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Autore: __Jude    06/01/2013    5 recensioni
"Tutti avevano vissuto nel miraggio di un sogno. Ma quello di Stiles era diverso, era palpabile, era vero! Ed il suo ricordo non lo aveva abbandonato. Dimenticare era impossibile. E ricordare faceva paura."
Una Sterek un po' diversa dove niente è come sembra. Molto prima dei licantropi, molto prima degli Argent, molto prima della Sterek che tutti conosciamo.
Genere: Fluff, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Hide and Seek

 




Capitolo 1.
It' s too cold outside, for angels to fly.


 
Quando faceva notte, il bosco di Beacon Hills era già diverso. Non c’ era più la luce che filtrava tra le foglie o i canti dolci e pacati degli uccelli. Il crepuscolo strisciava sui tronchi, tra le radici, in mezzo ai rami, e tingeva tutto di un altro colore. Perfino gli odori cambiavano. C’ erano odori arcani e segreti nell’ ora del crepuscolo. Stiles aveva imparato a conoscerli tutti: la sfumatura acre dell’ acqua stagnante, l’ umidità del muschio, il profumo pungente delle piante medicamentose…
“Come vanno i tuoi incubi, Stiles?” chiese Scott al suo fianco, dopo aver dato un calcio ad una zolla di terra compatta e grande quanto un pompelmo.
“Come va la tua asma?”.
“Stiles…” sbuffò l’ altro.
Stiles sospirò si prese del tempo per rispondere. Guardò la palla di terra rotolare lontano e trasformarsi in un mucchietto marrone all’ impatto con una radice.
“Meglio. Sai, credo proprio che stiano migliorando!”.
Scott lo guardò a lungo e l’ amico sapeva che l’ unica cosa che proprio non sarebbe mai stato in grado di fare era mentire a quello sguardo da cucciolo di labrador. In più, le occhiaie che gli marcavano la parte inferiore degli occhi non facevano altro che dire la verità.
“Ok, non vanno affatto bene! Sto dormendo pochissimo in questi giorni” sbottò. “E non mi dire di provare a contare le pecore perché ci ho provato. E o non funziona, o le pecore si trasformano in mostri a tre teste che vogliono fare di me la loro colazione!”.
“Beh e che mi dici della camomilla?”.
“E’ solo una leggenda metropolitana, non aiuta per niente”.
“Mmh… qualche tisana alle erbe?”.
“Bleah, per favore!”.
“Una bella botta in testa?”.
“Finalmente un’ idea sensata! Ma solo se me la dai tu”.
Scoppiarono entrambi a ridere, complici, fedeli l’ uno all’ altro. Amici.
Intanto il cielo si faceva sempre più scuro ed entrambi convennero che era meglio terminare lì la loro passeggiata. Ci andavano spesso, nel bosco. Era un mondo per evadere quando la loro vita pesava troppo e, in più, Stiles era convinto che l’ attività fisica aiutasse ad alleviare l’ asma di Scott. E la sua ansia.
Da quando era morta sua madre niente era stato più lo stesso e nonostante fosse passato abbastanza tempo, la mancanza di lei lo tormentava costantemente. Stiles e suo padre erano passati attraverso l’ inferno. C’ erano stati il silenzio, l’ insofferenza, la mancanza di forza per reagire, i calmanti, le crisi di panico. E quando queste sembravano essere finite, erano arrivati gli incubi.
Scott e suo padre, lo sceriffo Stilinski, erano l’ unica cosa che lo tenevano ancorato alla sua vita. Certo, poi c’ era la cotta irreparabile per Lydia; ma dato che non avrebbe portato comunque da nessuna parte, tanto valeva rassegnarsi e vedere tutto come un sogno irrealizzabile che probabilmente neanche la fata turchina di Cenerentola avrebbe potuto realizzare.
 
