Film > Le 5 Leggende
Ricorda la storia  |      
Autore: Lusty_Archivio    06/01/2013    11 recensioni
« Dobbiamo fare qualcosa », bofonchia il Pooka, che dalla pericolosa fase asmatica è nel frattempo passato alla fase reattiva.
Jack gli scocca uno sguardo sconsolato, aggrappandosi al bastone. « Tipo gli affari nostri? ».
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: E. Aster Bunnymund, Jack Frost, Jamie, Sophie
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Blatereggiando.

Stavo scrivendo per il pOrn fest *coff* quando mi sono girati i cinque minuti e ho voluto buttare giù questa cosa.

Giusto perché mi è capitata sotto al naso su tumblr una gif della scena con Bunny, Jack e Sophie e sono stata travolta da dei gay family feels (?) inenarrabili. L’idea di Bunny e Jack come una sorta di “genitori” per Sophie e Jamie mi alletta alquanto, ecco perché non escludo l’idea che questa one shot stupida possa divenire, in futuro, una raccolta. Dipende dall’apprezzamento che avrà, ma soprattutto, dal tempo e dalle idee che possiederò in futuro. Per il momento mi sono limitata a questa cosa molto scema e molto demenziale, con accenni Jackrabbit qua e là PERCHÉ LA JACKRABBIT FA SEMPRE BENE, ambientata in un futuro dove Sophie è sulla ventina e Jamie qualche anno in più di lei. Sono dell’idea che avendo avuto un’esperienza molto forte con i guardiani siano entrambi ancora in grado di vederli, ma diciamo pure che questa idea è solo una scusa per rendere più semplice la situazione della storia.

Sì, beh, boh, credo di aver finito con le note autore inconcludenti.

Vorrei sinceramente ringraziare tutti coloro che hanno commentato i precedenti lavori sul fandom di ROTG, How to save a Life e  Caught a lite sneeze. Non ho ancora avuto modo di rispondere ai commenti, ma sappiate che li ho graditi tantissimo! Grazie ancora! E grazie ovviamente anche a chi commenterà questo pseudo-esperimento un po’ più lungo (non troppo, ehm). Ora me ne vado, che domani ricomincia la scuola (VFSDGHBDVBDVDFKFNUO) e devo ancora fillare praticamente tutti i prompt presi dal pOrn fest. ;3; 

Alla prossima!

Campagna di Promozione Sociale - Messaggio No Profit

Dona l’8‰ del tuo tempo alla causa pro recensioni.

Farai felice milioni di scrittori.

(© elyxyz)

 

Disclaimers » Rise of the Guardians © William Joyce & DreamWorks.

Se ROTG mi appartenesse, Bunny e Jack sarebbero i più bei gay parents assieme a Steve Rogers e Tony Stark.


 

 

Protective parents are protective

 

 

Un rumore sospetto che sottintende attività piuttosto estranee alla castità umana giunge ovattato ed a malapena percettibile alle loro orecchie, trattenuto a stento da labbra bagnate premute spasmodicamente le une contro le altre. Si ode il suono lamentoso e cigolante delle molle di un materasso, respiri rochi e raschianti, gemiti strozzati, versetti di sofferto apprezzamento, il suono umido di corpi nudi che, senza possibilità di equivoco, stanno reciprocamente esplorando zone dove non batte il sole strusciandosi energicamente contro le lenzuola.

Ad un gemito più prolungato degli altri Aster si contorce nel cespuglio in un evidente principio d’infarto, avvertendo il proprio connaturato istinto di genitore fremere e dimenarsi come una vecchia rachitica in preda all’asma. Vorrebbe, anzi, dovrebbe fare irruzione nella stanza e fermare quello scempio prima che divenga qualcosa di irrimediabile, gravissimo, irreparabile, più qualche altro aggettivo che possa sottolineare la drammaticità della situazione ma che non al momento non gli viene in mente, ed invece se ne sta accovacciato in un dannato cespuglio a passare in rassegna la sequenza di modi indecenti ed immorali in cui la sua piccolina sta abbandonando la pura via dell’illibatezza. Parafrasando, facendo sesso.

Jack, accovacciato accanto a lui, si limita a fissare il muro esterno dell’abitazione con l’espressione pacificata di chi da tempo ha raggiunto la calma karmica e non si traumatizza più per nulla.

« Non credi di stare esagerando un tantino? », domanda a bassa voce, osservando il compagno ansimare.

