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Autore: beljectjoner    08/01/2013    8 recensioni
‘Si, proprio quello.. e tu, sei mai stato innamorato?’ ...
‘Ma ancora non l’hai capito, che sono innamorato di te?’...
‘Ma noi non possiamo stare insieme..’....
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Summer Love


‘Principessa, siamo arrivati.’ Sentii la voce di Miss Brown che mi chiamava. Durante il viaggio mi ero addormentata, ero molto stanza. Scesi dall’auto e mi guardai intorno, ero davanti ad una casa, anzi, un castello. Era enorme, ma ormai ci avevo fatto l’abitudine…
‘Anastasia! Tesoro, da quanto tempo..!’ ..mia nonna. Ero lì per lei. Era da tanto che non la vedevo, e aveva chiesto ai miei genitori se potevo andare a trascorrere qualche giorno da lei. Abitava a Roma, in Italia. Loro controvoglia dovettero accettare. Mia nonna voleva che anche i miei fossero presenti a questa ‘riunione’ di famiglia, ma dato i loro compiti da re e regina, non poterono venire. Mi avviai verso il castello, e verso mia nonna.
‘Nonna! Mi sei mancata cosi tanto!’ le dissi, abbracciandola.
‘Anche tu mi sei mancata mia cara. Dai entriamo, ti faccio vedere la stanza dove dormirai in questi giorni.’ Sarei rimasta lì una settimana. Ah, che sciocca, ancora non mi sono presentata. Mi chiamo Anastasija Nikolaevna Romanova, ma quasi tutti mi chiamano Anastasia, o meglio ancora, Anja. Ho 19 anni, sono inglese, e come avrete capito dalle precedenti righe, sono una principessa. Voi starete pensando, che bello essere una principessa, puoi avere e fare tutto quello che vuoi. Invece io odio la mia vita. Sono sempre rinchiusa in uno stupido castello, a studiare qualsiasi materia che i miei scelgono di farmi fare. Non ho nemmeno un amico, come potrei averne, visto che ogni volta che chiedo ai miei genitori se posso uscire, mi vietano di farlo. ‘è per il tuo bene!’ dicono. Ma non capiscono che in questo modo mi stanno solo distruggendo. Seguii mia nonna, per tutto il tempo, finchè non arrivammo davanti ad una grande porta. Lei la aprì ed entrammo. Era una stanza molto grande, e luminosa. Al centro c’era il letto, matrimoniale, a sinistra il bagno e a destra l’armadio molto grande, con una scrivania nell’angolo. Mia nonna mi disse che quella sarebbe stata la mia stanza, mentre vedevo i camerieri portare le mie valigie al suo interno. Mentre perlustravo la mia nuova camera, parlai con mia nonna, ed arrivai direttamente al punto. Le chiesi se potevo fare un giro per quella città stupenda come Roma. Me ne avevano parlato sempre bene. Ma lei disse che era impossibile che io sarei potuta uscire da lì. Era troppo pericoloso. Con una faccia delusa ed arrabbiata, le chiedo gentilmente di uscire dalla mia stanza, per darmi la possibilità di cambiarmi, e sistemare le mie cose. Usci, e aprendo le valigie, incominciai a mettere le mie cose nell’armadio, e l’occorrente che doveva andare in bagno, lo sistemai nell’armadietto che si trovava al suo interno.
Dopo aver terminato tutto, girai un po’ per la mia nuova, per ricordarmi un po’ almeno le stanze importanti. Mentre stavo guardando un quadro che mi aveva attirata, sentii qualcosa sbattere contro di me, e caddi. Mi ritrovai per terra, e dopo un po’ aprii gli occhi, e capii che non era qualcosa, ma qualcuno.
‘Mi scusi, si è fatta male?’ disse una voce delicata. Era una ragazza, che mi aiutò ad alzarmi da terra. Era la mia stessa altezza, con i capelli raccolti in uno chignon, di colore nero come la pece. I suoi occhi erano di un colore molto chiaro, quasi come il ghiaccio. Erano bellissimi.
‘Non ti preoccupare sto bene..’ era molto carina, e da come si era appena comportata, immaginavo che era molto simpatica e gentile.
