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Autore: pIcCoLaKaGoMe92    07/01/2013    3 recensioni
Tutto ciò che Susan desidera è una vita all'insegna della normalità, ma a quanto pare il destino ha in serbo tutt'altro per lei. Dal testo : "«Non capisco cosa ti costi ammettere che ha qualcosa a che fare con il nostro passato. E’ così ovvio! Potremo essere delle principesse e per la tua voglia di normalità non lo sapremo mai!» «Suvvia Lucy non esagerare…va bene galoppare con la fantasia ma essere delle principesse!»" (Una rivisitazione in stile Narnia della fiaba di Biancaneve). PeterxSusan.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Pevensie, Peter Pevensie, Susan Pevensie, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti! Questa fan fiction è ispirata alla storia di Biancaneve e in parte ai film che ne sono stati tratti (in particolare quello con Julia Roberts e Lily Collins). È una SusanxPeter con anche un po’ di EdmundxLucy e CaspianxLillandil. Dal momento che è un AU non è incesto. So bene che Ettisnmoor non è proprio un regno felice nella vera Narnia, ma anzi è il regno dei giganti ma visto che è un AU mi sono presa un po’ di libertà!
Se vi va lasciatemi una recensione! Mi farebbe piacere!(anche per dirmi che fa schifo) ^^





Un magico pomeriggio d’inverno, mentre la neve copriva con dolcezza il mondo, una giovane regina cuciva accanto alla finestra ammirando il paesaggio. Neri corvi zampettavano nella neve alla ricerca delle briciole che poco prima lei aveva sparso dalla finestra per gli uccelli. Distratta dalla bellezza che la circondava, la regina si punse un dito. Caddero tre gocce di sangue color rubino, spiccando nell’abbagliante chiarore della neve. «Sarebbe bello- pensò la regina– avere una bambina bianca come la neve, rossa come il sangue, nera di capelli come i corvi». Poco dopo la regina partorì una bambina bianca come la neve, gote color rubino e capelli neri come l’ebano. La principessina venne chiamata Biancaneve e re e regine vennero da ogni dove per onorare la nuova nata della famiglia reale di Ettisnmoor.
La bambina crebbe tra l’amore del padre e della madre e dopo quattro anni la regina diede alla luce un’altra figlia. La piccola che era splendente come un raggio di sole venne chiamata Luce. Purtroppo la regina, debole di costituzione dopo il primo parto, morì; il re che l’amava molto ne rimase profondamente colpito, ma decise di crescere con cura le sue due figlie amandole anche per la moglie. Ma nonostante tutto l’amore che un padre poteva dare, la mancanza di una figura femminile era ben chiara al povero re che quindi decise di risposarsi.
Il fato volle che proprio in quel periodo una giovane e bellissima donna arrivasse a palazzo, il suo nome era Jadis. Con la sua bellezza incantò subito il re che decise di sposarla immediatamente.
A nulla valsero gli ammonimenti del suo grande amico il Re Frank di Narnia, (anch’esso aveva perso la moglie in seguito ad un’epidemia di febbre che aveva decimato la popolazione, ma aveva deciso di non risposarsi per onorare il ricordo dell’amata e non far sparire il suo ricordo dalle menti dei suo giovani figli. )il re decise di sposarla e così fece. Ma subito dopo il matrimonio il regno venne sconvolto da un gelido inverno che sembrava non avere mai fine e si diffusero voci che una presunta Bestia al confine con Narnia, più precisamente all’interno della foresta proibita, uccidesse le persone di passaggio o chiunque abitasse in quelle zone.
Il buon Re non poteva vedere la sua popolazione in preda al panico e decise quindi di chiedere aiuto al Re Frank di Narnia che non esitò ad aiutarlo ed insieme partirono per scovare la terribile Bestia che invadeva le loro terre.
Purtroppo però nel viaggio i due litigarono a causa della nuova regina Jadis, in quanto a parere del Re Narniano questa stava soggiogando il volere dell’amico. Il Re di Ettinsmoor in preda alla rabbia cacciò il compagno e lo bandì per sempre dal regno. Una volta rimasto solo però si addentrò all’interno della Foresta Proibita, ma purtroppo non ne uscì mai più.
