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Autore: Joliewithlove    12/01/2013    3 recensioni
LxNuovoPersonaggio.
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Dalla storia:
Ho sempre avuto il timore di poter provare anch’io quei sentimenti, di dover entrare anch’io in quel mondo. Temevo di perdere la logica e la razionalità alle quali, nella vita, mi sono sempre aggrappata. Pensavo che fossero le mie uniche ancore di salvezza e, ingenuamente, non mi accorgevo che mi portavano sempre più a fondo. Ora sto affogando.
Ma questa volta non mi sento sconfitta. D’altronde, nessuno può sfuggire a tutto questo.
Nemmeno un detective del mio calibro, nemmeno il detective migliore del mondo.
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Lizzie è una ragazza prepotente e cocciuta, abituata fin dalla nascita ad essere la 'migliore'. Questa infantile e scorbutica giovane, in realtà, impersona il miglior detective al mondo solo dopo L. Ed è proprio quest'ultimo il suo dramma e quando s'imbatte in lui, si ritrova a spalleggiarlo nella lotta contro Kira.
Riuscirà la detective a batterlo e, quindi, a salire sul podio? O sceglierà di rimanere dietro le quinte, accettando i sentimenti che, presto, nasceranno in lei?
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Dedico questa FanFiction ad una mia cara amica malata. Sii forte Luana.
L, ovunque tu sia, grazie!
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri personaggi, L, Nuovo personaggio, Watari
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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***
Eternamente Secondo

Capitolo Primo







Ogni passo è privo di vita, ogni ulteriore respiro è paragonabile ad una coltellata in pieno petto ed ogni organo vitale smette pian piano di compiere il suo dovere.
Tutto è sfocato, non riesco a mettere a fuoco nulla, ad eccezione di quella lapide, lì, infondo. È quella la mia meta. Bianca e candida.
Sento un vociare lontano, forse sono dei bambini, o forse sono le urla dei ricordi. I ricordi di una vita non vissuta, razionale, inutile, fallita.

La vita non è un qualcosa di razionale.

Lo capisco solo ora, alla veneranda età di venticinque anni, e me ne vergogno. Io che pongo attenzione ad ogni particolare ho tralasciato un punto tanto basilare, ma, infondo, va bene così.
È troppo tardi per sorridere, per abbracciare, per baciare, perfino per vivere, ma non per amare. Non sarà mai troppo tardi per amare, nemmeno per me.
Vedo la mia maschera di cera cadere e frantumarsi sul terreno. Quella maschera che per lunghissimi anni mi ha protetto da quel mondo che tanto mi faceva paura. Quel mondo che ospitava uomini che si amavano tra loro. Ho sempre avuto il timore di poter provare anch’io quei sentimenti, di dover entrare anch’io in quel mondo. Temevo di perdere la logica e la razionalità alle quali, nella vita, mi sono sempre aggrappata. Pensavo che fossero le mie uniche ancore di salvezza e, ingenuamente, non mi accorgevo che mi portavano sempre più a fondo. Ora sto affogando.
Ma questa volta non mi sento sconfitta. D’altronde, nessuno può sfuggire a tutto questo.


Nemmeno un detective del mio calibro, nemmeno il detective migliore del mondo.




≈≈≈

 

