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Autore: cartacciabianca    14/01/2013    11 recensioni
Quella parte era sempre la più difficile: la caccia poteva durare per giorni senza sosta, senza respiro, perché un solo sopravvissuto avrebbe potuto fare la differenza tra la vittoria definitiva e una nuova sconfitta.
E il suo Maestro era decisamente quel genere d'uomo che non ammetteva la sconfitta.
Genere: Azione, Dark, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Charles Lee, Haytham Kenway
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Incompiuta, Spoiler!, Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'Hunting Cats'
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Prologo

 

 

 

 

 

 

 

North End di Boston,

fine di febbraio 1757

 

Le porte della Green Dragon si spalancarono di colpo e un uomo rotolò sui gradini, finendo con la faccia nell'unico cumulo di neve sporca ammassata al lato della strada.

L'inverno aveva pronti i bagagli già da qualche settimana, senza aver messo ancora piede sull'uscio, e di residui di neve come quello ce n'erano sparsi per gli angoli di tutta la città in attesa che una botta di caldo o di pioggia se li portasse via. Quella sera, però, il freddo era tornato a farsi insolitamente e inaspettatamente pungente, confinando persino i ratti più audaci nelle proprie luride tane.

Grasse risate e poi le porte della locanda furono richiuse dall'interno.

Due figure avvolte in mantelle da viaggio fermarono i cavalli e smontarono agilmente di sella. Scavalcarono l'uomo a terra ed entrarono nella locanda, dove una ballata irlandese in tonalità maggiore e l'odore di stufato al formaggio li accolsero con familiarità insieme al calore del caminetto. I tavoli erano tutti occupati, ma nel complesso l'atmosfera era tranquilla.

— Casa dolce casa, — disse il primo sgrullandosi di dosso il ghiaccio.

— Sir Kenway, Lee! Bentornati!— esultò la locandiera venendo loro incontro dalla cucina. Nel tragitto consegnò ai tavoli una zuppa di cavoli e due cosce di tacchino fumanti. — Giusto in tempo per la cena. —

— Ci siamo rifocillati lungo la strada, Catherine, grazie lo stesso, — disse Haytham sfilandosi i guanti mentre si guardava attorno come in cerca di qualcosa fuori posto. Poi puntò verso le scale e Charles lo imitò senza battere ciglio, lasciando impronte di neve mista a fango sul pavimento.

— Ben arrivati. — William Johnson si alzò stringendosi nella coperta di tasso e porse la mano libera dalla tazza di tè. Haytham gliela strinse con sicurezza e poi passò a Church, che mollò un proprio vecchio almanacco in memoria dei tempi da medico di quartiere per fare lo stesso.

— Hickey? — domandò Haytham togliendosi il mantello e ripiegandolo sulla sedia.

— Non l'avete incontrato entrando? — chiese Benjamin mentre prendevano posto attorno al tavolo.

— Ubriaco come un procione ha sfidato un gruppo di campioni di Filetto, — spiegò Johnson. — Lo hanno buttato fuori pochi istanti prima del vostro arrivo. —

Charles fece per tornare di sotto, ma Haytham gli intimò di restare.

— Ci penserà il freddo a riportarcelo quando sarà il momento, — disse l'inglese per nulla sorpreso. — Mi auguro il più tardi possibile. —

Charles annuì e prese posto al suo fianco sfilandosi il mantello.

— Dunque? — cominciò Johnson versando del tè in una tazza vuota che poi gli offrì, ma le cinque erano passate da un pezzo e piuttosto Haytham preferì declinare. Il Templare fece scivolare la tazza sul tavolo fin sotto al naso di Lee e questi, al contrario del suo Maestro, accettò inghiottendo la bevanda tutta d'un sorso e ancora fumante.

— Un capannone di legname a Charlestown, — rispose Haytham freddamente. — Non ci aspettavano. —

— La loro furbizia è stata la loro rovina, — ridacchiò Church. — Di nuovo. —

— Come a Beacon Hill la scorsa estate, — ricordò Charles. — Erano sicuri che li avremmo cercati fuori città e non alla porta accanto. —

— Solo gli stolti non imparano dai loro errori, — commentò William.

— O gli Assassini, — terminò il Maestro regalando una risata ai suoi confratelli.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note

Un piccolo esperimento che come mio solito avrà il suo riadattamento grafico.

Idea nata da un punto interrogativo che continuava a tormentarmi fin dalle prime sequenze di gioco e che ha avuto il suo sviluppo più violento in un sogno di qualche settimana fa. Premetto che non ho letto "Forsaken" e questa mancanza mi è venuta in mente solo stamane, parlando su msn con una mia cara amica e compagna di avventure in questa sezione. Ho voluto cominciare la pubblicazione pur senza un'idea precisa sulla trama e il suo sviluppo, e pertanto il testo potrebbe essere soggetto a modifiche di qualsiasi genere.

Spero comunque di avervi incuriositi!

A voi la parola :)

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