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Autore: Lu_Sama    01/08/2007    3 recensioni
Mi guardo ancora una volta il braccio sinistro, lo guardo da tutti i lati e da tutte le angolazioni e vedo sempre la stessa cosa. Sangue. Ferite. Sangue. Il mio. L’ho fatto, ancora una volta.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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saiyu

Io sono una smidollata. Una debole. E una codarda.

 

Mi guardo ancora una volta il braccio sinistro, lo guardo da tutti i lati e da tutte le angolazioni e vedo sempre la stessa cosa. Sangue. Ferite. Sangue. Il mio. L’ho fatto, ancora una volta. Senza un motivo. Come sempre. A volte credo proprio di essere pazza e a lungo andare me ne sto convincendo per davvero.

 

Questa volta è stato per lei. L’ho vista dopo un paio di giorni di silenzio e come immaginavo sul suo braccio spiccavano delle ferite. Me lo aspettavo, ultimamente riesco a capire quando sta per farlo. Probabilmente perché al suo posto lo farei anch’io. Prima di salutarci le ho alzato il manicotto a righe bianche e nere che portava come sempre su un solo braccio e le ho viste. Tante ferite rosse sulla sua pelle chiara. Me lo aspettavo. Ma è stato comunque uno shock. Lo è ogni volta che vedo dei nuovi tagli su di lei. Se solo la gente sapesse che cosa facciamo… Probabilmente saremmo più isolate di quello che già siamo.

Sono rientrata in casa e ho afferrato il taglierino, mio fedele compagno, che non mi abbandona mai. E me lo sono passata sul viso premendo, forse un po’ troppo. Poi ho guardato il mio polso, appena guarito dalle precedenti ferite e senza pensarci due volte vi ho affondato la lama. Come al solito mi è uscito molto sangue. Forse troppo. Ed un motivo per il mio gesto non c’è. Forse per condividere la sua sofferenza. Forse per i sensi di colpa. Forse per punizione. Sì, credo di essermi voluta punire per non esserle stata accanto nel momento del bisogno. Ogni volta è così. Non ci sono mai quando c’è bisogno di me. Non l’ho chiamata in questi giorni per darle conforto. Non sono stata lì per lei come lei è sempre per me.

 

Sono una stupida. Una debole. Ed una codarda.

 

Io, che appaio sempre forte, sempre strafottente e perennemente superiore, in realtà non sono altro che una mocciosa che non sa fare altro se non scappare. Perché è questo che faccio. Il dolore è l’unica mia via di fuga. Quando c’è qualche problema, quando soffro, la prima cosa che faccio, ancora prima di disperarmi, è impugnare il mio taglierino. In caso di assenza una lama qualsiasi.

 

Invece di affrontare i problemi scappo.

 

Che idiota.

 

Avevo deciso di smettere. Ma non ce l’ho fatta. Forse perché in realtà non volevo smettere. So di sbagliare ma continuo. Forse se io smettessi, lei la pianterebbe di farsi del male. Per me non c’è dolore più forte di vederla soffrire. Forse dovrei smettere, almeno per lei. Mi ascolterebbe? Capirebbe? Chi lo sa…

Non è mai tardi per cambiare in fondo, e per rimediare agli errori. C’è sempre il tempo di crescere. Smetterò?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

No, non ora.

 

 

 

Perdonate questa ficci che non era neanche nata come tale. È un modo come un altro per sfogarsi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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