattamente dove l’hai già sentito.
Alzi lo sguardo per vederlo in volto. Ma quanto cavolo è alto? E perché diavolo si ostina a tenerti così stretto? Dannazione a lui.
<< Non importa >> risponde Hugo, sorridendo alle due guardie, affabile. << Stavate facendo il vostro lavoro. Qui è tutto a posto, andate >>.
<< Subito! >> esclama un dei due. << E scusateci ancora! >>
Volti appena la testa e con la coda dell’occhio li scorgi andarsene di corsa. Questa è bella: che razza di sentinelle ha reclutato tuo padre se basta un ragazzo qualunque per farle desistere da una ricerca? Bella roba.
Sbuffi e cerchi di allontanarti dal suo petto muscoloso ma senza successo.
<< Mi stai stritolando... >> dici, innervosito ma ancora grato per essere sfuggito alla cattura. << Mollami, non vedi che sono lontani...? >>
Alzi il viso e lo guardi. Ha uno sguardo serio che ti sorprende. E senti il cuore battere forte. Che ti sta succedendo? I suoi occhi... i suoi occhi sono così...
<< Mollami, ho detto! >> sbraiti cercando di divincolarti dalla sua presa forte e mascolina. Questo è esattamente uno di quei momenti in cui odi profondamente la tua costituzione debole e poco maschile: un pugno ben assestato avrebbe reso le tue proteste molto più convincenti.
<< Assurdo. Io ti salvo e tu usi questa bella bocca per respingermi >>.
Spalanchi gli occhi, stupito: che cavolo gli prende?
Poi tutto succede velocemente, esattamente come la caduta che ti è quasi costata la vita. Lui ti prende il mento tra due dita e lo alza fino a che i vostri visi si trovano a pochi centimetri l’uno dall’altro, le labbra talmente vicine che basterebbe una frazione di secondo perché si uniscano in un bacio.
Ed è quello che accade.
Senti la sua mano appoggiarsi sulla tua schiena e ti senti tirare contro il suo petto forte fino a che le vostre labbra si congiungono in un bacio che dovrebbe essere dolce ma che dal tuo lato è una lotta. Una lotta per liberarti dalle grinfie di quello stronzo che crede di poterti usare come una bambolina. Come una donna.
Lotti e lotti ancora per qualche secondo e alla fine, con uno sforzo immane, riesci a liberarti dalla sua stretta spingendolo via da te. E cadi a terra, a cavalcioni su di lui, il volto rosso e gli occhi lucidi per l’imbarazzo e la rabbia.
Respiri lentamente cercando di riprendere la calma, il fiato corto.
<< Ra... razza di pervertito! >> strilli facendo scattare la mano per tirargli un pugno che lui para prontamente afferrandoti il polso.
<< Chi è che sarebbe il pervertito? >> ti chiede lui mettendosi a sedere dritto e avvicinandosi di nuovo pericolosamente al tuo viso, un sorrisetto che sa molto di scherno dipinto in volto. << Heh, ecco a voi il Principe Ayato, candidato al trono del regno di Anastasia! Sarebbe un gran bel colpo per il popolo se questo tuo vizietto di vestirti da donna uscisse fuori, non credi? >>
Cosa? Come osa insinuare una cosa del genere? Quel... Lui non ti conosce... lui non sa...
<< Ti... ti sbagli, io... >>
<< Oppure non è solo un hobby? >> ti chiede mentre la sua mano, quella che non ti stringe il polso, raggiunge la tua schiena e fa forza per schiacciarti di nuovo contro il suo petto. << Sai, nel momento in cui mi sei piombato addosso, e anche ora che ti tengo stretto riesco a sentire che ti manca una certa cosetta di cui gli uomini di solito sono provvisti. Il che mi fa pensare che questi tuoi abiti siano non un travestimento ma quelli ufficiali >>.
Cosa? Questo, oltre ad essere un maniaco pervertito, è anche completamente fuori di testa! Non ha capito nulla!
<< Detto più semplicemente >> continua, imperterrito, quello che ormai nella tua testa hai ribattezzato come “il Cretino”, sulle labbra il suo sorrisetto odioso, << il nostro adorato principe primogenito è in realtà una donna. Se si sapesse, che colpo sarebbe! Scoppierebbe uno scandalo con i fiocchi, forse il più grande dalla fondazione di Anastasia >>.
A quelle parole ti assale il panico e ricordi le parole di tuo padre. All’inizio non vi avevi dato molto peso ma ora... dannazione, il vecchio ha ragione! Nessuno deve sapere di te e della tua sessualità incerta.
E così raccogli il coraggio e fai quello che devi. Perché, checché tu ne dica, tieni molto al tuo regno e al tuo popolo.
<< E allora? Per tua informazione il trono non mi è mai interessato >> sussurri, la testa bassa. << Però... resta il fatto che non sono una donna! >>
Questo tuo ultimo urlo l’ha sorpreso, lo capisci dal suo sguardo. E ciò che stai per fare lo meraviglierà ancora di più.
Gli afferri una mano e te la posi sul petto, esattamente dove una donna ha il seno.
<< E questo petto piatto come una tavola lo dimostra ampiamente! Mi spiace molto per te, ma hai preso un grosso granchio! >>
Lui ti guarda con un’espressione strana, uno strano misto tra compassione e incomprensione. O forse dolcezza.
<< Eppure non sei nemmeno uomo >> dice, come se fosse una cosa normale. << Non vuoi proprio ammetterlo, eh... e va bene, se è così... >>
Hugo ti afferra di nuovo per la vita e il panico ti assale.
<< Che caspita vuoi fare adesso?!? >> strepiti mentre lui ti allunga con la schiena per terra mettendosi su di te ed intrappolandoti col suo corpo.
<< Niente, solo verificare >>.
<< Cheee?!? >>
E poi l’immagine del figlio del Generale si sovrappone a quella di un’altra persona. Di nuovo quella visione che ti tormenta da anni. Ancora quel ricordo. E ti senti male, di nuovo.
Hai paura. Dannazione, hai paura. E dov’è tuo padre, l’uomo che aveva giurato di proteggerti da tutti i pericoli, dov’è ora che hai bisogno di lui, che non puoi nasconderti sotto al letto?
<< No... fermati...! >> sussurri. Ma la tua voce sembra più un singulto e lo vedi allontanarsi di qualche millimetro, preoccupato dalla tua reazione.
Lo vedi sfocato e ti rendi conto che stai tremando.
Lui allunga una mano e la posa sulla tua guancia, teneramente.
<< Ehi, guarda che stavo scherzando. Hai il volto pallido, tutto bene? >>
No che non va bene, idiota. Stai male. Hai bisogno di... aria... e di Nagi... e...
<< Levati di mezzo! >> urli, spingendolo via da te.
Poi balzi in piedi e ti metti a correre ignorando la sua voce che ti segue dicendoti nemmeno sai cosa.
E corri, scappi. Di nuovo.
Per sempre.
  
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