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Autore: Suicidal_Love    10/01/2013    4 recensioni
Bilbo si vide piantare sotto il naso un boccale con un liquido che aveva già visto nella sua gioventù. “G-grazie, ma non credo che...” all'improvviso un coro di voci naniche si alzò, determinato a farlo bere, e lui si vide costretto a trangugiare il primo sorso, con grande sollievo dei dodici. Poi non seppe come tutto andò avanti, seppe solo che ad un certo punto si sentiva caldo in tutto il corpo e leggero come non lo era mai stato da tanti anni.. e allegro, spensierato, insomma... felice, anche se non si ricordava chi fosse chi gli stava parlando e non riusciva a capire cosa diamine gli stesse dicendo!
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Bilbo, Thorin Scudodiquercia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Autore: Suicidal_love - Edian
Titolo: Drunk
Paring: Thorin/Bilbo
Note: Ciao! Qui è Sui e Edian che parlano! La storia è stata scritta a due mani ed è nata da una passeggiata in cui le suddette bestie -noi- cianciavano di un possibile Bilbo ubriaco! La one-shot è a sfondo comico e non ha nessuna pretesa, quindi spero che leggiate con serenità e leggerezza ridendo un poco! Un bacione!

DRUNK

Mio caro Frodo ... un giorno mi hai chiesto se ti avevo raccontato tutto quanto c'era da sapere sulle mie avventure, perché per quanto ti abbia raccontato la verità magari non era tutta tutta! Sono vecchio ormai Frodo, non sono lo stesso hobbit di una volta e credo che per te sia ormai ora di sapere quello che realmente è accaduto ...


La Contea. In essa vivevano gli hobbit, creature sedentarie e pacifiche, ignare al mondo esterno. Uno hobbit rispettabile possedeva un'accogliente casa e viveva la sua vita districandosi fra passeggiate, erba pipa, buon cibo ed una birra alla locanda del Drago Verde.
Mai uno Hobbit riceveva visite inaspettate e per questo Bilbo quella sera -dopo un pomeriggio del tutto fuori dall'ordinario- si sorprese nel sentire il campanello di casa Baggins suonare.
Il mezz'uomo come di consueto si era già messo la vestaglia ed aveva preparato una buona cena a base di patate ed un pesce cotto in una piccola padella in rame e poi spruzzato di qualche spezia per insaporirlo. La silenziosa casa era calda e l'aroma del pesce invadeva la piccola cucina in cui si trovava lo Hobbit e fu allora, quando stava per addentare la deliziosa cena che udì lo scampanellio che annunciava la visita di qualcuno e Bilbo sarebbe stato anche contento se non fosse stato che quella sera non aveva in programma nessuna compagnia. Lo hobbit inarcò un sopracciglio e si alzò tossicchiando un po' nervoso pensando che forse era ancora Gandalf. Quel pomeriggio, difatti, lo stregone grigio -famoso per i suoi fuochi d'artificio nella Contea- lo aveva invitato a far parte di un'avventura, ma Bilbo gli aveva fatto capire subito la sua posizione ritirando educatamente la posta e asserendo che le avventure erano cose e brutte e fastidiose e soprattutto facevano far tardi a cena! Lo stregone grigio quando si era chiuso in casa se n'era andato e fino al calar del sole non aveva sentito più nulla ma quello scampanellio era reale e Bilbo quando aprì la porta non credette quasi ai suoi occhi. Davanti a lui, dritto e con il viso serio vi stava non Gandalf ma un nano!
"Dwalin, al vostro servizio" disse questi continuando ad osservare lo Hobbit che emise un verso strozzato prima di chiudersi la vestaglia "a-h B" allungò la B "Bilbo Baggins ... a-al vostro" il nano entrò dentro casa e Bilbo sgranò un attimo gli occhi scostandosi dalla via di questo Dwalin "ci ci conosciamo?" chiese incuriosito ed un attimo confuso da quella visita "no" rispose il nano cianciando poi sul cibo e sul fatto che LUI -il mezz'uomo doveva ancora capire chi diavolaccio era lui- avesse detto che ce n'era in abbondanza; fu per questo che lo hobbit passò circa una ventina di minuti ad osservare Dwalin mangiare la sua gustosa cena. Bilbo, comunque, nel suo silenzio aveva già pensato ad un bel discorsetto da fare al nano quando di nuovo il campanello suonò. Entrambi alzarono gli occhi e il nano girò il viso "sarebbe la porta" lo apostrofò facendo allargare le pupille dello hobbit che si alzò dalla panca su cui era seduto percorrendo il corridoio.
Ovviamente alla porta vi era un altro nano, e Bilbo ancora non si capacitava di come all'improvviso casa sua fosse diventata tanto famosa, neanche a dire che lui avesse mai ricevuto tante visite in una giornata sola, al contrario era sempre stato uno Hobbit senza arte né parte, anzi, era famoso per rintanarsi nella sua casa a scrivere e a leggere, piuttosto che andare a bighellonare al torrente.