‘Tu lavori qui?’ le chiesi. Aveva i soliti vestiti da cameriera, un vestitino nero, con un grembiule ed una crestina tra i capelli, anch’essa bianca.
‘Si, signorina’ era in imbarazzo e un po’ rigida. Forse era il suo primo, ‘è da una settimana, che sono qui… Lei è la nipote della padrona?’
‘Si, sono proprio io. Piacere, Anya!’ era molto giovane, forse aveva la stessa mia età. ‘P-piacere, Margaret..’ avevo voglia di fare amicizia, e lei era proprio una persona con cui potevo parlare. La invitai nella mia camera, e parlammo per ore ed ore. Scoprii che aveva vent’anni, era un anno più grande di me. E cosa più importante, quella sera sarebbe uscita.
‘Ti prego Margaret, fallo per me.. Aiutami!’ la imploravo.
‘Non lo so.. se lo scoprisse tua nonna, mi licenzierebbe, e cosa più grave, se la prenderebbe con me..’
‘Non preoccuparti, non lo scoprirà. Ho un’idea..’ gli dissi del mio piano, e lei era d’accordo. Riuscii a convincerla, e quella sera, sarei uscita, dopo la cena.
 
-Ore 19:30-
Stavo cenando con mia nonna, mentre parlavamo di noi, e di quello che ci era successo in tutti quegli anni che non ci vedevamo. Dopo aver finito, mi chiese di rimanere un po’ con lei, ma dovevo uscire, non ce la facevo più a stare chiusa l’ dentro, e così le dissi una bugia. Le dissi che avevo troppo sonno, per il lungo viaggio, e lei ci crebbe. Mi andai a chiudere in camera mia, aspettando Margaret. Il piano che avevo pensato fu quello di farmi prestare dei vestiti normali da Margaret, per non far capire alle persone chi ero. Con i miei vestiti mi avrebbero sicuramente riconosciuta, e che Margaret mi avrebbe aiutato a fuggire, mentre lei dormiva nel mio letto al posto mio. Era un’impresa difficile, ma dovevo farcela, volevo vedere almeno una volta, il mondo esterno, era il mio sogno.
Sentii bussare con delicatezza alla porta, ed andai ad aprire. Era la mia nuova amica.. la mia prima amica. Entrò velocemente e mi porse una borsa, aprendola, presi i vestiti che c’erano al suo interno, qualcosa di classico, una maglietta a maniche corte rosa chiaro, e un pantalone lungo di jeans, con delle scarpe da ginnastica da sotto. Faceva molto caldo, dato che eravamo nel mese di agosto. Erano dei vestiti molto carini. Li indossai velocemente, dopo mi truccai leggermente e i capelli li lasciai slegati, che scivolavano sulle mie spalle. Mi aiutò Margaret, e quando fui pronta, mi spiegò come dovevo andarmene, senza che se ne accorgessero. Dopo averla ringraziata per quello che stava facendo per me, e averla salutata, uscii dalla stanza, e cominciai a girovagare, in attesa della porta d’uscita. In dieci minuti mi ritrovai in giardino, dove c’erano un paio di guardie, stavano per accorgersi di me, perché c’era un cane che, accorgendosi di me, si mise ad abbaiare, ma fortunatamente riuscii a nascondermi bene. Finalmente le guardie se ne erano andate, ed io ebbi la possibilità di uscire. Ero fuori dal castello, ed ero contentissima. Però cominciai ad avere un po’ paura, perché non sapevo dove andare, ed incominciai a girovagare un po’ per strada. Quando all’improvviso notai uno di quei bestioni giganteschi che ci sono anche in Inghilterra. Quello era di colore arancione e con un solo piano, mentre quelli nel mio paese erano rossi, e a due piani. Mi avvicino e vidi che la porta era aperta, forse sarebbe partito a momenti. Mi esporsi un po’, per vedere se c’era qualcuno alla guida, e notai che al posto del guidatore c’era un ragazzo. Aveva la pelle olivastra, ed i capelli mori, con qualche ciocca colorata un po’ diversamente, probabilmente se li era ritinti da poco. Salgo dentro a quel coso, non ricordo come si chiamasse, e mi avvicino a lui.
