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Autore: mangagirlfan    06/01/2013    3 recensioni
[...]Rukia adorava la neve. Era tremendamente bianca e pulita e, quando scendeva dal cielo, sembrava danzare davanti ai suoi occhi, trasportandola in un mondo tutto suo, dove quella splendida scena sembrava non finire mai.
Adorava la neve con tutta sé stessa, Rukia, perché era fredda, di quel freddo che non faceva male, ma anestetizzava ogni ferita del cuore, facendo sì che dimenticasse ogni brutta che aveva dovuto subire durante tutta la sua vita.
Adorava così tanto la neve, la nostra Rukia, che, quando cominciava a sovrapporsi a strati sul giardino davanti a casa propria, non poteva fare a meno di uscire fuori, nonostante il gelo le intirizzisse il naso e la punta delle dita.
Correva sulla neve fredda, ridendo come non mai, per poi buttarsi sui cumuli che erano stati spalati poco prima, disegnando angeli con le braccia e con le gambe. Alla fine si alzava, osservava tutta quella splendida neve ghiacciata e poi cominciava a immaginarsi quante centinaia di pupazzi favolosi poteva creare lì, nel suo giardino.[...]
Ha partecipato all'iniziativa dello scorso anno di fanworld: Gift Boxes Challenge!
Genere: Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kuchiki Rukia, Renji Abarai
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie '†No Control † Tales'
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Titolo: Sorrisi tra la neve
Fandom: Bleach
Personaggio/Coppia: Renji Abrai, Rukia Kuchiki [RenRki]
Prompt: Pacco rosso; dpupazzo di neve "Così è più alternativo/a!"
Rating: Pg
Conteggio Parole: 860 circa
Riassunto: […]Rukia adorava la neve. Era tremendamente bianca e pulita e, quando scendeva dal cielo, sembrava danzare davanti ai suoi occhi, trasportandola in un mondo tutto suo, dove quella splendida scena sembrava non finire mai.
Adorava la neve con tutta sé stessa, Rukia, perché era fredda, di quel freddo che non faceva male, ma anestetizzava ogni ferita del cuore, facendo sì che dimenticasse ogni brutta che aveva dovuto subire durante tutta la sua vita.
Adorava così tanto la neve, la nostra Rukia, che, quando cominciava a sovrapporsi a strati sul giardino davanti a casa propria, non poteva fare a meno di uscire fuori, nonostante il gelo le intirizzisse il naso e la punta delle dita.
Correva sulla neve fredda, ridendo come non mai, per poi buttarsi sui cumuli che erano stati spalati poco prima, disegnando angeli con le braccia e con le gambe. Alla fine si alzava, osservava tutta quella splendida neve ghiacciata e poi cominciava a immaginarsi quante centinaia di pupazzi favolosi poteva creare lì, nel suo giardino..[…]
Note: Oneshot, AU, introspettivo, Commedia


Come ho già detto in precedenza, sto riprendendo in mano cose scritte tempo fa, prima di andare avanti con la saga di "No Control" di cui questa fic fa parte. Questro capitolo è stato scritto soprattutto per potermi distrarre da tante cose che mi vorticavano attorno e, per questo, magari cominciavo bene ma poi mi perdevo (e perdo tutt'ora quando sono in crisi poetica *si fa per dire*) dei pezzi e non riesco più ad essere soddisfatta dei finali. Dovrei apprezzare di più quello che scrivo, ma fa niente.
Spero che vi piaccia questa storiella leggera, che vi possa far sorridere almeno un poco.
Fa parte della raccolta "No control Tales" come si drovrebbe supporre e sì, questi due qui sono sposati e stanno per avere un figlio <3 scusate ma a me piacciono tantissimo, non posso farci nulla ^^
detto ciò vi auguro buona lettura^^

Rukia adorava la neve. Era tremendamente bianca e pulita e, quando scendeva dal cielo, sembrava danzare davanti ai suoi occhi, trasportandola in un mondo tutto suo, dove quella splendida scena sembrava non finire mai.
Adorava la neve con tutta sé stessa, Rukia, perché era fredda, di quel freddo che non faceva male, ma anestetizzava ogni ferita del cuore, facendo sì che dimenticasse ogni brutta che aveva dovuto subire durante tutta la sua vita.
Adorava così tanto la neve, la nostra Rukia, che, quando cominciava a sovrapporsi a strati sul giardino davanti a casa propria, non poteva fare a meno di uscire fuori, nonostante il gelo le intirizzisse il naso e la punta delle dita.
Correva sulla neve fredda, ridendo come non mai, per poi buttarsi sui cumuli che erano stati spalati poco prima, disegnando angeli con le braccia e con le gambe. Alla fine si alzava, osservava tutta quella splendida neve ghiacciata e poi cominciava a immaginarsi quante centinaia di pupazzi favolosi poteva creare lì, nel suo giardino.
Ancora adesso, che ormai era una donna adulta - sposata ed incinta oltre tutto - amava particolarmente dare vita a quelle semplici sculture fatte d'acqua congelata. Quando era caduta la prima neve quell'inverno, si era vestita peggio dell'omino michelin - Renji addirittura aveva cercato di fermarla in ogni maniera possibile, senza risultati - ed era uscita fuori, come faceva da bambina, per fare il suo agognassimo pupazzo.
Avevano cominciato a luccicarle gli occhi non appena il ragazzo dai capelli rossi aveva desistito, ammucchiando neve su neve, per permetterle di creare qualcosa con le sue mani diventate un po' goffe a causa degli enormi guanti da sci che suo marito l'aveva costretta ad indossare.
Renji non capiva questa folle ossessione per la neve di Rukia, ma la accettava, nonostante fosse in ansia a causa del figlio che stavano aspettando. Così, a braccia incrociate, appoggiato ad un albero lì vicino, osservava la giovane mamma mentre modellava il pupazzo di neve, con tutte quelle strane forme che, a parere di sua moglie, erano tremendamente carine ed adorabili.
"Ma… Quelle che diavolo sono…? Orecchie?" chiese lui, quando dalla testa del pupazzo grosso tre volte lei spuntarono due grosse appendici tanto simili ad un paio di lumghissime orecchie da coniglio.
"Così è più alternativo!" disse la giovane, un sorriso radioso stampato sulle labbra.
Renji sbatté le palpebre una manciata di volte, per poi ridere sotto i baffi, nel vano tentativo di non farsi vedere da sua moglie che, si dà il caso, aveva buoni orecchi ed un buon udito.
"Come ti permetti di ridere di me, stolto?" esclamò, cominciando a lanciargli neve a palate, nel vano tentativo di seppellirlo sotto di essa.
Renji a quell'attacco cominciò a fuggire via nel giardino, mentre Rukia continuava a riempirlo di neve dalla testa ai piedi, ridendo come una bambina tremendamente felice. E quella risata era il suono più bello che Renji potesse mai percepire.
Fu solo verso sera tarda - quando la donna ormai stanca aveva chiesto aiuto per completare la sua creazione - che Rukia poté ritenersi soddisfatta, osservando l'opera che alla fine avevano portato a termine assieme.
"Credi che anche il nostro bambino sarà così bello?" mormorò la ragazza, tra un sorriso e l'altro, sfiorando il pancione da sopra il cappottone, pensando a quanta felicità avrebbe portato di lì a poco tempo.
"Di più Rukia. Molto di più"
E con quelle parole se ne tornarono in casa, il pupazzo di neve finito e la felicità nel cuore.



   
 
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