Ad ogni modo, il secondo nano si presentò con il nome di Balin e senza batter ciglio – allo stesso modo del primo, anche se sembrava un poco più cortese nei modi – entrò nella sua abitazione come se vi fosse abituato da tempo immemore e raggiunse quel tale Dwalin, iniziando a parlare di faccende del tutto sconosciute al mezz'uomo, che cominciò ad adirarsi.

Difatti, quasi perse l'abituale calma, cominciando a redarguire i due nani, ancora in modo piuttosto cortese, anche se con tono leggermente adirato, ma essi non lo ascoltavano, continuando a badare alle loro faccende e a discutere del formaggio custodito in una dispensa non loro. Bilbo si chiese se poteva esserci una soglia più alta della maleducazione, quando alla porta bussarono di nuovo.

Inutile dire che nonostante le proteste e la crescente indignazione di uno degli Hobbit più rispettabili di tutta la Contea, in breve casa Baggins fu piena di nani, per la precisione di dodici nani e uno stregone, uno stregone che evidentemente avrebbe dovuto spiegare molte cose a Mastro Baggins, cominciando dal perché la sua dispensa era stata svuotata e praticamente tirata a lucido da degli sconosciuti che non erano neanche Hobbit, per l'amor del cielo!

Infatti, dopo aver scansato un piatto volante e un nano che decisamente ingombrava il corridoio, il mezz'uomo stava proprio per andare a reclamare quantomeno delle scuse, quando i piatti volanti cominciarono a diventare un po' troppi e lui sgranò gli occhi.

“No, questo q-questo non va bene!” disse alzando l'indice e marciando verso la sala, senza parlare a nessuno, prima di riempire i polmoni d'aria e di cominciare a redarguire quegli incivili e -sissignore – maleducati, che stavano rischiando di sbeccare un servizio che era appartenuto alla sua famiglia da più di duecento anni.

E non si limitavano mica soltanto ai piatti, tsk! Avevano cominciato a sbattere insieme i coltelli! Fu lì che si udì chiaramente la prostesta di Bilbo: “Così spunterete le lame!” disse, deciso, ma quegli non gli diedero retta. Come se si fossero messi d'accordo molto prima, cominciarono a cantare una canzone per deridere le sue preoccupazioni, in casa sua e dopo aver mangiato il suo cibo!

Era possibile una cosa del genere? I piatti volavano di mano in mano, le posate seguivano percorsi alternati e solo a cercare di controllare tutto, allo Hobbit veniva mal di testa, e quella canzone continuava, come se casa sua fosse diventata una specie di osteria malfamata – non che lui ne avesse mai frequentata una, sia chiaro!

“M-Maleducazione, si tratta di maleducazione!” cercava di dire, le sue parole a malapena udibili nel chiasso generale, e lo stregone se la rideva! “S-siete veramente – e questo non l'ho mai detto a nessuno, badate bene – i-incivili! Sì, inc...” ma dovette fermarsi, poiché la canzonaccia era terminata e i suoi ospiti avevano mostrato le stoviglie perfettamente pulite senza la minima traccia di sbeccatura.

Gandalf sorrise.
“Hai visto, Bilbo?” disse, con le mani sui fianchi, sicuro della sua vittoria. Bilbo tossicchiò arrossendo, non gli piaceva offendere la gente, tanto meno se nel frattempo quelli stavano facendo qualcosa per ricambiarlo dell'accoglienza, avendo capito che il povero Hobbit non era stato propriamente avvisato.

“I-io non avevo...” cercò di scusarsi, ma delle braccia lo trascinarono al tavolo e da sotto ai mantelli uscirono parecchie borracce e il mezz'uomo sospettò che non vi fosse acqua lì dentro.

“Massì, lo sappiamo che Mastro Baggins non intendeva offenderci!” disse una voce alle sue spalle, una voce di un ragazzo (doveva essere uno dei due nani più giovani che avevano bussato alla sua porta) “Vero Bofur?”

