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Autore: Rebychan    07/01/2013    4 recensioni
Sebastian è un comune essere umano. E' un insegnante di nobili natali, anche se la sua famiglia è decaduta, e gli verranno affidati dal Conte Phantomhive come protetti i figli: Ciel e sua sorella maggiore.
Cosa accadrà?
Non serve infatti essere un diavolo per essere diabolici.
AU completa - Pairing: Sebastian X Ciel
Dal capitolo 15: Quando entrò nel grande salone tutti gli occhi ovviamente furono su di Ciel. E’ inutile dire che quelli più insistenti furono proprio quelli di Elizabeth.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Ciel Phantomhive, Sebastian Michaelis, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ecco il nuovo capitolo di questa storia.
I personaggi non sono miei. Scusate se ci saranno degli errori, io leggo e rileggo ma qualcosa mi sfugge sempre.
Ringrazio chi ha messo la fic tra le preferite, ricordate e seguite e soprattutto chi ha commentato e commenterà. Grazie!  
Buona (spero) lettura.
Reby

CAPITOLO 15

Quando entrò nel grande salone tutti gli occhi ovviamente furono su di Ciel. E’ inutile dire che quelli più insistenti furono proprio quelli di Elizabeth.

La ragazza dai capelli biondi si fiondò sul fidanzato e cominciò a guardarlo da ogni angolatura con occhi scintillanti.

“Sei così carino, Ciel!”, urlò con la sua vocina squillante.

Batté le mani. “Quest’abito ti dona molto. Se non sapessi che sei un ragazzo, potresti benissimo passare per una donna.”

Ciel si trattenne dal risponderle piccato.

Se pensava che quelli per lui fossero complimenti si sbagliava di grosso.

Lui avrebbe voluto apparire mascolino in ogni occasione.

Ciel fece un paio di respiri profondi ricordandosi delle parole di Sebastian.

Secondo il maggiordomo – tutore avrebbe dovuto imparare a sfruttare le caratteristiche fisiche donatogli da Madre Natura per raggiungere i suoi scopi.

Non doveva quindi arrabbiarsi per quelle frasi, ma doveva accettarle.

Doveva sopportare in silenzio quell’umiliazione, in modo in futuro da resistere di fronte a milioni di altre situazioni imbarazzanti che si sarebbero potute creare a causa del suo aspetto.

Quella sarebbe stata la prima e ultima volta che si vestiva  da donna, doveva semplicemente pazientare e poi quella tortura sarebbe finita per sempre. E avrebbe lasciato dietro di sé solo un insegnamento per il futuro, e la forza per finalizzarlo.

Ciel chinò il capo in segno di assenso alle parole di Elizabeth. Cosa che gli costò non poco visto che avrebbe voluto dirgliene quattro sul fatto che “carino” per un uomo significasse “essere un niente”.

Una ragazza è carina, un uomo è bello o virile.

Rachel si avvicinò a sua volta al figlio e lo abbracciò d’istinto.

“Sei proprio bello, figlio mio.”, gli disse. “L’orgoglio di mamma e papà.”

Vincent si limitò a ridere.

Ciel arrossì lievemente di fronte a quelle parole.

Ancora una volta avrebbe voluto sprofondare sul pavimento.

Quella situazione stava diventando sempre più imbarazzante.

Perché doveva essere l’orgoglio di mamma e papà solo perché stava bene vestito da donna? Era frustrante!

Francis si limitò a guardarlo severa, mentre Angelina osservava la scena con apprensione.

Lei sapeva i complessi che Ciel provava per il suo aspetto così gracile, e temeva che quei complimenti potessero mandarlo ancora di più in crisi.

Si rassicurò quando intercettò il suo sguardo. Era quello fiero di una persona che sta sopportando eroicamente tutto quello, in vista di un progetto più grande.

La ragazza non sapeva di che progetto si trattasse, ma se il fratello era così determinato non poteva che essere un bene, perché non si sarebbe scoraggiato di fronte a certi commenti.