Aster si volge verso di lui con uno scatto isterico. Se i conigli potessero sudare, sarebbe una sorta di palla di pelo grondante perfetta per pulire i pavimenti. « Tu non puoi capire ». sibila sofferente, prima di boccheggiare un “oh santo Uluru” nel momento in cui, dopo qualche manciata di secondi di paradisiaca pausa, un appagato mugolio femminile si solleva ovattato dalla finestra socchiusa della camera da letto infrangendo il silenzio del vicinato.

« Credimi, ho fatto del mio meglio per vedere le cose dal tuo punto di vista, ma sono arrivato alla conclusione che il tuo punto di vista è troppo stupido », commenta Jack, caustico.

Aster fa finta di non sentirlo, o molto più probabilmente non lo sente davvero, perché in caso contrario gli infilerebbe quasi sicuramente il boomerang su per il naso. Si limita a continuare a dondolarsi nervosamente nella sua postazione di controllo, punzecchiato dalle fronde e con le zampe nervosamente piantate nel terreno, gli occhi iniettati di sangue e il respiro fischiante, caratteristiche che nel complesso lo fanno sembrare un tipo da internare il prima possibile.

Jack rotea stizzito gli occhi al cielo, lasciandosi cadere a peso morto per terra. Dal momento che l’Uomo della Luna pare non voler intervenire in alcun modo – e Jack giurerebbe che, dall’alto della sua postazione, quello si stia divertendo un mondo, dannato sadico –, magari appellandosi a qualche divinità australiana riuscirebbe a far cadere dal cielo un didgeridoo da usare come arma contundente. Contro il canguro ovviamente, dato che quello che necessita di una rapida riassettata al cervello è solo ed unicamente lui.

Dall’alto della sua esperienza di vita pluricentenaria Jack sa quando una persona necessita di una certa privacy, e di certo andare ad origliare le copulate altrui appostati come ladruncoli sotto alle finestre non é un comportamento socialmente adeguato. Non che comportarsi in modo socialmente adeguato sia tra i suoi primari interessi, in verità, ma ha avuto modo di osservare così tante persone nei suoi trecento-e-passa anni di solitudine che oramai un rapporto sessuale non desta in lui l’alcunché minimo interesse – non che sia un amante del voyeurismo, comunque –, indi per cui sarebbe cosa carina trovare qualche altra attività costruttiva con cui riempire la giornata. Peccato solo che il canguro pasquale, animato da impellenti istinti genitoriali a caso, non abbia la benché minima intenzione di scollarsi dal giardino di casa Bennett in tempi rapidi.

« Dobbiamo fare qualcosa », bofonchia il Pooka, che dalla pericolosa fase asmatica è nel frattempo passato alla fase reattiva.

Jack gli scocca uno sguardo sconsolato, aggrappandosi al bastone. « Tipo gli affari nostri? », dice, sarcasticamente.

Aster lo fulmina indignato. « Come puoi dirmi di farmi gli affari miei quando so che Sophie sta facendo… » strizza sofferentemente gli occhi e arriccia il naso, « cose con… » un brivido lungo la schiena, « quello lì?! ».

« Canguro paranoico, Sophie ha vent’anni e quello lì », sospira, scandendo con particolare dovizia le sillabe delle ultime due parole, « È il suo fidanzato. Quello che stanno facendo è una cosa più che legittima e penso che tu dovresti andare a ficcare il tuo brutto muso peloso da qualche altra parte ».

Aster deglutisce nervosamente, i baffi convulsamente vibranti e le orecchie che paiono avere vita propria. Fa persino tenerezza. Jack lo osserva con la coda nell’occhio, sperando solo che non lo colga una sincope da un momento all’altro – perché il modo in cui sta trattenendo il respiro per qualche motivo arcano suggerisce esattamente quello. Farsi trasportare dal vento con appresso un lagomorfo svenuto di centottantasette centimetri non sarebbe la cosa più semplice del mondo.

Può comprendere una certa apprensione dettata da un legittimo spirito pseudo-paterno, ma ora si stanno raggiungendo livelli d’assurdità inconcepibili. E, per quanto voglia bene a Sophie, non che gli interessi particolarmente osservare in quali maniere artistiche la ragazza se ne va perdendo la verginità a metà dicembre, soprattutto con un intero pomeriggio di eventuale nullafacenza davanti. Non ha mica fatto tutte quelle storie quando Jamie ha fatto sesso per la prima volta, lui! Anche perché non ha la benché minima idea se il piccoletto non più troppo piccoletto l’abbia già fatto o meno, effettivamente. Beh, gliel’avrebbe detto.