‘Mi scusi, può dirmi a che ora parte..?’ gli chiesi gentilmente. Aveva la maglia a maniche corte, e vidi che sul braccio sinistro aveva dei disegni, molto strani. Il più carino era un microfono, e delle dita incrociate. Distolsi lo sguardo dal braccio, e guardai di nuovo lui, in viso. Si girò all’improvviso, facendomi sobbalzare. I suoi occhi erano bellissimi, anche se erano di un normale castano chiaro. Mi sorrise, un sorriso stupendo, che non avevo mai visto prima, e parlò. Fortunatamente a volte le lezioni di lingua servivano, poiché i miei genitori mi avevano fatto imparare anche l’italiano.
‘Ciao, il pullman non parte più, è tardi e fra poco rientro..’ la sua voce era molto delicata e dolce. Era bellissimo in tutto e per tutto quel ragazzo.
‘Ah, che peccato…’ chissà come ero riuscita ad uscire dal quel posto deprimente, e ci dovevo ritornare di già.
‘Qual è la tua meta?’ mi chiese quel ragazzo.. più lo guardavo e più avevo voglia di stargli affianco, e di non lasciarlo mai.. non ne capivo il perché..
‘Veramente non lo so, non sono di qui, e volevo fare un giro della città..’
‘Facciamo così, posso farti fare un giro, però ad una condizione..’
‘E quale?’ ero curiosa di sapere cosa voleva quel ragazzo..
‘Voglio che tu.. diventi mia amica!’ voleva che diventassi una sua amica.. non me lo aveva mai chiesto nessuno.. mi attraeva sempre di più. Risposi che per me andava bene. Salii sul pullman, come lo aveva chiamato lui, e chiuse le porte. Eravamo solo io e lui su quel bestione..
Incominciammo a girare per tutte le strade, e ad ogni monumento rallentava e mi diceva cos’era. All’improvviso si fermò e scendemmo.
‘Dove mi porti?’
‘Ti porto in un posto speciale.. dove però dobbiamo andare a piedi..’ ci incamminammo a piedi, e all’improvviso ci ritrovammo davanti ad una fontana, grandissima.
‘Wow, ma è.. enorme!’ era spettacolare, per guardarla meglio stavo per caderci dentro, quando il ragazzo mi prese per i fianchi e mi aiutò. Non sapevo nemmeno il suo nome…
‘Lo sai, se prendi una moneta, e la butti all’indietro nell’acqua mentre esprimi un desiderio, quello si avvera..!’
‘Davvero, che bello voglio provarci..’ stavo cercando una moneta nella mia pochette, ma lui mi anticipò, e me ne diede una delle sue.
La presi e pensando ad un desiderio, lanciai la moneta. Pensai al mio più grande desiderio: non essere più principessa, e stare per sempre lì, con quel ragazzo.. anche se non lo conoscevo.
Il tempo passò, si era fatto tardi, e dovevo tornare a casa, prima che mia nonna si accorgesse della mia mancanza.
‘Aspetta! Prima di andartene, promettimi che ci rivediamo.. domani..’ volevo tanto vederlo, e speravo tanto che anche il giorno dopo sarei riuscita ad uscire..
‘Non posso prometterlo, ma farò il possibile..’ mi baciò sulla guancia e mi salutò, allontanandosi sempre di più da me. Nessuno mi aveva mai fatto sentire così bene in tutta la mia vita, come aveva fatto quel ragazzo. Stavo provando qualcosa che non avevo mai provato, non sapevo cosa fosse, era come… se avevo le farfalle nello stomaco. Tornai velocemente a casa, e per fortuna nessuno mi vide entrare. Andai in camera mia, e vidi che Margaret era sotto le coperte, addormentata. Era molto tardi e non volevo svegliarla, cosi decisi di lasciarla lì e dormire al suo fianco, dato che il letto era molto grande, e ci entravamo benissimo tutte e due. Mi addormentai pensando a quel ragazzo, di cui non conoscevo nemmeno il nome…
 
Mi svegliai con il bussare alla porta nelle orecchie, e sobbalzai quando sentii la voce di mia nonna. Svegliai con mio dispiacere, velocemente Margaret, e per non farla scoprire nella mia camera a quell’ora, la nascosi nell’armadio, dato che era molto grande. Controllai che tutto era in ordine, e feci entrare mia nonna.