Un nano con il colbacco e con i baffi dalla strana forma annuì, stappando la sua borraccia e versandone il contenuto in un boccale. “Assolutamente! Ed ecco qui un ringraziamento per l'averci accolto in casa sua!”

Bilbo si vide piantare sotto il naso un boccale con un liquido che aveva già visto nella sua gioventù. “G-grazie, ma non credo che...” all'improvviso un coro di voci naniche si alzò, determinato a farlo bere, e lui si vide costretto a trangugiare il primo sorso, con grande sollievo dei dodici. Poi non seppe come tutto andò avanti, seppe solo che ad un certo punto si sentiva caldo in tutto il corpo e leggero come non lo era mai stato da tanti anni.. e allegro, spensierato, insomma... felice, anche se non si ricordava chi fosse chi gli stava parlando e non riusciva a capire cosa diamine gli stesse dicendo!

Cercava di focalizzarsi quantomeno sulle labbra.. ma era normale per i nani avere quattro labbra? Bilbo strizzò gli occhi e poi fu richiamato da qualcosa. Si guardò attorno con la fronte corrugata cercando di capire cosa fosse che lo aveva distratto, quando sentì diverse voci – oppure era una sola, chi poteva saperlo?! - che gridavano qualcosa che assomigliava a “La porta!” e qualche paia di mani lo spinsero in quella direzione, quindi doveva presumere di aver indovinato.

I pochi passi che lo separavano dalla tonda porta di ciliegio sembrarono quasi impossibili da completare, ma alla fine ce la fece e prima di aprire si schiarì la voce, era pur sempre un Baggins, no? Gli sfuggì una risata leggera comunque, senza alcuna ragione, e lui cercò di affondarla più volte, ma questa tornò a galla, fino a che la porta non rivelò un nano che... per la mamma di tutti i Goblin!


Per essere un nano era alto, e aveva una barba ed una chioma nera come le ali di un corvo, entrambe folte e lunghe e solo da come appariva era chiaro che doveva essere qualcuno d'importante. Per un attimo si perse in quegli occhi neri cercando di ripescare nel cervello qualcosa da dire, ma a quanto pare fu l'ospite misterioso a parlare per primo. Ah, quindi parlava anche?

“Buonasera Mastro Baggins, sono Thorin, figlio di Thrain, e sto cercando i miei compagni, avendo ragione di sospettare che sono qui. Potete farmi entrare?”

Bilbo non aveva capito più di due o tre parole sparse per la frase, ma va detto che non ci si era impegnato più di tanto quando aveva sentito quella voce così calda e solenne, diversa dalle voci chiassose che avevano gli altri nani. Rimase a battere gli occhi per un momento, e forse fu un momento di troppo, visto che l'affascinante sconosciuto parlò di nuovo, con un tono incerto.

“Siete lo Hobbit chiamato Baggins?” forse cominciava anche ad innervosirsi.

“Anche se non lo fossi, direi di sì solo per farvi entrare in casa mia!” disse, con i freni inibitori che ormai dovevano aver raggiunto e sorpassato le Terre Selvagge senza alcuna apparente intenzione di tornare indietro.

Il nano alla porta inarcò un sopracciglio. “Scusatemi?”
Dietro le spalle di Bilbo, gli altri dodici si stavano godendo lo spettacolo, soffocando qualche risata.

“Dico... hic... siete molto...affascinante!” si lasciò scappare una risatina e si spostò di lato. “La mia casa è la.. hic.. vostra!” continuò, con voce strascicata, osservando punti che di certo non assomigliavano al viso mentre quello – aveva detto di chiamarsi T qualcosa, giusto? - entrava in casa sua. Si buttò letteralmente sulla porta chiudendola con la sola spinta esercitata dal suo peso. “Fate di me ciò che volete!”

Thorin si girò di nuovo verso lo Hobbit visibilmente perplesso, ma fu distratto da delle voci che lo richiamarono, specialmente dalla voce di due nani che conosceva molto bene, due guastafeste.

“Zio!” gridarono all'unisono andando ai suoi due lati e da dietro la voce del padrone di casa si sentì esclamare qualcosa come “Ah ma allora li producono in serie!”

Thorin sospirò. “Fili, Kili.. che diamine avete combinato con quello Hobbit?” chiese, severo ma rassegnato. I due giovani fratelli misero le mani avanti.