Quando Rachel si staccò, Elizabeth ribatté le mani.

Ricominciò a trillare su quanto Ciel era bello. E poi tutto d’un tratto, cominciò a svolazzare, producendo con la voce le note di un valzer.

La sua esaltazione era palpabile.

Ciel non riuscì a capire come si ritrovò in quella situazione. Seppe solo che un momento prima stava guardando Elizabeth inarcando un sopracciglio, mentre notava che da come si muoveva lei doveva essere brava a ballare, e l’attimo dopo era tra le braccia di Sebastian e muoversi a ritmo della musica scandita dalla ragazza.

La voce del tutore gli arrivò all’orecchio mentre diceva: “Scusate l’ardire, giovane lord, ma ero curioso di constatare una cosa.”

Sebastian era più forte di lui, ma anche se non lo fosse stato, gli bastò forzarlo lievemente per far muovere i suoi piedi istintivamente.

Con raccapriccio, Ciel si accorse che se lasciava la guida all’altro, anche se non era in grado di danzare, riusciva ad andare a ritmo, e soprattutto non colpiva caviglie e stinchi.

Sebastian quando gli aveva fatto il test sulla danza, gli aveva sempre dato il ruolo del maschio, e si era rivelato una frana.

Se assecondava l’altro usando i passi da donna, invece, riusciva a danzare normalmente.

Era umiliante!

Si fermò sconfitto da quel pensiero.

Sebastian si bloccò a sua volta. Notando il suo turbamento ed intuendone le ragioni, gli sussurrò ancora una volta nell’orecchio. “Non dovreste prendervela così tanto. Ho voluto solo controllare visto quanto accaduto ieri se eravate davvero un caso disperato nella danza. E no, mi sono reso conto che non lo siete. Avete solo bisogno di una guida, anche se continuate a dire di no.”

Non aggiunse altro, ma il cuore di Ciel cominciò a battere all’infuriata.

Quel giorno già per due volte si era ritrovato a fidarsi degli insegnamenti del tutore. Lo aveva fatto però a malincuore!

Quelle parole lo costrinsero a ripensare a se stesso e alla sua solitudine.
 

Aveva sempre pensato di essere abbastanza intelligente da riuscire solo con il proprio impegno personale a realizzarsi nella vita, ora qualcuno gli faceva notare che non era abbastanza. Aveva bisogno di qualcun altro se voleva diventare davvero l’adulto che ambiva a divenire.

Quel qualcuno però non poteva essere Michaelis. Si disse. No, quel tipo nascondeva qualcosa, non poteva farsi fregare iniziando a fidarsi di lui, come il resto della famiglia.

Eppure era la prima persona che gli aveva parlato francamente, facendogli capire che il suo atteggiamento nei confronti di determinate cose era sbagliato.

Con gli altri membri della sua famiglia Sebastian era un falso, ma con lui certe volte toglieva la maschera per rivelarsi quello che era realmente, ovvero un opportunista malizioso  e con molte esperienze di ogni tipo alle spalle che lo rendeva efficiente e imprevedibile.

Ciel scrollò il capo mentre Sebastian si allontanava.

Quei pensieri erano futili. Lui non era tipo da fidarsi di qualcuno di così enigmatico.

Si trincerò nella sua posizione, negando le parole del maggiordomo – tutore.

Lui non aveva bisogno di una guida, od almeno non aveva bisogno di lui, come l’altro aveva sottinteso con quella frase.

Il ragazzo non lo sapeva ancora però fu da quel momento che in verità ebbe inizio il suo vero rapporto con Sebastian.Anche se razionalmente continuava a negarsi, istintivamente già solo per il fatto di aver accettato qualche volta i suoi consigli, e aver ammesso in parte di aver bisogno di qualcun altro, lo spinse ad iniziare a fidarsi di Sebastian e contare su di lui, con le conseguenze che nacquero dopo.

Furono i battiti delle mani di Elizabeth a togliere Ciel dalle sue riflessioni spinose.

