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Autore: Will P    02/08/2007    10 recensioni
Solo una piazza, qualche lampione, e una fresca notte di giugno.
Solo due uomini seduti su dei gradini, e una sigaretta.
Solo quattro chiacchiere come al solito, benché quel solito sia da tempo dimenticato.
[Missing Moment verso la fine del 5° volume]
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Remus Lupin, Sirius Black
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Vado contro ogni logica scrivendo in verdana

Vecchissima one-shot, ambientata verso la fine di OotP.

 

Good Night Talk

 

Il fumo si alzava rapido in una sinuosa scia sottile, che impalpabile superava il lampione rotto della piazzetta, il quale mandava flash incostanti nel buio della notte.

L’uomo seduto sugli scalini della casa vittoriana si portò la sigaretta alle labbra, poi parve avere un ripensamento e abbassò nuovamente la mano, restando a contemplare le volutte di fumo che si perdevano fra le stelle. Si ritrovò a pensare che alla fine tutte quelle lezioni di Astronomia erano state abbastanza inutili. Figurarsi, era già tanto se riusciva a trovare l’Orsa Maggiore, o Minore, quello che era.

In realtà l’unica costellazione che sapeva individuare fra tutte quelle stelle era il Cane Maggiore, e di sicuro non grazie alla professoressa Hesper.

Represse uno sbuffo insieme al sospetto mai del tutto sopito che fosse tutto una grande presa per il culo.

« Non dovresti stare qui, lo sai. »

Sirius si era già accorto di avere compagnia, ma quella camminata, quella voce, quel vago tono da Prefetto mancato…

« Vuoi negarmi anche il piacere di respirare quell’unica volta all’anno, Moony? » disse sorridendo, consapevole che anche l’uomo alle sue spalle lo stava facendo.

Remus Lupin si accomodò con grazia accanto a Sirius e prese a fissare uno dei bidoni all’angolo.

« Lo sai che è pericoloso. » proferì all’improvviso.

Sirius si avvicinò ancora la sigaretta alle labbra e stavolta inspirò lentamente, senza dar segno di aver sentito l’altro parlare.

« Sì. » mormorò infine con lo sguardo perso nel cielo scuro, espirando il fumo.

Lupin sorrise impercettibilmente. « È già qualcosa. Vent’anni fa avresti riso. »

Il viso di Sirius si contrasse dolorosamente, e dietro i suoi occhi comparve la scintilla di sofferenza dei tempi di Azkaban. « Appunto. Vent’anni fa era vent’anni fa. » la sua voce era più roca che mai.

Il tono di Remus divenne stranamente duro « Non significa niente. »

« Significa tutto, Moony. »

Il silenzio cadde su di loro, sembravano concentrati ognuno su un punto imprecisato della piazza malconcia.

« Beh, per me non significa niente. » disse semplicemente il licantropo dopo un po’. Sirius si voltò a guardarlo con espressione addolorata, ma Lupin non parve accorgersene « Non ha mai significato niente. Quei maledetti dodici anni non mi sono mai significati niente, e men che meno mi importano ora. » Concluse e anche lui fissò Sirius negli occhi.

Restarono così in quel modo, esattamente come ai tempi di scuola, quando riuscivano a capirsi solo con uno sguardo.

Sirius fu il primo a distogliere gli occhi. « Grazie. »

« Grazie a te. »

 

Remus alzò gli occhi al cielo e la sua attenzione fu catturata da una stella in particolare; sorrise dolcemente e l’uomo al suo fianco diede voce ai suoi pensieri « Sirio, Stella del Cane, dal greco antico seirios, visibile da qualsiasi punto della Terra e una delle stelle ad essa più vicine. » Sorrise di rimando alla faccia vagamente sorpresa di Remus.

« Ancora ti ricordi? » mormorò con una strana espressione.

« Diciamo che il tutto è troppo idiota perché me ne dimentichi… e poi ho un motivo specifico per ricordarmela. » L’ultima parte la sussurrò e basta, ma non sfuggì all’udito del licantropo.

« Era la settima domanda dei GUFO di Astrologia. Fortunata madama Hesper il giorno che hai ascoltato la sua… »

« Non è per quello. Me l’hai detto tu. » ribatté semplicemente.

Lupin appoggiò i gomiti sulle ginocchia e si mise le mani sulla nuca, la testa inclinata cosicché i capelli abbastanza lunghi gli nascondevano parte del viso. « Giusto. Dopotutto, quando mai hai prestato attenzione ad Astronomia? »

Sirius ridacchiò piano, prendendo un’altra boccata dalla sigaretta praticamente spenta che stringeva fra le dita. « Sai a che punto è Harry con i GUFO? »

« Domani ha Storia della Magia. »

« Povero figliolo… » borbottò distrattamente Sirius. Fu il turno di Remus di ridacchiare. Poi tornò nuovamente il silenzio.

« Sirius? »

« Sì? »

« La sigaretta si è spenta. »

« Ah. Non importa. »

Remus sorrise a una pozzanghera, Sirius sospirò e lanciò il mozzicone in strada.

Il silenzio cadde di nuovo fra i due, carico di emozioni represse e ricordi che si credevano dimenticati. Remus fu il primo ad alzarsi. « Fa freddo. Vieni? » mormorò con un piede già oltre la porta. Sirius si alzò lentamente e lo seguì, e dopo un’ultima occhiata lancinante verso la piazza si chiuse la porta alle spalle.

La casa scomparve silenziosamente inghiottita dall’oscurità della notte.

 

 

 

 

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Doverose note a fine pagina

-Questa storia, non c’è bisogno che me lo facciate notare, non ha senso. È nata priva di trama, è cresciuta priva di trama, e priva di trama è stata pubblicata, perché è una fanfic cui sono molto legata nella sua totalità.

-Shounen-ai? Come vi pare. È prima di tutto uno momento tra due sopravvissuti, poi vedeteci quello che volete. Non è compito mio convincervi che quei due sono canon. Se avete notato, si svolge esattamente prima della scampagnata nell’Ufficio Misteri. È il loro ultimo momento insieme. (ç_ç)

-Il titolo era inizialmente “Night”, ma è stato cambiato cinque minuti prima della pubblicazione. Non so perché, mi andava così. Sarà che con Deathly Hallows sto cadendo in depressione…

-Lode e gloria a Wikipedia per le notizie sulla stella Sirio.

Will

   
 
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