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Autore: Dani85    10/01/2013    5 recensioni
È la mattina di Natale a Grimmauld Place e Lupin si ritrova a consolare una piangente Molly, mentre tutto gli riporta alla mente una vita che non ha più.
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: George, e, Fred, Weasley, Molly, Weasley, Remus, Lupin, Sirius, Black
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Titolo: Faded Memories
Autore: Dani85 [howilosemypower – LJ]
Fandom: Harry Potter
Personaggi: Remus Lupin, Sirius Black, Molly Weasley, Fred e George Weasley
Paring: Nessuno
Genere: Missing Moments, Generale
Rating: Verde
Word: 2.669
Disclaimer: Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono ma sono di proprietà di J. K. Rowling che ne detiene tutti i diritti. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro e, viceversa, gli elementi di mia invenzione, non esistenti in Harry Potter, appartengono solo a me.
Tabella: Missing Moments
Prompt: 02. Ricordi
Note: One Shot scritta per la tabella Missing Moments del Fluff - Angst - Missing Moment - AU Challange indetto da yuma92 su EFP Forum & Mania Challange, con il prompt Ricordi.
La shot si colloca durante “Harry Potter e l’Ordine della Fenice”.
È la mattina di Natale a Grimmauld Place e, come dicono i gemelli Weasley a Harry, Lupin si ritrova a consolare una piangente Molly. Personale e senza pretese interpretazione di quell’episodio.
Il titolo e i versi finali sono tratti da I was there dei Green Day
È il mio secondo tentativo nel fandom HP e non ha davvero nessuna pretesa se non quella di sfidare me stessa a scrivere su Remus Lupin che è in assoluto il mio personaggio preferito. La storia ha sfumature di tristezza che non avevo previsto all’inizio ma che, alla fine, rendono l’idea di come io vedo Lupin e lo stesso Sirius: uomini che cercano di andare avanti convivendo con il rimpianto di una vita che non hanno più.
Se non vi ho spaventato con quest’ultima frase, buona lettura! : )

Faded Memories

«Buon Natale» disse George. «Non scendete per un po'».
«Perché?» chiese Ron.
«La mamma piange di nuovo» spiegò Fred in tono grave. «Percy ha rimandato indietro il maglione di Natale».
«Senza nemmeno una riga» aggiunse George. «Non ha chiesto come sta papà, non è andato a trovarlo, niente».
«Abbiamo cercato di consolarla» continuò Fred, facendo il giro del letto per guardare il quadro di Harry. «Le abbiamo detto che Percy è solo un enorme mucchio di cacche di ratto».
«Non ha funzionato» concluse George, prendendo una Cioccorana. «Così è arrivato Lupin. È meglio che gli lasciamo il tempo di tirarla un po' su prima di scendere per colazione».
[da "Harry Potter e l'Ordine della Fenice"]

Sigilli a colpi di bacchetta la porta dietro di te, sforzandoti di essere il più silenzioso possibile. Non hai troppa voglia di sentire gli adorabili strepiti della Signora Black, e quasi sospiri di soddisfazione quando superi l’ingresso e ti lasci alle spalle il suo inquietante ritratto, scampando così l’amabile sequenza di insulti che ti indirizza ogni volta che ti adocchia. Non che la cosa ti tocchi più di tanto, a dire la verità: ormai c’hai fatto l’abitudine. A lei, alle sue offese, a quelle di gran parte del mondo magico, e un po’ anche alle tue.  Quella mattina però, la mattina di Natale – del primo Natale degno di nome da nemmeno ricordi quanti anni – fai volentieri a meno di incrociare il cipiglio disgustato della vecchia Walburga anche perché, se ormai a te la cosa scivola abbastanza addosso, non si può dire lo stesso di Sirius che, ogni volta, ci litiga ancora esattamente come quando era un ragazzino. Con lo stesso sguardo di sfida, con lo stesso tono furente, solo con il cuore ferito ora irrimediabilmente. Ed il tuo, di cuore, finisce in una morsa ogni volta che te ne rendi conto.
