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Autore: jeffer3    09/01/2013    3 recensioni
In collaborazione con charlietno.
Santana e Rachel sono due patite di scommesse. Da qui, si susseguono una serie di vicende, incentrate sulle sfide che le due si rivolgono constantemente.
Dal capitolo I :
“Hobbit! Non ti avevo visto… ti avevo preso per il cestino della palestra.” Iniziò procurando un sonoro sbuffo nell’altra. “Non credi che sia capace di fare quanto detto?”
“Ma per favore, sono sicura che non ce la faresti mai.” Affermò, sicura, la diva, mentre la latina le si avvicinava poco a poco con le braccia incrociate.
“Scommettiamo?” chiese, allora, sollevando le sopracciglia.
“Scommettiamo!”
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Rachel Berry, Santana Lopez | Coppie: Brittany/Santana, Quinn/Rachel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Odio questo suo essere disinteressato” borbottò Rachel, avvicinandosi a Santana, seduta sul divano.
“Qual è il problema ora, Berry?”
“Kurt” si limitò a dire incrociando le braccia al petto.
“Dov’è?” si guardò intorno l’ispanica “Ha di nuovo boicottato un’altra scommessa, mangiandosi la salsa superpiccante che avevi preparato per me?” sghignazzò, al ricordo. “Dio, vederlo correre piangente per casa, alla ricerca di una bottiglia d’acqua, è stata una delle immagini che non mi leverò mai dalla testa. Semplicemente fantastico.”
“In effetti…” ridacchiò l’altra, per poi farsi subito seria “Ma non intendevo questo!”
“Cosa allora?”
“Non crede mai a niente! Prima ho provato a farlo fesso, sai, no?”
“Tipo?” fece, confusa.
“Mah, tipo gli ho detto che aveva uno scarafaggio sul pantalone e-“
“Ci sono scarafaggi in casa?!” sbottò, impanicata, l’ispanica, scattando in piedi, salendo sul tavolino del soggiorno.
“Rimetti i piedi a terra, San” si passò una mano sugli occhi la piccola diva “Doveva essere uno scherzo” mise in chiaro, mentre la bocca della coinquilina assunse una conformazione ad ‘O’ di realizzazione.
“E quindi?” chiese, sedendosi di nuovo tranquilla.
“Quindi mi ha detto che non era vero, che il suo vestiario è sempre impeccabile, che non riuscirò mai a fargliela, che certe volte sono fin troppo prevedibile” continuò, elencando sulla punta delle dita “E gnegnegne” concluse, arrabbiata.
“Concordo sullo gnegnegne”
“San, è una cosa seria!” sbottò la Berry “Riuscirò a fargliela prima o poi, è una-“
“Scommessa!” finì per lei soddisfatta la latina.
“Eh?”
“Ma sì, Hobbit! Facciamo scommesss! La prima che riesce a far fesso Kurt, vince” mise in chiaro, con un’espressione trionfante.
L’altra si limitò a guardarla, con vera e propria diffidenza.
“Non ti piace l’idea?” fece, confusa, l’ispanica.
“Na. Semplicemente ti straccerò, Lopez.”


