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Autore: DamaVerde    16/01/2013    0 recensioni
La Magia Sperimentale crea sempre un pò di confusione. Rodolphus Lestrange lo capirà molto presto; eppure per cambiare un triste destino potrebbe valerne la pena! Come la prenderà l'Oscuro Signore?!
Sì, ahinoi, questa è una dubbia storia a proposito dei viaggi interdimensionali di una sagace Babbana.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Mangiamorte, Nuovo personaggio, Rodolphus Lestrange, Voldemort
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Nessun contesto, Da VII libro alternativo
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Capitolo 31: Una Fine che Non è una Fine

Ah, la luce… 
Filtrava dalla finestra: la luce dell’alba. Bellissima e triste, fredda, lontana. 
Con un po’ di sforzo riuscì a spostarsi, a distogliere lo sguardo dalle persiane socchiuse ed a rotolare giù dal tavolo. 
Non c’era una sola parte del suo corpo che non facesse male. 
Sollevò le mani, osservandole con curiosità e sentendo il bisogno di raggiungere uno specchio. 
La casa era ancora scura, eppure lei si mosse senza alcun problema attraverso i corridoi. Fino al grande specchio che troneggiava sulla parete davanti all’ingresso. Si avvicinò lentamente, avvertendo un piccolo brivido d’ansia scorrerle lungo la schiena. Cercando di scacciare la paura di essere diventata una specie di zombie. 
Eppure era ancora sé stessa. Sorrise, posando la mano sulla fredda superficie di vetro. Ancora sé stessa… e qualcosa più di prima. 
I suoi occhi riflessi nello specchio furono l’ultima cosa a svanire quando se ne allontanò: due piccole fiamme rosse. 
Entrò in cucina muovendosi pianissimo per non far rumore. Si fermò sulla soglia con la gola serrata e si strofinò via le lacrime. 
L’uomo era rimasto lì, immobile e spossato, la testa reclinata sul tavolo. Le spalle curve, ogni traccia di vigore spazzata via dal dolore. 
Maya gli scivolò accanto.
- Dormi… - sussurrò sfiorandogli il viso – Continua a dormire… 
Voldemort non si svegliò, neanche quando lo spostò delicatamente per ripulirgli il viso dai residui delle lacrime, da tutto quello che lo aveva imbrattato come se fosse stato un bambino piccolo e non un uomo. 
Nagini le strisciò accanto. 
- Resta qui e fai la guardia. – le sussurrò nella lingua dei serpenti – Quando si sveglia avrà bisogno di te. 
Poi si chinò di nuovo sul viso di Voldemort e lo baciò a lungo, con tutto l’amore che era capace di imprimere in quel gesto. 
- Devo andare. – soffiò – Per essere sicura che le cose cambino. 
Per permetterci di scegliere. 
Attraversò la cucina e, dopo aver aperto la porta d’ingresso, sparì nella nebbia che avvolgeva il giardino ed il vecchio cimitero senza mai guardarsi indietro. 

*

Il Ministero della Magia, tre mesi dopo la caduta dell’Oscuro Signore. 
Rodolphus tirò un’ultima boccata dalla sua sigaretta e poi la gettò a terra, schiacciandola sotto il tacco. Qualcuno gli passò accanto osservandolo con curiosità, qualcun altro con malcelato disprezzo. 
Era strano, sì. Essere lì. Essere libero. Non avere nessuno alle calcagna che volesse acciuffarlo e rispedirlo in qualche orrenda galera. 
Lestrange socchiuse gli occhi e sospirò: non si era sentito mai così felice. Mai, mai. 
Si voltò nello stesso istante in cui la donna gli posò delicatamente una mano sulla spalla. 
Le sorrise, lasciandosi riscaldare dalla gratitudine che provava. 
- Sei perfetta. Permetti? – le offrì il braccio. 
- Gli altri sono già arrivati?
- Il Wizengamot e tutto il resto, sì. Non manca nessuno. – Rodolphus rise e le scoccò un’occhiata divertita – Sono diventato molto bravo a fare piani, sai? A tenere contatti improbabili, a tessere intrighi. 
- Oh, non ne ho alcun dubbio. Immagino che tu sia pronto. 
- Pronto ad andare in scena.
Vennero ricevuti in una grande sala, sotto gli occhi di decine di uomini che li scrutavano senza alcuna benevolenza. 
Era un posto brutto e scuro, Maya pensò che fosse stato progettato per incutere timore, per mettere a disagio chi si fosse trovato davanti ad una simile assemblea agghindata come per un processo. 
Oh, beh… pensò, se credono che questo possa spaventarmi… 
E come avrebbe potuto? Obbligarsi ad uscire da Casa Riddle tre mesi prima, quello era stato spaventoso. Obbligarsi a saltare sulla traiettoria degli incantesimi assassini di Voldemort, quello era stato spaventoso. 
Maya sospirò e si sedette sulla sedia che era stata scostata per lei, sollevò la veletta e scrutò l’assemblea con tutto il sussiego che il suo sguardo color del sangue le conferiva, cercando di rivaleggiare con le espressioni superbe dei vecchi e tronfi ipocriti che aveva davanti. Poi sorrise, senza riuscire ad evitare di sentirsi… divertita. 
Tom! 
Andiamo, non sono assurdi?

