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Autore: Lainthel    07/01/2013    1 recensioni
Per questo, con decisione e allegria, sorrise ai suoi due amici. Giurò a se stesso che non avrebbe abbandonato più nessuno.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aang, Appa, Momo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Gli ultimi raggi del sole si spensero dietro l’orizzonte dando posto alla luna e alla sua luce misteriosa che illuminava la notte. Ben presto si alzò un leggero ma pungente vento e Appa si accoccolò maggiormente al fianco della madre. Nonostante non fosse più un cucciolo e avesse sufficiente pelliccia per proteggersi dal freddo da solo, il bisonte non aveva scordato quella cara abitudine e sua mamma, dal canto suo, non lo aveva certo forzato a staccarsene.

C’era una strana inquietudine che aleggiava nell’aria quel giorno; e il vento che si stava alzando sempre più ne era la dimostrazione.

Appa non ci aveva fatto molto caso e aveva vissuto anche quella giornata serenamente, senza pensare ad eventuali pericoli.

Eppure, mentre le palpebre gli si facevano pesanti per la stanchezza, ripensava al comportamento di sua mamma, irrequieto più del solito.

Poi, finalmente, chiuse gli occhi abbandonandosi al piacere del sonno.

-Appa… svegliati, Appa!-

Spalancò gli occhi, contrariato da quell’interruzione inattesa. Ma quando vide chi aveva di fronte lo sguardo si addolcì. Avrebbe potuto riconoscere quella testa pelata fra mille.

-Scusami, amico. Non c’è tempo per le spiegazioni. Dobbiamo andarcene subito!-

Lui non voleva e soprattutto non capiva. Non era la prima volta che a Aang veniva la brillante idea di svegliarlo nel cuore della notte per andare a fare un giro. Ma sentiva che c’era qualcosa di diverso. Glielo diceva lo sguardo impaurito del bambino e il suo continuare a guardarsi intorno.

Appa non si mosse, cercando di far capire all’amico che no, forse per quella volta non era una buona idea. Ma lui non lo lasciava in pace.

-Appa ti prego!- disse in tono implorante alla fine.

Il bisonte sbuffò contrariato. Poi, in modo incredibilmente silenzioso, si allontanò seguendo Aang.

Quando furono distanti, il Nomade gli saltò in groppa –Sarà solo per qualche giorno, Appa. Promesso. Ho solo… bisogno di riflettere.- il tono si era fatto triste.

Subito dopo furono in volo. Entrambi sentivano già nostalgia di casa. Quello che ancora non sapevano era che sarebbe passato un secolo, prima di poterci ritornare.

---

Ci fu silenzio. Un silenzio fin troppo assordante alle sue orecchie. Era buio intorno a se. Lo era stato per così tanto tempo che aveva creduto di non potere più vedere le luce. Mosse i primi passi sentendo cedere le ossa. Spostò alla cieca il fogliame che stava intorno e poi finalmente vide i primi raggi del sole. Si sentì bruciare gli occhi ma continuò ad avanzare desiderando ardentemente quella luce. Tirò fuori la testa respirando a pieni polmoni. Si fece forza e si lanciò nel vuoto sentendo l’aria riempire le attaccature tra le zampe e sostenerlo.

Casa sua non era più come prima. Niente era come prima. Lande desolate e case distrutte era tutto quello che era rimasto. Che ne era stato degli animale e delle persone? Dov’era la sua famiglia? In cuor suo sperava ancora che fossero riusciti a scappare o nascondersi. Ben presto aveva capito di essere rimasto solo.

Decise che avrebbe aspettato. Avrebbe aspettato il ritorni di qualcuno che lo avrebbe portato definitivamente via da lì. Perché da solo Momo non ne aveva il coraggio. Aveva paura di vedere il mondo cambiare e lasciarlo inevitabilmente indietro.

---

Con l’alba a tingere di un rosa pallido il cielo, l’Avatar fissò per un attimo ciò che era rimasto del Tempio dell’Aria. Aveva pensato talmente tanto a quel lontano giorno in cui aveva deciso di andarsene che aveva perso il conto. Si sentiva in colpa per tutto, ma sapeva che l’unico modo per riscattarsi era fare ciò che per paura aveva rimandato per troppo tempo.

Per questo, con decisione e allegria, sorrise ai suoi due amici. Giurò a se stesso che non avrebbe abbandonato più nessuno.

Guardò Momo nei suoi enormi occhi e gli parlò –Tu, io e Appa. Siamo tutto quello che è rimasto di questo posto. Dobbiamo rimanere uniti.-

Poi, di nuovo, Appa lo portò via. Gli sembrò di rivivere la stessa scena di cento anni prima.

Con la differenza che adesso non era più solo a sostenere il suo fardello.









***

Fan Fiction creata durante un viaggio in treno di ritorno dall'università.
La nebbia che si scorgeva dal finestrino è stata fonte di ispirazione e malinconia.

Se vi va, commentate!

Un saluto,

Lain*


  
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