Ti affacci nel polveroso soggiorno di Grimmauld Place, che odora di resina e di vischio, e il pauroso buio della casa si accende di colpo. Sirius sembra di nuovo il ragazzino di un tempo – davvero! – ma stavolta la stretta che senti al cuore sa di malinconico dejavù. Se ne sta in piedi, con la testa inclinata da un lato, a studiare qualcosa che tiene distante da sé a braccia tese. La stessa identica posa di quando James gli regalava qualcosa e lui cercava di capire che senso avesse – se mai ne avesse avuto uno!
Sorridi ma qualcosa stona però, e te ne accorgi con fastidiosa velocità. Davanti a Sirius non c’è James con lo sguardo stupito e la bocca spalancata di teatrale incredulità, offeso a morte per l’atteggiamento sospettoso dell’amico – e solo perché lui una volta gli aveva regalato una perfetta riproduzione in scala della piovra gigante che aveva rivelato un’inaspettata voglia di strangolarlo con tutti i suoi otto tentacoli. No, davanti a Sirius c’è Molly Weasley, le mani a tormentare il grembiule, l’attesa dipinta in faccia e i suoi gemelli a ridacchiare impunemente alle sue spalle.
Realizzi che nulla è davvero più come una volta, sei solo tu che cerchi riposo in una vita che non esiste più e che si è sfilacciata in ricordi. Dolorosi, felici, divertenti, rabbiosi ricordi. Solo quello. Ingoi la consapevolezza mentre ti appoggi allo stipite della porta e il festone che la decora si anima in un’allegra carola natalizia. Sobbalzi un po’, sorpreso, e quando alzi gli occhi ad osservarlo, ti ritrovi con una campanella che oscilla impazzita proprio sopra la tua testa. Hai un improvviso flash della stessa identica decorazione che vi accoglieva strepitando Jingle Bells ogni volta che entravate nel vostro dormitorio, ad ogni Natale di ognuno dei vostri sette anni ad Hogwarts. L’unica volta che l’hai amata in tutta la tua vita è quando James, esasperato, ha incantato la campanella e l’ha sguinzagliata contro Sirius perché lo picchiasse.
«Ehi, prof!
» ti senti chiamare e distogli lo sguardo e la mente. Fred – o George? – si sbraccia dietro la madre e in un attimo tutti gli occhi sono puntati su di te.
«Buon Natale!» esclami e ti stacchi dalla porta, la campanella che si zittisce dopo un'ultima assurda oscillazione.
«Oh Remus, buon Natale caro!»
Molly ti viene incontro e prima che tu possa anche solo ipotizzare una fuga, ti afferra per le spalle e ti stringe in uno di quei suoi tipici abbracci stritolatori. Anche Lily ti abbracciava così, lei che aveva un abbraccio diverso per ognuna delle persone che amava. Il tuo era quello stritolatore, appunto, perché si era convinta che più ti avrebbe stretto e più tu avresti capito quanto ti voleva bene. E tu lo avevi capito alla fine, ti eri permesso il suo affetto e adesso rimpiangi la stretta delle sue braccia sottili e la nuvola di capelli rosso cupo che ti finivano sempre in faccia. Le braccia morbide e il rosso rame di Molly non sono affatto la stessa cosa, non riescono nemmeno per sbaglio a sovrapporsi col ricordo di Lily. E nemmeno lo vuoi. Soffochi la nostalgia che ti è salita in gola in un sorriso gentile che speri risulti sufficientemente credibile.
«Grazie Molly!» mormori quando finalmente riesci a liberarti dalla sua morsa. Fred e George che scuotono la testa e alzano gli occhi al cielo al comportamento della madre ti strappano il primo vero sorriso di quella mattina. C'è qualcosa di familiare in quei ragazzi, nella loro sfrontatezza, nella loro sfacciataggine. In un'altra vita anche Sirius era così. Anche James era così. Perfino tu, eri così.
