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Autore: lia90    12/01/2013    3 recensioni
Questa storia è nata da un sogno fatto qualche giorno dopo aver visto il signore degli anelli le due torri, ed è la prima fanfiction che pubblico, quindi siate clementi XD cmq tutto è dal punto di vista di un nuovo personaggio, di fantasia, che prenderà parte al gruppo della compagnia dell'anello e il suo unirsi a loro potrà essere sia d'aiuto che non. Spero possa piacervi!
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Aragorn, Gandalf, Haldir, Legolas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non troppo lontano da lì, una coppia stava discutendo sugli ultimi avvenimenti.
“Erin, ti prego, non partire. Proverò a parlare io con tua madre, e se non mi ascolterà, allora potremmo sempre fuggire insieme.”
“Haldir, non peggiorare la nostra situazione. Non sai quanto vorrei che questo non dovesse succedere a noi. Non avrei mai voluto vederti soffrire come invece stai facendo in questo momento. Mi distrugge vederti così.” E gli accarezzò una guancia il più dolcemente possibile, per fargli capire quanto volesse che le cose fossero andate diversamente.
“Non devi preoccuparti per me. È per te che sono preoccupato! Stai per partire per un viaggio suicida. Lo sai che non tornerai indietro, vero?”
“Lo so. Mia madre mi ha spiegato ciò che dovrò fare, arrivato il momento.”
“Perché allora non vuoi lasciar perdere tutto e scappare via con me?”
“Non possiamo, non posso Haldir. Sai che in ogni caso ci troverebbero. E poi, pensaci bene, con questo sacrificio si potranno salvare tantissime persone. E il tuo compito è proteggere il regno, non puoi scappare anche da questo.”
“Prova ad essere un po' più egoista, amore! A te non pensi? A noi non pensi?”
“Amore mio, è proprio per noi che lo faccio. Così potrai continuare a vivere, e lo potrai fare in un mondo migliore. Vorrei che tu potessi rivedere lo splendore di queste terre. Se per farlo c'è bisogno di un mio sacrifico, sono felice di poter essere d'aiuto.”
“Erin, per una volta, pensa a te stessa. Non c'è bisogno che tu ti sacrifichi per gli uomini. Loro non hanno diritto di vivere! Sono loro che hanno causato questa guerra.”
“Il tempo degli elfi su questo mondo è quasi giunto al termine, anche tu lo sai. Dobbiamo prendere parte a questo per poterli aiutare a comprendere cosa sia giusto e cosa sbagliato. Quando finalmente lo capiranno, potremo andarcene in pace.”
“Non posso far nulla per farti cambiare idea, giusto?”
“Ti chiedo umilmente perdono, ma mia madre alla fine aveva ragione. Non so ancora bene cosa comporterà la mia partenza, e soprattutto non conosco la fine della storia, stranamente. So solo che è il destino che mi sta chiamando a compiere questa strada. Mi dispiace solo che sia stato così crudele con la persona che meno merita di soffrire. Mio dolce amore, vedrai che un giorno ci rivedremo e potremo essere ancora felici insieme. Non disperare, il destino ha in mente qualcosa di diverso per noi.”
Quella notte si amarono come non avevano mai fatto. Si amarono con la consapevolezza nel cuore che quella era l'ultima volta che si sarebbero visti e in cui avrebbero potuto passare dei momenti di pura felicità come quella.
Poco prima di addormentarsi, Erin pregò affinché l'amato non dovesse soffrire così tanto, che potesse essere sereno fino al giorno in cui si sarebbero rivisti, e prima di chiudere gli occhi vide che lui aveva ricominciato a sorridere.
 
La mattina seguente, tutti si alzarono presto così da prepararsi per l'imminente partenza. Ognuno aveva avuto la possibilità di ripensare agli ultimi avvenimenti. La sosta a Lothlorien, aveva fatto bene alla Compagnia, avevano avuto modo di poter riposare e di conoscere nuove persone che li avrebbero aiutati durante il lungo viaggio che ancora li aspettava.
Lungo il fiume c'erano ad aspettarli tre veloci imbarcazioni elfiche, che li avrebbero condotti al di fuori del regno di Lorien. Sire Celeborn e Dama Galadriel erano lì ad aspettarli per porgergli i dovuti saluti e ringraziamenti per ciò che avrebbero compiuto per la Terra di Mezzo. Ad ognuno fecero un dono, in base al proprio ruolo nella Compagnia. Oltre a questo, gli diedero del cibo elfico, del Pan di Via, che con un semplice piccolo morso avrebbe potuto sfamare un uomo adulto. Erin arrivò poco prima della partenza scortata dal sempre presente Haldir.