La Regina Jadis mostro quindi il suo vero volto. Fredda, vanitosa superba ella non si accontentava di essere potente e bella, desiderava esserlo al di sopra di chiunque altro; possedeva una collana di magnifica fattura in cui era incastonato uno specchio magico a cui rivolgeva la domanda «Chi è la più bella nel regno?» ed esso ogni giorno la rassicurava rispondendo «Siete voi mia regina. »
Ma col passare del tempo le cose cambiarono. Nacque presto una gelosia nei confronti della figlia maggiore del Re, Biancaneve che nonostante la tenera età si dimostrava bellissima e comunque piena di virtù. La gelosia crebbe talmente tanto che nel giorno del terzo compleanno della piccola Luce la Regina porse come sempre la sua domanda giornaliera allo specchio ma questa volta la risposta la pietrificò. «Regina ancora bella sei tu, ma Biancaneve lo è molto di più. »
Sconvolta ed arrabbiata Jadis tramò in gran segreto un piano per sbarazzarsi per sempre delle principessine ed ottenere il pieno controllo del regno: il fedele nano Nikabrik avrebbe dovuto portare le principessine nella foresta proibita ed ucciderle e come prova della loro morte prendere il sangue della piccola ed il cuore della maggiore, che avrebbe poi mangiato a cena quella sera come suggeritogli dallo stesso Tash che le aveva regalato lo specchio magico ed i poteri da strega, in modo da ottenere l’immortalità e la bellezza tanto agognate.
Ma il fido Tumnus, il maestro delle due bambine per sbaglio origliò la conversazione e riuscì a mandare una richiesta d’aiuto al re Frank per accogliere le principessine al confine tra i due regni e portarle in salvo. Il fauno le fece montare all’alba su di un cavallo con l’istruzione di proseguire sempre dritto senza mai voltarsi indietro e di fidarsi solo del Re di Narnia.
Purtroppo però la Regina si accorse della fuga ed inviò i lupi della sua speciale polizia segreta ad uccidere le principessine. I lupi le raggiunsero proprio al confine ed il re Frank che le aspettava come promesso per portarle in salvo si fiondò in loro aiuto uccidendo qualche lupo. Ma erano troppi da tenere a bada per una sola persona nonostante questo fosse un Re e le due bambine, disarcionate dal cavallo spaventato, caddero nel fiume. Il re si lanciò subito al loro inseguimento e i lupi decisero che era inutile inseguirli visto che sarebbero morti sicuramente dal momento che il fiume passava nella Foresta Proibita, e decisi a non morire anche loro uccisero un cinghiale e ne portarono il cuore alla regina in sostituzione di quello di Biancaneve.

* * *

Susan si svegliò con un terribile mal di testa. Ci mise un po’ a rendersi conto di essere nel suo letto e non nelle acque gelide che nel suo sogno avevano avvolto lei e Lucy. Si alzò stando attenta a non svegliare la sorella, doveva aver fatto anche lei quel terribile incubo che le perseguitava da ormai tredici anni visto che era a letto con lei; Lucy insisteva a dire che doveva esserci senza dubbio un significato se entrambe lo facevano e sembrava così reale e che doveva avere senza dubbio qualcosa a che fare con la perdita di memoria dei primi sette anni di vita di Susan.
Secondo lei invece era solo un sogno come un altro; o meglio questo era quello che Susan desiderava con tutto se stessa perché anche lei ammetteva che forse quegli incubi come di una vita passata che perseguitavano sia lei che la sorella avevano senza dubbio un significato più profondo. Ma non voleva pensarci e così faceva finta di non sentire le varie teorie che Lucy e Trumpkin ideavano ogni volta che ne avevano uno (cioè molto spesso) e andava avanti con le sue pulizie.
Tutto ciò che desiderava era una vita all’insegna della normalità.
Dopo essersi lavata e vestita con cura scese a fare la colazione per tutti. Era diventata ormai un abitudine per lei da quando ormai tredici anni fa il nano Trumpkin le aveva raccolte dalla rete da pesca nella quale lei e sua sorella si erano impigliate e le aveva portate nel suo cottage. Susan aveva perso la memoria probabilmente dopo aver battuto la testa sul fondo del fiume visto un piccolo bozzo che aveva sul lato della testa. Lucy aveva solo tre anni e tutto ciò che faceva era piangere.
