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Autore: Crumble    27/07/2007    22 recensioni
"...Erano in cinque, ed erano qualcos altro. Mi accovacciai e appoggiai il mento sulle ginocchia. Fa che non mi trovino, fa che non mi trovino, fa che non mi trovino…" Ok, sono emozionatissimissimissima! Questa è la prima storia che faccio leggere a qualcuno e mi vergogno un pò... Ma dopo un chilo di coraggio condito con dell'ottima fiducia, eccomi qua!!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'A New Twilight'
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CAPITOLO VENTUNO: EPILOGO
Porsi Andy a Edward e mi richiusi la camicetta.
I due mesi successivi alla nascita di Andrew erano stati impegnativi.
In casa, erano tutti eccitati e strafelici per la presenza del bambino. Esme era al settimo cielo.
Fin da subito poi, fu chiaro che Emmett avrebbe viziato mio figlio come non mai.
Alice poi, era pronta a fare qualsiasi cosa per il suo nipotino. Gli comprava regali tutti i giorni.
Avrei dovuto insegnare ad Andy a non approfittarsi di due zii così buoni!
Spesso lo lasciavamo in loro compagnia. Soprattutto quando io ed Edward desideravamo un po’ di tranquillità.
Cioè, Andy era un bambino tranquillissimo, ma dovendoci occupare di lui, non restava mai molto tempo per noi.
Edward mise Andy nella culla. "Eccoci qui, dormi piccolo" sussurrò baciandolo sulla testolina ormai coperta da ciuffetti di capelli ramati.
Proprio come Edward.
Lo coprì per bene e poi si voltò verso di me.
"Hai parlato con Alice stamattina?" gli chiesi abbracciandolo.
"Si, stasera vorrebbe fare una partita di baseball. Ci stai?" chiese con un sorrisetto di scherno.
"Ovviamente" risposi.
Edward mi baciò lievemente e poi uscimmo dalla stanza di Andy e scendemmo in salotto.
Carlisle era seduto sulla poltrona con in mano un grosso libro pieno di polvere.
"Trovato niente?" chiesi.
"Non ancora…non ci sono stati casi come questo, proprio come immaginavo" rispose. Sospirai.
Si trattava di Andy. Fina da quando era nato, Carlisle gli aveva fatto delle analisi per confermare che tutto andasse bene e aveva scoperto varie cose.
Andy era in completa salute.
Dentro le sue vene, scorreva sangue umano, proprio come nelle mie. Eppure era freddo come Edward.
Non aveva manifestato alcun tipo di capacità, forse perché ancora troppo piccolo.
Crescendo, probabilmente, sarebbe stato in grado di fare cose particolari.
Edward riusciva a leggergli nella mente solo quando provava dei sentimenti precisi. Come fame, paura, o divertimento. Per il resto, era una pagina bianca, come me.
Ma tutto questo era irrilevante. Non era niente, in confronto a quello che ci sconcertava di più.
Non ci eravamo mai chiesti come potesse essere la crescita di Andy.
Se fosse stato un vampiro, sarebbe dovuto rimanere un vampiro per sempre. Se fosse stato umano, sarebbe cresciuto come qualsiasi altro bambino.
Ma Andy non era né l'uno né l'altro. E allora, come poteva crescere?
Lo scoprimmo presto.
Da una delle analisi di Carlisle, venne fuori che le cellule di Andy erano per metà umane, quindi in grado di modificarsi e crescere. Ma erano anche vampire, quindi destinate a non mutare mai.
Questo, generava una cosa strana.
Andy sarebbe cresciuto, con il tempo, sarebbe diventato adulto.
Già, il tempo…che buffo.
Quando hai una vita davanti, sembra molto. Quando stai per morire sembra non sia bastato per fare tutto quello che volevi.
Quando hai un'eternità davanti, prendi le cose con calma.
Nel caso di Andy, il tempo sembrava prendersi gioco di lui.
Andy sarebbe cresciuto, ma con dei tempi più lenti.
Se a due anni un normale bambino cammina, Andy avrebbe ancora avuto bisogno di essere imboccato.
A venti anni, ne avrebbe dimostrati ancora dieci.
Insomma, il tempo sarebbe passato molto più lentamente per lui. Forse anche fino a fermarsi del tutto.
Carlisle cercava informazioni su vecchi libri ma non si trovava niente. Non c'era mai stato un caso come quello.
Il destino di Andy era un appuntamento al buio insomma.
"Non importa…non credo ci siano notizie di alcun genere, in nessun libro…" disse Edward.
"Staremo a vedere che succederà, e staremo vicini a Andrew ovviamente" disse Carlisle.
Annuimmo.
"Allora, dov'è il mio nipote preferito?" chiese Alice.
"Sta dormendo" risposi.
"Bè, fra dieci minuti andiamo via! Quindi preparatelo!" sghignazzò.
"Vado a vestirlo come si deve" dissi.
Povero piccolo, non aveva mai un attimo di pace. Non che gli servisse molto riposo comunque.

Salii sulla Volvo con Andy in braccio. Mi guardava con i suoi occhioni verdi che facevano rimanere incantato chiunque.
Gli sorrisi e lui ricambiò il mio sorriso.
"Andiamo" disse Edward salendo e avviando il motore.
In un attimo fummo alla solita radura dove giocavamo a baseball.
Scendemmo e sistemarono tutto per bene. le mazze, le palline e i guantoni.
Io mi sedetti per terra con Andy in braccio.
La partita cominciò poco dopo. Ogni tanto davo il cambio ad Esme così giocavo anche io e Andy non rimaneva mai solo.
Poi, come la felicità vola via in un attimo fuggente, anche la nostra tranquillità venne interrotta all'improvviso.
Mi alzai, sempre tenendo Andy in braccio e mi voltai verso la fonte del rumore. Proveniva dal margine della foresta vicina a me.
Un forte odore, gustoso direi, mi arrivò alle narici.
Era un umano dunque. Sapevo come comportarmi. Fare finta di niente.
Quello che non mi aspettavo però era la sagoma che comparì dalla foresta.
"…Charlie…"

e questo era l'epilogo…lo so, epilogo un po’ strano…ma non preoccupatevi! Per chi volesse, ci sarà anche un continuo!!!!!
  
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