“Che la Compagnia dell'Anello possa continuare la sua missione senza più intoppi.” disse la Dama, cercando di essere incoraggiante per il futuro.
“Grazie per l'ospitalità. Ve ne saremo per sempre grati.” rispose Aragorn a nome di tutti.
“Legolas, vieni un attimo per favore.”
“Ai suoi ordini, mia signora.”
“Ricorda quello che ti ho detto ieri sera. È nelle tue mani. Se dovessi fallire ne dovrai rispondere direttamente a me.”
“Non vi preoccupate, la proteggerò fino alla mia morte, se fosse necessario. Lei sarà la mia prima e unica preoccupazione per tutto il viaggio, fino alla fine.”
“Grazie, te ne sarò eternamente grata.” poi lo congedò per farlo tornare dagli altri.
Sulla prima imbarcazione presero posto Marry, Pipino e Boromir, sulla seconda Aragorn, Sam e Frodo, e infine sull'ultima, Gimli, Legolas ed Erin, affinché potesse tenerla sempre sotto controllo. I nove partirono alla volta di una nuova missione, scortati dalla grazia di Lothlorien e da quella dei suoi abitanti.
 
Le acque erano calme e tutti erano rilassati dalle dolci parole che stava intonando Legolas.
“Legolas, non vorrei sembrarti scortese, ma qual è la litania che stai cantando? Ho impressione di averla sentita molto tempo addietro, ma non ricordo dove.” Chiese timidamente Erin.
“Non la conosci? Me la cantava sempre mia madre per farmi addormentare. In questo modo mi sembra di averla ancora accanto come una volta.” Rispose lui, non capacitandosi dello sguardo dolce che gli aveva rivolto l’elfa dai lunghi capelli rossi.
“Oh... chiedo perdono, non avrei mai voluto farti rivivere momenti così tristi.”
“Non preoccuparti, Erin. È successo tanto tempo fa. Se vuoi posso raccontarti la storia che sta dietro questa litania.”
“Se non è troppo di disturbo, sarei molto onorata di ascoltarla.”
Allora Legolas cominciò a raccontare la leggenda di quella canzone:
“Tutto ebbe inizio in un luogo dove non esisteva né tempo né spazio, in un luogo lontano, molto lontano dalla normale comprensione. In quel luogo vivevano un uomo e una donna: Bren e Crysta. Da che avessero memoria, erano sempre stati in lite. Non perdevano mai occasione di battibeccare, anche per le cose più futili. Per questo erano convinti da sempre di odiarsi, talmente tanto da non riuscire a stare nello stesso luogo allo stesso momento. Ma con il passare del tempo si resero conto che in realtà ciò che provavano non era odio, bensì amore, quell'amore perfetto che solo pochi riescono a trovare nella propria vita.
In tutte le storie come queste però c'era un ma: Crysta era la figlia del re, e come tale doveva rispettare determinate leggi che le venivano imposte dal padre. Prima fra tutte avrebbe dovuto sposare il comandante dell'esercito del re. Quando venne a sapere del matrimonio combinato, cercò di opporsi in ogni modo, ma inutilmente. Il padre ormai aveva deciso e non gli si poteva far cambiare idea. I due allora, avevano deciso di vivere il loro amore in segreto, senza poter mai uscire alla luce del sole; dovevano nascondersi anche solo per parlare, per paura che il futuro marito, pazzo di gelosia, lo facesse uccidere. Un giorno però accadde l'irreparabile: il promesso sposo li scoprì. Per prima cosa fece condannare a morte Bren e rinchiuse Crysta nelle stanze matrimoniali, imponendole di assistere all'esecuzione dell'amato. Neanche il padre avrebbe potuto fare qualcosa per cambiare la sorte della figlia.
Il giorno prima dell'esecuzione, Crysta riuscì ad andare a salutare per l'ultima volta il suo amato Bren. Passarono la notte insieme, notte di speranza e di felicità. Quella notte furono solo loro due contro il resto del mondo.
Il giorno seguente, l'uomo venne condotto al patibolo e la donna fu messa in prima fila per vedere più da vicino quel maledetto assassinio. Come ultimo desiderio, Bren intonò una litania per la sua amata, che parlava di speranza e di amore, quell'amore che sarebbe sopravvissuto anche dopo la morte, dopodiché lo uccisero davanti agli occhi increduli della donna.
Qualche giorno dopo si celebrarono le nozze di Crysta, ma prima di pronunciare il fatidico 'sì' spirò.”
Erin rimase affascinata dalla storia, soprattutto per il significato. Le ricordava un po' ciò che stavano subendo lei e Haldir.
