If you can bring here something from the past, what would you choose?
 

“Se potessi portare qui qualcosa dal passato, cosa sceglieresti?”
 
Camminava. Camminava, disperso, senza una meta.
Nella mente, la domanda che gli era stata posta da Rouge continuava a ripetersi all’infinito, con la stessa intonazione che il pipistrello soleva utilizzare sempre quando osservava qualcosa di prezioso con quella luce negli occhi che faceva di lei una cacciatrice di tesori.
E anche la risposta che aveva dato a sé stessa non gli dava tregua, tornando a rimbombargli nelle orecchie.
 
“Io sceglierei di portare qui l’intero tesoro di un re antico. O magari di un pirata famoso, o di un nobile aristocratico ... ah! Che meraviglia sarebbe!”
 
Rouge avrebbe scelto qualcosa di materiale. Come sempre, per lei contavano più i tesori che tutto il resto del mondo.
E lui? Lui, cosa avrebbe scelto? Cosa, dal passato, lo avrebbe reso felice avere con lui?
Capì che era del tutto inutile porsi questa domanda: era perfettamente cosciente di cosa il suo cuore lo avrebbe spinto a desiderare, se ne avesse avuto l’occasione.
Dal passato, lui, voleva ...
 
“Shadow, Shadow!” una voce cristallina che chiamava ridente il suo nome.  
 
Una goccia di pioggia interruppe i suoi pensieri. Una lacrima dalla nuvole gli cadde sul muso, poi un’altra, e un’altra ancora. Cominciò a piovere a dirotto.
E lui incominciò a correre – o meglio, pattinare – sul grigio cemento del marciapiede di quella stupida città; non ne ricordava più nemmeno il nome, ma non era poi così importante. Forse, era meglio tornare nella città dove Sonic si era stabilito con i suoi amici. Neanche il nome di quel luogo gli tornava alla mente.
 
“Shadow, Shadow!”
 
La delicata voce dei suoi ricordi riprese a vibrargli nella mente non appena si fermò sotto ad un portico. Non voleva bagnarsi oltre, sebbene fermarsi equivaleva a dover riprendere il pensiero precedente.
Cosa voleva, il grande riccio nero e rosso, dal passato?
Cosa avrebbe scelto di portare nel presente, per averlo sempre lì, accanto a sé?
 
“Ehi, Shadow, guarda che belle stelle!” due grandi occhi luminosi, e due mani lisce e umane.
 
“Shadow!” lo chiamò una voce. Sospirò, perché questa volta non era la voce della sua memoria.
Voltandosi, infatti, vide Rouge che avanzava verso di lui.
“Cosa c’è?” domandò fingendosi disinteressato e tornando ad osservare la pioggia.
“Beh, te ne sei scappato così velocemente ... tutto bene?” il pipistrello si mise a fissarlo curiosa. Shadow chiuse gli occhi, pensando che Rouge non era proprio in grado di capire quando qualcuno voleva stare da solo.
“Stavo solo riflettendo sulla domanda che mi hai fatto.” si giustificò senza ancora girarsi.
“Ah. E hai trovato una risposta?” chiese curiosa e sfoderando un sorriso tranquillo dei suoi.
Lui si voltò verso di lei.
 
“Shadow, Shadow!” una lunga chioma bionda e due morbide labbra rosate, che sorridevano sempre.
 
Esitò un attimo. Scrutò attentamente la cacciatrice di tesori.
“Maria.” mormorò, così impercettibilmente che Rouge percepì appena quella parola.
Già. Se avesse potuto portare lì qualcosa dal passato, Shadow avrebbe scelto Maria, Maria Robotnik, la sua migliore amica, la prima persona che gli avesse voluto bene. La prima a cui lui avesse voluto bene.
 
“Shadow, ti voglio bene.”
“Anche io te ne voglio, Maria.”
 
Chiuse gli occhi per ascoltare meglio il rumore della pioggia che si infrangeva sull’asfalto.
 
 
♥Ciao, mi presento.
 
Ehilà. Io sono Anna, e questa non è la prima fic che scrivo, ma è la prima su questo fandom.
Shadow è il mio personaggio preferito, lo adoro e lo adorerò per sempre. Mi ha sempre affascinato la faccenda di Maria, la nipote del nonno di Eggman (e quindi cugina o persino sorella maggiore di Eggman? O.o).
Beh, vi saluto.
Lasciate una recensione, se vi va.
Bacioni.
Kya_