Trumpkin, che si stava già occupando di un'altra bambina di un solo anno più grande di Susan, decise di prenderle con sé. La bambina si chiamava Lillandil ed era una mezza stella, affidata al nano dal padre Ramandu, una stella completa.
Le bambine erano cresciute come sorelle, ma i caratteri di Susan e Lillandil le avevano sempre viste in contrasto. In particolare la mezza stella non amava il fatto che la sorella acquisita sebbene più piccola di lei si atteggiasse a madre e cercasse sempre di comandare. Susan invece non sopportava quando Lillandil la rimproverava perché le prendeva il ruolo di sorella maggiore, ma poi non si occupava di mantenerlo andando solo alla ricerca dell’avventura con Lucy.
Quest’ultima dal canto sua amava entrambe le sue sorelle. Certo sapeva che Susan era sua sorella biologica mentre Lillandil era acquisita ma le amava allo stesso modo e soffriva molto nel vederle litigare. Lillandil era la sorella con cui si divertiva ad andare all’ avventura per i boschi e che l’appoggiava in ogni sua peripezia, mente Susan era la sorella dolce che svolgeva anche un ruolo materno e su cui poteva sempre contare.
«Susan?Sei in cucina?» Lucy si affacciò sulla porta della cucina per vedere se sua sorella era lì dentro ancora strofinandosi un occhio mezzo chiuso per il sonno.
«Sì tesoro sono qui. Tieni mangia la tua colazione.» contenta di aver trovato la sorella Lucy si sedette al piccolo tavolo tondo di legno costruito da Trumpkin e si tuffo nel muffin preparato da Susan.
Ben presto arrivarono anche il nano e Lillandil a fare colazione e a quest’ultima non sfuggirono i pestoni della più piccola. «Lucy hai avuto di nuovo quell’incubo?» chiese con sguardo inquisitore.
«Sì. Anche Susan l’ha avuto stanotte.»
«Stanno diventando sempre più frequenti o è la mia impressione?» chiese Trumpkin beccandosi un occhiataccia da Susan che subito mentì «Io non l’ho avuto. » Lucy la guardò a bocca spalancata.
«Ti ho sentito agitarti per tutta la notte e non facevi altro che ripetere “affogheremo” e “Lucy resisti”!»
Susan arrossì beccata in flagrante e si girò subito facendo finta di sistemare i piatti «Era un altro incubo…non il solito…» tutti stettero in silenzio e sperò di aver chiuso il discorso quando Lucy continuò «Non capisco cosa ti costi ammettere che ha qualcosa a che fare con il nostro passato. E’ così ovvio!Potremo essere delle principesse e per la tua voglia di normalità non lo sapremo mai!»
«Suvvia Lucy non esagerare…va bene galoppare con la fantasia ma essere delle principesse!»
«Io non galoppo con la fantasia!insomma questi dove credi che possiamo averli presi, dal macellaio?» aveva detto Lucy tirando fuori il ciondolo che teneva sempre al collo. Ne avevano uno sia lei che Susan e secondo Trumpkin erano di manifattura pregiata. Il primo in oro e il secondo in platino; sul retro dei medaglioni vi era una specie di simbolo probabilmente uno stemma di qualche famiglia che il nano non conosceva, mentre il disegno della faccia frontale era diverso per le due sorelle: quello di Susan aveva un giglio da cui deriva il suo nome, mentre quello di Lucy un sole richiamo anche questo al suo nome.
Le due ragazze non sapevano dire come li avessero avuti e Trumpkin insisteva a farglieli tenere segreti in quanto pezzi sicuramente rari e di grande valore. Non erano le uniche cose costose che le sorelle avevano con loro al momento del ritrovamento: Susan portava con se un arco e delle frecce spettacolari, ciò che era ancora più spettacolare era il modo in cui a soli sette anni era capace di utilizzarlo. Aveva anche un corno in avorio con intagliato uno splendido leone che però non aveva mai avuto il coraggio di suonare. Gli oggetti di Lucy non erano da meno: un pugnale che dava l’impressione di essere molto costoso e l’oggetto più importante di tutti, un cordiale capace di guarire ogni ferita.
