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Autore: WilKia    10/01/2013    2 recensioni
Che cavolo ci faceva in quel posto dimenticato da Dio?
Ah, già.. non ho un posto migliore in cui andare.
Ricordò con una smorfia autoironica.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Nuovo personaggio, Santana Lopez, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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You Keep me Hangin’ on
 
 
 
 
L’estate era volata via più in fretta di quanto Santana si aspettasse e più di quanto le piacesse.
O, per essere più precisa, aveva amato come il primo mese di vacanze era volato via, permettendole di andare a New York a riprendersi la sua Brittany dal corso estivo alla Julliard.
Erano i giorni successivi che erano fuggiti via troppo velocemente.
Santana si era ritrovata talmente assorbita tra il “tempo di qualità” – una quantità enorme di “tempo di qualità” – passato con Brittany e quello passato con Rain per consolidare la consapevolezza del loro legame, che i giorni erano fuggiti via quasi senza che lei se ne accorgesse.
In tutto questo si era persa Quinn per strada.
La sua migliore amica era rimasta meno sbalordita di quanto si aspettasse quando le aveva detto di aver scoperto di essere sorella di Rain, ma in seguito a questa rivelazione le sue visite si erano gradualmente diradate, fino a scomparire del tutto poco dopo il suo rientro con Brittany.
Santana aveva provato ad invitarla di nuovo a passare qualche serata spensierata in loro compagnia, approfittando del fatto che Rain si fosse trattenuta a New York con Reneè ed Evy, ma Quinn aveva sempre declinato, adducendo scuse più o meno ridicole.
Alla fine Santana aveva smesso di insistere.
Se Quinn non desiderava la loro compagnia non aveva alcuna intenzione di imporgliela. L’avrebbe rivista a scuola di lì a poco in ogni caso, ed avrebbe avuto tutto il tempo che voleva per redarguire quella sua defezione estiva.
I ritagli di tempo che le erano rimasti li aveva utilizzati per rimettersi in forma ed allenarsi per il provino per rientrare nei Cheerios a settembre.
Lei e Brittany ne avevano parlato a lungo, l’idea di vincere due trofei nazionali al loro ultimo anno era troppo allettante per lasciarsela sfuggire e, una volta tornata, Rain aveva offerto loro il suo supporto, sebbene l’idea che ritornassero tra le grinfie di Sue non l’entusiasmasse.
Le aveva addirittura aiutate ad allenarsi, mostrando loro alcuni esercizi che facevano parte del suo allenamento per la boxe e perfino alcuni dei più leggeri che aveva affrontato durante il suo addestramento da Navy Seal.
Santana non si era mai sentita tanto pronta per il provino dei Cheerios.
Sentì un sorriso incurvarle le labbra, mentre si abbandonava al sonno tra le braccia di Brittany.
 
