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Autore: Gojyina    07/01/2013    3 recensioni
Attenzione: "My Love" entra a far parte di una raccolta di OS che hanno come tema i gatti
1° OS: Hanamichi e Kaede si incontrano dal veterinario
2° OS: La vita di Ru&Hana vista attraverso gli occhi di Lucky
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hanamichi Sakuragi, Kaede Rukawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pensierino natalizio, anche se con qualche settimana di ritardo, causa problemi di connessione.

Buon Anno a tutti!!!

Viviana


My Lucky


A fine novembre, decisero di compiere una pazzia.

Due settimane di vacanza.

Così.

Senza preavviso.

Per ricaricare le batterie in vista delle ultime partite del campionato invernale e degli esami di fine anno.

Allenamenti e studio.

Studio ed allenamenti.

La casa da gestire e cinque gatti a cui badare.

Erano stanchi.

Fecero la spesa un lunedì mattina e si chiusero a chiave in casa.

Vivevano insieme da alcuni mesi e Kaede stava scoprendo lati del carattere del suo Do'hao davvero inaspettati.

Come, ad esempio, l'effetto che le giornate di pioggia avevano su di lui.

La sua scimmietta diventare improvvisamente pigra e insonnolita.

Perdeva la sua solita parlantina e si avvolgeva in un morbido plaid, passando ore a guardare fuori dalla finestra, con una tazza di cioccolata calda tra le mani.

Kaede, invece, detestava la pioggia.

Non poter andare fuori a giocare a basket lo annoiava.

Avevano montato un canestro nel giardino sul retro che, con il maltempo, diventava inagibile.

Il basso miagolio di Lucky lo riportò alla realtà.

Doveva aver fame.

Hanamichi scese le scale con indosso solo un paio di pantaloni e un asciugamano sulla testa umida, in tempo per vederlo armeggiare con ciotole e croccantini.

«Ha cominciato a piovere.» si lamentò, mettendo subito il broncio.

«Avevi impegni, Do'hao?» lo prese in giro, con un mezzo sorriso.

«A parte sopportare una volpaccia indisponente? No, nessuno.» rispose a tono. «Quello è un fardello quotidiano.»

«E ti dispiace?» lo provocò, a pochi centimetri dal suo viso.

Hanamichi sorrise sulle sue labbra. «Neanche un po'.»

I gatti si avvicinarono, sfregando i dorsi sulle loro gambe.

Hanamichi posò una guancia sulla spalla di Kaede, senza riuscire a trattenere uno sbadiglio.

«Cioccolata calda?» propose la volpe, accarezzandogli i capelli.

Lo sentì annuire.

«Che sonno... Kitsune, mi hai contagiato!» si lamentò, sfregando una guancia contro la sua.

«Do'hao!»

«Baka!»

Sorridendosi, si diedero un ultimo bacio prima di separarsi.

Kaede si avvicinò ai fornelli, mentre Hanamichi andò alla ricerca di maglione e coperta, il tutto sotto lo sguardo attento di Lucky, appollaiato sul tavolo della cucina.



Lucky era molto contento di abitare lì, nella nuova casa.

Anche se non avevano tende alle quali aggrapparsi, lui e i suoi fratellini adoravano Hanamichi.

Li riempiva di giocattoli e attenzioni. Poi, quando tornavano dal dottore, passava tutto il pomeriggio a coccolarli.

Anche Kaede era diventato più affettuoso. Non che prima fosse scostante, però da quando stavano tutti insieme, sembrava più... caldo, ecco.

Sbadigliò, raggomitolandosi su se stesso.

Jordan e Michael si stavano contendendo gli ultimi croccantini, mentre Shaquille ed O'Neal giocavano con un topolino di plastica.

I suoi fratellini avevano dei nomi strani.

Sentì la grande mano di Hanamichi sulla testa ed iniziò a fare le fusa, mentre nell'aria si diffondeva un intenso profumo di cioccolata.

I due ragazzi si scambiarono un dolce bacio e il gattino sfregò il musino sulle lunghe dita del padrone.

Anche se battibeccavano spesso, quei due si volevano davvero molto bene.

Si divertiva molto a vederli litigare, tanto sapeva che dopo pochi minuti avrebbero fatto pace.

Però c'era una cosa che lo preoccupava molto.

Spesso, di sera, si chiudevano in camera loro e iniziavano a lamentarsi.

Sentiva dei gemiti e dei piccoli tonfi.

Forse si picchiavano.

Però non aveva mai visto né sangue, né lividi, sui loro volti.

