ONE

Sono rimasti gli ultimi due a non aver visto quel polpettone americano, un “must see” carico di effetti speciali. Andare al cinema da soli è troppo deprimente, e in virtù del comune interesse e della lunga conoscenza Akagi e Aota si trovano a proporsi contemporaneamente di mettere da parte le rivalità e andare insieme. Parlano quasi all’ unisono, nemmeno recitassero lo stesso discorso preparato in anticipo, tant’è vero che i “Se non l’hai già visto” e gli “avevo pensato” si sovrappongono.

Non sono una delle coppiette di San Valentino, di quelle che tre file più in là si infilano le mani dappertutto e si fissano negli occhi. Tengono la schiena dritta e le mani serrate in grembo per evitare di toccarsi anche solo per sbaglio, gli occhi fissi sullo schermo. Il film fa schifo, ma nessuno dei due ci fa troppa attenzione, concentrato sul pensare ad altro. O meglio, sul non pensare.

Non sono una delle coppiette di San Valentino, ma Akagi è sempre stato piuttosto diretto. Il cellulare di Aota si illumina pochi minuti dopo che si sono separati salutandosi con un cenno del capo e un grugnito su quanto facesse schifo il film. Sullo schermo ci sono una busta di pixel e qualche parola. .

“Per capire come stanno le cose. Uscita tra amici oppure… ? ” .

La risposta arriva poco dopo, un fortunato minuto o due prima che Akagi metta piede in metropolitana e il cellulare non prenda più. .

”Oppure.” .