«Un punto per Lucy!» disse Lillandil facendo l’occhiolino al nano seduto vicino a lei. Susan si limitò ad alzare lo sguardo e poi disse «Farò meglio ad avviarmi o arriverò tardi.» quindi si avviò vicino al camino in sala vicino al quale aveva appoggiato il pesante mantello ad asciugare dalla nevicata della sera precedente. Dopo esserselo appuntata per bene in modo da soffrire il meno possibile il freddo dell’inverno che sembrava non voler mai passare ritorno in cucina per fare le solite raccomandazioni «Mi raccomando andate a prend-»
«La legna sì sì ce lo hai già ripetuto dieci volte ieri…» disse Lillandil con tono esasperato. Susan si accigliò «Bè volevo solo essere sicura che ve lo ricordaste…Farò tardi anche questa sera non aspettatemi sveglie.»
«non ne avevo nessuna intenzione!»sussurrò velenosamente la mezza stella guadagnandosi un’ occhiataccia dai presenti.
Lucy si girò di scatto dimenticandosi di essere arrabbiata con la sorella «Devi proprio lavorare anche questa sera?»
Susan si avvicinò e le diede un bacio sulla guancia «purtroppo sì …la paga è buona e la padrona della taverna mi offre sempre la cena!»
«Vorrei ben vedere!Con tutti gli straordinari che le fai! Secondo me lavori troppo Susan…possiamo farcela anche senza che ti ammazzi di fatica così e che tu faccia tutta da sola!» si intromise Trumpkin. Susan con tono dolce replicò «Non penso proprio che ce la faremo con questo inverno gelido che non ha fine!La Strega bianca di Ettisnmoor sta espandendo il suo dominio e ce ne siamo accorti tutti…devo forse ricordarti che ha cominciato a chiedere le tasse anche a noi?»
«Per questo ho inviato una richiesta al Re Supremo!» aggiunse Trumpkin con fervore.
Susan stava per rispondere acidamente ma Lillandil la precedette «Bhè è quasi un mese che l’hai inviata…pensi che sia andata persa come quella di due mesi fa o finalmente ti sei convinto che il Re Supremo è troppo impegnato con i suoi stupidi balli per pensare a noi popolani in pericolo?»
«Non dire così Lil! Sono sicura che il Re verrà presto!» disse Lucy con fervore mentre il nano annuiva compiaciuto in approvazione.
«Mi piacerebbe molto stare qui a chiacchierare con voi ma adesso devo proprio correre via.»
Lucy si fiondò ad abbracciare la sorella «Fai attenzione stanotte Su!» Susan promise come tutte le mattine e con un bacio sulla fronte a Lucy se ne andò diretta verso il paese.

* * *

Lillandil e Lucy erano avvolte nel loro mantelli più pesanti eppure la più piccola continuava a tremare. Ma di questo la mezza stella non sembrava nemmeno essersene accorta impegnata com’era ad inveire verso la sorella «Non capisco davvero che problemi abbia! Per il Leone esistiamo anche noi nella famiglia non deve preoccuparsi di tutto lei! E poi sempre a ricordarci cosa fare e non fare! È lei quella che soffre di amnesia non io!» a questo però si era morsa la lingua capendo di aver esagerato. Si girò verso Lucy che la stava infatti fulminando «Questo non è stato molto carino da dire Lil…lo sai che lei si preoccupa per noi e vuole solo il meglio!»
Lillandil per tutta risposta sbuffo. Dopo poco però riprese il discorso incapace di tacere «Lo so Lucy…ma mi sento messa da parte da certi suo comportamenti! Vuole sempre essere logica e perfetta sempre con il desiderio di quella sua noiosissima normalità! Insomma è vero la Strega Bianca sta invadendo i confini di Narnia ed il Re non fa niente per aiutarci…ma perché sottomettersi a quella? Se potessi sarei già volata a Cair paravel a prendere il Re supremo per le orecchie e lo porterei a risolvere qualcosa che non sia quale mantello di broccato si intoni ai suoi costosissimi gioielli!»