“Buongiorno.”
Mormorò avvertendo un polpastrello delicato passare con dolce lentezza lungo il contorno del suo orecchio.
Una lieve risata, e quel tocco gentile fu sostituito da un paio di labbra soffici, in un bacio delicato che le fece incurvare istintivamente le labbra in un sorriso, mentre un brivido le percorreva la spina dorsale al soffio di fiato caldo che le sfiorò il collo.
“Sarebbe migliore se potessimo rimanere tutto il giorno a letto.”
Soffiò Brittany sensuale.
Santana ridacchiò voltandosi nel suo abbraccio ed avvolgendosi meglio il lenzuolo intorno al corpo nudo.
Sorrise al disappunto che si dipinse sul volto di Brittany a qual gesto.
“Ma come?! – esclamò – ieri sera sembravi così entusiasta per l’inizio della scuola.”
Mormorò sistemandole una ciocca ribelle dietro l’orecchio, approfittandone per donarle una carezza.
“Sì – si imbronciò – sono contenta di tornare a scuola. Mi mancano i nostri amici, soprattutto Quinn. Però mi piace davvero tanto poter passare tutta la giornata con te nel letto, senza dovermi preoccupare dei compiti e delle prove e degli allenamenti. E mi piace anche poterti baciare in giro per casa senza che ti preoccupi che qualcuno ci veda…”
Santana sospirò e l’attirò a sé posando le labbra sulle sue in un bacio lieve, tentando di non farsi sommergere dal senso di colpa.
Sapeva che la spontaneità di cui avevano goduto durante l’estate sarebbe mancata terribilmente ad entrambe una volta ritornate a scuola.
Ne avevano parlato a lungo e Santana sperava che Brittany non volesse ritornare di nuovo su quel punto.
“Pensi che Quinn sia arrabbiata con me?”
Domandò invece con voce piccola e triste, quando si separarono.
Santana la osservò corrucciata.
“Certo che no. Perché mai dovrebbe esserlo?”
Brittany alzò le spalle.
“Mi hai detto che ha passato molto tempo con te e Rain, mentre non c’ero. Poi io sono tornata e lei ha smesso di venire qui…”
Santana la strinse a sé, accarezzandole dolcemente i capelli.
“In realtà le sue visite sono diminuite dopo che le ho detto che Rain è mia sorella – spiegò – penso l’abbia fatto per darmi più tempo da passare con lei, e anche con te dopo il tuo ritorno.”
“Però avrebbe potuto venire a stare un po’ con noi almeno quando Rain era  a New York da Evy e Reneè.”
“Io gliel’ho detto e anche tu. Noi abbiamo fatto la nostra parte, se non ha voluto passare del tempo con noi, si vede che aveva di meglio da fare.”
Borbottò Santana con una nota profondamente contrariata nella voce.
“Quinn è strana ultimamente.”
Mormorò Brittany abbandonando la testa sul suo petto.
Santana rabbrividì avvertendo il suo fiato caldo infrangersi contro la pelle sottile tra i suoi seni e dovette lottare per rimanere concentrata sulle sue parole.
“Quinn è bipolare ultimamente.”
Sbottò, indecisa se essere indignata per il comportamento dell’amica o elettrizzata dal trattamento che la sua ragazza le stava riservando.
“Pensi sia dovuto al fatto che si è innamorata di Rachel?”
Domandò pensierosa Brittany, prima di posarle un lieve bacio sulla fossetta alla base della gola.
Santana chiuse gli occhi, mentre il suo corpo reagiva a quel contatto delicato, e ci mise qualche istante a realizzare ciò che Brittany le aveva appena detto.
“Quinn è che cosa?”
Esclamò sconcertata, sollevandosi per potersi sottrarre all’attacco delle labbra di Brittany che le stavano portando via lucidità mentale, ed osservandola ad occhi sgranati.
“È innamorata di Rachel.”
Ripeté lei semplicemente, con un dolce sorriso.
Santana la osservò, confusa.
Quinn innamorata di Rachel-insopportabilenanettaperfettina-Berry?
Come poteva essere?
Eppure se c’era una cosa che Brittany sapeva fare bene, quella era capire i sentimenti di chi la circondava.
“Te l’ha detto lei?”
Domandò ancora sconvolta dalla sicurezza con cui Brittany le aveva fatto quella rivelazione.
Lei ridacchiò intrecciando le dita alle sue e baciandole lievemente il dorso della mano.
“Certo che no, sciocchina! Quinn non dice queste cose nemmeno a sé stessa.”
“Allora come puoi esserne così sicura? – domandò confusa – Quinn è sempre stata odiosa nei confronti di Rachel.”
Ragionò.
“Certo, a parole – le spiegò pazientemente, come se stesse spiegando ad una bambina che uno più uno fa due – ma hai mai provato ad osservarla bene? La guarda proprio come tu hai sempre guardato me.”
Santana passò dolcemente la mano libera tra i capelli biondi sparsi sulla sua spalla, pensierosa.
“Perché, come ti guardavo io?”
Domandò poi con una nota pericolosa nella voce, realizzando pienamente la frase che Brittany aveva pronunciato.
Brittany rise.
“Hai presente Lord T., quando si avvicina l’ora di cena e vuole convincermi a dargli la pappa prima del dovuto?”
Chiese per poi tentare di allontanarsi, sapendo bene cosa stava per accadere. Ma Santana fu più veloce e con un movimento fluido, dettato dall’esperienza, invertì le loro posizioni, accomodandosi sul suo grembo e puntando su di lei uno sguardo di sfida, un sorrisetto malizioso ad incurvarle le labbra.
“Avanti, continua…”
La invitò, posando in un gesto casuale le mani sul suo addome scoperto.
Gli occhi di Brittany percorsero avidi il suo corpo nudo, mentre si umettava impazientemente le labbra.
“Mi guardavi proprio con lo stesso sguard-AH! SANTANA!!”
Urlò tra le risa, quando le dita agili di Santana iniziarono a farle il solletico senza pietà.
Le due ragazze lottarono ridendo per alcuni istanti, finché Brittany non riuscì di nuovo a sovrastare Santana, bloccandole con le mani i polsi ai lati della testa.
Si guardarono, ancora sorridenti e con il respiro appesantito dalla lotta di solletico.
“Io ti guardavo come Lord Tubbington quando ha fame?”
Protestò indignata Santana non appena ripreso fiato.
“Ah no?!”
La sfidò a contraddirla.
L’espressione di Santana si addolcì, mentre i suoi occhi si perdevano nello sguardo limpido di Brittany.
“No – disse lei improvvisamente seria – io ero infinitamente più disperata.”
Confessò sincera, ritrovandosi quasi all’istante le labbra di Brittany premute con forza sulle sue.
Santana ricambiò il bacio, mentre le mani di Brittany le liberavano i polsi, iniziando a seguire percorsi conosciuti, ma sempre nuovi, sulla sua pelle.
“Britt – ansimò tra i baci, non sapendo bene nemmeno lei dove stesse trovando la forza per parlare – Britt fai la brava.”
Ansimò separandosi a stento dalle sue labbra.
“È già tardi e ci dobbiamo ancora preparare tutte e due.”
Brittany premette la fronte contro la sua, gli occhi chiusi e il respiro ancora affannato.
“Giusto!”
Concordò imbronciandosi contrariata, poi una luce maliziosa le invase il volto.
Prima ancora di potersi domandare cosa stesse architettando in quella sua testolina bionda, Santana si sentì sollevare di peso dal letto, ritrovandosi aggrappata alle spalle di Brittany che la reggeva senza alcuno sforzo apparente.
“Britt che stai facendo?”
Quasi gridò in una mezza risata.
“Procedo con i preparativi e vado a fare la doccia.”
Rispose lei ovvia.
“E mi tieni in braccio perché…?”
“Beh, la doccia la devi fare anche tu, mi sembra.”
Commentò, mentre apriva la porta, riuscendo in qualche modo ad evitare di rimetterla a terra.
“Britt, aspetta – tentò di fermarla – non possiamo uscire in corridoio così!”
“Perché no? ”
Chiese lei innocente, ma sempre con quella luce maliziosa negli occhi, uscendo dalla stanza incurante della nudità di entrambe.
Santana si coprì gli occhi con una mano, pregando che Rain fosse al piano di sotto a preparare la colazione.
“Ciao Rain.”
Trillò Brittany allegra, passando davanti alla palestra.
“Buon giorno raga…”
Santana avvertì le guance farsi roventi sentendo la voce di sua sorella bloccarsi a metà frase, e seppellì il volto nella spalla di Brittany per nascondersi, sentendo la risata di Rain raggiungerle sino al bagno, questo prima che Brittany con un calcio chiudesse la porta alle loro spalle.
 