“Allora tu rimani qui e chiedigli qualcosa dal frigo, una qualsiasi cosa” spiegò Santana, afferrando la maschera.
“Cosa chiedo?” chiese, spaventata, Rachel.
“Gesù, Berry, un succo, qualsiasi cosa” fece, seccata “Io sbucherò dalla finestra, non appena avrà aperto il frigo e.. BAM! Infarto fulminante” gongolò, pregustando la vittoria.
“La volevo usare io la maschera però!” protestò l’altra, mettendo il broncio.
“Scaltrezza, nana, scaltrezza. Dovevi pensarci prima” ribattè, indossando l’oggetto, avvolta in una coperta, prima di avviarsi verso la cucina.
Rachel da canto suo si limitò a sbuffare contrariata, seduta su una sedia, aspettando che Kurt uscisse dal bagno.
Sospirò sollevata, sentendo il rumore dello scarico.
“OH! Quasi dimenticavo!” fece, afferrando la prima rivista a caso sul tavolino, proprio nel momento in cui la porta si aprì.
“Ehi Kurt” lo salutò sembrando disinteressata.
“Ehi Rach” ricambiò l’altro, un po’ stralunato, essendo stato in bagno appena cinque minuti.
Che bisogno c’era di salutare di nuovo?
“Senti, potresti prendermi una cosa dal frigo?” chiese, poi, guardandolo da sopra la rivista.
“Cosa?”
“Ahm.. un succo”
“Alla pera?” chiese, sollevando un sopracciglio.
“Sì, sì, come ti pare!” fece, fingendo di riconcentrarsi sul testo.
“D’accordo..” accettò, fermandosi sulla soglia della cucina, osservando l’ambiente.
La piccola diva continuò a studiarlo confusa, cercando di capire cosa diavolo stesse cercando, quando finalmente si mosse.
Fulminea, si avvicinò per vedere la scena da vicino.
Ma di certo, non si aspettava che questo aprisse, tranquillo, la finestra della cucina.
“Ma che ca-“
“Ciao Santana” si sporse, salutando la ragazza tutta imbacuccata, versione Halloween, sul terrazzo.
“Come diavolo hai fatto, Porcellana?!” sbottò l’ispanica, entrando come una furia in casa, gettando tutto a terra, frustrata.
“Oh, siete piuttosto prevedibili entrambe, San” sorrise, tranquillo “A questo aggiungici una Rachel, che leggeva una rivista di medicina al contrario, probabilmente troppo presa a fingere di non far caso a me, e la richiesta di un succo di frutta a pera, che la suddetta schifa come fosse la peste”
“BERRY!” tuonò l’altra, inviperita.
“Ma tranquilla, San. Anche tu avresti potuto nascondere un po’ meglio la telecamera, puntata direttamente verso la finestra”
“Ma cazzo!”


“L’hai messo?”
“Ovvio” gongolò contenta la diva “Vedrai che gli prenderà un colpo questa volta!”
“Lo spero!” concordò l’ispanica, malefica “Ormai non si tratta nemmeno più di chi delle due vinca. E’ una questione di principio”
“Ce la faremo, vedrai” le passò una mano sulla schiena l’altra, consolandola. “Dovrà pur cedere prima o poi”
“Sicur- eccolo!” si interruppe sentendo il suono delle chiavi del coinquilino. “Mi raccomando, Berry, concentrazione!”
“Ciao ragazze” le salutò Kurt, entrando, tranquillo.
Cosa che, no, non fece piacere alle due.
“Ehi, Kurt” ricambiarono, sembrando disinteressate.
“Novità?” chiese l’ispanica, facendo zapping.
“Oh, sì, in realtà, ho trovato questo” disse, facendo vedere un foglio “Sarebbe un avviso di sfratto a quanto pare” sollevò le spalle, lasciandolo sul tavolino del soggiorno.
“SFRATTO?!” esclamò Rachel, ricorrendo alla miglior interpretazione drammatica nel suo repertorio. “Oh Mosè! E ora?! Come faremo? Che c’è scritto, Kurt?!”
“Ahm…” iniziò, riprendendo il foglio “Problemi finanziari… blablabla, mancato pagamento… blablabla e… oh, alla fine c’è scritto qualcosa..” fece, sforzando lo sguardo.
“Che dobbiamo lasciare la casa?!” chiese, fintamente terrorizzata, l’ispanica.
“Na. Solo il link del sito dal quale l’avete copiato.” Precisò, sollevando le sopracciglia “Certo che siete davvero due geni del male” concluse, avviandosi verso camera sua.
Rimasero nel soggiorno entrambe in silenzio, attonite.
Questo finché Rachel non ruppe nuovamente la quiete.
“San!” la richiamò, indispettita.
“Cosa? Mi avevi messo fretta! Non ho fatto a tempo a controllare tutto per filo e per segno” si difese, corrucciata.
“Maledizione”
“Lo so” concordò l’altra, mentre entrambe si lasciavano andare ad un sospiro frustrato. “Dannato Porcellana superattento”