Lucy stava per risponderle per le rime, adirata dalla superficialità con cui stava trattando tutti in quel momento la sorella, quando sentirono degli urli.
Lillandil che era troppo presa dal dimostrare come avrebbe infilzato la strega con il suo fioretto non si sarebbe accorta di niente se Lucy non l’avesse azzittita immediatamente con una mano sulla bocca sillabandole “ascolta”.
Le due fanciulle capirono subito che gli urli provenivano dalla loro destra e sembrava una richiesta d’aiuto di due uomini. Dopo essersi consultate con uno sguardo decisero di andare alla ricerca delle voci.
Dopo una decina di minuti trovarono i proprietari. Appesi ad un albero. Nudi.
La prima reazione fu quella di ridere, ma la maggiore si riprese quasi subito e chiese « Serve una mano?»
I due ragazzi si voltarono di scatto. Erano entrambi molto belli, uno era moro con occhi castani e pelle chiarissima, l’altro biondo con profondi occhi blu. Il moro sbotto subito «Secondo te?!»
«Oh bè se non avete bisogno del nostro aiuto possiamo anche andarcene, vero Lu?»
«Non fare l’antipatica Lil!» e detto questo tirò fuori il suo pugnale e taglio con un colpo la corda.
I due caddero come due sacchi di patate e Lucy si avvicinò per rimuovere le corde che gli impedivano i movimenti. Alzandosi di scatto il biondo finì addosso a Lillandil e quando la guardò per chiederle scusa rimase pietrificato dalla sua bellezza. «Io…voi…io…siete bellissima.»
Lillandil arrossì di piacere mentre Lucy fece una risatina liberando dall’ultima corda il moro, che si alzo di scatto e disse «Sì sì tutto molto romantico Don Giovanni se solo non fossi nudo in mezzo alla neve!»
All’osservazione tutti e quattro arrossirono furiosamente e le due ragazze offrirono i loro mantelli ai ragazzi per coprirsi almeno fino all’arrivo al cottage dove si sarebbero riscaldati.

* * *

«Come vi chiamate Milady?» aveva detto il ragazzo biondo con sguardo sognante verso Lillandil.
«Io sono Lillandil, figlia di Ramandu. Voi?»
«Oh emh nonstante le apparenze io sono Peter il Magnifico, Re Supremo di Narnia. » le due ragazze lo guardavano scioccate e incredule e lui si affrettò ad aggiungere «E lui è il Re Edmund.»
«Il Giusto.» aggiunse fiero Edmund stringendo la mano a Lucy in segno di saluto. Le ragazze erano ancora incapaci di spiccicare parola. Quando poi Lucy capì che le dovevano aver chiesto il nome per la centesima volta si forzò a rispondere «Emh io sono Lucy…solo Lucy…» lei non aveva un titolo nobiliare o un epiteto, nemmeno un padre famoso a cui fare riferimento o per meglio dire non aveva proprio un padre.
Guardando i due davanti a loro tubare sconsideratamente Edmund decise di svolgere il lavoro per il quale erano venuti fino a quel bosco «Una di voi due sarebbe così gentile da indicarci la strada per il cottage del nano Trumpkin?» sia Lucy che Lillandil si girarono ancora una volta sconvolte.
«Quindi siete venuti per noi!Oh Susan e Trumpkin saranno così contenti!» aveva detto Lucy raggiante.
«Susan?» aveva chiesto Peter.
«Sì è nostra sorella…o meglio è la sorella di sangue di Lucy e mia sorella acquisita. » Peter si limitò ad annuire e poi tornò ad amoreggiare con la stella per tutta la strada fino al cottage mentre il fratello alzava gli occhi al cielo per la milionesima volta e Lucy ridacchiava divertita.

* * *

Arrivati al cottage Trumpkin riconobbe subito i due reali dal momento che aveva già avuto occasione di incontrarli e gli offri subito dei vestiti asciutti anche se ovviamente si dovettero accontentare di camicie da notte femminili in quanto erano gli unici vestiti disponibili che fossero della loro misura.
