Crossover
Ricorda la storia  |       
Autore: Norma    30/07/2007    4 recensioni
E siamo al secondo lavoro signori!
Cosa sarebbe accaduto se il caro Kisuke Urahara di Bleach si fosse sbagliato a realizzare il senkaimon, il portale tra il mondo umano e la Soul Society, e i nostri eroi non fossero finiti nel mondo degli shinigami, ma sull'isola più famosa della storia dei telefilm?!
Genere: Avventura, Comico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fumetti, Telefilm
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

PROLOGO




«Il problema è il tempo. Il senkaimon può collegarci con la Soul Society per…quattro minuti al massimo!».
Le parole di zoccoli-e-cappello risuonarono nella caverna sotterranea dell’Urahara Shoten come una condanna.
«Quattro minuti?!». Nello sbigottimento generale solo Ichigo riuscì a ritrovare la parola.
«Esattamente. Trascorso questo limite di tempo il portale si chiuderà e voi rimarrete imprigionati nel dogai, il “mondo proibito” tra il mondo umano e la Soul Society…per sempre».
L’unica soluzione era semplicemente andare avanti.
Con un movimento deciso Urahara e Tessai attivarono il portale delle dimensioni e i quattro ragazzi si prepararono ad oltrepassare la soglia tra questo e l’altro mondo.
Prontamente legato e imbavagliato da Chad, Kon mugolava disperatamente in direzione di Ichigo, ma le sue indecifrabili imprecazioni furono sovrastate dal rombo sordo del senkaimon. Con uno scatto fulmineo Ichigo, Ishida, Orihime e Chad varcarono il portale senza voltarsi indietro, seguiti da Yoruichi.
“Yuzu, Karin, Vecchio, ci vediamo presto…”
“Vi farò rimpiangere il giorno in cui avete osato sfidare l’ultimo dei Quincy!”
“Kurosaki, ti sosterremo sempre e comunque…”.
Un bagliore accecante li avvolse fino a farli scomparire del tutto dalla vista di Urahara e degli altri.

«Padrone, guardi qua!» gridò qualche secondo dopo Ururu, sbucata da chi sa dove con Jinta.
La bambina stava indicando uno dei tanti sigilli del portale, con la faccia concitata. L’uomo scostò il cappello per vedere meglio ed osservò che quel sigillo aveva qualcosa scritto sopra, che recitava a caratteri sgargianti: ” OFFERTA SPECIALE SOUL CANDY! PRENDI DUE, PAGHI UNO!”, e che, per dirla tutta, quel pezzo di carta non era affatto un sigillo, ma un’etichetta dell’emporio.
«Che sbadato! Nella fretta devo essermi confuso tra tutti questi foglietti!» disse portando l’indice al mento e facendo apparire un cuoricino al di sopra del cappello.
«Padrone, cosa accadrà adesso?» chiese Tessai.
Urahara rifletté un attimo grattandosi la barbetta «Probabilmente la trasformazione da essere corporeo ad essere spirituale non ha avuto esito positivo e dubito fermamente che abbiano raggiunto la Soul Society…».
«Tsk! Sfigati!» sbuffò ironico Jinta.
«Dobbiamo trovare al più presto il modo di portarli da Kuchiki-san, » proseguì l’uomo «anche un solo giorno può essere determinante per la sua missione di recupero. Diamoci da fare!».


*************************************************************



CAPITOLO I




Ishida si guardò attorno. Non vide alcuna corrente infernale che li spingesse verso il dogai, né la porta spettrale che si era aspettato conducesse al mondo degli shinigami Tutto intorno a loro era completamente buio e non tirava il ben che minimo alito di vento.
Guardò gli altri e scambiò con loro un’occhiata interrogativa; poi di comune accordo si voltarono tutti e quattro verso il signor Yoruichi.
«Che avete da guardare?!» rispose quello «Non ho la più pallida idea di dove siamo, ma so due cose di sicuro: questo senkaimon non vi ha trasformato in kompaku e non ci porterà alla Soul Society. Quell’idiota di Kisuke ed io dovremo fare una bella chiacchierata no appena mi troverò davanti il suo brutto muso!».
«Cosa facciamo ora?» chiese Orihime con un filo di voce.
«Avanziamo».