Lei sorrise e scosse la testa, arrendendosi.
- Ebbene, Lestrange? – uno dei maghi più vecchi e più imponenti gli scoccò un’occhiata malevola – Abbiamo questioni molto urgenti, decidere per il nuovo ministro, sistemare i danni che avete… 
- Cosa? 
Il vecchio mago sbatté le palpebre, decisamente sorpreso all’idea di essere stato interrotto. E da una Babbana, per di più.
Maya si leccò le labbra e gli sorrise cercando di mostrarsi almeno un po’ pentita – Vede,sappiamo che avete tanto da fare. Ma c’è qualcosa di davvero importante che dovreste sapere. 
- Non riesco ad immaginare di cosa si tratti. – sbuffò lui – Dovreste essere arrestati seduta stante per non averci consegnato quel… criminale. 
Maya rise – Anche adesso? Anche adesso non riuscite a dire quel nome? Dopo tutti questi mesi, dopo aver constatato che lord Voldemort non cercherà più di rovesciare il Ministero?
- E’ un assassino! – strillò qualcuno, ed altre voci si unirono alla protesta. 
Maya arricciò le labbra, seguendo con un dito una venatura nel marmo del tavolo – Sì, lo è. – sussurrò – Più o meno come tutti i presenti in questa stanza. 
Le proteste si spensero in un silenzio indignato. 
- Dovrei farvi arrestare. 
- Credo di no, in effetti. – Maya tornò a sorridere, scoccando un’occhiatina tranquilla a Lestrange – Non c’è alcun motivo per arrestare Voldemort. E non si tratta neanche del fatto che ci sia la possibilità che si sia del tutto disinteressato alla conquista del potere, dal momento che nessuno ne ha notizie da mesi. Se emetteste un mandato di cattura per Voldemort dovreste chiedere di essere arrestati voi stessi. 
- Eresia!
Dall’assemblea si levò un boato.
La donna si alzò – Credetemi, ci sono numerose prove del fatto che ciascuno dei signori qui presenti, per non parlare di altri funzionari del Ministero e della popolazione magica in genere abbia praticato sistematicamente il razzismo come comune condotta di vita. E no, non sono solo parole. Personalmente penso che una civiltà che si serve di demoni per privare della ragione chi sia stato imprigionato, e non stiamo parlando solo di crimini gravissimi, sia una civiltà barbara. Insegnate nelle vostre scuole a sentirsi superiori ai Babbani, a chi non può usare la magia come fate voi. Separate delle famiglie d’origine i bambini ben presto… per indottrinarli a questo proposito, io credo. Chiudete un occhio sui vostri peccati e accusate chi ne è il frutto. Io dico che nessuno di voi vorrà arrischiarsi a condannare un uomo instabile per aver agito portando all’estremo le regole che voi avete sostenuto e contribuito a creare. – prese fiato e fulminò con lo sguardo il vecchio mago.
- E’ inammissibile! – l’uomo si alzò, puntando un dito contro Maya – E’ follia!
- Lo credo anche io, davvero. Per questo motivo convengo con voi sulla necessità di trovare un nuovo Ministro della Magia. Un uomo che conosca la politica e desideri cambiare le cose. Qualcuno che abbia conosciuto i due lati della medaglia, cari signori. Non trovate che Rodolphus Lestrange corrisponda esattamente ad un simile profilo?
- Ora basta, arrestateli e facciamola finita. – sbottò il vecchio.
Lestrange si alzò in piedi e picchiò un pugno sul tavolo – Tra poco non arresterete proprio più nessuno, signori miei! Tra poco sarete sotto assedio!
- Ma di cosa diavolo va blaterando? – il vecchio si lasciò cadere nuovamente sulla sua poltrona – Voi due siete ammattiti! Pensate che aver fornito informazioni, che aver salvato un numero insignificante di vite umane, impedito di far arrestare pericolosi criminali sia un merito?! Voi siete un cancro per questo Ministero. Voi siete un inutile ammasso di idee sediziose e condotta immorale… puah! 
Maya sbuffò – Qual è il problema? Nessun arresto da sbattere in prima pagina per rinverdire la vostra fama? Ma qualcuno lo avete arrestato, no? Severus Piton, uno dei presidi più negligenti di Hogwarts. Ha abbandonato la scuola nel momento del bisogno e causato molti danni, non è così?
- Ah! – sbottò il vecchio – Ci è stato consegnato legato come un salame, chissà da chi! E comunque sarà fuori nel giro di un mese. Cosa mi dite, invece, di criminali incalliti come Bellatrix Lestrange?!
- Infermità mentale. – Maya agitò una mano in aria per accantonare quell’argomento – C’è chi la cura. 
Rodolphus le sorrise. 
- Comunque il nuovo Ministro risolverà tutto. Il nuovo Ministro Lestrange. 
- Non succederà mai. 
- Oh, sì, succederà! – Maya raccolse la sua borsetta e si avviò verso la porta. L’assemblea tornò a vociare, ma lei si voltò in un luccichio di occhi rossi e tutti si zittirono – Vedete, chi vorrebbe mai essere Ministro con i guai che stanno per arrivare? In questo stesso momento, attraverso numerosi canali e da più fonti, vengono fornite ai Babbani informazioni sulla vostra esistenza. Oblivierete ogni singola persona su questa terra? Non credo che vi convenga. Pensate a quante azioni legali saranno intentate contro di voi quando si saprà dell’uso leggero che facevate degli incantesimi di memoria. Ogni malato affetto da degenerazione neurologica tenterà di accusarvi di tutti i suoi guai… carino, no? – infilò una mano nella borsetta e ne tirò fuori l’edizione della sera di uno dei più noti quotidiani nazionali. La sollevò, permettendo a tutti di leggere i titoli sulla prima pagina...
La fine di un’epoca. 
- E con questo. – sussurrò, appallottolando il giornale e lanciandolo tra la folla – Lo Statuto Internazionale per la Segretezza Magica del milleseicentonovantadue è fottuto. 
Maya non rimase ad ascoltare la tremenda baruffa, la confusione assoluta che si scatenò alle sue spalle. 
Uscì in fretta, affamata d’aria. Trovò una caffetteria carina ed ordinò un muffin al limone ed ai semi di papavero ed un milk shake di dimensioni ragguardevoli. 
La familiare risatina che risuonava nella sua mente la riempì di una strana soddisfazione… e di tanta nostalgia. 
- Voldemort… - sussurrò, godendo il suono di quel nome – Tutto questo è anche per te. 

