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Autore: BeJames    07/01/2013    1 recensioni
"Arthur will rise again", queste le parole di Kilgharrah per confortare Merlino dopo la morte del suo re. Ora, dopo secoli di attesa, il mago sembra aver perso la speranza nel suo ritorno, ma...
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Gwen/Artù
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Arthur Will Rise Again...

Gennaio 2013,  East Anglia

“Merlino, ci sei? Sono Lee!”.Il vecchio Merlino aprì gli occhi a fatica, richiudendoli all’istante non appena la luce del primo mattino li colpì con violenza. Si alzò dal letto stiracchiandosi e andò svogliatamente verso la porta d’entrata della piccola pensione dove viveva da una decina d’anni;il piccolo Lee, il figlio della proprietaria della pensione, lo aspettava ansioso dall’altro lato. Merlino lo guardò paziente, sorridendo divertito. “Sono le 7.00 del mattino, Lee” lo rimproverò “I tuoi genitori non ti hanno insegnato che è maleducazione disturbare un povero vecchio mentre sta riposando?”.Lee scoppiò a ridere, semplicemente perché sapeva che il vecchio uomo scherzava;conosceva Merlino fin da quando era nato, e l’alone di mistero che lo avvolgeva, misto alle avvincenti storie che gli raccontava, lo tenevano vicino a lui peggio di una calamita. “Non avevo sonno”, si giustificò il piccolo seguendolo in cucina. “Ho voglia di sentire una delle tue storie, Merlino!”, buttò lì speranzoso. Merlino scosse la testa divertito, lisciandosi la lunga barba bianca. “Sono dieci anni che le senti, Lee. Non ti hanno ancora stufato?”.”Come potrebbero?!”, chiese Lee, schifato dalla domanda. Merlino sospirò:era proprio vero, chi avrebbe mai potuto stufarsene?Nemmeno lui. Ma per lui, la storia era diversa:non erano racconti, erano ricordi. “Molto bene, Lee. Ti racconterò di quando re Artù sconfisse la maledizione legata all’uccisione dell’unicorno e salvò Camelot!”.Il bambino ascoltò la storia con interesse, come se fosse la prima volta che gli veniva raccontata, per poi sospirare beato una volta ascoltata la fine. “Era un tipo veramente in gamba, questo Artù”, considerò. Merlino sorrise appena, trattenendo a stento le lacrime: “Oh, sì, lo era...”, sussurrò. “Sai cosa ti dico, però?! Il anche il suo servo è forte!”, decise Lee “Insomma, è un mago potentissimo e nessuno lo scopre! Come si fa ad essere così idioti?!”.Merlino rise sotto i baffi.“Hai proprio ragione. Bisogna essere delle vere teste di fagiolo per non accorgersene”.Lee annuì: “Io me ne accorgerei!”, si vantò, scatenando ancora di più la silenziosa ilarità di Merlino. Quel bambino gli ricordava Artù per certi versi, ecco perché gli piaceva tanto stare in sua compagnia. “Merlino...Pensi che Artù tornerà davvero, un giorno?”, chiese il bambino speranzoso. Merlino annuì: “Certo, ne sono più che sicuro”.Congedato Lee, Merlino si chiuse nei suoi pensieri: Artù sarebbe davvero tornato?Erano passati anni, secoli, e lui continuava ad aspettarlo senza alcun risultato. Era triste pensarlo, ma stava iniziando a credere che non avrebbe rivisto mai più il suo migliore amico.

Iniziava un’altra giornata grigia e Merlino dovette piegarsi al suono fastidioso della sveglia;quella mattina Lee non era arrivato a svegliarlo prima, così aveva dovuto lasciare all’apparecchio infernale il compito. Si alzò con molta meno fatica del solito ed andò verso il bagno;si lavò la faccia con l’acqua gelida e ne sentì il beneficio, immergendo subito il viso nell’asciugamano. Solo allora, si accorse che qualcosa non andava: la barba era sparita. Si toccò incredulo il viso e si accorse che la pelle era tornata liscia e, dopo aver fissato il suo riflesso nello specchio, capì il perché. I capelli erano di nuovo neri, corti e folti, gli occhi di nuovo vispi; aveva di nuovo vent’anni...E questo, poteva significare una cosa sola.

Merlino corse più veloce che poteva verso le rive del lago di Avalon, cercando di trattenere l’emozione. Stava cercando di auto convincersi che non poteva essere vero, non dopo tutti quegli anni; probabilmente era tornato giovane solo per qualche strano sortilegio, forse c’erano guai in vista. Ma quando arrivò di fronte al lago c’era una barca sulla riva, e un giovane dai capelli biondi vestito con abiti medievali si guardava intorno palesemente confuso. Merlino rimase immobile, come se qualcuno avesse rubato tutta la sua energia. Avrebbe voluto alzare le braccia, ma non volevano muoversi; le lacrime iniziarono a scorrere sulle sue guancie senza controllo. “Artù...”, sussurrò incredulo. “ARTU’!”, riuscì poi ad urlare con tutto il fiato che aveva in gola. Il suo re alzò la testa di scatto, spalancando gli occhi blu, quegli occhi che Merlino aveva visto l’ultima volta prima che morisse. Artù si portò una mano alla bocca, scuotendo la testa. Si avvicinò a lui prima lentamente, poi correndo e, finalmente, lo abbracciò. Lo strinse fortissimo, singhiozzando, e Merlino fece lo stesso. Lo aveva aspettato per così tanto tempo, e adesso era lì! “Avevo perso la speranza!”,sussurrò tra i singhiozzi. “Sei un idiota, Merlino!”lo bollò Artù, cercando di contenere l’emozione.

Kilgharrah aveva ragione: Artù sarebbe tornato, e così fu. E non solo perché Artù era il re del passato e del futuro, ma anche perché la costanza e la fedeltà di Merlino, dopo tanto tempo, lo avevano riportato indietro.

   
 
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