Chissà cosa facevano!

Guardò incuriosito Sakuragi, che reggeva con la mano libera una tazza calda. Cercò di annusarla, ma il ragazzo l'allontanò.

«Non ci pensare neanche. Il cioccolato ti fa male.»

Rukawa sbuffò, roteando gli occhi. «Non ti capisce, Do'hao.»

«Magari sì, che ne sai?» s'imbronciò, lasciando però che il ragazzo gli posasse la testa sulla spalla.

«Hn?» domandò la volpe indicando la tazza con il capo, nascondendo un pizzico di preoccupazione.

«È buonissima.» lo rassicurò con un dolce sorriso.

«Tsk! Ovvio. L'ho fatta io!»

«Allora perché me lo hai chiesto?» lo prese in giro.

«Hn...» mugugnò la volpe, grattando la testolina del gatto nero.

Lucky ricominciò a far le fusa ed Hanamichi, posata la tazza ormai vuota, lo depose delicatamente sul suo petto caldo.

Nonostante amasse tutti loro, con lui aveva un rapporto speciale.

Il gatto sfregò il musino sulla stoffa del maglione e socchiuse gli occhi.

Hanamichi se lo teneva sulle ginocchia mentre studiava o gli permetteva di sonnecchiare sul suo stomaco, la sera, mentre guardava la televisione con Kaede.

A volte, invece, lo guardava e piangeva.

Proprio come stava facendo in quel preciso momento.

Succedeva solo con lui.

Non piangeva mai con i suoi fratellini.

Forse perché lui somigliava alla sua gatta.

Non la ricordava molto bene. Era molto grande e buona.

Da quando si era trasferito lì non l'aveva più vista.

Allora aveva pensato che, se fosse diventato grande come lei, Hanamichi non avrebbe pianto più.



Kaede asciugò con le labbra l'unica lacrima che stava scivolando sulla guancia del suo ragazzo.

Il ricordo di Love faceva ancora soffrire tantissimo il suo Do'hao, ma lui sapeva come distrarlo.

«Divano?» propose sulle sue labbra.

Con un sorriso, Hanamichi annuì.

La volpe prese posto tra il bracciolo e la spalliera e allargò le gambe, per fargli posare la schiena su di lui.

Avvolse tutti e tre con due plaid, creando per loro un bozzolo di puro affetto e sfregò una guancia su quella di Hanamichi, mentre Lucky ronfava sul petto del rossino.

«Secondo te, Mitsui e Sendoh stanno insieme?» se ne uscì il rossino, pensieroso.

«Hn?!»

«Me ne ha parlato Ayako. Lo ha saputo da Ryota, informato da Kogure. Lui e Akagi li hanno visti insieme al parco, quello vicino all'università.»

«La Cia vi fa un baffo.» lo prese in giro la volpe, sorridendo sulla sua guancia.

«Ce li vedo bene insieme. Michy è un musone di prima categoria e il porcospino ha quel sempiterno sorriso stampato sulla faccia. Si compensano.»

«Tsk! Troppo diversi.»

Hanamichi lo guardò di sbieco. «Perché? Io e te cosa siamo?» lo provocò, con un mezzo sorriso.

«La coppia numero uno di tutto il Giappone.» sentenziò, senza ombra di dubbio.

«Non dirmi che vuoi primeggiare anche in questo!» Quando lo vide annuire convinto, scoppiò in una fragorosa risata. «Sei patologico!»

«Senti chi parla!»

«Che c'entra? Sono un Tensai nel basket ma, per il resto, non sono bello come te.» mormorò, scrollando le spalle.

«Sei veramente un Do'hao!» sbuffò, chiudendogli la bocca con la propria. «Non ti rendi assolutamente conto di ciò che sei. Meglio per me.» decise soddisfatto.

«Che intendi dire?» domandò curioso, spostandosi di lato per posare la testa sulla sua spalla.

«Insicuro come sei, non mi potrai mai lasciare.»

«Baka! Non potrei farlo neanche se io fossi Brad Pitt!» lo sgridò imbronciato.

«Hn.» Kaede lo strinse a sé. «Restiamo comunque la coppia migliore del paese.» ci tenne a ripetere, suscitando di nuovo l'ilarità del compagno.

Hanamichi rimase in silenzio alcuni minuti, meditabondo.

«Ru? Dopodomani è previsto il tifone, vero?» La volpe annuì. «Ho già sigillato le finestre del piano di sopra. Mancano solo queste due.» borbottò, indicando con il dito le vetrate del soggiorno.