*

Quando la primavera tornò Maya sentì che era tempo di partire. 
Il Ministro Lestrange finse di protestare ma poi le strizzò l’occhio e le augurò di godersi la sua prima vacanza. 
La prima vacanza dopo mesi ininterrotti di lavoro, dopo mesi di frenetiche trattative e tentativi di gettare le basi sulle quali il mondo sarebbe stato cambiato. 
Maya suggerì all’Elfo Domestico che si era presentato alla sua porta quando Lestrange la aveva assunta di andare a trovare i suoi cugini, e poi passò a ritirare un po’ d’oro dalla camera segreta che Rodolphus le aveva fatto offrire alla Gringott. 
Attraversò il Paiolo Magico e si fermò a respirare odore di smog nel trambusto londinese. 
Salì su un bus a caso e si concesse di osservare le persone che sciamavano fuori e dentro i negozi, sui marciapiedi. Qui e lì, tra jeans e felpe, era facile individuare qualche tunica sgargiante. 
Con un sorriso Maya sollevò lo sguardo e la sua attenzione venne catturata da un grande cartellone pubblicitario. 
Obbligò il conducente del bus a fermarsi ed attraversò la strada. 
Un lungo serpente con gli occhi d’oro ammiccava verso di lei, giusto contorno ad uno slogan che reclamizzava viaggi in India. 
Vieni Maya, vieni a cercarmi… 
Entrò in un’agenzia di viaggio qualunque e acquistò un biglietto per il primo volo disponibile per New Delhi. 
- Ma ne è sicura? – la signorina dell’agenzia la fissò senza riuscire a nascondere la perplessità – Per riuscire a prendere questo volo dovrebbe raggiungere subito l’aeroporto. 
- Non potrebbe chiamarmi un taxi, allora?
La donna annuì – Ma… la sua valigia? 
Maya abbassò gli occhi e sorrise – Si può fare un lunghissimo viaggio anche solo con un paio di scarpe da ginnastica, una camicia ed un paio di jeans. Tutto il resto è già dentro di me. E, beh… per il resto ci sono i supermercati, non crede? 
Con un sospiro la signorina annuì e chiamò un taxi. 

Vieni Maya, vieni a cercarmi… 
Sto arrivando, Voldemort.



*****

E così si conclude, in modo incerto oserei dire, Bad Things... in attesa del seguito che ho in mente e che spero di trovare, modo, tempo e spinta per scrivere.
Grazie lettore, per avermi seguita sino alla fine!! E se vuoi... ricordati di lasciare un piccolo, un breve commento! :-*
Per il resto, se ti va, dai un'occhiatina alla mia pagina autore per i link al mio twitter e a tutti i posti dove potrai trovarmi se ti andrà di farlo! :D
   
 
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