Un picchiettare secco vi raggiunge dalla cucina e scattate tutti all'erta. Persino Sirius si degna di distogliere l'attenzione dal misterioso oggetto che fissa fin da quando sei arrivato. Incrociate appena lo sguardo e poi, bacchetta stretta in pugno, vi infilate nella vecchia cucina. Un elegante gufo color caramello sta picchiando insistentemente contro una finestra: ha un'aria conosciuta ma non sapresti dire a chi appartiene di preciso. A chiarirti le idee ci pensa George – o Fred?
«Il gufo di Percy!» bisbiglia spuntando tra te e Sirius, intanto che Molly si fa spazio a forza tra di voi per andare ad aprire la finestra.
Il volatile plana dentro casa e dopo aver lasciato cadere un pacco sul tavolo se ne va, altezzoso così com'è arrivato.
«Ahia! Ha rimandato indietro il regalo!» smozzica tetramente il gemello.
Molly pare letteralmente accartocciarsi su sé stessa mentre i ragazzi masticano frasi poco carine nei confronti del fratello. Fissi una volta ancora la donna di fronte a te e poi decidi che è il caso di lasciarla sola coi suoi figli.
Sirius gira sui tacchi e ti segue di nuovo in soggiorno mentre i ragazzi Weasley  accerchiano la madre nel tentativo di tirarla su di morale. Ti sfili il mantello dalle spalle  e lo lasci scivolare sulla poltrona sfondata che ti litighi col padrone di casa ogni sacrosanta volta che sei lì. Non gli piace davvero – oh no, niente gli piace davvero in quella casa – ma lo diverte usarla come pretesto per battibeccare con te. Ogni volta. Lo farebbe anche ora se dall'altra stanza non vi arrivasse l'eco del pianto di Molly, lo sai! Invece si limita a rifilarti un'occhiataccia piccata mentre ti siedi sul bracciolo della poltrona e poi sventola nella tua direzione quello che ha osservato con tanta attenzione fino ad ora. Riconosci un maglione, di lana grigia, e distingui una S e una B ricamate sul risvolto del taschino.
«Me lo ha regalato Molly!»  borbotta lui.
«È bello! Cos'ha che ti turba?» gli chiedi di rimando, ispezionando con un altro accurato sguardo il maglione. Non ti sembra abbia qualcosa che non vada.
«Sembra quello della divisa di Serpeverde!» mugugna indignato e tu ridi.
«Sta' tranquillo, non credo Molly volesse offenderti e darti della Serpe!» lo rassicuri sogghignando. Lui storce la bocca in una smorfia poco convinta ma non ribatte. Sai che non è quello il vero problema. Sai che, in realtà, si sta scervellando per cercare di capire come mai una persona con cui litiga un giorno sì e l'altro pure, gli ha fatto un regalo. Come la prima volta che Lily gliene ha fatto uno e Sirius ha passato l'intera nottata appollaiato sul suo letto a fissarlo, ancora perfettamente incartato. Come te che ogni tanto ancora ti perdi ad osservare il vuoto, esattamente come l'undicenne che eri un'eternità fa, incredulo per quegli amici che non credevi avresti mai avuto.
Il pianto di Molly si spezza in rumorosi singhiozzi che vi arrivano chiarissimi alle orecchie. Tu sospiri dispiaciuto e Sirius quasi ringhia.
«Oh Percy... ma che diamine di problema ha quel ragazzo!?» sbotta irritato allargando le braccia in un gesto di stizza.
«Lo stesso problema che abbiamo tutti noi, Pad... questa guerra!» soffi stancamente mentre ti rimetti in piedi e re-imbocchi la strada per la cucina.

Molly è seduta al tavolo e piange con tutta l'anima su un maglione color panna, una sgargiante P rossa ricamata su un polsino. Fred e George le stanno seduti ai lati, sconfitti. È palese come il loro tentativo di consolarla sia miseramente fallito. Non appena si accorgono di te, due paia di occhi azzurri ti fissano speranzosi. Ti stanno chiedendo di fare quello in cui loro non sono riusciti e tu sposti piano una sedia e ti accomodi di fronte alla donna. I gemelli sgattaiolano in silenzio fuori dalla cucina e un istante dopo li senti salire le scale per il piano di sopra. Ti passi imbarazzato una mano sulla nuca: non capisci perché non ti togli il vizio di fare il consolatore, tu che non sei nemmeno mai stato capace di consolare te stesso. Mai.
