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Autore: Conny Yeah    14/01/2013    0 recensioni
"Vorrei urlare,ma so che nessuno mi sentirebbe". Ah,comunque io mi chiamo Jenna e vivo una vita che non vorrei vivere.
Genere: Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1° Capitolo.
La prima pagina.
 
Quando stamattina ho aperto gli occhi erano le sette del mattino circa,avevo le occhiaie ed ero stanchissima.Stanotte non ho dormito per niente,sono stata tutto il tempo a pensare...Sto davvero molto male.Non riesco a stare senza mia madre,anche se è già da un anno che non c'è più il suo pensiero mi tormenta,giorno e notte.E' da poco tempo che ci siamo trasferiti(io e mio padre)a Londra,prima abitavamo in periferia.Ho dovuto ricominciare la scuola,ho dovuto farmi nuovi amici(non ne ho nemmeno uno per ora) e ho dovuto riorganizzare tutta la mia vita.Che ingiustizia.Sono le due parole che mi vengono sempre in mente quando penso a tutto quello che mi è successo.Vorrei urlare,ma so che nessuno mi sentirebbe.Ah,dimenticavo,il mio nome è Jenna.
Sento la voce sconcertata e stanca di mio padre che mi chiama dalla cucina per dirmi di alzarmi,io mi alzo e vado verso la porta della cucina.
-'Forza Jenna,preparati e non fare tardi'-.dice lui con tono serio.
-'Papà,oggi verrai alla riunione a scuola?'-.dico,abbassando lo sguardo e pregare al ciel di non farlo venire.
-'Certo che verrò,voglio vedere come ti trovi e se vai bene in tutte le materie...so che per te è diff...-.non finì di dire la frase,perché sapeva che non avevo voglia di parlarne alle sette e dieci di mattina.
-'Papà,stamattina vado a piedi.Buon lavoro,ci vediamo pù tardi'-. dopo aver detto questo vado in bagno,mi lavo i denti,metto il cappotto ed esco.Non saluto mai papà,da quando mamma non c'è più io e mio padre parliamo pochissimo,e quelle volte che parliamo lui mi chiede solo 'Come va la scuola? Vai bene in tutte le materie? Hai fatto amicizia con qualcuno?'.Ovviamente io faccio finta di non ascoltarlo,perché so che mi fa queste domande solo perché è il suo dovere e non perché ne ha voglia.
Per strada,incontro alcuni della mia classe.Li guardo,ma non li saluto.Perché dovrei farlo se non sono interessata a loro?!
Arrivo fuori il cancelletto della scuola,mi metto vicino la porta dell'entrata,guardo l'ora sul cellulare e...'Driiinnnn!'
E' suonata la campanella,ora di entrare in classe,che palle.
Questo è il mio quarto giorno di scuola,e,siccome non ho una buona memoria,non ricordo la mia aula.Così chiedo a un bidello dov'è la II D,mi indica in modo scocciato la seconda porta a sinistra. Io gli dico grazie e mi incammino verso l'aula.Quando entro il professore di matematica non è ancora arrivato,così ci sono tutti i ragazzi e ragazze che parlano e spettegolano.Io,come gli altri giorni,mi siedo all'ultimo banco, da sola.
Mentre prendo il libro blu e giallo(quello di matematica) si avvicina sotto di me uno sguardo dagli occhi verde cristallino e da un sorriso dai denti bianchi e perfetti.
-'Ciao,J...com'è che ti chiami?'-.mi dice lui con modo timido e misterioso.
-'Jenna..'-. gli rispondo io in modo vago.
-'Non sono bravo a ricordare i nomi! Ah comunque piacere,io sono Trevys'-. esclama lui,ora con tono più sicuro.
 
Scusami,ma c'è mio padre che mi chiama in modo insistente.Non preoccuparti,continuerò a scrivere.Ciao.
 
Note dell'autore:
Questa è la prima volta che scrivo una storia a capitoli,spero di essere convincente e allo stesso tempo intrigante! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto.Continuerò ben presto con la storia...nel frattempo,se volete,scrivete qualche recensione! Grazie,un saluto.
  
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