‘Buongiorno cara, dormito bene stanotte?’ disse mia nonna, dandomi un bacio in fronte.
‘Si, nonna. Sono stata molto bene stanotte!’
‘Senti tesoro, non te la prenderai mica se non passerò la giornata con te, vero? Purtroppo non ci sarò, per motivi politici, una riunione organizzata all’ultimo minuto…’
..bene. proprio quello che ci voleva, così avevo la mattinata per andare in giro per la città, con…
‘No, nonna. Non preoccuparti, tanto abbiamo ancora una settimana per stare insieme.. Quando tornerai precisamente?’
‘Bhè, non credo che per pranzo avrò finito. Ma sicuramente cenerò con te. Ora scusami ma devo proprio andare. Spero che non ti annoierai troppo qui tutta sola..’ mi diede un altro bacio, e uscì dalla stanza.
Mi affacciai alla finestra, per vedere la sua auto pronta a partire con lei al suo interno. Si affacciò prima di entrare, mi salutò con un gesto, e, dopo aver chiuso la portiera, l’auto partì, per andare in chissà quale luogo. Aprii l’armadio, per far uscire Margaret, e mentre mi vestivo dei vestiti della sera prima, le raccontai tutto quello che mi era successo la sera prima. Aveva capito subito che sarei uscita a momenti, ed era molto preoccupata. Ma non mi fermò, mi disse solo che dovevo stare attenta alle persone che avrei conosciuto, che sarebbe tornato per cena, oppure la nonna l’avrebbe scoperta. La ringraziai e la salutai, dopodiché usci dal castello nuovamente, come avevo fatto la sera prima, e fu molto più facile, perché le guardie quella mattina non c’erano. Girai per le strade di Roma, ma stavolta avevo un’unica meta, il luogo dove avevo trovato quel ragazzo. Dopo qualche giro riuscii ad arrivare allo stesso posto della sera prima, ma non c’era nessuno. Aspettai per molto tempo… ma nulla. Era passata quasi un’ora, e con il cuore in mano, e molto tristemente, me ne andai. Giravo e giravo per Roma, e non so come, riuscii ad arrivare alla fontana dove il ragazzo mi aveva portato, la sera prima. Guardavo nell’acqua, quando vidi un’ombra dietro di me, che mi mise paura. Mi prese per i fianchi, e mi salutò. Era la seconda volta che sentivo quella voce, ma la riconobbi subito, mi voltai velocemente, e vidi il suo sorriso stampato sul suo volto. I suoi occhi già chiari, alla luce del sole, diventavano di un color caramello, che mi scioglievano. Gli sorrisi, contenta di vederlo, e senza nemmeno pensarci due volte lo abbracciai.
‘Hey, piccola.. Non ti preoccupare, ci sono io qui, ora..’ avevo paura che non venisse, avevo paura che si fosse dimenticato di me, l’unica persona che voleva essere mio amico… Lasciai la presa e lo guardai.
‘Scusa, è che pensavo di non rivederti più.. pensavo che ti fossi già dimenticato di me..’ gli dissi con lo sguardo verso il basso. Col le dite sotto il mio mento, alzò il mio volto e mi guardò.
‘Non potrei mai dimenticare una ragazza così carina, non credi?’ il mio viso d’un tratto divenne rosso come un peperone, non sapendo nemmeno il perché.
‘G-grazie..’ si accorse del mio rossore, e sorrise leggermente. Cercai di cambiare discorso, chiedendogli cosa avremo fatto quel giorno.
‘Ti porto al mare..!’ ..disse, tutto allegro. Ero contentissima, non ci ero mai stata al mare, e non avevo mai fatto un bagno vero e proprio nell’acqua salata.
Non avevo il costume, e nemmeno lui, così ne comprammo uno giusto per arrangiarci. Arrivammo alla spiaggia, e ci cambiammo in uno di quei bagni che si trovano vicino al mare, quelle cabine che si vedono anche nei film. Entrai prima io, mentre lui faceva la guardia, non facendo entrare nessuno. Dopo aver messo il costume uscii. Non abituata a quei cosi a dire il vero, non mi coprivano un granchè, e appena uscii dalla cabina, il moro mi guardò dalla testa ai piedi, e prima di entrare a cambiarsi, mi diede un bacio sulla guancia.