«Mi dispiace caro Trumpkin di non essere potuto venire prima, ma stiamo avendo molti reclami per via di questo inverno che si è espanso oltre i confini di Ettinsmoor e non siete gli unici a cui sono state richieste tasse nonostante apparteniate al regno di Narnia. » disse Peter sorseggiando una tazza di tè caldo davanti al camino. Edmund poi aggiunse «Stiamo avendo molti problemi anche con le Bestie.»
«Le Bestie? Non era solo una?» chiese Lillandil curiosa.
Peter scosse la testa. «Purtroppo no. Da più di una decina di anni possiamo quasi essere sicuri che le bestie siano diventate due.»
Tutti tacquero impensieriti fino a quando Lucy finalmente si decise a chiedere «Cosa avete intenzione di fare quindi?»
I due Re si scurirono in volto ed Edmund rispose «Siamo venuti per assicurarci delle condizioni di ogni nostro popolano che ci abbia mandato una richiesta, Trumpkin era l’ultimo. Dopo esserci assicurati della loro incolumità andremo direttamente al problema. » le ragazze e il nano li guardarono confusi e Peter tolse loro ogni dubbio rispondendo «Andremo dalla regina Jadis di Ettinsmoor.»
«Ma Vostra Maestà è tutto così…»
«Assolutamente eccitante!» Tutti si voltarono verso Lillandil che sorrideva entusiasta ed aveva interrotto la frase di Trumpkin che sicuramente non doveva terminare in quel modo.
«Per favore portatemi con voi!» aveva poi continuato facendo gli occhioni dolci a Peter che imbarazzato distolse lo sguardo.
«Lillandil! Non fare queste domande sconvenienti per una signorina bene educata come te!»
«Oh Trumpkin non rompere! Questa è l’occasione che aspettavo da una vita! Finalmente l’avventura si presenta alla mia porta! Lucy tu verrai con noi non è vero? Saremo d’aiuto lo prometto! Io sono una mezza stella potrò indicarvi sempre il cammino e inoltre sono anche abbastanza pratica con il fioretto mentre Lucy sa usare il pugnale e poi ha un cordiale magico che-»
«Basta così Lillandil!» l’ammonì il nano con sguardo severo. Lillandil si morse la lingua capendo di aver parlato troppo. I due Re invece si scambiarono uno sguardo confuso e dissero all’unisono «Cordiale magico?»
«Oh ho detto cordiale magico?intendevo dire emh…cinghiale fasico!» la mezza stella cercò di arrampicarsi sugli specchi sudando freddo. Lucy si spalmò la mano sulla fronte e decise di intervenire, ormai il danno era fatto ed infondo quelli erano i loro sovrani, non avrebbero mai approfittato di un suo tesoro.
«Lillandil intendeva dire proprio cordiale magico…non ho la minima idea di come io ne sia in possesso…quando Trumpkin mi ha tirato fuori insieme a Susan dalla sua rete da pesca lo avevo addosso.»
«Rete da pesca?» Edmund non riusciva a capire.
«Sì vostre maestà. Ho trovato Lucy e Susan impigliate nella mia rete da pesca nel Grande Fiume-»
Il nano non fece in tempo a finire la frase perché Peter si alzò in piedi di scatto stringendo convulsamente la tazza di tè «Quanto tempo fa è accaduto?»
«Bè all’incirca tredici anni…» Trumpkin sembrava quasi spaventato. Edmund si fece avanti chiedendo «E quanti anni avevate all’epoca?»
«Io solo tre anni mentre Susan sette…»
I due re si scambiarono un occhiata schioccata e Peter sussurrò ricadendo nella poltrona «Non è possibile». Lillandil aveva osservato curiosa i comportamenti dei due e aveva chiesto quello che anche il nano e la sorella volevano sapere «Come mai queste domande?»
Edmund guardò il fratello come per chiedere cosa rispondere, ma Peter era talmente sconvolto da non aver sentito la domanda quindi cominciò a balbettare frasi senza senso quando il suo stomaco brontolante lo salvò, ricordando a Trumpkin che era ora di cena.