“Non siamo stati noi, è stato Bofur a dargli il primo sorso, vero Fili?” disse Kili cercando il sostegno – che di certo non sarebbe mancato – del fratello.
“Sissignore, non gli abbiamo neanche suggerito l'idea, te lo giuriamo zio!” rispose infatti il maggiore, e per sua fortuna le scuse vennero messe da parte poiché tutti i compagni salutarono il loro re e lo invitarono ad unirsi alla tavolata.

Dietro seguiva un Bilbo che non era decisamente nella sua forma migliore, sebbene in quel momento avrebbe risposto che stava meravigliosamente a chiunque glielo avesse chiesto.

Dori e Dwalin lo fecero sedere in mezzo a loro, più che altro per evitare che cascasse e Bombur, nel suo tono gioviale andò avanti con quella che era solo una burla.
“Allora, Hobbit, che ne pensi del nostro Re?”

Bilbo ovviamente non poteva realizzare che la parola 're' era nel vero senso di 're', nel momento pensava più a un qualche tipo di soprannome che si davano i nani tra di loro. “Oh presterei volentieri il mio giardino al suo seme, a quello là!” disse senza troppi riguardi, ma senza scendere nel volgare. Insomma, era pur sempre rispettabile!

I nani, come prevedibile, risero di cuore, dando ancora da bere al povero mezz'uomo che ormai era trascinato dentro la baldoria senza via di fuga. Qualcuno urlò un “Avete sentito? Abbiamo una regina fra noi!” e seguirono piedi che battevano, posate che venivano fatte scontrare le une con le altre e canzoni che uscivano da più bocche, formando un coro anche piuttosto intonato.

In tutto quel trambusto Thorin bevve solo un sorso di birra (giusto per ristorarsi dal viaggio) e dopo essersi passato un braccio sulla barba per pulirsi, senza preoccuparsi del gozzoviglio dei suoi sudditi, si rivolse allo stregone.

“E' lui lo Scassinatore?” chiese serio.
Gandalf il Grigio annuì, fumando dalla sua lunga pipa. “Come avrai capito non è solito bere e i ragazzi avevano voglia di festeggiare, ma chi può dargli torto? Da domani ci saranno ben poche occasioni per poter ridere e chissà se avremo mai abbastanza da mangiare!” sospirò.

Il Re non potè certo dargli torto e addentò una coscia di agnello arrosto con lo sguardo fisso allo Hobbit. “Vorrei poter dubitare delle tue scelte, ma occasioni passate mi dicono che non ne ho motivo. Però devo chiedertelo: sei certo che sia una scelta sensata?” il tono era sempre distaccato e solenne, come se nessuno gli avesse mai insegnato a conversare con un amico.

Il Grigio lo guardò. “La tua esperienza ti ha insegnato bene, Thorin figlio di Thrain. Non avrai modo di pentirti della mia decisione.. non in futuro, almeno!” anch'egli tornò a guardare il mezz'uomo, che in quel preciso momento si stava esibendo in una strana danza che Kili gli stava insegnando, e quella danza aveva talmente tanti colpi di bacino che ci si sarebbe aspettato da un momento all'altro che quella parte del corpo si staccasse e andasse per i fatti suoi a ordinare un idromele alla locanda.

“Avete già discusso a proposito della missione?” chiese il nobile, mentre cercava di distrarre la mente dal fatto che in effetti Mastro Baggins aveva un sedere più che degno di nota, ma questo non lo avrebbe ammesso neanche sotto tortura.

“Non mi sembrava il caso. E' un compito arduo, quello dello scassinatore, e vorrei che lo Hobbit ci pensasse a mente lucida!” una nuvola di fumo uscì dalla bocca dello stregone mentre parlava e prese una strana forma prima di svanire.

“O forse sarebbe stato meglio parlargliene ora, almeno avrebbe firmato senza tante storie e ci saremmo tolti un problema dalla testa!” grugnì prima di essere interrotto da qualcuno che gli cadde addosso e gli fece versare tutta la birra sui vestiti.

“Oops, mi sa che qualcuno dovrà spogliarsi!” disse Nori.
“E cosa si fa in questi casi, signor Bilbo?” chiese Bofur.
“Te lo abbiamo detto poco fa!” esclamarono Fili e Kili

Gli occhi dello Hobbit mostravano una mente ancora più annebbiata di prima quando si posarono su quelli del Re nano e ci mise un po' a trovare le parole.