Innanzitutto temo che le presentazioni siano d’obbligo: il mio nome è Wammy Quillish. Sono un inventore, ma non di quelli moderni che sviluppano smartphone o tablet, io creo oggetti che non potranno mai servire a nessuno e che nessuno mai desidererebbe. È più un hobby che un lavoro in realtà, ma mi piace definirmi così: un inventore; suona bene, no?
Sono l’orgoglioso gestore di parecchi orfanotrofi. Orfanotrofi un po’ particolari, dove non si allevano futuri cittadini, ma geni. Allora ero un giovane pieno di speranze ed energie, ma senza alcuno scopo. Cercavo di impormi degli obiettivi, ma nessuno di questi era mai soddisfacente. E poi, quando, ormai mi ero quasi arreso, arrivò lui. Il mio futuro, il mio scopo.
Con quel ‘lui’ mi riferisco al detective migliore al mondo, L. Non credo che abbia bisogno di presentazioni, è abbastanza famoso, credo. Io l’ho assistito per tutta la sua breve vita. Era ed è come un figlio per me. Ho amato tutto di lui, partendo dal suo strano modo di sedersi e finendo con quelle maledette campane che sempre diceva di sentire.
Quando lui morì nel lontano 2004 mi chiusi in me stesso. Ero certo che non avevo più nulla da fare in questa vita, che dovevo solo lasciarmi morire, ma mi sbagliavo. Ed ora so cosa fare, mentre l’inchiostro tinge la carta, ora so che il mio compito con L non è finito.
In queste memorie non vi parlerò di un L all’opera, pronto a razionalizzare tutto, quindi se cercate questo, non avanzate nella lettura di questi fogli. 
Io devo parlare di lui, desidero far conoscere chi veramente fosse quando non impersonava il miglior detective al mondo, ma quando era L e basta. Voglio insegnarvi ciò che lui ha insegnato a me.

Penso che l’unico modo per ben finire questo progetto è quello di raccontarvi L dal punto di vista di una giovane donna, ovvero, attraverso i suoi pensieri. Temo di non potervi comunicare come e quando sono venuto in possesso di tutto questo, ma spero tanto che quanto sto per scrivere vi sia di gradimento e vi chiedo di affrontare questa lettura non con la ragione, ma con il cuore.
 

Quillish Wammy
O se preferite,
Watari.

 

≈≈≈

 




Una zolletta di zucchero si è appena immersa nel caffe del detective migliore al mondo.

Una doppia W compare sul pc dello stesso.
Watari.
-Ryuzaki.- lo zucchero inizia a sciogliersi.
-Ti ascolto, Watari.-
-Il quarto migliore detective al mondo sta indagando sul conto di L.- spiegò l’uomo dalla parte opposta dello schermo.
L’indice di L scattò subito, arrivando a incurvare leggermente il suo labbro inferiore.
-Questo non è un problema, vero Ryuzaki? Hai detto di essere sempre tu i primi detective migliori.-
‘Idiota di un Matsuda’.
-Questo non mi risulta. Io ho detto di essere i primi tre migliori, ma, d’altronde, non mi preoccupa affatto che un ipotetico quarto detective indaghi su di L. Nessuno può riuscire ad arrivare alla sua identità.- spiegò flemme L, con una lieve inclino all’irritazione nella voce.
-Ryuzaki,- si intromise Watari –penso che invece dovremmo preoccuparci; sembra piuttosto in gamba. Ha già scoperto che i primi tre migliori detective li incarni tu e che hai frequentato la Wammy’s House in infanzia.-
A queste parole L perse per un attimo l’equilibrio, ma con maestria si ricompose nella sua usuale posizione.
-Cerca tutti i dati possibili su di lui. Io non posso perdere del tempo, sono impegnato nel caso Kira al momento.-
-Già fatto, ma, mi spiace, non ho trovato alcuna notizia o informazione. L’unica cosa che ho scoperto è che ti detesta.-
-Detestarmi, dici?.. Beh, in effetti è comprensibile: a questo individuo non deve gustare molto l’idea di essere sempre secondo ad L.- così dicendo Ryuzaki chiuse la chiamata con Watari; aveva bisogno di ragionarci un po’ su.
La squadra anti-kira lo guardava inebetito, ma a lui non importava; erano ben altri i problemi che lo preoccupavano, ed era proprio per questo che questa notizia tanto lo seccava. Non aveva tempo per risolvere altri problemi, ecco perché avrebbe messo fine a questa storia ancor prima che iniziasse.
Poteva, certamente, fare alcune ipotesi. D’altronde anche L in passato aveva indagato su questo anonimo individuo. Innanzitutto, era un uomo di una certa età, dati i tanti anni di esperienza e i tanti casi risolti. Possedeva un certo livello di intelligenza e astuzia, anche questo non era da escludere. Era il secondo miglior detective al mondo dopo di lui. Ed odiava L.
Poteva occuparsi dopo della faccenda, ma se questo ‘eterno secondo’ avesse scoperto davvero l’identità di L sarebbe stata la fine di tanti anni di copertura.  Avrebbe potuto contattarlo ed intimorirlo dicendo di non investigare più sul conto del migliore, c’era una probabilità del 5% che lui lo avesse accontentato. Ma no, sarebbe troppo facile.