“KUUUUUUUUUUUUURT CORRI!” esclamò Rachel.
“Che succede?” chiese, dall’altra camera.
“CORRI PORCELLANA!” si aggiunse anche l’ispanica, sembrando spaventata.
“Ma dico io” sentirono il coinquilino avvicinarsi “si può sapere cosa diavol-“
“E’ caduta la televisione, Kurt!” fece Santana, indicando il suddetto oggetto a terra.
Comprata appena una settimana fa, dopo aver speso un patrimonio a testa, davvero non sarebbe mai rimasto indifferente anche a questo.
Mai nella vita una persona sarebbe riuscita a non sbroccare, iniziando ad imprecare in aramaico.
Compreso Kurt.
Ma questo era solo quello che credevano, ovviamente.
“Sono passata e-e non l’ho notata e-“
“E sei ancora viva” concluse per la piccola diva il ragazzo, scuotendo la testa.
“S-sì! Non è esplosa, niente schegge, ma la television-“
“Sta bene” la precedette ancora, tranquillo.
“E va bene, Mister Imperturbabilità” sbottò Santana, arrabbiata “Come cazzo avesti fatto a capirlo ora?!” chiese, intuendo che l’altro le avesse già smascherate.
“San!” la richiamò la diva.
“Dio, ragazze.” Si passò stanco una mano sugli occhi “Rachel non starebbe ancora parlando se fosse successo davvero.” Chiarì, ottenendo subito l’attenzione di entrambe “Piuttosto ora si troverebbe nel bel mezzo del soggiorno, a fianco al televisore rotto. Ma in una pozza di sangue” sollevò il sopracciglio, allusivamente “E ora torno alle mie occupazioni, gente.”
Lo guardarono allontanarsi, indispettite, per l’ennesima volta.
“Mister Imperturbabilità” commentò Rachel, con una smorfia “Gli si addice fin troppo.”


Era appena uscito da una doccia rigenerante, di quelle che ti levano di dosso tutta la stanchezza e lo stress accumulati.
Era un momento perfetto per Kurt. Semplicemente perfetto.
Preso il solito asciugamano, se lo avvolse in vita, dandosi uno sguardo allo specchio.
“Ci voleva proprio” commentò, con un sorriso, alla sua immagine riflessa “Dopo tutto quel caos a lavor-“
“Sssshhh, Berry! Abbassa quella voce! Vuoi farci scoprire?!” sentii dire, da fuori la porta.
“Oddio, San, se dovesse scoprirl-“
“Non lo scoprirà!” la interruppe “Nessuno lo saprà mai”
“Ma cosa diavolo…” borbottò Kurt, confuso.
“Mio Dio! Lui vive per la lacca! Appena scopre che, per una scommessa, le abbiam-“
“Silenzio!”
“Lacca?!” si paralizzò Kurt, dando uno sguardo nel bagno.
Sulla mensoletta, niente.
Nel cassettone, niente.
Le riserve nascoste dietro il lavandino? OH GESU’.
“ORA LE UCCIDO!” tuonò, spalancando di scatto la porta del bagno, furioso. “COSA DIAVOLO AVETE COMBINATO CON LA MIA LACC-“
Si bloccò trovandosi davanti le due amiche, con uno sguardo di pura soddisfazione sul volto.
Probabilmente avrebbero assunto la stessa espressione andando a ritirare un Nobel o un Oscar.
Erano accucciate a terra, sorridendo sornione.
“Dillo che siamo geniali” sghignazzò Santana, alzandosi e porgendogli una busta con gli ‘ostaggi’, guadagnandosi un ringhio arrabbiato in risposta.
“Sapete che non si scherza su queste cose?” chiese, socchiudendo gli occhi “Mai!”
“Mister Imperturbabilità ha perso colpi” scherzò Rachel, guadagnandosi un cinque compiaciuto dall’altra, mentre Kurt sollevava gli occhi al cielo, frustrato.
“Pezze di idiote” borbottò, rinchiudendosi di nuovo in bagno.