‘Sei bellissima..’ e si chiuse la porta alle spalle. Mi sentivo.. strana. Quella stessa mattina mia nonna mi aveva dato un bacio sulla fronte, ma non avevo sentito niente. Invece quando quel ragazzo aveva posato le sue labbra sul mio viso, mi sentivo.. in paradiso. Ero così felice e contenta di quel gesto, che avrei fatto qualsiasi cosa.. anche cantare e ballare davanti a migliaia di persone! Quando lo vedevo, mi sentivo benissimo, come se tutti i problemi svanissero, come se fossimo solo io e lui… Come se.. mi stessi innamorando.. Forse era così.. forse.. non ero mai stata innamorata, e quindi non sapevo davvero se era quello che provavo io l’essere innamorata.. Il moro uscì dalla cabina e andammo verso la spiaggia. Toccare quei migliaia e migliaia di granelli mi faceva venire i brividi, anche se erano molto caldi. Andammo verso una barca, molto piccola, mi invitò a salirci, e mi misi sul lato, mentre lui si accomodò di fronte a me, e prendendo i remi, incominciò a remare. Ci muovemmo per un bel po’, quando ci ritrovammo in mezzo al mare, lontanissimi dalla spiaggia, e da tutte le persone che c’erano lì. Mi guardavo intorno, avevo un po’ paura, di cadere in acqua. Non avendo mai imparato a nuotare. Per scacciare quei brutti pensieri dalla testa, incominciai a parlare con il moro, del più e del meno. Mi disse che nemmeno lui era di Roma, era nato a Bradford, e suo padre era del Pakistan, ma dopo la sua nascita si erano trasferiti entrambi i genitori lì, per vari motivi. Voleva sapere qualcosa in più su di me ma avevo paura di dirgli che ero un principessa, non sapevo come l’avrebbe presa. Gli dissi che ero in vacanza lì con mia nonna, ma che ne sarei dovuta andare la settimana successiva.. Già, una settimana, e poi non lo avrei mai più rivisto, non avrei mai più rivisto i suoi occhi, il suo sorriso… All’improvviso mi fece una domanda, un po’ insolita…
‘Sei mai stata innamorata?’ non sapevo nemmeno cosa significasse..
‘No.. però una volta ho preso una.. non so quelle cose che scottano, per un ragazzo.. Ma non era il mio tipo..!’ si avvicinò a me, e mi spostò una ciocca di capelli, che mi era caduta davanti agli occhi.
‘Intendi una cotta!?’ lo guardavo negli occhi, e mi incantavo. Sarei rimasta volentieri per ore a guardarlo negli occhi..
‘Si, proprio quello.. e tu, sei mai stato innamorato?’ mi guarda negli occhi, sembra incantato, come io lo sono quando guardo lui negli occhi..
‘Ma ancora non l’hai capito, che sono innamorato di te?’ le sue parole erano bellissime, mi disse che si era innamorato di me, senza nemmeno vergognarsi.. ma ero distrutta, perché già sapevo che non potevamo stare insieme… Io ero una principessa, e anche se volevo stare per sempre con lui, i miei genitori non me l’avrebbero mai permesso…
‘Ma noi non possiamo stare insieme..’ gli dissi, con grande rammarico.
‘E perché no? Non mi ami..?’ volevo tanto dirgli che lo amavo, perché dopo che me lo aveva detto lui, ero convinta che quello che provavo io, le farfalle nello stomaco, l’imbarazzo nei suoi confronti… Si, era sicuramente amore.
‘Perché sono una principessa, e i miei genitori non mi faranno stare mai con te…’ il suo sorriso scomparve dal suo bellissimo viso, che fece posto ad uno sguardo triste.
‘Quindi rimarrai solo una settimana qui, e poi tornerai in Inghilterra?’
‘Si…’ nessuno parlava, io guardavo verso la spiaggia, e lui guardava verso giù.