* * *

Susan si strinse nel mantello non appena una ventata d’aria gelida la raggiunse uscendo dalla taverna. Odiava passare per il bosco a quell’ora tarda, specialmente di notte ma lei era fortunatamente una persona logica quindi ciò che la spaventava non era l’atmosfera tetra in sé, ma più che altro pericoli logici come i lupi o i briganti. Non credeva nemmeno nell’esistenza della così detta bestia. Secondo lei era solo un lupo particolarmente grosso avvistato da qualche contadino che senza dubbio aveva dei problemi con l’alcool. E lei ne conosceva parecchi lavorando in una taverna.
Un urlo la distolse dai suoi pensieri. Sembrava una voce maschile. Incoccò una freccia e decise di andare a controllare in direzione della voce. Dopo pochi metri sentì l’uomo che aveva urlato inveire contro qualcuno.
«Ridatemi subito le spade ed i vestiti dei miei amici! Voi non sapete chi avete davanti!»
Susan si sposto un po’ dietro un cespugli per avere una perfetta visuale ma essere comunque nascosta. Adesso poteva vedere la scena chiaramente: dei nani briganti, probabilmente al servizio della strega tenevano fermo un ragazzo dai capelli neri che dall’aspetto doveva essere piuttosto ricco. I nani risero «Potresti essere anche Aslan in persona dacci tutto quello che hai e forse ti sarà risparmiata la vita!»
Se c’era una cosa che Susan non poteva tollerare erano le ingiustizie e questa era una di quelle. Non amava lottare e lo faceva solo se strettamente necessario; rilasciò una freccia ed andrò dritta nel braccio del nano che teneva il ragazzo fermo. Susan sperò di non avergli fatto troppo male (odiava anche ferire). Scoccò velocemente altre due frecce che impiantarono altri due nani agli alberi. Il ragazzo ora libero si getto sui due rimanenti e riprese la propria spada guardandosi intorno con i briganti. Susan decise che era ora di venire allo scoperto e sempre tenendo l’arco teso per ogni evenienza spuntò da dietro il cespuglio, e cercando di mantenere un tono forte disse «La prossima vi ucciderà se non ve ne andate subito e lasciate le robe che avete rubato a questo ragazzo.»
Rimasti in inferiorità numerica i nani decisero di scappare a gambe levate non prima però di aver tirato la spada dritta in testa al moro che svenne subito per la botta. Susan corse al suo fianco per accettarsi delle sue condizioni e solo allora notò quanto il ragazzo era affascinante.
Dopo poco aprì gli occhi e notò la fanciulla vicino a se «Sono in paradiso? Sei un angelo?» Susan arrossì di piacere e lo aiutò a mettersi seduto dicendogli con tono fermo «quei nani ti hanno buttato una spada in testa…ti ho aiutato a cacciarli…» non amava prendersi il merito o mettere in mostra le proprie doti.
«Oh quelle frecce erano dunque vostre Milady? Vi ringrazio infinitamente mi avete salvato la vita! Quei nani malefici devono aver senza dubbio attaccato i miei amici perché erano in possesso delle loro cose! Io sono il principe Caspian di Telmar…e voi siete?»
Susan lo guardò incredula. Un principe? Forse era più probabilmente un altro contadino con problemi d’alcool. Ma in effetti la sua bellezza e la ricchezza dei suoi oggetti erano dei punti a suo favore. Vedendolo in attesa di una risposta si affrettò a rispondere «Io sono Susan…semplicemente Susan…»
«Bè Susan ti sono molto grato per avermi salvato…vorrei chiederti un altro favore se non ti è di troppo disturbo- e le prese le mani tra le sue facendola arrossire furiosamente- sapresti per caso indicarmi il cottage del nano Trumpkin? I miei amici i Re di Narnia erano diretti lì.»
Susan decise che era senza dubbio un contadino con problemi di alcool. «I Re di Narnia? Non pensi di aver bevuto un po’ troppo per stasera? Appoggiati a me ti porto in taverna per una camera…»
«No no! I Re sono veramente miei amici! Avrei forse l’anello con lo stemma reale di Narnia se così non fosse?»
Susan osservò l’anello e sospirò. Quella sarebbe stata una lunga notte.
  
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