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Autore: paolozza    08/01/2013    7 recensioni
Non sono stato io a spingerla dentro al mio negozio di parrucchiere, non l'ho introdotta con la forza, è stata lei a suonare il campanello, con il suo sottile dito indice..
Genere: Horror, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non sono stato io a spingerla dentro al mio negozio di parrucchiere, non l'ho introdotta con la forza, è stata lei a suonare il campanello, con il suo sottile dito

indice. Una ragazzina tutta rosa, mi ha proposto di acquistare delle cartoline in difesa dei diritti degli animali. L'ho fatta entrare ed accomodare gentilmente

sulla sedia girevole, che lei ha chiamato seggiola.

"Raccontami, cosa succede a questi animali?"

Mi sono seduto sul divanetto alle sue spalle, e lei mi ha spiegato tutto. Controllava le mie reazioni dallo specchio, ed io le prestavo attenzione, annuendo ad

ogni suo segno di punteggiatura.

Da tre giorni avevo aperto quel negozio di parrucchiere, e da tre giorni passavo le mie giornate a sfogliare quotidiani su quel divanetto di pelle marrone.

Nessuna visita, nessun cliente, ma ciò che è peggio, non sapevo fare quel mestiere.

Fin da bambino ero stato affascinato dall'odore delle lozioni profumate, in quelle boccette di vetro colorato, dall'aroma di borotalco sulla spazzola, dal rumore

garbato delle forbici, dalle carezze discrete del pettine, dai funerali silenziosi in onore dei capelli sul pavimento. Ed infine le maniere rassicuranti del barbiere,

che guida con mano leggera la tua testa, e se ne prende cura. Senza fare domande, senza esprimere giudizi.

 

Il mio secondo sogno era fare il pianista, ma queste mie mani sono tozze e callose.

Continuavo ad annuire da due minuti alla lezione sorda della ragazzina rosa. La sua presenza cominciava ad infastidirmi, così presi a passare in esame i suoi

particolari fisici.

Avrà avuto 17 anni. La natura l'aveva annaffiata a dovere, ma lei campava decisamente di rendita, non si coltivava. Era vestita con una tuta consunta. Le

scarpe erano sbiadite e masticava il chewing gum a bocca aperta, mostrando dei denti leggermente ingialliti dal fumo di sigaretta. I suoi capelli erano lunghi e

neri, ma incolti, e sporchi. Non ho mai tollerato la mancanza di igiene in generale, ma una donna non dovebbe essere così irrispettosa nei confronti della

bellezza.

"Allora, quanti animali vuole salvaguardare?" disse, con la fierezza dell'adolescente che è riuscito a recitare una frase matura.

"Grazie, ma non sono interessato, però hai vinto lavaggio e taglio gratuiti. E' ciò di cui hai bisogno". Dissi sorridendo. Da questo momento, le cose hanno preso

una piega del tutto inaspettata.

La ragazzina, offesa, si è alzata di scatto, legandosi istintivamente i capelli con un elastico. "Aspetta, non intendevo offenderti".

Le ho detto alzandomi a mia volta. Qualcosa deve averla irritata perché ha preso le cartoline e le ha gettate per terra, avvicinandosi a passi svelti verso l'uscita.

Quel comportamento così maleducato ed ingrato mi ha gonfiato una vena sulla tempia.

L'ho afferrata per un polso, ed ho fatto tanta pressione da frantumarle l'osso. La ragazza ha strillato tremendamente, così per metterla a tacere le ho sbattuto

la testa contro il vetro, ed il vetro ha cominciato a sanguinare.

Lei è caduta per terra. Un rivolo di sangue le scorreva dalla fronte. Ero spaventato. Ho chiuso la serranda di corsa. Mi sono voltato e la ragazzina era di nuovo

in piedi, il sangue continuava a gocciolarle dalla fronte. Io ho afferrato le forbici, e mi sono avventato su di lei, accanendomi sull'occhio destro. Le ho trafitto

l'orbita più volte.

Quello stantuffo mi aveva fiaccato, così ho deciso di fare pressione con la forbice fino al fondo dell'orbita, per vedere dove sarei arrivato. Alla fine sono

riuscito ad infilare quasi tutta la forbice, lasciando che solo un piccolo pezzo di manico nero sbucasse dall'occhio.

La ragazzina è ricaduta a terra urlando come un maiale sgozzato.

Visto che avevo battezzato le mie forbici da taglio, ho pensato di scartare anche il rasoio, che avrei usato per le basette dei miei clienti. Era in un astuccio di

velluto nero,incartato in una velina trasparente. L'ho scartato ed ho passato un dito sulla lama. In quel momento la mia paura si andava sgonfiando, e lasciava

spazio all'adrenalina. Per la prima volta prendevo in mano gli strumenti del mestiere. La ragazzina era ancora per terra agonizzante.

L'ho sollevata da terra e l'ho messa sulla sedia del lavaggio. Le ho piegato dolcemente la testa all'indietro ed ho aperto il rubinetto.

"Troppo fredda?"...non mi ha risposto, così ho cominciato ad applicarle lo shampoo, frizionando con i polpastrelli sulla sua testa.

Lei mi guardava terrorizzata, con l'unico occhio rimasto. Dopo il lavaggio l'ho fatta accomodare sulla sedia del taglio, l'ho avvolta con un grembiule, ed ho

passato un pò di borotalco sul suo collo.

"Allora, cosa preferisce signorina?"...Lei ha sussurrato qualcosa che non ho capito. In quel momento, mi è venuta un'idea davvero geniale. Nella maggior parte

dei casi, dal parrucchiere, il cliente viene fatto sedere davanti allo specchio, e deve osservare tutte le tappe della trasformazione della sua acconciatura.

Perché non mostrare solo alla fine il risultato del proprio lavoro? Perché rovinare l'effetto sorpresa?

In tasca avevo ancora il rasoio. L'ho avvicinato alla gola della ragazzina, ed ho cominciato a fare pressione con la lama. Lei non ha urlato, ha solamente chiuso

l'occhio per non vedersi decapitare. Avevo fatto davvero un acquisto azzeccato, era uno strumento di precisione. Ci ho messo tre minuti a sradicare la testa dal

resto del corpo.

Per terra c'era una quantità enorme di sangue. Quel rosso acceso dava più intensità alle piastrelle. Avevo in mano la testa della ragazzina. L'ho poggiata su un  

tavolino ed ho cominciato ad osservarla. Da dove cominciare? Qualsiasi mossa sbagliata potrebbe compromettere il resto del lavoro. Non potrei mai

perdonarmelo. Un caschetto è quello che ci vuole, è un taglio d'epoca ma sempre attuale. Mi sono voltato verso il corpo della signorina.



"Signorina, rimanga comoda, ci vorrà una mezz'oretta. Nel frattempo vuole qualche rivista? Se le fa piacere accendo lo stereo."

La signorina non mi rispose. Il suo collo continuava a zampillare.

Per terra le cartoline raffiguranti vari animali, nuotavano nel sangue.


 





..E dopo questa, ho capito una cosa : mai fidarsi dei parrucchieri! Ahahah spero vi sia piaciuta :3
 

  
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