Anime & Manga > Katekyo Hitman Reborn
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Autore: Shodaime    07/01/2013    4 recensioni
Dopo il grande successo (?) dei Promessi Tonni, torno a distruggere quel poco che resta della storia della letteratura italiana. Come se la caveranno Dantonno e Virgidera negli inferi? Buona lettura!
Genere: Comico, Commedia, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hayato Gokudera, Tsunayoshi Sawada, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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1: Fiere, Action Figures ed Elfi Ballerini



“Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai… in testa…”
“…Della tequila.” Concluse convinto Virgidera, annusando la ferita che Dantonno aveva riportato alla testa quando un bicchiere era arrivato a velocità sonica tra gli alberi. “Di prima qualità, tra l’altro, mica una robetta da bar di Caracas!” Aggiunse, dopo aver controllato che il suo compagno di viaggio fosse effettivamente salvo da qualche trauma cranico.
Controllò con fin troppa perizia, in effetti, ma con buona pace delle fangirls assiepate dietro i cespugli della suddetta selva tra Firenze e Namimori,  Dantonno era ancora troppo imbambolato a causa della contusione per rendersene conto.
Il ragazzo cercò di tirarsi su, raccogliendo l’orrido cappello di panno rosso che la costumista gli aveva rifilato con la scusa della filologia quattrocentesca, per poi guardarsi attorno con l’aria della tartaruga appena liberata e buttata nell’Oceano.
“Te…Tequila? Che razza di bestia beve tequila nel mezzo di un bosco? Non lo sanno che è vietato dal regolamento della forestale?” Domandò.
“Ah, hai incontrato anche tu il guardiacaccia con tendenze dittatoriali, venendo qui!” Esclamò Virgidera, quasi sollevato. “Aveva tanto l’aria da elfo ballerino e invece PAM! Alla prima sigaretta dopo duemila anni di tomba mi ha schiaffato dietro il collo una tonfata che neanche tutta l’Eneide in formato magnum!” Raccontò, massaggiandosi il collo.
Dantonno decise che una volta tornato a casa, avrebbe omesso quel piccolo particolare dal suo racconto.
“Dobbiamo rimetterci in marcia, comunque.” Disse, quando finalmente i due Virgidera che aveva davanti tornarono ad essere uno.
“Ma…Ma potresti stare male! Sicuro che non vuoi tornare indietro? Magari come primo appuntamento invece che scendere nelle profondità degli inferi potremmo andare in una spa, o al cinema!” Ribattè speranzoso Virgidera.
Dantonno si allontanò di un passo, sentendosi estremamente minacciato. “Questo..Non è un appuntamento…” Disse, sorridendo al limite dell’isteria. “E comunque ormai abbiamo superato le tre fiere, non possiamo tornare indietro!”
“Giusto.” Virgidera si vide costretto ad essere d’accordo. “In effetti se torniamo indietro adesso i takoyaki che abbiamo preso al Rimini Comix si faranno una schifezza, e mia sorella rischierebbe di vedere le Action Figures dei Vocaloid che le ho preso a Napoli per il compleanno…E poi devo ancora caricare su Facebook tutte le foto che abbiamo fatto a Lucca! No, no, meglio andare e poi alla spa ci pensiamo al ritorno!”
Così, dicendosela e facendosela da solo, memore delle tre fiere passate insieme a Dantonno, Virgidera si fece largo tra il folto della selva, indicando al suo compagno di viaggio la via verso l’ingresso degli inferi.
Quando, superati i bagni chimici e l’area pic nic, si trovarono davanti un’enorme porta dall’aria estremamente sinistra, Dantonno si domandò chi in effetti gliel’avesse fatto fare di smettere i panni di comune studente per indossare quelli di vate medievale. Poi, ricordando che per il cosplay si fa tutto, e che si era svegliato tardi per trovare quello da Ezio Auditore, cercò di farsi coraggio.
Era una porta terrificante, ed ancora più terrificante era la scritta che vi campeggiava in cima:

Per me si va ne la città dolente,
per me si va ne l'etterno dolore,
 per me si va tra la perduta gente.
In questo palazzo non è gradita la pubblicità.
 
“Che facciamo, citofoniamo?” La voce di Dantonno era rotta dalla paura.
Virgidera fece il baldanzoso. “Ma che! Non c’è bisogno! E poi in portineria non c’è mai nessuno!” Disse, spingendo avanti Dantonno e conducendolo oltre la soglia.
Il ragazzo non aveva idea di cosa lo aspettasse in quel viaggio. Di una cosa era però certo. L’oscurità che si apriva davanti ai suoi passi non era minimamente spaventosa come il sorriso di Virgidera alle sue spalle.
Decise che non sarebbe tornato indietro.
   
 
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