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Autore: bubi90    14/01/2013    2 recensioni
[Rugantino]
{Rugantino} Il musical più famoso della storia italiana, scritto da Garinei e Giovannini e che ha fatto il giro del mondo, portando la commedia musicale italiana a generazioni intere.
Ma Rugantino, la maschera di Roma, prima maschera priva di costume, è anche la prima storia musicale che, ahimè, finisce con un drammatico mancato lieto fine: la morte dell'eroe protagonista.
E allora perché non chiedersi: che cosa hanno pensato i quattro personaggi principali, appena dopo la morte del caro Rugantino?
Beh, io la mia risposa l'ho data, in questa breve storia in cui a tutti e quattro è data la possibilità di dire addio a Rugantino, o nel suo caso, a tutti gli altri.
Morto giovane, come li mejo eroi, come l’omini veri
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Devo dire due cosette prima di iniziare:
Allora, l'idea mi è venuta perchè negli ultimi due giorni mi sarò riguardata Rugantino 15 volte, tanto mi piace, sia nella veste di Montesano che di Mastandrea. Mi spiace se le parti in corsivo, che sono quelle frasi in "romano", non sono poi così corrette, ma ho cercato di fare del mio meglio, non essendo romana, bensì toscana.
Spero comunque che gradirete la mia personale interpretazione di quali potrebbero essere stati i pensieri dei quattro personaggi principali dopo la morte di Rugantino, ispirandomi ovviamente alle ultime frasi e apparizioni di tutti.
Se leggerete grazie, e vi prego di lasciare un piccolo commento sotto forma di recensione, perchè per me, trovare altri che apprezzino questo capolavoro della commedia italiana, è molto importante e mi renderebbe alquanto felice!
Grazie a tutti, 
bubi90


 
Rugantì...'na botta e via!



Mastro Titta
 
300 teste tagliate, finalmente il Premio Pontificio è arrivato e le tue dimissioni sono già belle che scritte.
Ma tutta la felicità di questo momento che tanto aspettavi non c’è.
Non c’è perché la 300esima testa è stata quella de tu fi’o.
Sì, perché Rugantino era come un figlio per te.
Ti ha rotto così tanto gli stivali da quando è nato che non potevi non volergli bene.
E adesso come farai?
Senza gli scherzi che amava farti, ai quali alla fine ridevi anche tu.
Povero ragazzo, troppo buono per essere un uomo, fino a quel maledetto momento.
Hai perso quello che sarebbe stato davvero tu cognato.
 
Eusebia
 
Tu fratello pe’ gioco.
Hai passato così tanti anni a far finta di essere sua sorella che non ricordi neanche come vi siete conosciuti.
No, è uno bugia, sai benissimo come sei diventata sorella di Rugantino.
Ti aveva fatta ridere, ti aveva convinta che meritavi di più.
E, nonostante tutto, tu je vo’ bene a tu fratello.
Ti aveva fatta vivere bene, vi eravate divertiti con i vostri raggiri.
Mastro Tì, alla fine, era riuscito a farti stare bene, anche senza Rugantino.
Ma non avevi pensato che, davvero, poteva non esserci più.
Orfana de madre e padre, ma, la cosa che più ti fa male, è esse orfana de fratello.





 
 

Rosetta
 
‘Na spada ‘n core t’ha lasciato.
Il pupazzo di Roma, quello che ha sempre e solo chiacchierato, t’ha fatto innamorare.
Perché nessuno in vita tua, da quando non eri che una creatura, ti ha fatto divertire così tanto.
Tuo marito ha solo fatto male alla tua vita, ma con Rugantino ti è sembrato di poter di nuovo assaporare la vita che ti sembrava essere diventata tanto lontana.
Lui, quello che era bono solo a rugà, senza mai sgobba’.
Fare l’amore con lui ti aveva fatto sentire viva, sopra l’erba fresca di Campo Vaccino.
E invece l’angelo de Castello è stato incarcerato solo per averti di nuovo con sé.
Il pupazzo s’è fatto omo solo pe' te, per l’amore che si è creato fra voi.
Ma l’omo tuo ora non c’è più.
Insieme ai tuoi capelli è stata tagliata la sua vita, e la tua.
Ma ora, quanno te veranno passa’ pe’ tutta Roma, diranno “Quella è la donna de Rugantino”
 
Rugantino
 
Morto giovane, come li mejo eroi, come l’omini veri.
Tu, Rugantino, il trovatello famoso per non aver mai fatto nulla di buono in vita sua, sei morto come il migliore degli uomini di Roma.
Tutti gli altri giovani della tua città si ricorderanno di te, non solo per le tue marachelle, adesso.
Colui che ha sempre fatto di tutto per mangiare senza lavorare, è l’omo mejo de Roma.
Hai ucciso un uomo per amore e ciò ti ha reso grande.
Nessuno sa la verità, questo ti farebbe ancora più grande agli occhi del mondo.
Tu non hai ucciso proprio nessuno, non avresti mai avuto la cattiveria di farlo, nonostante tutto.
Ma il coraggio, che sempre hai tenuto nascosto, lontano, per paura, ti ha fatto andare al patibolo.
Sei l’omo de Rosè, sei il su angelo de Castello.
Rugantino, ora, ‘un c’hai niente da fa, perché, Rugantino, ‘n poi manco respira’.

 
{Fine}
   
 
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