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Autore: putoffia    08/01/2013    0 recensioni
Quinn è di vetro: fragile e debole. Ma si rialzerà da terra più forte di prima, come un grattacielo.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Quinn Fabray, Rachel Berry, Un po' tutti | Coppie: Quinn/Rachel
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Eccomi con una nuova longfic, che vi presento ansiosa di giudizi (ovviamente il più sinceri possibile, ve ne prego) e che spero apprezziate, anche perché è frutto di un lungo lavoro mio e della mia beta fantastica alias Shin83 che ha corretto e analizzato ogni singola parola e che ringrazio con tutto il cuore.
Ora vi lascio alla lettura, credo sia tutto abbastanza chiaro, se il primo capitolo sembra molto generico tutto si farà più chiaro in quelli successivi.  
Enjoy :D 







Lavanda. Ha sempre adorato la sua fragranza, il suo colore, il caldo di quell'abbraccio profumato e delicato.
Amava semplicemente annusarne un piccolo fiore, per poter viaggiare.
Si immaginava in un prato, libera, spensierata, lontana da tutto ciò che così dolorosamente la legava alla vita terrena.
Sperava di potersene andare, Quinn.
Andarsene lontano, dove nessuno avrebbe potuto turbare la sua pace.
Sì, avrebbe voluto solo fuggire.
Voleva che dopo la tempesta ci fosse la quiete. Con gli altri era costretta a fingere, a nascondersi, a camuffare quelle cicatrici e quei tagli.
Nessuno poteva realmente prenderla sul serio, aveva perso ogni particella di credibilità. Si era giocata tutto. Le rimaneva solo un pugno di speranza, troppa poca speranza per ricominciare.
Ricominciare. Da dove? Come?
Come avrebbe potuto ricominciare se la realtà fosse rimasta invariata?
Solo il profumo della lavanda le dava speranza.
Aveva una piccola pianta sotto la sua finestra, nel giardino, e quando si sentiva giù di morale più del solito si sedeva lì vicino, cercando di affinare l'olfatto ed inalare ogni singola nota di quel profumo così penetrante e piacevole.
Però non bastava: un semplice odore, per quanto appagante potesse essere, mai avrebbe potuto inglobare e rimuovere il dolore. L'odio. La sofferenza. Il passato. Il presente.
La lavanda semplicemente le apriva gli orizzonti sul futuro, facendole sperare di poter distruggere lei stessa il male.
Si vergognava di essere ancora così puerile da affidare le proprie gioie ad una semplice pianta, ma quello era tutto ciò che le rimaneva per sentirsi ancora bambina.
Lei era una bambina. Una diciottenne, catapultata in un mondo del quale non voleva far parte.
Aveva fatto parte delle Cheerios per i primi anni, ma piano piano, senza nemmeno rendersene conto, si era allontanata.
Aveva molti amici veri, che aveva perso per la sua fragilità e la sua incapacità di amare.
Era fidanzata con il quarterback della squadra di football, ma lui aveva preferito Rachel. Una semplice ragazza che sapeva amarlo.
Non amava, Quinn. Non sapeva amare. Non era capace di provare tale sentimento.
Come poteva amare se nessuno l'aveva mai amata?
La sua famiglia aveva fatto tutt'altro che amarla, e quei segni indelebili sulla sua pelle ne erano un'evidente prova.
Vi passava spesso i polpastrelli sopra, sperando che almeno al tatto scomparissero. E a quel punto provava un po' di sollievo, sperando che rimarginandosi le ferite sul suo corpo si sarebbero rimarginate anche quelle nel suo petto.
Quinn era fin troppo ottimista.
Tutti si lamentavano di aver messo su un chilo di troppo, di aver rotto il cellulare, di essere stati messi in punizione dai genitori.
Li invidiava, perché avevano qualcosa che creava un diversivo nelle loro vite. Tutto ciò, per quanto banale fosse, interrompeva la quiete e la felicità che lei non aveva mai avuto in vita sua.
In cuor suo desiderava solo una semplice cosa, qualcuno a cui confessare il suo dolore, quasi come se con le parole se ne potesse liberare in parte.
Cercava costantemente un briciolo di forza nel suo petto. Uno slancio che la spingesse a migliorare, a dare di più. A regalare a se stessa una vita finalmente diversa.
Riuscirò a vivere la mia vita, si ripeteva ogni istante come un mantra, scavando nell’unica risorsa a sua disposizione: il coraggio.

   
 
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