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Autore: sherry21    06/01/2013    5 recensioni
Eri riaprì pian piano gli occhi incrociandoli con due iridi nere magnetiche, voleva ringraziare il giovane per l’aiuto ma le parole non le uscirono dalla bocca...
Una storia d'amore tra un agente segreto della marina e un pirata, potrà mai avere un lieto fine?
(Sto effettuando delle correzioni, non appena finisco torno ad aggiornare ;3).
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aokiji, Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1
 
Eri era una ragazza di diciotto anni, aveva gli occhi color dell’oceano e dei lunghi capelli ricci e corvini.
Viveva nel bel mezzo di un bosco di un’isola estiva isolata da tutti. L’unico collegamento con il resto della cittadina non era altro che un ponte di legno sospeso, sotto il quale passava un fiume impetuoso.
Sulle sue spalle portava il peso di un passato burrascoso, che fino a quel momento non gli aveva permesso di influenzare il presente, almeno lo credeva …
- Buongiorno Eri, anche oggi a fare la spesa? Ieri non avevi preso tutto?-
-Buongiorno Gino, purtroppo mi ero dimenticata che oggi tornava mia sorella e non ho preso cibo sufficiente per due.-
-Capito … - il buon vecchio mercante la guardò con un ghigno divertito e le chiese- … quando verrai a comprare il cibo per una seconda persona che non sia tua sorella? –
Eri assunse uno sguardo distaccato, fece finta di interessarsi alle mele che erano esposte e domandò: -Come? Credo di non aver compreso la tua domanda... – .
- Ah piccola Eri smettila di fare l’ingenua, lo sanno tutti che sei una vecchia volpe.- scoppiò in una grassa risata l’anziano mercante.
Eri lo guardò un po’ scettica. Si sporse leggermente sul bancone degli alimenti per poterlo studiare meglio da vicino, solo in quel momento si rese conto di quante rughe avesse quell'uomo sul suo volto e notando il buffo danzare dei suoi baffi grigi al ritmo delle risate, non riuscì a non ridacchiare.
-E lei quando andrà dal parrucchiere per una buona volta?- sghignazzò trionfante, conosceva benissimo il complesso d’inferiorità che Gino aveva per la sua zucca pelata e con quella battuta riusciva sempre ad averla vinta.
-Ehm Ehm Eri, muoviti a trovare qualcuno, altrimenti diverrai così acida che terrai lontano gli uomini solo con il tuo respiro. –
- Tranquillo, mi riempirò di antiacidi. Che cos’hai di buono?- chiese scrutando il bancone degli alimenti.
-Oggi ti offro della carne macinata fresca, così potrai fare un ragù con i fiocchi. Che ne dici?-
-Niente male come idea. Quanto viene? –
-Vediamo, tenendo conto dell’offesa di prima … - guardò Eri di sottecchi e vedendola sgranare gli occhi sorrise   - … lo offre la casa figliola.-
-Oh Gino … non puoi sempre offrirmi tutto, ti manderò in rovina.-
-Piccola Eri, ti ho visto crescere, hai salvato la vita a mio nipote e salvaguardi la salute di tutta la mia famiglia … non potrò mai ringraziarti abbastanza.-
- Ma … -
-Ti sto ringraziando … - la interruppe  - … vorrei che tu accettassi i miei omaggi.-
La ragazza sorrise sconfitta, prese in mano il sacchetto con la carne macinata al suo interno e lo ringraziò    –Lo sai che in realtà sono io ad essere in debito con te … -
- Va figliola, non voglio più continuare questa discussione. Salutami tua sorella.-
-Certo, ci vediamo.- sorrise la ragazza congedandosi.
 