«Domattina.» gli promise, mordendogli delicatamente un lobo.

Hanamichi sorrise soddisfatto e si assopì sulla spalla della sua dispettosa volpetta.



Il mattino seguente, Kaede si svegliò da solo, nel loro grande letto all'occidentale.

Il rumore della pioggia lo costrinse a stendere le labbra in un lento sorriso. Sceso al piano inferiore, non si stupì nel trovare il suo Do'hao appollaiato sul divano, con tanto di plaid e tazza tra le mani.

Dopo una doccia veloce, tornò da lui per scoccargli un bacio su una guancia.

«Potevi aspettarmi.» gli fece notare, indicando le finestre sigillate.

«Russavi.» lo prese in giro, ricevendo in cambio il consueto «Do'hao!»

«Sta peggiorando.» si lamentò il rossino, all'intensificarsi della pioggia che colpiva il legno col quale aveva protetto i vetri.

«Passerà presto.» lo tranquillizzò la volpe, accarezzandogli i capelli umidi. «Asciugati o ti verrà un malanno.» gli disse, andando in cucina alla ricerca del caffè.

«Tsk! Il Tensai...»

«...Non si ammala mai!» concluse Kaede, con uno sbuffo annoiato.

Imbronciatissimo, Hanamichi lo seguì, posando la tazza vuota nel lavello. «Sei una volpaccia dispettosa.» mugugnò, incrociando le braccia al petto. «Per fortuna qualcuno mi apprezza!» aggiunse, indicando i gatti con i musi nelle ciotole. «Micky e Jordy stanno diventando proprio grandi.» sorrise compiaciuto. D'improvviso sbiancò, sussultando violentemente. «D-Dov'è Lucky?»

«Hn?!»

Voltandosi di scatto, Kaede contò solo quattro, dei loro cinque gattini.

Hanamichi iniziò a respirare a strappi. «Vai al piano di sopra, io lo cerco in giardino.»

La volpe annuì e corse su per le scale.

Mezz'ora dopo tornò in soggiorno.

Armadi, letti, scrivanie.

Niente.

Nei suoi posti preferiti, il gattino non c'era.

Rabbrividì, colpito da una folata di vento. La porta di casa era spalancata e del rossino, non vi era traccia. «Hn?!»

Le scarpe erano nell'ingresso. «Do'hao!» sputò in un sibilo irritato.

Uscì in giardino, dopo aver indossato il giaccone.

«Stra-Do'hao!» esplose, non trovandolo neppure lì, nel loro campo da basket.

Scalzo e senza giacca. Era uscito così.

«E adesso dove lo cerco?» si domandò, passandosi una mano sui capelli umidi.

Gli era capitata una scimmia davvero impulsiva.

Un suono familiare attirò la sua attenzione.

Si guardò attorno, concentrandosi su ogni dettaglio.

Il cesto coi palloni, coperto da un telo di plastica inchiodato al terreno; il campo ridotto ad un ammasso di fanghiglia; il tabellone privo di rete.

Contro alla staccionata, c'erano quattro colonne di cubi colorati, a formare una sorda di scalinata. Uno dei giochi preferiti dei loro gatti.

Ogni facciata aveva un largo foro, così da permettere loro di passare da un cubo all'altro senza particolari difficoltà.

Si avvicinò al primo, quello color pece.

Osservando il suo interno, scorse due piccole gemme spaventate.

«Do'hao anche tu!» sbuffò, allungando una mano per recuperare il piccolo Lucky.

I tuoni dovevano averlo spaventato e Hanamichi non lo aveva visto a causa dei colori troppo scuri, sia del cubo che del gattino.

Adesso doveva andare a cercare il suo idiota preferito.

Ma dove? Pensò preoccupato.

«Kaede? »

La voce di suo padre lo fece sobbalzare.

Voltatosi verso di lui, tirò un sospiro di sollievo.

C'era anche sua madre, che stava varcando il cancello abbracciata ad Hanamichi.

Completamente bagnato, i piedi nudi sporchi e graffiati, il rossino si guardava attorno con occhi vitrei.

La donna gli accarezzò una spalla, con fare rassicurante.

«Eravamo passati a portarvi l'albero di natale, quando abbiamo riconosciuto la sua voce.» spiegò Rei, entrando in casa con uno scatolone sottobraccio.

«Do'hao!» sbuffò, attirando la sua attenzione.

«N-Non l-l'ho trovato...» balbettò, tremando dalla testa ai piedi.