‘Ho un’idea… Stiamo insieme! Passiamo la settimana insieme, poi quando dovrai partire bhè.. partirai, e tristemente ci saluteremo… Ma almeno avrai passato la settimana più bella della tua vita. Almeno lo spero…’ avrei tanto voluto passare tutta la vita con lui, anche se non era possibile… Ma almeno una settimana potevo vederlo. Volevo vederlo. Accettai, e lui, con gli occhi lucidi, mi abbracciò. Dopo un po’ ritornammo in spiaggia, e passammo il resto della giornata insieme. E così cominciò un via vai, dal castello in città, sempre cercando di non farmi scoprire da mia nonna. Margaret, ed altre cameriere che avevo conosciuto, mi aiutavano a non farmi vedere che uscivo. Ogni volta mi incontravo col moro, dove ci siamo incontrati la prima volta, e mi portava da qualsiasi parte: al colosseo, al foro romano, ai musei, mi portò addirittura allo stadio, dove si giocava il calcio, un gioco dove si doveva buttare il pallone in una rete! Ci divertivamo, ed io non ero mai stata così contenta. Ma mia nonna non tardò a scoprirmi. Mancavano un paio di giorni alla mia partenza, io ed il moro eravamo in giro per Roma, e mia nonna, era in auto. Si fermò e mi prese con violenza il braccio, obbligandomi ad entrare in auto. La macchina partì, ed io vedevo il ragazzo che amava, con le mani in mano che mi guardava, con le lacrime agli occhi. Il mio viso si riempì di lacrime come il suo. L’ultimo giorno arrivò, ed io volevo rivederlo, almeno una volta, il mio moro, il ragazzo che mi aveva fatto impazzire, colui che mi aveva cambiato, che mia aveva fatto vivere. Supplicai mia nonna, di rifarmelo vedere solo una volta, di guardarlo per un solo minuto e salutarlo, ma mi rispose di no.
Stavamo andando in stazione, mia nonna mi accompagnò, per non lasciarmi, sola e per assicurarsi che sarei salita sul treno. Il fischio del treno incominciò a sentirsi, e mentre stavo per salire, una voce, tra le migliaia che c’erano in quel luogo, mi colpì.
‘Hey, aspetta.. Ti prego!!’ mi giravo intorno, non poteva essere un sogno. La sentivo molto bene la sua voce, e continuando a girarmi all’improvviso lo vidi. Era lì, che mi guardava, e che veniva verso di me. Corsi verso di lui, per andargli incontro, e lo abbracciai.
‘Mi sei mancata piccola..’
‘Anche tu, tantissimo…’ ero felicissima, perché almeno l’avevo visto, prima che me ne sarei andato per sempre. ‘..ma ora devo andare, mi dispiace…’ le lacrime cominciarono a scendere. Mia nonna mi guardò, ma non fece nulla. Mi diede qualche minuto per salutarlo.
‘Non ti dimenticherò mai, principessa..’
‘Nemmeno io… Ti amo..’
..Ti amo..’ e posò le sue labbra sulle mie. Il mio primo bacio.. dolce e delicato, come me lo aspettavo da quando ero nata. Lo guardai negli occhi, e, a malincuore, lo lasciai lì, mentre salivo sul treno… Non ho mai saputo il suo nome...
Non mi dimenticherò mai il suo sguardo, i suoi occhi castano chiaro, che si
‘caramellano’ al sole…
Non dimenticherò mai la sua pelle olivastra, che mi faceva impazzire…
Non dimenticherò mai il suo sorriso, così stupendo…
Non dimenticherò mai, le sue labbra morbide e dolci, stampate sulle mie…
Lui era il mio amore estivo, anche se avrei voluto tanto che lo fosse stato per tutta la vita…


 

*SPAZIO AUTRICE*

Ciao a tutte! Questa #ff l'ho scritta durante la notte del mio compleanno, e se vi dicessi com'è mi è venuta in mente, mi ridereste in faccia.! HAHAHAHAHAH
..cioè mi è venuta in mente mentre stavo vedendo uno dei film di.. Adriano Celentano.. *si nasconde* ..ok lo so è stupido, ma mi ci sono messa d'impegno, ed ora eccola qui! Lasciate una recensione, per favore! Grazie! <3

  
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