Rain sospirò e spense il motore con un sorriso, fermando la sua auto nel parcheggio del McKinkey High School.
Era bello essere di nuovo lì.
L’estate era stata una vera gimcana emotiva per lei, e ritornare in quei corridoi ingombri di studenti era un po’ come potersi lasciare alle spalle tutti quegli avvenimenti.
Per di più io me le vado a cercare…
Pensò alzando gli occhi al cielo e scuotendo autocriticamente la testa.
Si massaggiò il ginocchio ormai guarito, ma ancora lievemente dolorante, mentre scendeva dalla macchina.
Un sorriso agrodolce le incurvò le labbra al ricordo del mese passato a New York in compagnia di Reneè ed Evy.
Si era divertita durante il lungo viaggio in auto fino a New York. Lei e Santana non avevano smesso quasi un solo attimo di cantare a squarciagola, mentre la strada correva via sotto le ruote.
La loro prima tappa era stata la Julliard. Si erano intrufolate nella scuola per poter sbirciare una delle ultime lezioni di ballo di Brittany, che non appena aveva scorto Santana riflessa nello specchio aveva abbandonato la coreografia per correrle incontro e saltarle in braccio.
Ancora le si scaldava il cuore al ricordo del sorriso gigantesco con cui Evy le aveva accolte, quando si erano presentate tutte e tre a sorpresa. Reneè era stata contentissima di rivederle, ed aveva abbracciato a lungo Santana, dandole il benvenuto in famiglia.
Sospirò pesantemente.
Le cose tra lei e Reneè erano state strane, dopo che Santana e Brittany avevano preso un volo per Lima.
Non sapeva come comportarsi con lei. L’affetto che le univa era profondo, ma sembrava sempre esserci qualcosa di irrisolto tra loro.
E il fatto che le cose con Lara procedessero bene, anche se lentamente, non l’aiutava affatto. Anzi, sembrava solo accrescere la sua confusione.
Ancora non si erano date una definizione. Continuavano a vedersi con una certa regolarità e i loro incontri non si limitavano più soltanto al rotolarsi l’una sull’altra nell’appartamento di Lara.
Fedele alla parola data, lei non le aveva fatto alcuna pressione e quando le aveva detto che avrebbe trascorso un mese a New York non le aveva fatto nessuna domanda al riguardo. Si era solo limitata a scrutarla intensamente, come se tentasse di decifrarla, e Rain si era ritrovata ad abbassare un attimo lo sguardo, una strana sensazione che le stringeva lo stomaco.
Per un attimo si era domandata se si trattasse di senso di colpa, ma un secondo dopo le labbra di Lara avevano trovato le sue, bloccando i moti frenetici della sua mente.
Aveva attraversato i corridoi affollati di studenti fino all’aula professori, persa nei propri pensieri. Doveva incontrarsi con William per discutere con lui del programma per il Glee, aveva appena poggiato la mano sulla maniglia della porta, quando il suo sguardo fu attratto da una massa scompigliata di capelli rosa, riportandola alla realtà.
Però fighi i capelli di quella raga…
Si bloccò a metà di un passo, quando si rese conto che quella testa rosa apparteneva nientemeno che a Quinn Fabray.
La osservò incedere attraverso il corridoio incurante degli sguardi che attirava.
Quando arrivò al punto in cui si era fermata la oltrepassò senza dare alcun segno di aver notato la sua presenza.
Rain continuò a seguirla con lo sguardo, finché non fu sparita dietro un angolo del corridoio.
Rimase a fissare per un altro istante il punto in cui Quinn era sparita, ripromettendosi di parlare a Santana di quella novità, più tardi. Quindi spinse la maniglia dell’aula professori ed aprì la porta, ignara del fatto che le sorprese di quell’anno scolastico fossero appena incominciate.
 