«Hn.» Kaede scosse lentamente il capo. «Io sì.» replicò aprendo il giaccone, dove aveva infilato il gattino per tenerlo al caldo.

«Lucky!» esclamò il ragazzo, riprendendo colore.

Il micio sollevò il musino e si allungò per saltare in braccio al giovane che rideva felice.

La mamma del volpino gli sorrise. «Vai ad asciugarti, mentre prepariamo il tè.»

Hanamichi annuì e corse su per le scale con il suo adorato gatto, mentre Midori entrava in cucina seguita dal figlio.



Lucky si appollaiò sul letto, mentre il padroncino era in bagno a fare la doccia.

Era dispiaciuto per averlo fatto preoccupare, ma i tuoni lo avevano spaventato.

Erano così rumorosi e il vento talmente forte, che non aveva sentito la sua voce che lo chiamava.

Poi si era rannicchiato nel cubo ed era rimasto in attesa che quel frastuono cessasse.

Quando aveva udito i passi di Kaede, aveva provato a chiamarlo. Per fortuna il vento era leggermente scemato ed era riuscito a farsi sentire.

«Cinque minuti e arrivo.» gli sorrise il rossino, entrando nella stanza con gli occhi ancora un po' gonfi di lacrime.

Lucky miagolò in risposta.

Il giorno prima si era ripromesso di non farlo piangere più.

Aveva fallito.



«È troppo attaccato a quel gatto.» sentenziò Midori, prendendo quattro tazze da un mobile. «In lui rivede la sua Love e lo capisco. So quanto fossero legati, ma è pericoloso.» guardò suo figlio. «Ha avuto un attacco di panico in piena regola ed è corso per il quartiere scalzo e senza giacca, chiamandolo con tutta la voce che aveva. Fortuna che abitiamo vicino e lo abbiamo sentito. Mi ha fatto prendere un colpo! Se ci fosse stato il tifone, sarebbe uscito lo stesso.»

«Hn.» annuì il ragazzo, seguendola in soggiorno, dove Rei stava posizionando il piccolo albero di natale. «Gli parlerò.»

«E fallo stare al caldo.» consigliò l'uomo. «Ha rischiato di prendere una polmonite.»

La volpe annuì.

Quel Do'hao lo aveva fatto preoccupare ma, quando lo aveva visto con quell'espressione sgomenta, si era affrettato a mostrargli il gattino.

Lo sentì scendere le scale e giurò a se stesso che ne avrebbero discusso quella sera stessa.



Appena la pioggia iniziò a diminuire, i suoi genitori decisero di tornare a casa, invitandoli ovviamente alla cena di Natale, prevista per la settimana successiva.

Rimasti soli, Kaede lanciò un'occhiata al suo Do'hao, ancora rannicchiato sul divano, con tanto di plaid sulle spalle e Lucky tra le braccia.

Era talmente felice che il volto splendeva.

Ma Rukawa decise di non farsi intenerire.

«Do'hao?» lo chiamò, sedendosi al suo fianco. «Quello è Lucky.»

«Ma sei scemo? Certo che è lui!» rise il ragazzo.

«Quello è Lucky, non è la tua Love.» Lo vide perdere il sorriso, ma proseguì imperterrito. «Amalo per ciò che è, non per chi ti ricorda o non sarà vero affetto.»

«I-Io...» balbettò, guardando il micio. «Sto sbagliando tutto?»

Kaede allungò una mano e gli accarezzò i capelli. «So che ti manca Love. Era una gatta davvero speciale. Unica. Ma anche Lucky ti vuole bene. A te. Per ciò che sei. Dovresti fare lo stesso.»

«Sono stato eccessivo?»

«Tsk! Lo sei sempre. Sei un Do'hao!»

«Ehi!» protestò imbronciato. Dopo alcuni istanti di profondo silenzio, guardò l'albero ancora spoglio. «Che ne dici di addobbarlo, domani? Non lo faccio da anni. A Love non piacevano le lucine intermittenti.» sussurrò, evitando il suo sguardo.

Ma la volpe capì perfettamente il senso di quel discorso.

«È un'idea geniale, Do'hao.»

«Chiamami ancora così e ti prendo a testate!» brontolò, lasciando però che l'altro si avvicinasse al suo viso per un dolce bacio a fior di labbra.

«Kitsune dispettosa.»

«Do'hao psicopatico.»

Si sorrisero, poi Hanamichi si mosse verso di lui e prese un lembo del plaid per coprire entrambi.