«Ha r-r-rimandato indietro il m-m-maglione!» singhiozza Molly stringendo la stoffa tra le mani.
«Coraggio, Molly!» esclami mentre delicatamente le fai mollare la presa e sostituisci alla maglia le tue mani.
«Ha r-r-restituito il maglione senza neanche aprire l pacco e non c-c-ci ha scritto nemmeno una parola! E s-s-suo padre ha rischiato di morire e lui non è neanche andato a trovarlo, non si è interessato, non si è preoccupato... ci ha c-c-cancellato, è come se non esistessimo più!» si sfoga lei, la voce che le si spezza in più punti, «D-d-dove abbiamo sbagliato!?»
«Oh Molly... voi non avete sbagliato niente! È questa guerra che ci obbliga a schierarci e Percy ha l'unico difetto di averlo fatto da una delle parti sbagliate. Il potere può annebbiare anche le menti migliori, lo sai ed è quello che sta capitando al Ministero... ma capiranno. Non potranno negare ancora a lungo il ritorno di Voldemort e, quando lo ammetteranno, Percy capirà. Capirà e si pentirà di questo silenzio, ne sono sicuro! Devi solo avere pazienza!»
Molly ascolta il tuo discorso con attenzione. Si vede che muore dalla voglia di crederti, eppure altre grosse lacrime minacciano di bagnarle le guance.
«E se non avessimo tempo?» pigola in un sussurro e tu ti rivedi in un'altra stanza di Grimmauld Place a consolarla in un altro discorso tanto, troppo simile a questo. Pochi mesi fa era stato uno stupido Molliccio a scatenare le sue paure, ora l'ingrato atteggiamento di un figlio che sta mandando all'aria una delle più belle famiglie che tu, Remus, abbia mai visto. Scuoti un po' la testa e rafforzi la stretta attorno alle sue mani.
«Ne abbiamo già parlato, Molly! È normale avere paura ma stavolta abbiamo più possibilità, siamo più preparati! Devi avere fiducia nell'Ordine, nei tuoi figli, in Harry! Possiamo battere Voldemort e avere un mondo migliore, e tutto il tempo che servirà per sistemare le cose!» sorridi incoraggiante ed ignori volutamente il piccolo sussulto della donna al nome del Mago Oscuro.
«Forse hai ragione...» ti concede lei, mentre sfila una mano dalle tue e si asciuga gli occhi con un lembo del suo grande grembiule.
«Certo che ho ragione io!» insisti e ti senti un po' più leggero quando intercetti un sorriso umido ma convincente sulle labbra di Molly.
«Segna questo giorno sul calendario, Molly: non succede spesso che Remus si dia delle arie!» latra Sirius assestandoti una poco delicata manata su una spalla. Tu incassi il colpo e intanto rifai alla bell'e meglio il pacchetto. Lo porgi alla donna ancora seduta davanti a te.
«Conservalo!» le dici, «Per quando Percy rinsavirà!»
«Ecco, a proposito del maglione: trovo che il mio sia bellissimo! Perfettamente intonato ai miei occhi!» si intromette di nuovo Sirius e a quel punto, finalmente ti volti a guardarlo. Ha il maglione appoggiato sulle spalle e le maniche annodate tra loro che gli penzolano sul petto in una buffa imitazione di cravatta. «È davvero un bel regalo, grazie!» aggiunge esibendosi in un elegante inchino, con il solo scopo di gratificare la donna.
E Molly ridacchia appena in mezzo alle ultime lacrime. Certo, niente a che vedere con le risatine leggere che sentivi ai tempi della scuola e delle ragazzine nascoste nei corridoi a seguire Sirius, o James, o più spesso entrambi.
«Ah, il fascino Black!» borbotti, così piano che il Black in questione a mala pena ti sente. Si accomoda sulla sedia accanto alla tua, a capotavola, e ghigna sornione mentre una Molly decisamente più calma inizia a trafficare di buona lena ai fornelli.