Rain marciava rapidamente per i corridoi affollati di studenti, andando dritta per la sua strada, il suo sguardo torvo era sufficiente a far scansare i ragazzini che si trovavano sulla sua traiettoria.
Vedendola avanzare, Santana non riuscì a trattenere un sorriso.
Rain non apparteneva al McKinley, era estranea alle sue regole e gerarchie. Non indossava nessuna uniforme che la identificasse come membro di una qualche squadra sportiva, né faceva ufficialmente parte del corpo docente. Eppure la sua sola presenza era sufficiente a sgombrare il passaggio nel corridoio intasato di studenti.
Si domandò dove fosse diretta con quello sguardo torvo fissato sul volto, questo prima di notare la nota tormentata di quelle iridi scure che ormai aveva imparato a conoscere.
“Lo sapevi?”
Domandò Rain in un sibilo fermandosi proprio davanti a lei.
Santana si corrucciò avvertendo il suo tono arrabbiato e allo stesso tempo sofferto.
“Sapevo che cosa?”
Rain non rispose e Santana la vide contrarre le mani, stringendo i pugni con tanta forza che probabilmente le unghie dovevano aver lasciato le proprie impronte sui palmi delle sue mani.
“Rain che è successo?”
“Hai una nuova professoressa di letteratura.”
Mormorò serrando la mascella con forza.
Santana era sempre più confusa. Perché mai Rain avrebbe dovuto interessarsi ai suoi professori?
“Una nuova… Rain, ma che?”
Prima che potesse finire di parlare Rain si era già voltata, ritornando da dove era venuta, se possibile con ancora più furia.
“Che è successo a Rain?”
Domandò Brittany comparendo al suo fianco.
“Non lo so.”
Mormorò preoccupata, continuando ad osservare il punto in cui sua sorella era appena sparita.
Per le ore successive Santana si lasciò assorbire dai propri impegni.
Come previsto fu facile per lei e Brittany rientrare nei Cheerios e prima dell’ora di pranzo entrambe sfoggiavano di nuovo la loro uniforme rossa e bianca.
“Che cosa abbiamo ora?”
Domandò a Brittany appoggiandosi pesantemente agli armadietti.
Ancora un’ora di lezione e finalmente sarebbero potute andare a pranzo.
Brittany studiò attentamente la tabella colorata che aveva stilato il giorno prima, segnandosi accuratamente gli orari di tutte le lezioni che avrebbe seguito quell’anno. Santana sorrise vedendo il piccolo cuoricino rosso che adornava le caselle delle loro lezioni comuni.
“Mmmm qui dice che abbiamo letteratura.”
Mormorò lei picchiettando con l’indice sulla tabella.
Il pensiero di Santana tornò immediatamente allo sguardo che Rain le aveva rivolto qualche ora prima.
Forse avrebbe potuto finalmente risolvere il mistero.
“Andiamo?”
Domandò Brittany riportandola alla realtà.
“Certo.”
Satana intrecciò il mignolo con il suo ed insieme si avviarono verso la classe di letteratura.
Sedettero vicine e Brittany si immerse immediatamente in uno dei suoi disegni, mentre Santana la osservava, la mente ancora concentrata sullo strano comportamento di Rain.
“Buon giorno a tutti.”
Salutò una voce curiosamente familiare dalla porta dell’aula.
Santana sollevò lo sguardo dal disegno di Brittany e immediatamente la sua bocca si spalancò sorpresa.
Sorreggendo una pila di libri sotto il braccio, Reneè aveva appena varcato la soglia dell’aula.
 