Camminarono a lungo, finché non videro una velata penombra, come se la luce filtrasse attraverso degli alberi. Improvvisamente si accorsero di star calpestando un fitto manto erboso e presto furono circondati da cespugli, arbusti e alti alberi tropicali. Ichigo & Co. Si fermarono nel mezzo di una radura.
«Stavolta lo ammazzo!» esplose Yoruichi.
Ad un tratto uno scricchiolio di rametti spezzati li fece voltare; tra la fitta vegetazione scorsero un ometto biondo, all’apparenza uno straniero, inglese forse, con degli strani cerotti attaccati a ciascun dito.
«Ragazzi, voi chi siete?» chiese con aria sbigottita.
Fu un attimo. Dai cespugli sbucarono una decina di persone e prima che potessero rendersi conto della situazione si ritrovarono a terra legati, storditi e con una benda sugli occhi.
Furono trascinati fino ad una spiaggia dove, con la faccia sulla sabbia, sentirono molte voci agitate avvicendarsi una dopo l’altra.
«E questi chi sono adesso?!»
«Atri ! Atri!»
«Ma guarda un po’, sembra che La Tigre e Il Dragone abbiano chiamato rinforzi!»
«Sono giapponesi Sawyer, non coreani!»
«Dopo il cavallo adesso ci mancava pure il gatto!»
«Avete visto quello?! E’ più grosso di Eko!»
«Ti è andata bene Hobbit, se non ci fossimo stati noi nei paraggi questi qui non avrebbero aspettato due volte per riappenderti ad un albero!»
«Beh, personalmente non credo che siano gli Altri...»
«Ah si? E secondo quale ragionamento altamente scientifico non dovrebbero esserlo, Rose?»
«Insomma, guardali! Sono solo dei ragazzini!».
Sentirono dei passi avvicinarsi e furono tolte loro le bende dagli occhi. Orihime, Ishida e Chad si guardarono intorno: si trovavano in una specie di villaggio di capanne improvvisate sulla riva del mare, attorniati da una quarantina di persone dai volti segnati e visibilmente preoccupati.
«Non so te Sado, ma io me l’immaginavo diversa la Soul Society…» bisbigliò la ragazza.
«Non siamo nella Soul Society! Ti ricordi cosa ha detto il signor Yoruichi?» disse Ishida interrompendosi d’un tratto. «Ehi, ma dov’è finito il gatto parlante?»
«Probabilmente è stato l’unico tanto sveglio da non farsi acchiappare» rispose Chad.
Poi si accorsero che il gatto non era l’unico a non essere legato lì con loro. Sul limitare della foresta videro Ichigo dimenarsi tra le corde, sorvegliato da un uomo dallo sguardo stranamente illuminato.
«Kurosaki! Kurosakiiiii!» lo chiamò Orihime urlando.
«Ehi, voi! Cosa avete da parlare tanto? Chi avete chiamato?!» Un altro uomo dai capelli biondi legati leggermente al di sotto delle orecchie si parò davanti a loro. Dalla voce sembrava il tipo sbruffone di prima. «Aspettate che Locke e il dottorino tornino dalla foresta e decideremo che fare di voi».
Nel frattempo Ichigo continuava a mollare strattoni alle corde che lo tenevano legato.
«Senti bastardo, non so cosa vogliate farci, ma ti conviene slegarmi subito o ti farò sparire quel sorriso ebete dalle labbra una volta per tutte!»
«Non ti conviene agitarti tanto, fratello» rispose quello «Non voglio farti nulla di male».
In quel momento passò una donna con un bambino di pochi mesi in braccio.
«Tutto a posto Desmond? Con chi stavi parlando?»
«Con nessuno Claire, non ti preoccupare»
«Ma certo!» esclamò il ragazzo «Lei non mi può vedere nella mia forma di shinigami».
Claire si allontanò con un’aria a metà tra il divertito e il sospettoso. Quell’ uomo doveva essere famoso per i bizzarri avvenimenti di cui era protagonista.
«E così tu possiederesti un’elevata forza spirituale…A vederti non sembrerebbe affatto, con quell’aria da pazzo che ti ritrovi!»
«Senti fratello, ti ho portato qui in disparte non appena ho capito che gli altri non erano in grado di vederti, ma la cosa importante adesso è che tu mi dica perché tu e i tuoi amici siete arrivati sull’isola!»
«Lo sapessimo!» sbuffò l’altro.
Ichigo vide un uomo grosso più o meno come il signor Tessai, solamente molto, ma molto più grasso, dirigersi verso di loro con aria esterrefatta.
«Coso, che ci fa con te quel tizio vestito da cosplay?!».


-TUN-

  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Crossover / Vai alla pagina dell'autore: Norma