E se, invece, fosse stato L ad accontentarlo?

Lo zucchero iniziava a fondersi con il caffè.

-Watari!-
-Dimmi Ryuzaki.-
-Contattalo e digli che sarei lieto se partecipasse alle indagini del caso Kira. Se accetterà, e la percentuale che lo farà è molto alta, indicagli l’indirizzo del Quartier Generale.-
Fine della conversazione. Watari non era un uomo di molte parole, ma sapeva perfettamente come agire. Ed ad L andava bene così, lui non amava parlare.
-R..Ryuzaki, questo non sarebbe troppo pericoloso per te?- chiese il sovrintendente Yagami.
-No, suppongo di no. Credo, invece, che mi sarà d’aiuto. Primo perché in questa maniera non avrà tempo di indagare su di L. Non importa che scopra il mio volto, l’importante è che non arrivi al mio vero nome e al mio passato. In secondo luogo, penso che si sentirebbe onorato di indagare con L e su questo caso e,  sono sicuro al 99%, che metterà in campo tutte le sue abilità per arrivare a Kira prima di L, appunto perché odia quest’ultimo e vuole rendersi vincitore, ma non ci riuscirà.- disse L incurvando gli angoli della bocca in un leggero sorriso soddisfatto.
La zolletta di zucchero si era sciolta del tutto.
-Ah, Yagami! Fa in modo che Light non ne sappia niente.-
-Non ne vedo il motivo, ma va bene.. – rispose il giusto sovrintendente.
-Ryuzaki, ma lui chi è?- chiese Aizawa, confuso.
-Il suo nome fittizio è Anybody, la cui corretta traduzione può significare ‘nessuno, chiunque, qualcuno, taluno’, ma nel nostro campo lo chiamano ‘X’, incognita, appunto.- così dicendo, L , abbandonò la sua posizione.
Finalmente qualcuno si ricordò di rimuovere quella tazza di caffè che il detective aveva deciso di lasciare intatta.
 




≈≈≈


 

Un’enorme  sala circolare, un migliaio di fogli attaccati alle pareti, un migliaio di ‘L’ stampate su ogni foglio, un solo individuo al centro, una sola pistola tra le mani, una porta che si apre, due eleganti uomini sulla soglia.
Quei due erano uguali in tutto: nei lineamenti, nel colore dei capelli e nei vestiti che portavano, eccetto per il fatto che uno portava una cravatta e l’altro un papillon, apparte questo particolare perfino il loro sguardo era uguale.
-X.- disse quello con la cravatta.
-Sì?- rispose l’individuo, senza nemmeno voltarsi, e non smettendo di mirare.
-Si tratta di L.- disse l’altro.
Il quarto detective migliore al mondo abbassò l’arma e si degnò finalmente di guardare i suoi con sguardo perso. Ma loro ci erano abituati. X ragionava in continuazione ed ad una velocità incredibile su ogni dettaglio.
-Interessante.- disse solo.
-Desidera che collaboriate al caso Kira.- annunciò uno dei due gemelli.
-Bene.- disse il quarto detective migliore al mondo, alzando di nuovo l’arma.

Prese la mira, sparò, un forte rumore, del fumo dall’arma, una L colpita ed un leggero sorriso ad incurvare le labbra di X.





***

N.B.
I personaggi che compaiono in quest'opera non sono in maggioranza miei, ma appartengono ad Ohba ed Obata.


Questo storia è solo un mio omaggio ad L. Dovunque egli sia, lo ringrazio.





 

  
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