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Autore: Alyx    06/01/2013    6 recensioni
Camille non aveva mai pensato che cadere al di là di una sbarra le avrebbe procurato tanti problemi.
Non aveva mai pensato che la pazzia della sua migliore amica l'avrebbe fregata così.
Non aveva mai pensato, semplicemente, di innamorarsi di Louis Tomlinson.
***
Ecco perché aveva tanta fretta di andare all'aeroporto Alexis.
Due parole.
One Direction.
Ed ecco perché non me lo aveva detto: per quanto mi stessero simpatici quei tizi non avrei mai rinunciato alla mia dormita domenicana.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Are you brave enough?

Capitolo 1
Sunday morning phone calls 


Well, let me tell you a story
About a girl and a boy.
He fell in love with his best friend,
When she's around, he feels nothing but joy.
But she was already broken, and it made her blind.
But she could never believe that love would ever treat her right.
{Fall - Justin Bieber}
Bene, lasciate che vi racconti una storia
Di una ragazza e un ragazzo.
Lui si è innamorato della sua migliore amica,
Quando c'è lei, non sente altro che gioia.
Ma lei si era già rotta, e questo l'aveva resa cieca.
Ma non avrebbe mai potuto credere che l'amore l'avrebbe fatta star bene.








***


Il cellulare vibrò sul comodino.
Gemetti di sconforto mentre qualche secondo dopo partì a tutto volume la voce di Katy Perry.
Aprii un occhio e ringhiai contro il display che si illuminava a scatti, annunciandomi chi mi stesse chiamando.
Nella penombra di quella domenica mattina afferrai lo stupido aggeggio, sbadigliando.
-Alexis...- biascicai sapendo che fosse lei.
-Mil!
-Perchè, perché mi chiami a quest'ora di domenica?!- borbottai irritata lasciandomi cadere sul materasso e chiudendo gli occhi.
-Sono le 8.30 è tardissimo!
-È prestissimo! 
-Non puoi sempre dormire fino a mezzogiorno!
Sbadigliai di nuovo.
-Cosa vuoi, disperata?
-Mi devi accompagnare all'aeroporto!
-All'aeroporto?! - cominciavo a preoccuparmi. -Perché di grazia devi andare all'aeroporto?! Di domenica mattina?!
-Sono lì da te tra dieci minuti! 
La comunicazione si chiuse.
Io caddi sconfitta nel cuscino.
Dio, che sonno.

***

Afferrai le chiavi del motorino al volo, un biscotto per metà fuori dalla bocca e cercai disperatamente gli occhiali in borsa.
-Hiram!- urlai a mio fratello. -Esco! Torno dopo pranzo. 
Lo sentii appena imprecarmi contro.
Non ero l'unica a pretendere di dormire di domenica.
Hiram poi, era rientrato da chissàdove da tre ore, forse, e odiava essere disturbato.
Scossi la testa, infilandomi gli occhiali e uscii.
Scesi le scale due a due, e mi trovai in strada in un attimo.
Sbuffai e mi posai gli occhiali sulla testa.
Come al solito non c'era il sole.
Mi guardai intorno e scorsi Alexis correre verso di me, l'Imperial College dietro di lei e poco lontano Hide Park.
-Grazie!- urlò afferrando le chiavi che tenevo in mano.
Rimasi allibita, guardandola avviarsi verso il parcheggio degli studenti dell'Imperial College e infilando le chiavi nella serratura del bauletto del mio motorino.
La raggiunsi sbuffando e lei mi porse il casco di riserva. Ovviamente si era presa il mio. Come sempre.
-Sbrigati!- mi ordinò insistente. 
-Mi spieghi cosa andiamo a fare all'aeroporto a quest'ora?!- le chiesi soffocando uno sbadiglio.
-Siamo in un ritardo clamoroso!- mi ignorò lei.
-Pensavo avessi chiuso con il francese di internet...
-Non so di cosa tu stia parlando.- rispose senza guardarmi.
Nei mesi precedenti la mia migliore amica era entrata in palla con un francese che aveva conosciuto sul web, che la andava a trovare ogni fine settimana.
Pensavo fosse finita la tortura.
-Nemmeno io, Alex.- dissi riferendosi a tutto quel casino.
-Ti spiego tutto là. Ma ti prego, andiamo!- piagnucolò.
Sbuffando mi allacciai il casco e salii sul motorino.
Alexis mi imitò e una volta dietro di me mi scoccò una specie bacio, tirandomi una testata col casco.
-Ahi.
-Ti voglio bene.
-Io ti odio. E credo pure Hiram. Dovrai farti perdonare.
-Oh, come sta il mio fratellino?
Alexis e mio fratello erano come mentos e coca cola.
Quando ci si mettevano ero insopportabili. Cercavo di evitare di stare con loro quando erano insieme. Una volta erano stati pure fidanzati, ma si erano accorti che non funzionava.
Meglio esasperare Camille. Ovvero me.
Diedi gas e senza guardare mi immisi sulla strada. Alexis mi colpì nel braccio.
-Sconsiderata! Ma per questa volta ti perdono. Dai gas, Mil.
Odiavo quando mi chiamava così.