La ragazzina aveva continuato a canticchiare fino a quando Sebastian ed il ragazzino avevano smesso di ballare.

Poi aveva preso a gridare esaltata, mentre diceva: “Siete stati bravissimi. Anch’io vorrei tanto danzare con Ciel.”

Gli si avvicinò tutta allegra, ma il ragazzo si negò.

Gli occhi di Elizabeth si fecero tristi, e Ciel prendendo la palla al balzo ne approfittò per togliersi da quegli impicci.

Ne aveva abbastanza da quella gabbia per uccelli che era quel vestito da donna, era il momento di toglierselo.

“Non fraintendere, Elizabeth. Sarei felicissimo di ballare con te, ma non con questo abito. Sono un uomo!”

Elizabeth sorrise. “Hai ragione.”

“Vado a cambiarmi.”

Elizabeth acconsentì.

Il supplizio chiamato “esperienza inevitabile” finì.

Ciel andò a cambiarsi nella sua camera. Sebastian lo seguì per aiutarlo.

I due quando si ritrovarono da soli per la prima volta non parlarono.

Ciel stava ancora rimuginando sulle parole dette dal tutore ma non aveva voglia di analizzarle nel profondo, per non essere costretto ad ammettere certe cose che ora come ora non era disposto ad accettare.

Sebastian intuendo la sua frustrazione, decise per una volta di graziarlo lasciando che il destino compisse al momento opportuno il suo corso.

Quando fu di nuovo nei suoi panni maschili, Ciel tirò un profondo respiro di sollievo.

Si guardò allo specchio e per la prima volta invece di sbuffare per l’immagine longilinea che rimandava, si osservò obiettivamente.

Non era proprio da buttare come uomo.

Era ancora un ragazzino per cui poteva permettersi delle forme acerbe.

Da adulto il suo fisico probabilmente si sarebbe rafforzato, ed il suo viso si sarebbe allungato.

Se fosse riuscito a mantenere un aspetto “dolce”, con un fisico non proprio corpulento, ma almeno un minimo virile si sarebbe potuto definire un bell’uomo.

Doveva solo aspettare.

Non doveva più criticare il suo aspetto, ma esserne grato e perché no, approfittarsene per raggiungere i propri scopi.

Su quello era ancora disposto a dare ragione a Sebastian, ma solo su quello.

Il discorso "guida" gli stonava ancora parecchio, e proprio perché sentiva che il maggiordomo gli nascondeva qualcosa.

Come ci si poteva fidare di una persona così misteriosa?

Era impossibile!

Eppure….

Scrollò il capo e a passo di carica tornò da Elizabeth. L'avrebbe aiutato a non pensare.

Rachel si era messa al pianoforte.

Fu lei ad accompagnare la danza.

Ciel tentò di ricordarsi il ritmo che aveva adottato quando era tra le braccia di Sebastian.

Nel rammentarlo arrossì.

Quella era un’altra cosa che non avrebbe ammesso, ma affidarsi a lui era stato piacevole, così come era stato gradevole il calore emesso dal suo corpo.

Era assurdo!

Tornò a concentrarsi su Elizabeth.

Provò a scimmiottare i passi di Sebastian ma com’era prevedibile il risultato fu pessimo.

Dopo pochi secondi già perse il ritmo, mentre i suoi piedi andavano dove volevano.

Provò a non colpire Elizabeth, ma prima le schiacciò il piede e poi le calciò la gamba.

Lei stoicamente resistette al dolore non urlando. Chiuse però l’occhio dove fuoriuscì una piccola lacrima.

“Forse è meglio smettere qui.” Ancora una volta intervenne Sebastian. Si mise tra il ragazzo e la fidanzata e disse rivolto alla giovane: “Il giovane lord Phantomhive non è ancora molto bravo a danzare. Prometto però che farò di tutto per renderlo un ballerino eccezionale e nel più breve tempo possibile. Dopo di che danzerà con voi, milady, tutte le volte che vorrete. E’ una promessa che faccio in qualità di tutore di questa blasonata casata.”

