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Autore: Nahash    14/01/2013    2 recensioni
Storia di una fusione di due anime che respingendosi si sono unite.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il sole splendeva come ogni mattina grazie al Dio in carica, la stella splendeva intensa e maestosa nel cielo così che sulla terra gli esseri umani potessero avere, ancora una volta, ristoro.
La luce risplendeva su di una pianura lussureggiante, verdi alberi colmi dalle chiome rigogliosi e un fresco prato si estendeva su tutta la zona, dove bellissimi narcisi spuntavano incantevoli sul bordo di quello specchio d'acqua dove di solito il ragazzo sostava.
Il fulgido fanciullo era nato dall'unione di Hermes ed Aphrodite portando il nome di Ermafrodito.
Era giovanissimo e bellissimo, la sua pelle era lattea e il suo fisico snello, aveva lunghi capelli biondi e occhi celestini brillanti che facevano invidia persino alla natura circostante.
Quel giorno, sceso dai suoi monti natii, aveva deciso di tuffarsi nel lago ospitato dalla pianura, l'acqua fresca e leggiadra accarezzava la sua pelle, quelle goccioline scivolavano lungo il suo collo affusolato, e sul suo volto si insinuava un sorriso allegro tirato da labbra sottili.
Quella nuotata era stata davvero rifocillante per il giovane Ermafrodito che lo aveva rimesso al mondo.
A sua insaputa, però, dietro un albero si era nascosta una fanciulla altrettanto bella, da dietro il tronco sbucava una chioma rossa rame, fluente come le fiamme che ardevano impetuose, e nei suoi occhi iridi profonde e brune scrutavano la bellezza del ragazzo, che nell'acqua sguazzava.
"Chi sarà mai quel meraviglioso giovane? Che sia il ragazzo che gli Dei vogliono affidarmi?"
Ermafrodito di fatti era sceso li, per essere accudito da una ninfa chiamata Salmacide, questa si sarebbe dovuta occupare di lui ed accudirlo, ma lei era troppo giovane, forse, per farlo ed ora era magicamente presa, nell'incanto che l'altro le stava offrendo a sua insaputa.
Ermafrodito uscì dall'acqua in tutto il suo splendore, mostrando le sue viril grazie, e coprendole subito dopo, con gli abiti che aveva posato in terra prima di spogliarsi.
Ora si sarebbe disteso sull'erba per godersi il sole e per asciugarsi e così fece, sulla sua pelle sentiva il contrasto del calore solare contro la fresca acqua che scivolando sferzava ancora la sua pelle, senza alcuna cautela.
Salmacide curiosa di sapere se fosse lui o meno il ragazzo, si avvicinò cautamente, in punta di piedi, vicino al giovane, e posandosi con le ginocchia in terra si ritrovò davanti al viso dell'altro oscurando il sole, come se lei fosse la luna, e avesse dato il via ad un'eclissi.
" Sei tu Ermafrodito?"
Gli domandò, spavalda e priva di ogni inibizione, si era avvicinata a lui, il ragazzo trasalì e si scostò dalla ragazza, ma non appena la vide capì che poteva stare tranquillo.
"Si sono io Ermafrodito"
Rispose, deducendo che lei fosse la ninfa che avrebbe incontrato in quei giorni.
Così fu, Ermafrodito ogni giorno scendeva nella vallata per bagnarsi in quella pozza d'acqua e lei lo spiava da dietro un albero, che ogni giorno era sempre più vicino.
Oh mio caro Ermafrodito come sei bello e nobile, anche l'acqua si scosta quando tu fai la tua entrata, la tua bellezza ti fonde con la natura circostante, ed io ninfa devota non posso che guardarti da dietro questa quercia. Tu mio dolce Ermafrodito non ti accordi del mio amore, che arde come questo sole, che arde come il fuoco consuma e che percuote tutto, Ermafrodito guardami.
Un giorno la ninfa non trattenne il suo basso istinto, che presa dall'amore per il figlio degli Dei, vedendolo uscire dall'acqua, gli corse in contro travolgendolo ed entrambi caddero in terra.
Il giovane spalancò gli occhi per la sorpresa e chiese spiegazioni alla donna.
"Cosa vuoi da me?"
Domandò senza pensare alle cause e all'insaputa della risposa che l'altra stava per far piombare sulla sua giovane coscienza.
"Oh Ermafrodito perchè sei così sciocco? Non hai percepito tutto il mio amore, che ardeva per te? Io che tutti i giorni da dietro l'albero ho imparato ad amarti?"
Ermafrodito spiazzato non sapeva che fare, guardava la Ninfa e la sua veste bianca mentre lui era ancora riverso in terra con i capelli biondi che bagnati, erano come dei raggi.
"Come puoi tu amarmi, se non mi conosci?"
Domandò lui ancora sotto la ninfa, che ignaro di tutto perseverava nel capire le sue ragioni.
"Come puoi essere così crudele o figlio degli dei? Io so tutto di te, so come porgi la mano all'acqua, come poni prima la gamba destra e poi la sinistra quando entri nell'acqua, come porti la mano alla fronte per coprirti dal sole quando lo guardi."
Effettivamente la Ninfa sapeva tutto quello che c'era da sapere, se osservato in lontananza.
Allora chi era il peccatore? Lui che preso dalla sua solitudine e comunione con la natura, sin da subito ignorò la presenza della ninfa? Oppure lei che forse troppo avida o un poco vigliacca, non si era fatta avanti fino a quel momento?
"Tu conosci i miei gesti, non la mia anima."
Rispose lui ancora sbalordito.
"Ma i gesti sono dati dall'anima mio bell'Ermafrodito."
Disse lei.
Lui si tirò su scostandola, stanco e incredulo per quelle parole, così la donna si allontanò tornando dietro i suoi alberi e continuando a fissare il biondo, che di spalle, piano, piano si allontanava.
La notte, mentre, Ermafrodito  era assente la Ninfa progettò un piano, e la luna le era complice.
Il giorno seguente Ermafrodito tornò nella vallata, sicuro del fatto che la ninfa si fosse arresa, ma così non fu, non appena lui si tuffò, anche lei sbucò dal nulla e si tuffò a sua volta ancorandosi all'amato come l'edera si attacca al tronco dell'albero. Cominciò a pregare.
"Miei amati dei, non separatemi dal mio amato, che tanto mi respinge, io che ho vegliato su di lui tutti i giorni, facendo si che nessuno lo disturbasse, mentre proteggendolo ammiravo la sua bellezza.
Amati signori che vivete sull'olimpo ascoltatemi, desidero essere una sola cosa, una sola anima con Ermafrodito così che io non lo perda e non lo debba osservare di nascosto."
Sembrava una proposta folle,ma si sapeva che anche i Dei erano bizzarri e così assecondarono la proposta di Salmacide.
La veste bianca e bagnata fluttuante nell'acqua si dissolse magicamente, ei due corpi, aiutati dalla potenza divina, cominciarono a fondersi, così che Ermafrodito potesse essere donna e uomo, e allo stesso tempo uomo e donna. Salmacide adesso poteva comprendere la distanza di Ermafrodito ed Ermafrodito conoscere il tomento della ninfa.
   
 
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