Stava camminando sul ponte sospeso, solo in quel momento si accorse che la busta pesava più del dovuto. Guardò al suo interno e vide che oltre alla carne macinata c’era un altro sacchetto, che estrasse per poterne vedere il contenuto. Erano le mele che aveva fatto finta di ammirare durante la conversazione con Gino, sorrise a quell’ennesimo gesto paterno del mercante, ma la busta si squarciò facendole cadere in giro. Erroneamente mise un piede su una di esse inciampando, chiuse gli occhi pronta a subire l’impatto con il suolo ma un braccio le cinse la vita e una calorosa voce maschile disse: - Presa. –.
Eri riaprì pian piano gli occhi incrociandoli con due iridi nere magnetiche, voleva ringraziare il giovane per l’aiuto ma le parole non le uscirono dalla bocca, nessun ragazzo l’aveva abbracciata in quel modo e l’unica cosa che riusciva a provare in quel momento era imbarazzo.
Si guardò attorno un po’ confusa.  Vide le mele sparse attorno, lei era fra le braccia di uno sconosciuto che la stava reggendo assieme alla busta della carne, mentre le sue mani tremanti lo tenevano stretto a sé per la camicia gialla. Lo guardò meglio in volto, quel viso lentigginoso e quei capelli mori ribelli … le ricordava qualcuno ma chi?
 Le cinse di più la vita e ridacchiando disse: - 98, 63, 92 … 60 chili direi, pensavo fossi più pesante.- .
Tutta l’ammirazione che aveva provato fino a quel momento sparì : - ti dispiacerebbe ripetere quello che hai detto?. – sentì le guance bollire non tanto per l’imbarazzo ma per la battuta che faceva riferimento al suo peso.
-Siamo permalosi, sbaglio? – ghignò divertito il moro.
-Ma … ma … tu! ... -si guardò le mani mentre pensava ad un insulto da potergli rifilare ma sfortunatamente non le venne in mente niente.
–Sei uno spasso! – la interruppe ridendo.
Le guance di Eri diventarono bordò, che cosa ci trova da ridere in quella situazione così imbarazzante? Lo fulminò ma dovette abbassare subito lo sguardo. Non riusciva a sostenere il confronto con quegli occhi dall’aria innocente e fanciullesca –Mi potresti restituire i fianchi?-
-Che modi, non mi dici nemmeno grazie per averti salvata?-
- G -g -grazie … - il ragazzo piegò la testa di lato per osservarla meglio, poteva leggerle in faccia l’imbarazzo che stava provando in quel momento. Sorrise intenerito e sciolse la presa.
-Mi piacciono le ragazze con le curve al posto giusto. -
Ok, per lei quello era troppo.
Appena fu lasciata, non sapendo come fare fronte alla situazione, scappò via, correndo più forte che poteva.
-Ehi ragazzina buffa, hai dimenticato i tuoi mezzi di sopravvivenza! ...- la guardò allontanarsi e mormorò       - … mai vista una donna così … - e sorrise .
 
Spalancò la porta d’ingresso e si fiondò su divano, facendo sprofondare la faccia fra i cuscini che lo adornavano.
-Che robe, perché solo io riesco a fare queste figuracce? –
-Eri? Sei tu? – una ragazza dai corti capelli biondi corse in soggiorno non appena sentì la porta d’ingresso sbattere.
-Ciao Jessy … - la ragazza si rialzò tenendosi stretta a sé un cuscino.
-Ehi, che cos’è questo muso lungo? … - la guardò attentamente, sbarrò gli occhi e rise - … hai conosciuto un ragazzo!!!-
Eri si riaccucciò sul divano.
Jessy aveva un sesto senso molto sviluppato, non le riusciva mai a nascondere niente. Lavorava come segretaria in un’impresa edile, Eri le aveva proposto più volte di laurearsi in psicologia o qualcosa di simile perché era nella sua natura ascoltare le persone e aiutarle, ma sbuffava dicendo che non voleva diventare la paziente di se stessa per colpa del troppo studio.
-Perché devo aver conosciuto uno? – chiese in cerca di  spiegazioni.
La sorella si sedette accanto a lei e guardandola in faccia rispose: -Puro intuito femminile.-.
Sul volto di Eri si distese un sorriso, si ricompose e le raccontò l’accaduto.
- Mmh, che tipetto intraprendente … - ridacchiò la sorella- … ma una cosa non ho capito, che cosa sarebbe il 98;63;92?-
-Non ne ho idea … - deviò lo sguardo sul pavimento, Jessy le si portò davanti e scorgendo un velo di imbarazzo nel suo sguardo decise di indagare più a fondo.
-Eri! Non dire bugie, non sta bene lo sai. – la riprese con tono divertito.
-Non ne sono sicura, penso che siano … - non finì la frase che fu interrotta dal suono del campanello di casa. - … vado io, sei appena tornata e sarai stanca.- .
Appena aprì la porta, le sue guance tornarono a infuocarsi, cercò di costruire una frase di senso compiuto ma non ne fu capace e si limitò a guardare l’ospite con un piccolo sorriso timido.
-Ciao .- squittì timidamente, ora non poteva più scappare.
-Ciao, ragazzina buffa. Non mi scapperai di nuovo alla Rambo via, vero?- .  
     
 
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