Pochi tocchi di bacchetta dopo, un paio di padelle sfrigolano sui fuochi e un misto di cannella e zucchero riempie l'aria e ti si attacca addosso, come quando la tua mamma faceva i biscotti la mattina di Natale, come quando eri il bambino dei tuoi ricordi più dolci, prima del mostro, prima del morso, prima della maledizione.
Sotto la guida di Molly, piatti e posate si dispongono ordinatamente sul tavolo, insieme ad un voluminoso pacchetto che con un flebile pop si materializza precisamente sul tuo piatto. Lo guardi per qualche attimo, dubbioso, come a volerti accertare che sia proprio per te. Molly ti incita con un piccolo gesto della bacchetta che fa sussultare leggermente il pacco e Sirius si sistema meglio sulla sedia per osservarti, le mani incrociate sotto al mento. Sospiri e dalla carta, che apri con cura, spunta un maglione anche per te: è di un intenso verde scuro, di lana grossa, una piccola R a orlare discretamente l'angolo di un polsino.
«Grazie Molly, davvero! Non dovevi!» mormori passandoti il tessuto tra le dita. La donna minimizza con un'alzata di spalle, sinceramente soddisfatta che ti piaccia, e con un sorriso torna a dedicarsi alla colazione.
«Perfetta accoppiata Serpeverde!» sussurra Sirius accennando ai vostri maglioni e, nonostante si sforzi di apparire infastidito, la sua voce non riesce a nascondere il divertimento.
«Buon Natale, Serpe!» esclami di rimando ridacchiando, e alzi la bacchetta a mo' di calice in una parodia di brindisi. Ne approfitti per appellare con un incantesimo non verbale un rotondeggiante involucro dal tuo mantello. L'oggetto arriva in volo dal soggiorno e si schianta contro Black, picchiando prima contro la sua testa e poi contro la sua spalla. Lui impreca sottovoce e lotta un po' prima di riuscire ad afferrarlo.
E voi avete di nuovo sedici anni, e siete ad Hogswart, sepolti nei vostri comodi baldacchini e James sta cantando – o meglio, stonando – Tanti auguri a te! a Sirius, mentre un pacchetto quadrato lo picchia a ritmo attraverso le coperte.
Sai che lo stesso ricordo è riaffiorato anche nella sua mente, perché James e solo James è mai stato tanto folle da incantare i tuoi regali affinché ti facessero del male fisico. Con il sorriso amaro della nostalgia, Sirius strappa la carta e si lascia scivolare tra le mani una palla di vetro, di quelle con la neve dentro che vortica attorno ad un cane e un lupo accucciati ai piedi di un ragazzo occhialuto e di una giovane dai lunghi capelli rossi.
E voi avete di nuovo vent'anni, siete a casa Potter e Lily si è incantata a fissare il vostro regalo: una scintillante sfera di cristallo in cui impalpabili fiocchi di neve volteggiano attorno ad una giovane coppia di innamorati. Un piccolissimo James e una piccolissima Lily ballano abbracciati mentre un enorme cane nero, un minuscolo topo e un lupo dall'aria mansueta gli saltellano attorno. “Un regalo un po' megalomane ragazzi, ma mi piace da impazzire!”, se ti sforzi senti ancora la voce di Lily, divertita ed intenerita.
Non è rimasto niente di allora. Solo tu e Sirius e i fantasmi di quello che eravate. Solo un cane e un lupo, vecchi e stanchi, feriti, tristi.
«Grazie!» si scolla lui a fatica dal palato, e accarezza la sfera con gli occhi umidi, e scende a patti con un passato che manca come l'aria.
«Buon Natale, Moony!» ti sorride alla fine, con il chiacchiericcio di auguri che inizia a riempire l'aria. Il tonfo nell'ingresso e le urla del ritratto annunciano Tonks, lo scalpiccio sulle scale precede i ragazzi, tu e Sirius sorridete. Forse avete ancora il tempo per crearvi qualche ricordo felice. E tornare a respirare. Almeno un po'.

Looking back upon my life

Faded memories on the wall
Looking now at who I am
I don't let it get me down
[I was there - Green Day]
  
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