 
 
 
 
 
Angolo della pazza
 
Uff ce l’ho fatta. Anche se io stessa iniziavo a perdere la speranza…
Il fatto è che con il precedente capitolo ero arrivata al punto di svolta intorno a cui è nata l’intera FF e in quel momento il mio neurone si è semplicemente spento.
Boom morto, è andato in silenzio stampa e non ne ha più voluto sapere di lavorare.
 
Ma la FF non poteva finire così, ovviamente ci sono ancora tante cose da dire, tante situazioni irrisolte e come ho detto in precedenza sono troppo affezionata a Rain e al suo splendido rapporto con Santana e con Brittany per lasciarla andare così facilmente.
 
Per fortuna sembra che anche lei provi ancora un po’ d’affetto per me e di punto in bianco è ritornata e mi ha aiutata a risvegliare il neurone XD
 
Spero che ci sia ancora qualcuno interessato a quello che ha da raccontare, in ogni caso io continuerò a scrivere…
 
Fatemi sapere.
Se volete potete dirmelo anche su Twitter
 
Il titolo l’ho preso in prestito dalle Supremes e anche dalle nostre carissime Cheerios che ce ne hanno regalato una versione tutta loro, capitanate da Quinn, ovviamente.
 
Per chi sta pazientemente attendendo “Made of Stone”, non disperate sono al lavoro, ma anche lì sono incorsa in un problemino.
Ovvero le mie fanciulle sono finalmente felici e il mio subconscio si ribella all’idea di rovinare il momento idilliaco in cui si trovano, minando la mia capacità di mettere insieme una parola dietro l’altra a formare una frase.
 
Tenterò di superare questo mio blocco in modo da aggiornarvi il prima possibile.
 
Passo e chiudo.
 
WK    >.<
   
 
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