“Ti ringrazio infinitamente per avermi raccontato questa leggenda. È veramente magnifica.” disse lei con il magone.
“È tragica, non magnifica. Non riesco a capire come possa piacerti. La loro vita viene conclusa in un modo così netto. Non possono vivere il loro amore, non possono vivere la loro vita insieme.”
“Tu conosci questa canzone e credo che anche moltissimi altri ne conosceranno le parole. In questo modo loro vivono in essa e di conseguenza anche il loro amore è riuscito a sopravvivere.” detto ciò si girò verso il davanti della barca e si appoggiò al bordo in modo tale da poter immergere la punta delle dita nella verde acqua. Nel punto in cui le sue dita si immergevano nel calmo liquido, lasciarono delle scie colorate che pian piano si stavano trasformando in un'immagine. Aveva rappresentato i due amanti della storia abbracciati, prima del momento dell'esecuzione di lui. Legolas rimase incredulo nel vedere quello che lei era riuscita a creare solo con due sole dita della mano. Ogni momento che passava in sua compagnia, continuava a imparare nuove cose sul suo conto che lo affascinavano a tal punto da rendergli difficile il comprendere i sentimenti che provava per lei. L'aveva stregato con i suoi modi di fare e con la dolcezza che metteva in tutto ciò che faceva. Non poteva capacitarsi del fatto che lei fosse colei di cui la profezia parlasse, era talmente perfetta da spaventarlo.
Presto, però, dovette riprendersi da quei pensieri felici perché in lontananza sentirono dei ruggiti. Erano gli orchi: gli Urukahi. Si apprestarono ad andare verso la riva più vicina per avere una parvenza di protezione in più, visto che in acqua rischiavano di venir colpiti molto più facilmente.
Il problema era che non avevano ben calcolato la distanza con gli orchi: erano molto più vicini di quanto pensassero. Furono attaccati. La Compagnia si disperse all'interno della fitta boscaglia. Gli hobbit si nascosero dagli orchi in modo tale da non essere catturati. Sapevano che il loro obiettivo era Frodo, quindi di conseguenza erano tutti a rischio. Ad un certo punto tutto diventò bianco. Una luce accecante aveva scaraventato gli orchi nell'acqua che vennero affogati poi da degli spiriti marini invocati presumibilmente da qualcuno. Quando tutto tornò alla normalità, videro Erin accasciata a terra. Legolas, preso dal panico che fosse stata ferita, corse in suo aiuto, ma notò che stava bene, era solo stremata.
“È stata opera tua?” chiese incredulo l'elfo, quando lei si svegliò.
“Credo di sì... non riesco a ricordare nulla...” rispose lei, tenendosi la testa tra le mani.
“Ci hai salvato. Ci hai salvati tutti.” e la abbracciò per cercare di infonderle un po' di energia così da potersi rimettere in piedi.
“Dove sono gli hobbit? E Boromir?” chiese preoccupato Aragorn.
“Li hanno presi? Tutta questa strada per niente!” disse alterato il nano.
“Frodo e Sam sono riusciti a scappare, mentre hanno catturato Marry e Pipino.” rispose prontamente l'elfa.
“E Boromir? Non lo si vede da nessuna parte.” chiese Aragorn.
“Da questa parte!” urlò da lontano Legolas.
Lo avevano trovato.
Boromir giaceva a terra con tre frecce degli orchi conficcate nel petto. Non era riuscito a scappare dal loro attacco. Erin si chinò su di lui e pronunciò una preghiera in elfico in modo tale che potesse riposare in pace.
“Dobbiamo trovare i due hobbit. La Compagnia non può disperdersi ancor di più. Il destino di Frodo e Sam ora non ci appartiene più. Dobbiamo solo cercare di aiutarli nella loro impresa, anche se da lontano. L'unica via che ci rimane da intraprendere è quella di ostacolare i piani di Saruman in modo tale da agevolargli il viaggio. Il Grande Occhio avrà già captato la loro presenza verso il Monte Fato.” disse perentorio Aragorn. “Lasciate tutto ciò di cui non avete assoluta necessità. Viaggeremo leggeri. Siamo a caccia di orchi!”
La Compagnia si apprestò a partire, a piedi, alla ricerca dei due hobbit rapiti.
 
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Ciao a tutti! Volevo solo ringraziare chi sta seguendo la storia :) ogni vostra recensione è molto emozionante per me, perché è la prima volta che pubblico qualcosa!
Grazie mille ancora!
Sperando che vi piaccia il quarto capitolo, vi lascio alla lettura! A presto!
Lia
  
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