“Eh? Ah, sì.. tu” indicò Thorin “ti spogli, e io ti lecco via tuuuuuutto... quello che hai addosso!” disse ridendo e cercò di baciare quello che a quanto pare aveva ormai suscitato in lui un'attrazione, forse nata dall'alcool o forse no.

Ad ogni modo il capo della compagnia lo spinse via gentilmente senza dir nulla, non era tipo di assecondare simili scemenze; non che non avesse la sua parte di bassi istinti, solo che  non era tipo da approfittare di situazioni in cui il possibile partner era incosciente e istigato da nani festaioli. Sì, ecco, forse se il mezz'uomo fosse stato sobrio avrebbe anche potuto prendere in considerazione l'idea di passare una notte di piacere, ma di sicuro non in quelle condizioni.

“Ah che peccato, non ti vuole!” disse Ori seguito da altri versi di lamento da parte degli altri.

Thorin li guardò con aria di sufficienza.
“Mettete a letto Mastro Baggins, abbiamo cose più importanti a cui pensare!”

Fili e Kili sbuffarono. “Sei sempre lì a pensare al dovere.. ma non vedi com'è carino?” Fili prese il viso dello Hobbit e lo alzò fino a farlo finire pari con quello di suo zio.

Bilbo in quel momento finì la parte migliore della sua prima sbronza e cercò di staccarsi dalla presa del giovane nano, perché sentiva contrazioni lancinanti all'altezza dello stomaco.

Il Re lo mise giù, tenendo una mano sulla sua testa che lasciò sopra al lavabo, consapevole delle conseguenze che sarebbero avvenute. “Avete scherzato fin troppo, ora è il momento di finirla. Penserò io al mezz'uomo, voi andate a riposarvi nell'ultimo giaciglio comodo che vedrete per tanto tempo!” seguirono sbuffi impazienti, ma nessuno osava mai contraddire l'ordine del loro Re che intanto si era ridotto a badare ad un ubriaco.

Bilbo, dal canto suo, aveva appena cominciato a dare di stomaco, e quando il primo conato finì, rantolò un “G-Grazie signore” a quel qualcuno che lo teneva in piedi, visto che le gambe stavano cedendo di brutto.

“Non c'è di che!” sbuffò il Re, piuttosto contrariato da quella situazione.

“V-Volevo precisare che io s-sono uno Hobbit rispettabile... ma che voi siete davvero bello. Sapete che io sono verg...?” le confessioni di Bilbo rimasero spezzate da un secondo conato, e poi ve ne fu un terzo. Nell'intervallo il mezz'uomo aveva continuato a parlare, ma il Re aveva cercato di non ascoltarlo, non aveva interesse nelle chiacchiere di un ubriaco.

Quando poi anche i sintomi spiacevoli finirono, dopo che l'intera compagnia si era coricata nei giacigli sparsi per la casa – alcuni dei quali improvvisati – Thorin si mise a letto con lo scassinatore decidendo che sarebbe stata una precauzione necessaria, e poi almeno così aveva la sua parte di un letto comodo, cosa che non era da sottovalutare. Ovviamente, prima che lo Hobbit crollasse, provò più volte a leccargli il petto, ma lui riuscì a staccarlo ogni volta.



Quando il sole sorse sulla contea Bilbo sentì un russare al suo fianco ed uno strano peso alla testa. Aveva come la sensazione che il suo stomaco fosse completamente non al suo posto e l'orribile credenza che ieri avesse commesso qualche sciocchezza. Lo Hobbit difatti -dopo qualche mormorio e qualche colorita imprecazione sui Sackville Baggins- spostò la sua mano verso destra incontrando prima un morbido tessuto, ma poi la sua mano risalì sentendo sotto i suoi polpastrelli della stoffa. Bilbo si volse con il viso e ... "OH PER TUTTI I TROLL DI MONTAGNA" urlò a pieni polmoni saltando giù dal letto finendo con il sedere a terra. La sua reazione fece svegliare lo straniero che corrucciò il viso prima di aprire gli occhi ed alzarsi con il busto osservandolo "mezz'uomo" disse solamente prima che Bilbo perdesse i sensi.
"Z-Zio!" esclamò Kili entrando seguito da un Gandalf che sorrise sornione al Re nanico. Thorin si alzò dal letto ed ignorò il nipote "sei sicuro che è lui ciò che ci serve?" domandò al grigio che tornò a guardare lo Hobbit steso "ne sono certo Thorin Oakenshield, è il migliore".

THE END
   
 
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