A quelle parole, fu il turno di Francis di dire la sua.

Gli era balenata un’idea che avrebbe sortito l’effetto di mettere alla prova contemporaneamente il tutore ed il nipote.

“Quanto ha detto, signor Michaelis è stato ispirante.”

Si rivolse al fratello. “Da quanto tempo non dai un ballo in questa casa Vincent?”

L’uomo la guardò sorpreso, poi però comprese immediatamente cosa intendesse.

“Sono ormai diversi anni. Non hai tutti i torti. Forse è giunto il momento di indirne uno. Così anche se non sarà un vero debutto in società per Angelina, in quanto bisogna farlo davanti alla regina, beh... potrà prendere dimestichezza con l’alta società per quando giungerà il momento.”

A quelle parole gli occhi di Angelina e Elizabeth brillarono.

Avevano capito cosa stava succedendo.

Ciel invece congelò.

“Sei mesi.”, stabilì Francis guardando Sebastian. “Credo che sei mesi basteranno per insegnare ai miei nipoti tutto sulle buone maniere.”

Ci fu una pausa e poi aggiunse. “Un uomo come lei credo proprio che possa farcela.”

A causa di quelle parole, Ciel capì che anche Francis aveva accettato Sebastian. Tuttavia il suo spirito combattivo le impediva di ammetterlo come tutti, per cui gli aveva imposto una nuova sfida per fargli dimostrare il suo valore.

Ciel sospirò.

Perché ci finiva sempre in mezzo lui?

Lui non ci teneva a partecipare ad un ballo lì alla tenuta, perché era di quello che si trattava.

Tra sei mesi, i conti Phantomhive avrebbero organizzato un ballo per presentare i loro figli ai loro pari.

Ed in quell’occasione si sarebbe preteso che Ciel fosse diventato un damerino.

Le ragazze erano entusiaste e cominciarono già a parlare di come si sarebbero vestite.

Ciel era frustrato.

Lui odiava quelle cose.

Lui odiava stare in mezzo alla gente.

Francis stavolta gli aveva proprio tirato un brutto scherzo.

Dopo quella proposta accettata da Vincent, la donna si decise ad accomiatarsi.

Mentre aspettava con la figlia la carrozza in giardino, però, ebbe modo di parlare ancora una volta con Sebastian.

“Signor Michaelis, voglio dirle che la nostra sfida è solo rimandata. Ammetto che mi ha battuto nella scherma, e che forse è la persona giusta come istruttore per questo casato, anche se lo scopriremo con certezza solo tra sei mesi se sarà ancora qui, ma ho ancora delle frecce  disposizione. La prossima volta che c’incontreremo vorrei sfidarla ad una gara d’equitazione o di caccia, altre due attività per cui sono portata.”

“Sarà un vero piacere.”, disse l’uomo con un inchino accettando la sfida.  

“E visto che sono indispensabili, insegnate queste arti anche a Ciel, così forse potrebbe anche lui essere della partita nella nostra competizione.”

“Sarà fatto.”.

La donna se ne andò e nel maniero dei Phantomhive ritornò la solita calma. Aveva lasciato dietro di sé però un tifone chiamato "ballo" e tanti mesi di duro lavoro e frustrazione per Ciel.

Prima di quelli però dopo qualche giorno Ciel andò a Londra e come aveva stabilito per puntiglio personale obbligò Sebastian a portarlo dal suo informatore.

FINE CAPITOLO 15

Come andrà la visita a Londra? Ciel incontrerà l'informatore? Cosa succederà? Tutto quello lo scoprirete leggendo il prossimo capitolo.

Probabilmente il capitolo è uscito più blando di quello che immaginavate, ma non volevo scrivere qualcosa di eclatante, volevo solo che si arrivasse al momento in cui le cose tra Ciel e Sebastian sono un po' cambiate.
Detto questo, spero che il capitolo vi sia un po' piaciuto!

Di questa fic ho scritto fino al capitolo 16, spero presto di aggiornarla.

   
 
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