 
“San!” esclamò Rachel entusiasta, avvicinandosi ad una Santana sdraiata sul divano, circondata da immondizia.
“Berry” fece, sgranocchiando le ultime patatine dell’ennesimo pacchetto, che gettò a terra, vicino alle altre mille lattine e scatole vuote.
Quella casa era un immondezzaio.
E l’ispanica non aveva la minima intenzione di mettere in ordine né, tantomeno, dare una sistemata a tutto.
“Scommettiamo che non riesci a pulire tutta la casa, da cima a fondo in un pomeriggio?” fece, euforica, credendo di aver trovato la soluzione a tutti i problemi del mondo.
“Tsk” le rivolse a stento uno sguardo, afferrando una coca-cola e riconcentrandosi sulla tv “Ci hai provato, Berry”




 
“Giuro che se mi bocciano ti faccio fuori, nana” sbottò l’ispanica, afferrando la rosa rossa, che le stava porgendo la coinquilina.
“Non capisco perché ti presti ad una cosa del genere, piuttosto” fece Kurt, incrociando le braccia al petto “Che ci vuole a rispondere ‘no’ ogni tanto a qualche scommessa?”
Entrambe le ragazze si girarono verso di lui, con un sopracciglio alzato.
“Tutti sono bravi a parlare così” ribattè Santana, contrariata “Ma ‘Piruvico-UDP-acetilglucosamina transferasi’? Eh? Sono bravi tutti a dirlo?! Allora?” chiese, a raffica, tutta accelerata.
“Che diavolo c’entra questo ora?”
“Basta! Silenzio!” li fermò Rachel “San, sai di poter sempre rifiutare.” Puntualizzò, saggia “Capisco che si tratti dell’esame di anatomia, è uno dei più importanti e tu lo stai preparando da-“
“Una vita” la precedette, con uno sguardo allucinato “Da una vita lo sto preparando”
“Ecco, appunto e tu sei-“
“In punto di morte” concluse per lei, ancora.
“Sì, beh, però-“
“OMMIODDIO non lo passerò mai!” sbottò, afferrando Kurt per le spalle, iniziando a scuoterlo avanti e indietro con forza “Morirò prima ancora di sedermi e-“
“Mi sta venendo mal di mare” commentò il ragazzo, senza riuscire a staccarsi dalla presa ferrea dell’amica.
“Dite a Britt che l’ho amata ogni giorno della mia vita e a quella vecchia decrepita della vicina che l’odiata dal primo momento e-“
“Santana per l’amor di Dio, placati!” la bloccò la diva, staccandola dal coinquilino, che ancora faticava a riprendersi.
“Grazie” biascicò, sedendosi su una sedia, sconvolto.
“San, sai tutto, ok?” fece, afferrandole il volto, costringendo a guardarla negli occhi “Sai ogni minima cosa. Tutto. Anche ogni minima parte di ogni osso per capirci e-“
“Quello veramente è il minimo da sapere per non essere bocciati” la interruppe, bianca cadaverica.
“Oh, andiamo! Guardami!” la esortò ancora “Io so che sai tutto!”
“Dici?”
“Dico!” confermò “E ora vai!” aggiunse, in tono teatrale.
“Sai, Berry?” chiese, l’altra, guardandola ancora fissa in faccia.
“Dimmi”
“Vedendo meglio da vicino… il tuo naso sembra più grande della Statua della Libertà..” commentò assorta “Come diavolo fai a baciare Quinn con un simile impediment- EHI!” sbottò, massaggiandosi la nuca appena colpita.
“Sei un’idiota” la rimproverò corrucciata la diva “E ora smamma!”