***

Sbuffai per la milionesima volta, soffocando uno sbadiglio. Poi però mi arrivò un'altra gomitata nelle costole. Gemetti.
Ecco perché aveva tanta fretta di andare all'aeroporto Alexis.
Due parole.
One Direction.
Ed ecco perché non me lo aveva detto: per quanto mi stessero simpatici quei tizi non avrei mai rinunciato alla mia dormita domenicana.
Un urlo mi trapanò il timpano destro. E non erano ancora arrivati.
-Camille, dai! Non fare quella faccia!- mi riprese al settimo cielo la mia migliore amica. I capelli lunghi vermigli le coprivano in parte le guance arrossate.
-Mi hai fatto correre fin qui per vedere questi tizi arrivare dall'America?!- le domandai allibita e seccata.
-Hanno appena finito il loro secondo tour! 
questa era la spiegazione?
-Chi se ne frega!- mi lamentai infatti. -Io volevo dormire!
-Ma anche a te piacciono!- tentò lei.
-Ho solo detto che non sono male, non che rinuncerei a dormire di domenica per loro! Non ti degneranno di uno sguardo! 
-Perché sei sempre così pessimista?!
-Sono realista è diverso.
Fui costretta a fare un passo avanti per evitare un'altra gomitata.
Gli urli raggiunsero limiti inumani quando i cinque ragazzi uscirono dal gate.
-Eccoli!- strillò Alexis tirandomi una gomitata.
Sbuffai mentre la calca mi spingeva verso di loro.
In tre secondi avevo la barra di ferro, che aveva il compito di tenerci lontane da loro, nello stomaco.
Alexis me l'avrebbe pagata cara.
Quello biondo -Niall o Liam?- venne incontro alle fan, le braccia aperte.
Improvvisamente sentii il cellulare dimenarsi in tasca. Ma perchè la gente ha il dono di chiamare nei momenti meno opportuni? 
Come una contorsionista lo afferrai e risposi.
-Mamma!
Non feci in tempo a sentire la sua voce che una gomitata fece volare il mio magnifico cellulare -troppo vecchio per gli standard previsti in quel periodo- aldilà della barra, chiudendo la chiamata.
-Alexis!- strillai allarmata realizzando che non avevo più in mano quell'aggeggio infernale. -Il mio cellulare!
Ma Alexis non c'era.
Infatti se l'era svignata cercando di guadagnarsi un abbraccio dal biondo. Mi sporsi in tutti i modi, cercando di afferrare il cellulare ma non ci arrivavo. Quando uno dei cinque cantanti -mi sfugge sempre il suo nome... quello che si veste sempre a righe.- si inginocchiò e lo prese.
Lo esaminò un attimo e premette qualche tasto.
-Oh no, non dargli il colpo di grazia!- pregai consapevole che nonostante tutto non sarebbe mai riuscito a sentirmi. 
Il ragazzo guardò nella folla divertito.
Poi vedendo la ragazza disperata in prima fila -sempre io, gente- , collegò e premendo ancora qualche tasto si avvicinò dalla mia parte. Le ragazzine dietro di me cominciarono a impazzire più di quanto non lo stessero facendo già.
Io lo implorai con lo sguardo.
-Per favore. 
Lui sorrise.
Constatai che aveva decisamente dei denti perfetti. Ovviamente gli aveva, tipo, avuti così dalla nascita mentre io ero stata costretta a una tortura più conosciuta come apparecchio per avere una bocca decente.
Gli sorrisi di rimando mentre mi porgeva il mio telefono.
-Immagino sia tuo.
Perspicace come una marmotta, il ragazzo.
-Mio Dio, grazie.- Sospirai, nonostante tutto, grata. -Credo di doverti la vita.
Mi guardò tra il confuso e il divertito, mentre le fan mi spappolavano contro la sbarra. Le avrei uccise tutte.
Feci per afferrare il mio telefono, sporgendomi un altro po', ma sentii lo stomaco farsi leggero e i piedi staccarsi da terra.
Il mondo girò e mi ritrovai penosamente rovesciata sul pavimento, ai piedi del ragazzo col mio cellulare. Dall'altro lato della barra.
Il riccio -Harry: questo lo conoscevo grazie ai discorsi di Alexis "Non esiste solo Harry! Il mio povero Niall è sottovalutato!" o qualcosa del genere.- si avvicinò dalla mia parte seguito dagli altri due, mentre il biondo era ancora intento ad abbracciare quante più fan possibili.
Alexis non si accorse di niente, troppo occupata ad ammirare il ragazzo-abbraccia-tutti.
Arrossii di botto quando il ragazzo col mio cellulare - non mi veniva il suo nome...- mi porse la mano per alzarmi.
Colpevole per la pessima figura bofonchiai un grazie appena in tempo, quando un bodyguard mi afferrò e mi portò via.
Cercai di riappropriarmi del mio cellulare alla svelta e lo strappai di malo modo al ragazzo.
-Scusa!- gli urlai mentre mi portavano via.
Dio, che figure.