« Ho un piano! ». Aster si alza di scatto con espressione trionfante, per poi ritornare fulmineamente immerso nel cespuglio prima che Sophie possa vedere il Coniglio Pasquale spiarla spudoratamente dalla finestra. Jack, semplicemente, si schiaffa una mano in faccia. « Agita quel bastone diabolico e fai nevicare. Forte. Molto. Così saranno costretti ad interrompere tutto per chiudere la finestra ».

Jack si concede qualche lungo, ponderato istante per fissare il proprio interlocutore in silenzio. Poi, dal profondo del cuore, sputa fuori l’unica cosa che gli viene in mente: « Sei fuori di testa? ».

« Sono preoccupato, uno stato d’animo che tu non conosci affatto! », sbotta il Pooka, additandolo severamente con la zampa. « Quel tipo non mi piace. Per niente ». Assottiglia lo sguardo, riducendo gli occhi a due strisce affilate, e fa un cenno col capo verso la finestra dischiusa, il tutto ostentando movenze dissimulate che paiono quelle del protagonista di un film di spionaggio scadente. « Hai visto? Ha pure un tatuaggio. Lì, vicino alla chiappa! Ti pare che sia un tipo raccomandabile? ».

Jack, anziché allungare lo sguardo verso la camera, continua a fissare il compagno con in volto un’espressione frammista la seccatura e l’incredulità, mentre dall’imboccatura dello stomaco sino alla punta dei polpastrelli inizia a propagarsi una subdola sensazione. C’è un “gli stavi guardando il sedere?!” che preme sulla lingua – non che sia quella l’origine del fastidio, non che sia geloso od irritato per quello, sia ben chiaro –, una mezza intenzione di creare un paio di palle ghiacciate e spalmargliele sul muso, e benché si sentirebbe più che legittimato nel fare una cosa del genere si limita ad arcuare un sopracciglio, stizzito.

« North ha due tatuaggi ed è l’incarnazione del male, in effetti », fa notare, sarcastico, con un tono piccato che evidenzia tutto il suo disappunto. « Anziché stare qui ad annoiarci non possiamo fare qualcosa di più… ehm, divertente? », continua, sfoggiando il ceruleo sguardo esortante di un cucciolo affamato, senza sottintendere alcunché perché, beh, ha capito col tempo che il canguro, oltre che pudico, è un tardo. Si aggrappa ad una ciocca cinerea della sua zampa e la tira un poco, giusto quanto basta per far avvertire una discreta esigenza. Sente il piacevole calore della speranza e del sollievo irradiarsi nel petto nel momento in cui Aster lo osserva con il titubante sguardo di chi è in procinto di prendere una decisione di vitale importanza, le sopracciglia un poco corrugate e le labbra strette, e piega la bocca in un sorriso esortante.

Poi dalla finestra si sente un incontrovertibile “ah, sì, ancora~” e Bunnymund sputa un polmone.

« SOPHIE, PERCHÉ ».

E Jack, semplicemente, si schiaffa la mano in faccia.

 

 

***

 

« Sophie, piccola, c’è una cosa che vorrei chiederti ».

Sophie fa scorrere delicatamente le dita sul petto niveo del fidanzato, i biondi capelli scarmigliati e il respiro ancora affaticato. C’è un’aria calda e densa nella stanza, la finestra socchiusa e le tende tirate, l’odore dell’amplesso consumato che si posa pesante sui loro corpi.

« Dimmi », mormora, piano, e posa un bacio delicato sulla pelle.

« Per caso avete qualche strano animale in giardino? Mi è sembrato di aver visto un… ehm, canguro? fuori dalla finestra ».

« … ».

« … ».

« Non ho idea di cosa tu stia parlando. Forse è solo un po’ di stanchezza. Dormi ».

La prossima Pasqua sarà una caccia al coniglio.

 

 

***

 

 

Jack aggrotta nervoso le sopracciglia, seduto sopra al tetto di casa Bennett e facendo ciondolare distrattamente le gambe nel vuoto. Di fianco a lui, seppur con qualche difficoltà, un Jamie Bennett piuttosto grandicello tenta di rimanere in equilibrio senza scivolare lungo disteso per terra.

« Jamie… », mormora il guardiano, mordicchiandosi il labbro, « Per caso hai perso la verginità e non me l’hai detto? ».

« … ».

« … ».

« Jack, perché parli come mia madre? ».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
Leggi le 11 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Le 5 Leggende / Vai alla pagina dell'autore: Lusty_Archivio