“Lopez Santana!” chiamò il professore, seduto dietro la cattedra, con aria vagamente annoiata.
“Non lo farà, non può farlo” commentò Kurt, tenendosi la testa fra le mani, seduto più indietro vicino la piccola diva.
“Oh, lo farà invece”
“Bene, signorina, si sied-“ si interruppe, confuso, l’uomo osservando l’ispanica afferrare con i denti la rosa, che le aveva precedentemente affidato la coinquilina.
“Berry attacca!”
Tempo qualche secondo e nella piccola auletta iniziò a riecheggiare una tipica canzone da tango, seguita passo passo dalla latina.
Questa, con un fare sicuro e altezzoso, eseguì una serie di piroette, sotto lo sguardo allucinato di tutti i presenti, professori e alunni compresi.
“O buon Dio” si massaggiò le tempie Kurt, mentre al suo fianco la piccola Berry sghignazzava allegra.
“E non hai ancora visto il pezzo forte!”
Con estrema grazia e decisione l’ispanica si avvicinò, infatti, sempre ballando, allo scheletro dell’università, passando una mano su tutte le ossa degli arti superiori, con fare sensuale.
Ne afferrò infine ‘le mani’, prendendo a danzare un vero e proprio tango, con tanto di casche’.
Il tutto mentre Hummel usciva, rifiutandosi di assistere anche alla bocciatura in tronco dell’amica, e la piccola Berry continuava a ridere trionfante, cercando di mantenere dritta la videocamera, che aveva portato per l’occasione.
Tempo cinque minuti e l’esibizione finì, con un inchino soddisfattissimo da parte della latina.
“Signorina” la richiamò, poi, con un sopracciglio alzato il professore, osservandola rimettere a posto lo scheletro “Abbiamo appurato le sue doti nella danza” iniziò, scatenando una serie di fischi di approvazione in aula “Ma ora controlliamo che sappia tutto il programma per l’esame, che dice?”




 
“Ehi, Faberry!” salutò le amiche entrando in casa Santana, seguita dalla ballerina “Guardate che mi ha regalato Britt!” esclamò, facendo vedere una sciarpa di lana, dall’aspetto caldissima.
“E’ stata nonna a realizzarla” precisò la biondina chiudendo la porta “Utilizza delle specie di frecce, come quelle di un arco… solo con la lana” spiegò corrucciata.
“Lavora all’uncinetto!” capì Rachel, giochicchiando con le dita della propria ragazza.
“Lei non è un pirata” la fermò indispettita l’altra “Non lavora per capitan Uncino, Rach! Non insinuare cose non vere!”
“Ma io-“
“Silenzio, Berry!” ne approfittò ridendo la latina, tranciata con lo sguardo dalle altre due. “Hai sento le parole di Britt!” fece, schioccandole un bacio sulla guancia.
“Lo dici solo perché non hai nemmeno la più pallida idea di cosa sia l’uncinetto, San” la richiamò con un sopracciglio alzato la Fabray “L’ultima volta che ti ho visto maneggiare degli uncinetti, me ne lanciasti uno, impugnando tu l’altro e gridando ‘en garde!’” spiegò, facendo ridere le altre “Fu piuttosto divertente”
“In pratica non sapresti nemmeno dove mettere le mani” ridacchiò la piccola diva, divertita.
“Perché? Tu sì?” chiese, con uno strano tono, l’altra.
“Oh, no.” Si passò la mano sulla fronte Quinn “No, no, no, n-“
“Scommettiamo!”