(To be continued....)


















Angolo dell'Autrice:
Ehm, c'è qualcuno? *fromire di cicale*
Ok. Questo è ciò. 
È una cagata, ne sono perfettamente consapevole e non proprio originale. 
Più la leggo e meno mi convince, ma non tutti vomitiamo capolavori come Writ, quindi mi accontenterò. :3

È la mia prima long su di loro, come potete notare, e non avete idea di quanto mi sia impegnata per non farla cadere nella banalità. Anche se tanto so che lo farò più avanti. 

Non ho intenzione di farla troppo corta (per ora sto scrivendo il capitolo 15 e non è ancora successo niente di entusiasmante tra i due interessati che come potete capire sono Louis e Camille.) quindi se non vi piacciono le long troppo long, lasciate stare.
Non ho intenzione di farla finire bene. Ho già scritto l'ultimo capito e l'epilogo e non finisce bene. Quindi se non vi piacciono le tragedie (io le adooooro. Guardate Titanic, o Romeo e Giulietta...) lasciate stare.

Per chi mi seguiva su Essere una Mezzosangue è una faticaccia (Percy Jackson), sì sono stata molto fantasiosa con i nomi. xD se vi può consolare quando l'avevo iniziata non era nei miei programmi innamorarmi nel frattempo dei One Direction e di Louis in particolare. Quindi se la coppia centrale si chiama nello stesso modo è solo perché adoro il nome Camille. 

Il titolo viene dalla canzone di Katy Perry (non s'è notato che la adoro, credo. :3) Peacock: la canzone è una gran figata ma è piuttosto fraintendibile. Diciamo che io ho preso in prestito un pezzo di canzone senza voler lasciare trapelare nulla di sconcio. :)

Un'ultima cosa, poi vi lascio in pace e potete allegramente chiudere nel dimenticatoio questa cosa
Credo di aver trovato il modo di pubblicare anche senza computer. Ho cercato ovunque una app per l'Ipad che mi trasformi i testi in html; quindi se state leggendo vuol dire che ci sono riuscita. 
Il mio computer scacio è ancora dal dottore e avevo una specie di banner terribile salvato. 
Quando e se tornerà vivo, forse ve lo metterò. Ma fa schifo. Io non so fare i banner. (Se qualcuno si offre volontario non ho nessuuuuun problema. Ahah ❤) 

Il mese si prospetta complicato a scuola quindi non so quando pubblicherò ma cercherò di essere costante visti i capitoli già pronti. :D 

Ci terrei davvero tantissimo a una recensione anche piccola e schifosa, giusto per sapere se è il caso di prendere baracca e burattini e trasferirmi in Tanzania insieme agli gnu. ❤

Un bacione enorme a tutti e alla prossima! 
Alice :)








   
 
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