Era buio anche dentro casa Stilinski. Il rumore delle chiavi nella serratura sembrava rimbombare nelle orecchie per quanto silenzio c’ era. La casa era vuota e non solo perché non c’ era effettivamente nessuno, ma perché anche con milioni di persone al suo interno, si sarebbe percepita comunque la mancanza di qualcosa.
Sul tavolo della cucina c’ era un sacchetto del fast food all’ angolo e un biglietto:

 C’è stato un contrattempo, mi hanno richiamato in centrale.
Forse farò tardi. Ti ho lasciato la cena.
Ti voglio bene.
Scusa

 Stiles sospirò. Lo scusa cancellato alla fine del biglietto rendeva tutto sicuramente più drammatico. E doloroso.
 
Il tempo si consumò in poche azioni. Cena davanti alla tv, ancora tv, computer, pigiama, letto. Il sonno tardò ad arrivare, si prese del tempo, lasciando Stiles a rigirarsi tra le coperte come un pesce in una rete. E proprio quando il ragazzo aveva perso le speranze, si posò sulle palpebre rendendole pesanti e lo fece addormentare.

 
La notte è scura ed il silenzio è tale che quasi pesa. Nell’ aria fredda e pungente ci sono odori che Stiles conosce e non appena la sua mente raggiunge la conclusione ipotizzata, il paesaggio circostante si rivela: il bosco di Beacon Hills.
Le innumerevoli notti passate il balia degli incubi lo hanno reso capace di distinguere la differenza tra realtà e illusione. Questa volta però i dettagli sono più nitidi e coinvolgono tutti e 5 i sensi, anzi li risvegliano. Non è come negli altri sogni, Stiles è consapevole del suo corpo, lo sente, come sente con precisione ogni cosa attorno.
“No, è un sogno, è decisamente un sogno...” borbotta fra sé.
Un rumore al di là dei cespugli rompe il silenzio. I muscoli di Stiles si tendono, gli occhi si spalancano e il cuore inizia a battere presagendo il peggio. Cosa sarà ad ucciderlo questa volta?
Ora c’è nebbia nell’ aria ed il rumore si fa più vicino. Sono passi… no, no, quelli non sono piedi. Sono zampe.
Stiles inizia a tremare e sente il respiro morirgli in gola alla vista della creatura che sbuca fuori dalla vegetazione. E’ un lupo, ma è decisamente troppo grande per essere un lupo normale, e le sue zanne bianche risplendono anche sotto ai raggi della luna che tramonta. Ma è un’ altra cosa a far perdere l’ equilibrio al ragazzo facendolo cadere in mezzo alle foglie secche ed umide: un paio di grandi occhi rossi lo fissano e in quegli occhi c’è il fuoco, c’è l’ ira, c’è il furore animale del predatore.
“Oh mio dio, oh mio dio, ti prego salvami”.
Il lupo spalanca la bocca in un ruggito che quasi fa tremare i rami degli alberi e gli si avvicina lentamente, mostrando le zanne.
“Oh cazzo! Che cosa ci vuoi fare con quelle?!”.
Pochi metri lo separano dall’ animale e Stiles è sicuro che non riuscirà a vedere l’ alba che sta sorgendo al di là delle montagne. Ma qui accade qualcosa di inaspettato. Il lupo si mette improvvisamente in posizione eretta, poggiando sulle zampe posteriori, e più avanza più assume fattezze umane. La coda scompare, le zampe diventano gambe e mani, le zanne e le orecchie si rimpiccioliscono cambiando forma ed i peli del viso si diradano fino a ridursi in capelli, scoprendo uno dei visi più belli che Stiles avesse mai visto in tutta la sua vita.
Nell’ esatto punto in cui pochi secondi prima si trovava un grosso lupo famelico, ora c’è un giovane moro dagli occhi verdi in giacca di pelle e jeans.
Il ragazzo sorride, scoprendo una fila di denti bianchi e perfetti. “Ciao, Stiles. Io sono Derek”.







Angolo dell' autrice:

Ok, questa è la mia prima FF su Teen Wolf e l' idea è anche abbastanza folle, quindi sono terrorizzata di far casino e mandare tutto a quel paese!
Ma era da tanto che volevo scriverne una e quindi boh, ci ho provato.
Immaginate la storia prima che Stiles e Scott sapessero che i licantropi e Derek Hale esistono.
Le parti "sognate" saranno sempre scritte in corsivo, per distinguerle.
Spero continuate a seguirmi :)

J.
  
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