“Ma dico io, Rach!” si lamentò per l’ennesima volta la ragazza “Una volta tanto che siamo finalmente tutte assieme tu devi passare il pomeriggio a cercare su internet come si lavora con la lana?! Andiam-“
“Sssshhh, Quinnie, non mi deconcentrare!”
“Sei seria?”
“Devo batterla!” si impuntò, sbattendo il pugno sulla scrivania “Il mio lavoro sarà migliore del suo, vedrai!”
“Ma se siete entrambe negate all’uncinetto!” esclamò esasperata, facendo corrucciare l’altra.
“Lo ero, fino a qualche ora fa!” precisò, seccata “A breve saprò tutto sul mestiere e-“
“E non avrai più una ragazza” concluse, minacciosa, l’altra.
“Pazienza” fece, tornando a concentrarsi sul monitor del pc.
“Pazie…” sgranò gli occhi, allibita.
Si riposizionò sul letto, seccata all’ennesima potenza, imprecando internamente in varie lingue, compreso l’ostrogoto.
Questo finchè non spostò lo sguardo, ora soddisfatto, sulla porta del bagno, dove aveva lasciato il completino appena comprato “Seh vedremo ‘pazienza’”


“San”
“Mmh”
“San” la richiamò ancora la ballerina, cercando di ottenere l’attenzione della propria ragazza, troppo presa a sfogliare una rivista di uncinetto. “San. Sannie”
“Mh?”
“San. Santana.” Fece, ancora “Sannie!”
“Britt!”la riprese l’altra, cercando di spostare a forza lo sguardo dal testo “E’ una cosa importante. Cosa succed-“ ogni protesta bloccata sul nascere, trovandosi davanti la sua paperella avvolta in una carta da regalo, con un fiocco rosso in testa.
Questa sorrise, soddisfattissima, per essere riuscita nel suo intento.
“Scartami”


“Vi faccio vedere” fece Quinn, andando su internet.
“Seh”
“Oh, Sannie, dovresti essere contenta ci sono già milioni di iscritti!” esclamò, accedendo al sito, creato appena due giorni prima.
“Ma non bastava quello di YouTube?” chiese la piccola Berry, affiancandosi con una sedia.
“Beh, qui si intavolano vere e proprie discussioni” spiegò l’altra “Ho pubblicato anche tutti i video e le foto, ma è molto più interattivo”
“Ahà” borbottò l’ispanica, incrociando le braccia.
“E allora ho pubblicato le foto dei vostri lavori, facendo decidere al pubblico chi avesse vinto”
“Davvero?!” chiesero in contemporanea le due.
“Già. Prima si è tenuta una discussione su cosa dovessero rappresentare… c’è chi ha parlato di vomito, chi di un jigglypuff deforme, chi ancora è andato sull’astratto definendo le due opere come la concretizzazione della sofferenza visiva, o cose così” spiegò, scorrendo i vari commenti sul sito.
“Sì, sì, poche chiacchiere!” fece, spazientita, la latina “Chi ha vinto?”
“Beh… alla fine hanno optato per…” iniziò, creando suspance.
“Chi?!”
“Brittany!” applaudì indicando la ballerina, troppo presa a mangiare della nutella con un cucchiaino, per degnarle a stento di uno sguardo.
Seguì un profondo momento di silenzio.
“Scusami?” chiese, sbattendo le palpebre Rachel “Ma se non ha nemmeno partecipato!”
“Sì, beh, pare che il cerchietto che ha creato con un pezzettino di lana abbia avuto più consensi dei vostri due obbrobri!” spiegò, sorridente, chiudendo la finestra su internet e posizionandosi vicino all’altra bionda, con un altro cucchiaino.
Le altre due rimasero a guardarle, ancora incredule.
“Dannate tentatrici” borbottò Santana, linciando con lo sguardo le ragazze.
“Sono subdole” l’appoggiò l’altra, arrabbiata “Ma dannatamente sexy” aggiunse, socchiudendo gli occhi.
“Dannate tentatrici sexy.”






Tetraedro dell'Autrice

Alè! Dopo millenni e millenni ci siamo!
Perdonate il ritardo! C:

E ora vi lascio nelle mani di quel piccolo genio di Charlie! ;)
Alla prossima, bella gente! :D

-Jeffer

 


 
  
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