«Kitsune, mettiamo le palline rosse e oro?»

«Blu e argento.»

«Non sono colori natalizi!» protestò, guardandolo torvo.

«E chi te lo dice, scimmia?»

«Kitsune insopportabile.»

«Do'hao privo di senso estetico.»

«Mi dispiace.» sussurrò il rossino, posando la fronte sulla sua spalla.

«Lo so, piccolo.» lo tranquillizzò, stringendolo con un braccio, mentre con la mano libera grattava la testolina del gatto.

Lucky sollevò il musino e miagolo soddisfatto.

I due ragazzi sorrisero.

«Che ne dici se mettessimo sia le palline blu che quelle rosse?» propose Hanamichi.

«Mi sembra un buon compromesso.» annuì l'altro, scoccandogli un bacio su una guancia.



Il tifone passò, portandosi via anche il ricordo dello screzio tra i due ragazzi.

A meno di quattro giorni da Natale, Hanamichi e Kaede decisero finalmente di addobbare il loro albero.

«Torna qui!» sbottò Sakuragi, guardando sconsolato Jordan correre su per le scale con in bocca un festone argentato. «I tuoi gatti mi stanno boicottando.» si lamentò, additando Michael ed O'Neal che si tiravano a vicenda una pallina rossa.

«Giocano, Do'hao.»

«Mi stanno boicottando!» ripeté, fingendosi offeso. «Mi serve un diversivo.» decise poi, andando in cucina.

Presa la scatola dei croccantini, cominciò ad agitarla.

Quel rumore attirò i cinque gatti che corsero da lui miagolando.

«Diventeranno obesi!» protestò la volpe, attaccando una sfera blu su un ramo.

«Li useremo per giocare a basket!» scherzò l'altro, riempiendo solo a metà le ciotole. Tornato in soggiorno, osservò l'albero con un sorriso soddisfatto. «È proprio bello. Il nostro primo Natale insieme.» aggiunse imbarazzato.

Era un pensiero un po' troppo romantico. Rukawa lo avrebbe di certo preso in giro.

La sua volpe invece annuì, mettendo il puntale.

«Abituati.» borbottò, cercando di risultare meno sdolcinato possibile.

Hanamichi gli andò vicino, sorridendogli felice e Kaede non riuscì a resistere.

Lo afferrò per la vita e unì le loro labbra in un lungo bacio colmo di affetto.

Non si accorsero nemmeno dei loro gattini, che guardavano incuriositi quello strano albero tutto colorato.



Quella sera, Lucky si appallottolò nella sua cuccia, posta nel corridoio del secondo piano.

Hanamichi e Kaede avevano chiuso la porta della loro camera.

Sentiva ancora quegli strani tonfi e bassi lamenti.

Non sembrava stessero facendo a botte, però.

Posò il muso sulla schiena di Michael e continuò ad osservare incuriosito la porta.

Mezz'ora dopo, Kaede uscì, con indosso solo i boxer.

Mentre andava in cucina, i gattini si affrettarono a salire sul letto.

Lucky osservò il viso di Hanamichi.

Dormiva profondamente, però era rosso e sudato. Forse gli era venuta la febbre.

«Hn...» Rukawa sollevò un sopracciglio scuro, ritornando a letto con una bottiglia di acqua in mano. «Ehi, tu. Lascialo dormire.» borbottò, grattando la testolina di Lucky che raggiunse i fratellini ai piedi del letto.

«Ru?» sbadigliò Sakuragi, cercando di socchiudere gli occhi stanchi.

«Dormi.» sussurrò l'altro, sfiorando con il pollice le sue labbra carnose, umide di baci.

Il ragazzo sorrise e tornò a riposare.

La volpina posò una mano sulla sua e, ben presto, si addormentò a sua volta.



Lucky inclinò la testa, pensieroso.

Tutto sommato, non aveva molta importanza il fatto che si chiudessero in camera.

Tanto aprivano sempre la porta.

Sbadigliò, accucciandosi sul morbido piumone.

Negli ultimi tempi, Hanamichi sorrideva di più e anche Kaede sembrava contento.

Aveva anche regalato loro una delle palline di quello strano albero colorato e Hana-chan non aveva affatto protestato, anzi.

Aveva sorriso ancora di più e aveva coccolato tutti e cinque per un intero pomeriggio, mentre Kaede sonnecchiava sul divano.

Ah, sì!

La sua nuova vita, in quella bella casa senza tende, gli piaceva davvero tantissimo.

Era proprio un gatto fortunato!

FINE

   
 
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